Fumetti/Cartoni americani > Batman
Segui la storia  |       
Autore: AThousandSuns    08/03/2014    1 recensioni
Julie Kyle, (OC),figlia adottiva di Selina Kyle, ha cercato di voltare pagina dopo la morte di Jason Todd, Robin II, nonchè suo migliore amico e ragazzo. Ora che è un poliziotto, si trova a dover assistere, impotente, all'opera di un nuovo vigilante, Red Hood... Ambientata nell'universo del film animato DCU Batman:Under The Red Hood. Prima fanfic per me, siate buoni! recensite, consigliate, criticate ecc. Il titolo è tratto da Walk Away dei The Script. I titoli dei capitoli saranno titoli di canzoni, perchè mi andava :)
Genere: Angst, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jason Todd, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

NOTE: La canzone che dà il titolo è Blue Jeans di Lana Del Rey

* Julie *

Rientrai a casa che era già buio, poggiai la spesa, raccolsi i capelli castano-chiari in una coda, e cominciai a cucinare. Cavolo, avevo troppa fame, mi sarei tolta la divisa più tardi... Saltò la luce. Sospirai, non era destino che mangiassi subito.

-Speravo almeno che ti saresti tolta la pistola di ordinanza.

La mia mano scattò verso la fondina, ma qualcuno mi afferrò i polsi, alzandoli sopra la mia testa e ammanettandoli alla credenza. Non mi ci sarebbe voluto molto a liberarmi, in fondo ero stata spalla di Catwoman.

-Credo proprio che tu abbia ammanettato la persona sbagliata...

-Non provarci, biondina, sono manette speciali- mi afferrò le caviglie, ammanettandole in un solo, veloce movimento.

Ero pronta per urlare, ma le luci si riaccesero e il grido mi morì in gola: Red Hood.

Indossava una giacca di pelle marrone, pantaloni scuri. Era alto, poco meno di Dick, in compenso aveva le spalle più larghe, era un po' più massiccio dell'acrobata. Un tipo sveglio, tanto da scalzare in un paio di mesi alcuni degli uomini più potenti della città e diventare un signore del crimine. Un assassino. In casa mia. Mi si gelò il sangue nelle vene e rimasi immobile, lui per precauzione mi portò comunque una mano alla bocca, deciso ma delicato.

-Non ti farò del male- certo, immaginavo che con questa frase di solito si aprissero le torture. Alzai gli occhi al cielo, e lui ridacchiò da sotto quel ridicolo elmetto.

-Tranquilla, io non uccido i poliziotti- era tornato serio- anzi, è appunto per questo che sono qui.

Dopo un attimo, mi tolse la mano guantata dal viso. Probabilmente voleva che dicessi qualcosa. Si riferiva chiaramente all'assassinio del giorno prima, due poliziotti freddati in auto durante un giro di routine, la stessa che spesso facevamo anche io e Mark. Avremmo potuto essere noi.

-Perchè dovrei crederti?- in realtà gli credevo, non aveva mai toccato un agente, e di nuovo lo accusavano di qualcosa che non era successo nel suo territorio. L'omicidio era avvenuto di giorno, il calibro era sbagliato ancora una volta -l'avevo fatto io un giro negli archivi quel giorno-, il caso archiviato subito, nonostante le vittime fossero dei nostri. Quanto odiavo non poterlo guardare negli occhi, non potevo sapere cosa stesse pensando.

Rimase in silenzio per qualche attimo:-Tu mi credi!

E che cavolo, un'infanzia passata accanto a Catwoman, e non avevo ancora imparato a tenere una faccia da poker!

Non risposi, mi morsi il labbro, non sapevo come gestire la cosa. Lui fece un passo in avanti, incerto. Continuò ad avvicinarsi, mi guardò dritto negli occhi e, per quanto possibile, sostenni il suo sguardo.

Si chinò- era tipo quindici centimetri più alto di me- per sussurrarmi nell'orecchio:-Se ti libero, potremo avere una conversazione civile?

-Non lo so, sei tu quello che mi ha ammanettata- pregai che la voce non mi tremasse.

Rise appena, di nuovo:-Scusa, è che mi piaceva questa posizione...

Cercai di muovere le gambe per colpirlo in qualche modo, ma senza risultato. Ridacchiò, mentre mi liberava. Un killer con il senso dell'umorismo? Questa sì che era nuova...

Con sollievo avvertii la circolazione nelle braccia che ripartiva. Si allontanò di un paio di passi, e calò il silenzio. Mi mossi appena, a disagio, e cercai di dire qualcosa:-D'accordo, diciamo che potrei crederti. A te cosa importa? Che io sappia, fare fuori un paio di sbirri è un ottimo modo di farsi una reputazione tra voi criminali...

Si irrigidì:-Pensi che io sia un semplice criminale? Uno tra i tanti in questa fottuta città?

Lo sguardo mi cadde su una delle pistole che portava ai lati delle gambe. Cavolo, dovevo stare attenta, in fondo avevo di fronte il ricercato numero uno della città. Quante vite aveva già spezzato?

Decisi di dirgli la verità:-Io penso che tu sia una... persona con un piano, non so che piano, ma di sicuro vuoi qualcosa, e lo desideri talmente tanto che sei disposto ad uccidere per ottenerlo.

Rimase in silenzio, ci avevo preso, a quanto pareva.

Colsi l'occasione per continuare:-E ok, non credo che sia stato tu, ma, di nuovo, perchè ti interessa? Cos'è, hai un codice, non uccidi i poliziotti? Che differenza fa per te?

-Io uccido chi se lo merita- rispose d'istinto.

-E come decidi chi se lo merita e chi no? Scusa, ma sono un poliziotto, cosa ti aspetti che dica? Che ti ringrazi perchè ci alleggerisci il lavoro? Non è così che funziona!

-Funziona invece sbatterli in galera, finchè non patteggiano o trovano un modo per darsela a gambe?- adesso era davvero furioso- i pesci piccoli restano, ma i pezzi grossi escono e sono pronti a ricominciare da dove si erano fermati prima che qualche povero idiota riuscisse a sbatterli dentro! Il sistema è corrotto, lo sai meglio di me, e l'unico modo per fermarli per sempre è ucciderli, prima che distruggano altre vite!

Da un certo punto di vista aveva ragione, lo sapevo, ma se si aspettava che concordassi con lui si sbagliava di grosso:-Credi che non lo sappia? Per questo sono un poliziotto, dannazione, anche io voglio cambiare le cose! ma fidati, il tuo metodo non funzionerà, l'odio che provi... alla fine ti consumerà, e non ci sarà più differenza tra te e loro!

Rimanemmo in silenzio, lui non poteva saperlo, ma capivo come si sentisse... Mi voltai verso il frigorifero, dandogli quasi le spalle: presi la foto mia e di Jason, l'ultima scattata. Con la coda dell'occhio lo vidi sobbalzare, non capii, non me ne curai. Parlai di nuovo, senza alzare lo sguardo dalla foto:-Forse non mi crederai, ma anche io ho provato ciò che provi tu- mi corressi- lo provo ancora, e mi sono avvicinata così tanto alla vendetta...- chiusi gli occhi, ero contenta che non potesse capire il pieno senso delle mie parole, mi vergognavo così tanto di quello che avevo fatto, ma al tempo stesso desideravo che comprendesse- ma, alla fine, ho fatto una scelta, e devo accettarne le conseguenze, nel bene e nel male. Ho scelto di agire nel sistema, che è molto lontano dall'essere perfetto, certo, e di provare a cambiarlo nel modo più giusto... beh, il modo più giusto per me, almeno- sospirai, rimettendo a posto la foto.

Quel gesto non aveva significato per lui, ma speravo che le parole lo avessero.

Cambiai discorso:-So per certo che non sei stato tu e, sinceramente, troppe cose non quadrano in questa vicenda, e ho tutte le intenzioni di venirne a capo.

Non disse nulla per un po', rimase fermo, e poi riuscì a dire solo:-Capisco. Non sarei dovuto venire.- Si diresse alla finestra del salone, dalla quale evidentemente era entrato.

-No, aspetta!- non so perchè, ma visto che non mi aveva fatto fuori, la sua visita mi aveva incuriosito. Gli corsi dietro e gli afferrai il braccio, per costringerlo a voltarsi. Eravamo faccia a faccia, lasciai la presa. Distolsi lo sguardo, arretrando di un passo.

Fece un gesto con la mano, per incoraggiarmi a parlare. Mi schiarii la voce:-Perchè io? Voglio dire, non sono l'unico poliziotto della città, tanto meno uno di quelli che comanda...

-Però sei una dei pochi non corrotti.

-Cosa te lo fa pensare?

-Ho letto di te sul giornale. Ho fatto qualche ricerca... ed eccomi qui- Perfetto. Potevo aggiungere stalker ad assassino e boss criminale.

Senza aggiungere nulla, raggiunse la finestra e andò via, usando la scala antincendio.

Bene. Ora non avevo né fame, né sonno. Sarebbe stata una nottataccia.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Batman / Vai alla pagina dell'autore: AThousandSuns