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Autore: ohitsconnie    08/03/2014    4 recensioni
Un posto qui c’è, ancora. E te l’ho detto, mi manchi. E anche se volessi non posso più averti, non posso più aspettare una fine perché la fine è arrivata quando qualcuno ti ha portato via. Ma tu avevi ancora il sorriso sulle labbra mentre le mie lacrime chiudevano piano piano i tuoi occhi. E questa mancanza durerà per sempre, quando il per sempre che ci eravamo immaginati non riguardava questo. E quando il nostro tatuaggio è un disegno spezzato a metà niente ha senso. La notte non può esistere senza il giorno e il giorno non può esistere senza la notte. E com’è che io sono qui da solo? Tempi in cui io ero la tua furia e tu la mia saggezza, tempi in cui tu eri il mio sole ed io la tua luna, tempi in cui eravamo materia essenziale destinata a fondersi in un solo corpo.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Magari poi noi riconquisteremo tutto come tanti anni fa

Le nostre mura di casa sono impresse dalle nostre litigate quotidiane, concluse poi con dei baci veloci lasciati all’inizio della tua spalla. Capelli scompigliati, occhi svegli ma stanchi, profumo che sa di me e di te, lenzuola da cambiare e dentifrici spremuti dal mezzo che ti infastidiscono tanto. 
Accovacciati sul divano a vedere tutti i telefilm che ti piacciono, a mangiare pop corn, a non guardarsi ma a parlare con gesti. Il tuo corpo sul mio, i capelli che san di miele, il sale delle patatine che ti è rimasto all’angolo della bocca - perché se vuoi te lo pulisco io - e le risate soffocate che hai paura di far uscire. E rimandiamo sempre tutto di cinque minuti perché la tua vita non è in equilibrio se stai al passo con gli altri, e ho imparato ad accettarti. Ad aspettarti. Ad aspettare quei cinque minuti sotto casa in macchina che a volte si tramutano in ore. E i tuoi ‘scusa per il ritardo’ anche se so che ti sei preparata per giorni, ai tuoi ‘Harry, scappiamo?’ fatti uscire all’improvviso. Le sigarette condivise a metà il sabato sera fuori dal tuo locale preferito, l’odore di alcool all’interno delle nostre bocche e i segni sul mio collo. La mia pelle è marcata da tatuaggi nascosti, di diversi colori che in un modo o nell’altro mi ricordano te. Le tue scritte sul mio braccio, dicevi che con queste saremmo andati lontano con la vita, che anche se saremmo morti noi avremmo continuato a vivere ma non sembra lo stesso ora che le cose sono cambiate.
Le tue parole sono impresse nella mia testa, la mia mente ripensa ai tuoi abbracci da temporale, nascosti sotto lenzuola troppe piccole per due persone ma troppo grandi per far posto ad altri. E le tue frasi nel sonno, mentre mi chiamavi, e mi raccontavi qualsiasi cosa.

“Non mi piace il latte, Harry. 
E ho paura delle api. 
E anche del buio, ma solo quando tu non ci sei. 
Distruggo sempre qualcosa in un modo o nell’altro, potrei farti del male Harry ma non voglio che succeda.”
“Vorrà dire che ci faremo del male insieme.”
“Mi spaventano i cani Harry, ho paura.”
“Compreremo dei gattini o qualunque cosa tu voglia.”
“Amo l’odore delle sigarette ma non mi piace fumarle, mi piace l’alcool ma non mi piace come mi fa sentire.
Ho poche certezze, una, forse nessuna.”
“Le troverai.”
“Ma amo le tue mani sul mio corpo e ho paura che qualcuno che non sia tu possa toccarmi. - questa è già una certezza-.”
“Sei già marchiata da me, in tutto. Su tutto.”
“Mi piace la tua voce al mattino e amo il modo in cui mi svegli perché divento consapevole del fatto che tu ci sei ancora. E ancora. E odio quando non ci sei.”
“Sono sempre qui.”
“Amo il cibo messicano, lo amo proprio.”
“Apriremo un ristorante.”
“Amo viaggiare ma i miei occhi hanno visto posti solo su una cartina.”
“Vorrà dire che gireremo insieme il mondo.”
“Non so cantare ma amo farlo quando sono sotto la doccia.”
“Rimanderò tutto per poterti sentire.”
“Amo il cioccolato, però quello bianco.”
“Faremo le scorte per ogni volta che lo vorrai.”
“Rimarrai?”
“Rimarrò.”
“Anche se nella notte i tuoi piedi incontrano quelli miei freddi?”
“Anche così.”
“E anche se quando ho il raffreddore russo un pochino?”
“Soprattutto per quello.”
“Harry?”
“Si?”
“Mi piace tornare a casa e vedere che ci sei.”
“Mi piace essere a casa e vedere che torni.”
 “Penso di amarti.” 
“Penso di farlo già.”


 Conversazioni a metà, parole sparse e niente più certezze. La casa sa di te ma non più di noi, cos’è cambiato ora che non ci sei? Come gira la terra ora che non ti vedo? Se ritorni ti prometto che arrederai casa come vorrai tu, e io ti guarderò fare. Se ritornerai, fallo ti prego, ti concederò un bacio sotto la pioggia -perché so che lo vuoi. Hai lasciato qui la tua sciarpa rossa che ha addosso il mio profumo, ma io ho bisogno di sentire il tuo come quando mi abbracciavi da dietro e da chilometri e chilometri si poteva sentire quella scia che ti portavi dietro. Eri ovunque, ma ora non sei dove devi essere. “Rimarrai?” Te lo chiedo io ora, ma forse è troppo tardi. Forse ho sbagliato qualcosa. Mi perdonerai mai?

E c’è che mi manchi. E c’è che questa casa non è casa senza di te. E c’è che posso spremere il dentifricio dal fondo se ti può rendere felice, posso comprare altri quadri e un altro televisore con il decoder già incorporato almeno non imprecherai più. E c’è che senza di te niente ha lo stesso sapore.
I tuoi diciassette anni incasinati, i miei “ti aspetterò”, i tuoi nei sparsi su tutta la schiena e ossa bianche che hanno il mio nome. Dettagli, piccolezze.. Cose da niente, cose che mi mancheranno per sempre. Ma non importa.
Oh si, mi importa. Il mobiletto del bagno è pieno ancora delle tue cose, delle trousse che non hai mai usato perché non sapevi truccarti, dei mille prodotti per capelli -quanto amavo i tuoi capelli sulle mie mani-, le mille tonalità di smalto che non mettevi mai perché ti mangiavi troppo spesso le unghie. Ti dicevo “te ne pentirai un giorno” e tu ribattevi con “ti pentirai quando non mi avrai in giro per casa”. Tu lo sapevi già vero?

 È che abbiamo costruito tutto con delle certezze in aria e questo pavimento ora è freddo, è che quando mi dicevi che eri orgogliosa di me per il mio successo, la paura mi veniva a prendere perché più il successo aumentava più i problemi tra di noi si moltiplicavano, più le nostre strade si dividevano e più i chilometri non finivano di aumentare. 
Le cene con gli amici non sono più le stesse, rimaniamo tutti con la testa quasi china a bere birra, la tua preferita, facendo attenzione all’argomento da tirare fuori e le nostre conversazioni cronometrate registrano solo poche parole, insicure. Ma non è tanto questo il problema: c’è che la mia spalla non sentirà più il tocco della tua testa, e le mie braccia non sentiranno più le tue calde mani e il sapore delle mie labbra non sarà più lo stesso.

 Anche se so che non tornerai. 

Anche se sai che ti aspetterò.


 Un posto qui c’è, ancora. E te l’ho detto, mi manchi. E anche se volessi non posso più averti, non posso più aspettare una fine perché la fine è arrivata quando qualcuno ti ha portato via. Ma tu avevi ancora il sorriso sulle labbra mentre le mie lacrime chiudevano piano piano i tuoi occhi. E questa mancanza durerà per sempre, quando il per sempre che ci eravamo immaginati non riguardava questo. E quando il nostro tatuaggio è un disegno spezzato a metà niente ha senso. La notte non può esistere senza il giorno e il giorno non può esistere senza la notte. E com’è che io sono qui da solo? Tempi in cui io ero la tua furia e tu la mia saggezza, tempi in cui tu eri il mio sole ed io la tua luna, tempi in cui eravamo materia essenziale destinata a fondersi in un solo corpo. E rimarrò in casa a completare ciò che mi (ci) manca, a rileggere le nostre vecchie lettere d’amore, a ripensare a quello che non abbiamo mai avuto il coraggio di dirci e a quello che ci siamo detti, alle foto con le tue dediche, ai mille cuori sparsi che lasciavi in ogni persona che incontravi e penserò al giorno in cui potrò dirti ancora di amarti. E dipingerò i muri con colori che sanno di te. E ti aspetto. Se tornerai. Guardando per l'ultima volta il cielo che ci separa per cercare i tuoi riflessi.
Se mai tornerai.

Magari poi noi riconquisteremo tutto come tanti anni fa, quando per noi forse la vita era più facile.
  
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