08/03/2014
3 recensioniÈ quasi l’alba nel cielo di Atlanta e, come ogni mattina, mi alzo giusto in tempo per vedere il sole sorgere al di là dei grattacieli. È inutile, potrei guardare questo spettacolo ogni singolo giorno della mia vita e restare sempre estasiato come fosse la prima. Un po’ quello che mi capita tutte le volte che guardo lei, Nina.
Se mi giro verso il letto posso vederla sonnecchiare tra le lenzuola, avvolta dentro a esse come una farfalla dentro al bozzolo. Così piccola e indifesa, così forte e coraggiosa. La vedo aprire lentamente un occhio, per poi lasciare che anche l’altro faccia altrettanto. Mugugna qualcosa al mio indirizzo prima di tentare goffamente di liberarsi dalla presa ferrea del cotone intorno alle sue gambe nude e meravigliose. Mi fa sorridere l’idea che quella minuscola ragazza un po’ imbranata sia la stessa che ogni giorno ci lascia senza parole sul set: così precisa, così perfetta, così capace.
Cerca di sistemarsi i capelli che durante la notte si sono scarmigliati e sparsi in giro come fili di seta neri e tentatori – il profumo del suo shampoo è qualcosa di indescrivibile da cui prima o poi dovrò cercare di disintossicarmi –, e si concentra, nel tentativo di tenere aperti gli occhi e contemporaneamente fissarli su di me. Non parla, si limita a guardarmi mentre un flebile sorriso intorpidito e tenero da morire si fa largo sulla pelle nivea del suo viso. Il suo sguardo piano piano si illumina di me e nel mio stomaco qualcosa si scioglie.
Mi sto innamorando di lei. Di nuovo.
Questo è il suo potere: farmi innamorare di lei, ogni giorno come il primo, semplicemente esistendo. Semplicemente essendoci.
Solo un pazzo potrebbe non amarla e, in effetti, un po’ pazzo io lo sono. Ma la mia pazzia è la conseguenza di un potente incantesimo che nessuno potrà mai spezzare. Un incantesimo che mi porta sempre a desiderare lei, a vivere di lei. A scegliere lei, per tutta la vita.
Se mi giro verso il letto posso vederla sonnecchiare tra le lenzuola, avvolta dentro a esse come una farfalla dentro al bozzolo. Così piccola e indifesa, così forte e coraggiosa. La vedo aprire lentamente un occhio, per poi lasciare che anche l’altro faccia altrettanto. Mugugna qualcosa al mio indirizzo prima di tentare goffamente di liberarsi dalla presa ferrea del cotone intorno alle sue gambe nude e meravigliose. Mi fa sorridere l’idea che quella minuscola ragazza un po’ imbranata sia la stessa che ogni giorno ci lascia senza parole sul set: così precisa, così perfetta, così capace.
Cerca di sistemarsi i capelli che durante la notte si sono scarmigliati e sparsi in giro come fili di seta neri e tentatori – il profumo del suo shampoo è qualcosa di indescrivibile da cui prima o poi dovrò cercare di disintossicarmi –, e si concentra, nel tentativo di tenere aperti gli occhi e contemporaneamente fissarli su di me. Non parla, si limita a guardarmi mentre un flebile sorriso intorpidito e tenero da morire si fa largo sulla pelle nivea del suo viso. Il suo sguardo piano piano si illumina di me e nel mio stomaco qualcosa si scioglie.
Mi sto innamorando di lei. Di nuovo.
Questo è il suo potere: farmi innamorare di lei, ogni giorno come il primo, semplicemente esistendo. Semplicemente essendoci.
Solo un pazzo potrebbe non amarla e, in effetti, un po’ pazzo io lo sono. Ma la mia pazzia è la conseguenza di un potente incantesimo che nessuno potrà mai spezzare. Un incantesimo che mi porta sempre a desiderare lei, a vivere di lei. A scegliere lei, per tutta la vita.
Avrei scelto te, sempre.
E qui l’attore si mischia al personaggio. Il personaggio diventa l’attore. Probabilmente con un’altra Elena sarebbe stato tutto meno semplice, ma quando guardo il personaggio, io vedo la donna che si nasconde dietro ad esso. E allora tutto esce spontaneo, vivo. Vero.
Si stiracchia pigramente ancora arrotolata nel lenzuolo che ha vinto la sua ennesima battaglia. Il mio stomaco è ancora aggrovigliato e il mio cuore si riempie di un infinito sentimento di abbandono verso colei che mi ha rubato tutto, compresa la sanità mentale. Mi ha svuotato e colmato con uno sguardo molto prima di accorgermi che ero fregato, che quel paio d’occhi color cioccolato mi erano entrati nell’anima. Non sono riuscito a impedirlo, e onestamente non ho voluto. Perché vivere una vita normale, se posso avere lei che la rende straordinaria?
Finalmente riesce ad alzarsi, si trascina mollemente nella mia direzione e mi regala uno dei suoi sorrisi speciali.
Ancora un paio di passi e potrò stringerla fra le braccia, mentre il sole spunta all’orizzonte.
Un raggio inonda la stanza che a un tratto mi sembra così grande, così diversa, così spoglia.
Mi volto verso il letto e lei non c’è più.
Il sole è sorto e sì è portato via il buio dei miei desideri inesauditi, dei miei ricordi dolorosi e ancora sanguinanti.
Si è portato via la vita e mi ha lasciato solo polvere.
Si stiracchia pigramente ancora arrotolata nel lenzuolo che ha vinto la sua ennesima battaglia. Il mio stomaco è ancora aggrovigliato e il mio cuore si riempie di un infinito sentimento di abbandono verso colei che mi ha rubato tutto, compresa la sanità mentale. Mi ha svuotato e colmato con uno sguardo molto prima di accorgermi che ero fregato, che quel paio d’occhi color cioccolato mi erano entrati nell’anima. Non sono riuscito a impedirlo, e onestamente non ho voluto. Perché vivere una vita normale, se posso avere lei che la rende straordinaria?
Finalmente riesce ad alzarsi, si trascina mollemente nella mia direzione e mi regala uno dei suoi sorrisi speciali.
Ancora un paio di passi e potrò stringerla fra le braccia, mentre il sole spunta all’orizzonte.
Un raggio inonda la stanza che a un tratto mi sembra così grande, così diversa, così spoglia.
Mi volto verso il letto e lei non c’è più.
Il sole è sorto e sì è portato via il buio dei miei desideri inesauditi, dei miei ricordi dolorosi e ancora sanguinanti.
Si è portato via la vita e mi ha lasciato solo polvere.
It’s almost sunset