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Autore: HaythamTacoKenway    08/03/2014    4 recensioni
Conosciamo tutti la storia di Connor, vero? E se le cose fossero andate diversamente? Cosa sarebbe successo se Connor avesse deciso di andare a cercare un'altra persona invece di recarsi dagli Assassini?
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Connor Kenway, Haytham Kenway, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Buuuonsalve! Eccomi qui con un altro capitolo preparato e sfornato in... 6 ore di lavoro no-stop woah! In questo capitolo Haytham e Connor avranno, finalmente, il tempo necessario per chiarire la situazione. ATTENZIONE: Nel caso non abbiate ancora letto Assassin's Creed: Forsaken, vi avverto che in questo capitolo ci sono dei ricordi, che ho dovuto mettere per forza per far funzionare la trama di questo capitolo, provenienti dal libro perciò vi consiglio di leggere a vostro rischio e pericolo *alza il cartello SPOILER ALERT!* Detto questo, vi auguruo una buona lettura e un sincero grazie a chi mette tra le preferite/seguite, a chi recensisce e a chi semplicemente legge ^ u ^
                                                                        
 
"Dobbiamo allontarci dalla piazza, signore!" Urlò Charles cercando di sovrastare gli spari e le grida dei cittadini. "Arriviamo subito, Charles" rispose Haytham, poi si rivolse di nuovo a Ratonhnhaké:ton, il quale annuì e i due seguirono Charles.
I due uomini e il ragazzo indigeno percorsero le strade di Boston non proprio in completo anonimato: lungo il percorso che portava al Restless Ghost , la locanda che era diventata da un paio di anni la nuova base dell'Ordine, la presenza di Ratonhnhaké:ton attirò qualche sguardo incuriosito.
Dopo non molto tempo, le tre figure arrivarono alla locanda ed una volta entrati all'interno, Ratonhnhaké:ton si stupì di come l'atmosfera del locale fosse del tutto diversa rispetto alla tensione che si respirava al di fuori di quelle mura: mentre nel mondo esterno imperversava il malcontento, dentro alla locanda era come se quel malcontento dei bostoniani venisse cancellato dai fiumi di birra che circolavano tra i tavoli. Tutto un altro mondo insomma. Ratonhnhaké:ton aveva tutte le ragioni nell'essere così meravigliato, in fondo, le unica realtà che aveva conosciuto fin ora era quella della vita nel villaggio Mohawk. Era nel villagio che Ratonhnhaké:ton aveva vissuto i più bei momenti della sua infanzia, ore e ore passate a giocare con gli altri bambini, i giochi che faceva con il suo migliore amico Kanen'tó:kon e i ricordi legati a sua madre, Kaniehti:io. Erano tutti momenti spensierati...finché quel maledetto 2 Novembre 1760 gli fece crollare la terra da sotto i suoi piedi privandogli dei suoi gioiosi ricordi d'infanzia e della persona che per lui era il mondo: sua madre.
"Purtroppo devo congedarmi, Haytham. Alcuni impegni richiedono la mia presenza." Il suo flusso di pensieri venne interrotto da Charles, il quale disse ad Haytham che doveva allontanarsi. Haytham annuì "Bene, andate pure Charles. Ho una faccenda in sospeso con il ragazzo che vorrei chiarire in privato" Charles chinò la testa in segno di saluto ed uscì dalla locanda.
Dopo aver atteso che Charles uscisse dalla locanda, Haytham si rivolse a Ratonhnhaké:ton "Andiamo di sopra, là nessuno verrà a disturbarci" dopodiché comiciò ad avviarsi su per le scale seguito dal nativo. Una volta raggiunto il piano superiore, Haytham si accomodò ad un tavolo a cui ci sarebbero state sei persone e fece segno al ragazzo di accomodarsi di fronte a lui.
Appena Ratonhnhaké:ton si accomodó sulla sedia, Haytham iniziò a porgli le domande che vagavano irrequiete nella sua mente.
"Per prima cosa, riprendiamo da dove ci hanno interrotto" disse l'uomo con un tono pacato "Chi ti ha parlato di me?"
Ratonhnhaké:ton guardò Haytham per un momento e rispose "Mia madre, Kaniehti:io. Era questo il suo nome.." Parlando di sua madre si rabbuiò un po' e abbassò lo sguardo ponendo la sua attenzione alle venature del legno del tavolo. Dall'altra parte del tavolo, Haytham parve avere una rivelazione; nel sentire quel nome, fu come se la sua mente stesse frugando tra i ricordi alla ricerca di quel nome, di quel suono della voce di qualcuno che ha fatto parte dei ricordi legati ai primi anni trascorsi a Boston. Dove l'aveva già sentito quel nome? Kaniehti:io... All'improvviso ecco venirgli incontro quel ricordo che stava inconsciamente tentando di trovare nei meandri della sua mente. Si ricordò della frontiera innevata, di lui e Charles sulle tracce di una donna..ma non una donna qualsiasi, la donna che stavano cercando era la stessa che avevano liberato prima che finisse nelle mani di Silas, il mercante di schiavi. Qualcosa in quella donna colpì Haytham, la sua bellezza era una di quelle, certo, ma vi era anche qualcos'altro: prima di mettere in atto il piano per liberare gli schiavi indigeni, Haytham aveva osservato la carovana avvicinarsi alla trappola e notò che al fianco del conducente c'era una donna indigena. L'inglese notò il suo portamento fiero e dei segni che rivelavano chiaramente che aveva posto resistenza e combattuto per la sua gente prima di cedere. Alla vista di quei segni di colluttazione, Haytham si promise che le guardie della carovana dovevano subire le conseguenze delle loro azioni. E così fu. Ecco cosa lo colpì della donna indigena quel giorno: il suo spirito combattivo e fiero.
Comunque, dopo averla liberata, la donna Mohawk fuggì. "Ci farà scoprire!" gli disse Thomas che stava per correrle dietro ma Haytham lo fermò "No, non lo farà" sapeva che non li avrebbe smascherati, d'altronde c'era di mezzo la salvezza della sua gente.
Dopo l'uccisione di Silas non ebbe più notizie su di lei così decise di andare a cercarla nella frontiera. Charles, che a quei tempi lavorava per il generale Edward Braddock - una sua vecchia e sgradita conoscenza, si offrì di aiutarlo nelle ricerche. La trovarono nel bosco mentre stava controllando una trappola ma Charles calpestò un ramo rivelando alla donna la loro presenza facendola fuggire. Haytham preferì continuare le ricerche da solo, non sarebbe stato difficile per via delle orme lasciate da lei nella neve alta e soffice. Infatti dopo averla rincorsa, lei che saltava da ramo in ramo e lui che incespicava e affondava nella neve fresca, riuscì a raggiungerla per pura fortuna. Si può dire che la prima impressione di sé stesso che diede alla donna non era una delle migliori poiché lei gli chiese perché parlava così lento facendogli il verso. Magari ha pure pensato che fosse stupido. Però dopo essersi ricomposto Haytham si fece dire il nome dalla donna indiana "Kaniehti:io. Ma puoi chiamarmi Ziio."
Ecco. Kaniehti:io. Conosciuta da lui come Ziio.
Lui e Ziio qualche mese dopo lavorarono insieme per uccidere Braddock o come lo chiamava lei, il Bulldog.
Poi si ricordò dell'amuleto, della promessa di Ziio e della caverna in cui si baciarono per la prima volta. Per non parlare poi del breve periodo trascorso nella frontiera in compagnia di Ziio.
Haytham guardò il ragazzo di fronte a lui. Vi erano alcuni elementi nel suo viso che gli parvero familiari. Improvvisamente una domanda gli balenò nella mente. Potrebbe essere... No. Doveva chiarire questa faccenda ora e per farlo aveva bisogno di risposte certe
 "Parliamo un po' di te ragazzo. Hai detto che tua madre si chiamava Kaniehti:io, giusto?" fece fatica a pronunciare quel nome ma a distanza di anni ce la fece, anche se vorrebbe avercela fatta anni fa. "Sì, signore" gli rispose Ratonhnhaké:ton "E sai anche se qualche volta si faceva chiamare Ziio?" Haytham appoggiò i gomiti sul tavolo e le mani congiunte come se fosse stato in preghiera "Beh, sì.. Qualche volta sentivo qualcuno che la chiamava così... Ma voi come fate a sapere del suo soprannome? " chiese il giovane guardando confuso Haytham attendendo la sua risposta ma l'uomo gli chiese subito "Ragazzo, quando sei nato?" Ratonhnhaké:ton indugiò un attimo ma rispose infine "Sono nato il 4 Aprile 1756" a quella risposta Haytham non disse nulla ma nella sua mente si stava scatenando il chaos totale. Comiciò a fare un paio di conti. L'ultima volta che era stato con Ziio era il 4 Agosto 1755, ovvero, il giorno in cui Charles venne al loro accampamento consegnando ad Haytham una lettera proveniente da Holden n cui gli riferiva di aver trovato sua sorella Jenny e riferendogli che Braddock era morto in seguito alle ferite che Haytham gli ha inferto. Putroppo Ziio aveva sentito tutto e scacciò Haytham per avele mentito sulla morte di Braddock. Se i suoi calcoli sono esatti, dal 4 Agosto 1755 al 4 Aprile 1756 era passati esattamente... "Nove mesi." disse quelle due parole ad alta voce, Ratonhnhaké:ton se ne accorse e ora lo stava guardando con un'aria ancora più confusa di prima.
Haytham guardò di nuovo il ragazzo. Ecco quali erano gli elementi che gli sembravano familiari: gli occhi scuri più simili ai suoi che ad ogni altro indigeno, il naso dal profilo regolare e la bocca caratteristici...dei Kenway.
Era una cosa confermata ormai. Il ragazzo che gli stava seduto di fronte era suo figlio. Haytham impallidì a quella affermazione che si era chiarita come se fosse stata alla luce del Sole: 'È mio figlio.'
 
                                                                        
DUN DUN DUUUUUNNNN
Termino questo capitolo con questa suspance. Cosa accadrà nel prossimo capitolo? La risposta è MISTERO. Un sincero grazie a chi legge, recensisce, mette tra i preferiti/seguite. Alla prossimaa!! 
Angolo dei ringraziamenti :
Ringrazio in modo speciale freewolf , Kiku28 e Dalia_ per aver recensito e per le vostre belle parole c:
  
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