Fanfic su attori > Cast Glee
Segui la storia  |       
Autore: FrancyF    08/03/2014    1 recensioni
Lui e Lea ne’ avevano passate così tante assieme, ma assieme avevano anche resistito.
Non avevano dato retta ne' ai paparazzi ne’ alle critiche.
Ma, soprattutto, non avevano mai smesso di credere in loro.
Nel loro Amore.
Cory sorrise tra se’, ripensando a come era iniziato tutto.
Con una semplice frase di una canzone dei Journey: Don’t stop believin.
_Basata sulla mia precedente one-shot: "You're my life".
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cory Monteith, Lea Michele, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
-Cor non devi stare sveglio per forza-
-Non preoccuparti amore. Ho dormito in aereo e poi il fuso orario mi rende sempre molto agitato… ehi l’ho sentito scalciare!-
Lea e Cory erano appena arrivati a New York, a casa di Marc e Edith. Da quando si erano messi assieme avevano sempre trascorso il giorno del Ringraziamento in Canada dalla famiglia di Cory, mentre a Natale e Capodanno andavano a New York, dai genitori di Lea. L’unica eccezione era stata lo scorso Natale, trascorso alle Hawaii.
La ragazza era ormai incinta di sei mesi e, finalmente, anche Cory poteva sentire tutti i movimenti del bambino. Lea però non ne poteva più e c’erano notti, come quella, in cui il piccolo si muoveva così tanto che non la faceva dormire.
La coppia era seduta sul letto, con le coperte tirate fino al mento che osservava dalla finestra le mille luci della Grande Mela.
Cory premette un po’ di più la mano nel punto in cui il bambino aveva scalciato e sentì un altro colpo.
-Ehi lo ha fatto ancora!- esclamò con un sorriso enorme sul volto. Era davvero un’esperienza incredibile sentire suo figlio scalciare, sentirlo così vicino. Cory aveva scoperto che, se toccava in vari punti sul ventre di Lea, riceveva sempre un movimento di risposta da parte del bambino. Gli si riempiva il cuore di gioia nell’avere quel primo speciale contatto con suo figlio.
Lea gli prese la mano.
-Tesoro puoi evitare di farlo scalciare? Sono morta di sonno e tuo figlio non mi fa addormentare- brontolò –sicuramente sta suonando la batteria là dentro-.
Cory le sorrise, dispiaciuto.
-Mi spiace, vorrei fare qualcosa per farti star meglio, lo sai-
-Si amore non ti preoccupare se sono così melodrammatica. Sono solo gli ormoni.-
Il canadese la baciò.
-Tranquilla- disse alzandosi –visto che non riuscite a dormire vado a preparare la colazione. Sono abituato poi… Rachel Barry è molto più melodrammatica di te-.
 
-Ehi buongiorno!-
Marc e Edith Sarfati erano già in piedi, nonostante fossero appena le sette di mattina.
Cory ricambiò il saluto e si sedette con loro al tavolo della cucina.
-Come è andato il volo figliolo?- Marc bevve un lungo sorso di caffè, senza smettere di sorridere. In effetti da quando Lea era arrivata la scorsa notte, ne’ Marc ne’ Edith avevano smesso di sorridere.
Figliolo. Cory si fermò un secondo a riflettere, adorava quando Marc lo chiamava così; e nell’ultimo anno succedeva molto spesso. Era stato come un padre per lui e gli era immensamente grato per tuta la fiducia che aveva nei suoi confronti.
-Lea sta dormendo?- chiese Edith, distogliendo il ragazzo da suoi pensieri.
-Bene, il volo è andato bene, niente turbolenze e Lea non ha vomitato neanche una volta- Cory sistemò la tazza per Lea su un vassoio e aiutò Edith a cuocere i pun-cake  -e no. Lea non ha dormito per tutta la notte. E’ davvero esausta, ma il bambino continua a muoversi e a tirare calci…-.
-Gliela porto io tranquillo caro- Edith prese velocemente il vassoio fra le mani, dirigendosi a grandi passi verso la camera degli ospiti –voi fate pure con calma e passate un po’ di tempo fra uomini-.
Non vedeva l’ora di parlare un po’ con sua figlia.
 
-Finalmente è quasi Natale- Lea posò la forchetta e sorrise alla madre.
Erano davvero molto legate.
-Eri affamata. Non ti ho mai visto mangiare così velocemente stella-
-Mamma sono incinta. E non devi dimenticare che questo bambino è per metà di Cory quindi mangerebbe in continuazione-
-Lo so. Mi fa piacere che stai così bene con lui. Insomma ora state per diventare genitori, molte cose cambieranno-
-Mamma ti prego! E’ Natale. Non possiamo uscire a comprare i regali?-
Edith sorrise.
-Ma certo Lee, come vuoi tu. Manderò tuo padre a prendere l’albero questo pomeriggio-
-Ecco fai bene- Lea sbadigliò, mentre si coricava –magari convinci anche Cory ad andarci-.
 
Cory amava trascorrere le feste a New York, l’aveva sempre adorato. Neve mista a smog a parte.
-Sono pronto- Cory fece il suo ingresso in soggiorno, dove Edith e Marc stavano già sistemando gli addobbi natalizi.
-Bene- Marc si alzò –andiamo a prendere l’albero. Sceglierò il più bel albero di Natale per il mio nipotino!- disse in tono gioviale, infilandosi il cappotto.
-Fate con calma. Lea sta finalmente dormendo. Il bambino si è calmato quindi staremo a casa, niente shopping selvaggio per oggi-
-Ok, dalle un bacio da parte mia- Cory la salutò con la mano, mentre lui e il suocero uscivano nel gelo di New York.
 
-Cosa? Quello?!- Cory storse il naso all’abete che gli aveva indicato Marc.
-No prendiamo quello!-
-Dio Cory quello è alto due metri-
-Appunto! Più grande è meglio è! Ma qui a New York non avete degli abeti douglas decenti?-
Marc rise: Cory era davvero un bambino a volte, ma l’adorava anche per quello.
-Quando ero piccolo io e mio fratello segavamo sempre un albero del bosco vicino a casa- raccontò Cory, mentre guardava l’ennesimo albero –era tipo sempre altro almeno due metri e di un bel verde… questi invece sono-
-Metropolitani- concluse Marc sorridendo -ma se proprio lo vuoi mi fido di te. Sei tu l’esperto Cor-.
 
-Oh Dio ma avete preso un albero gigante!- Edith aprì la porta di casa e spalancò gli occhi: era davvero l’albero di Natale più grande che avesse mai visto –quanto è costato?-
-Non so- rispose Marc, che stava reggendo l’albero per la punta, entrando in soggiorno –ha voluto pagare Cory…-.
-Ma Marc non dovevi lasciarglielo fare!- strillò Edith, contrariata.
-Non c’è problema- Cory spuntò dietro i folti rami, reggendo il tronco dell’abete –è stato un piacere davvero e poi l’ho scelto io!- disse fiero, gonfiando il petto.
I due uomini posarono l’albero in soggiorno: era davvero enorme, sarà stato alto più di due metri.
-Ero certa che avresti esagerato Cory, come al solito- Lea fece la sua comparsa in soggiorno.
-Ti piace amore?- Cory posò delicatamente le labbra alle sue e la sua mano sulla sua pancia –hai dormito?-
-Si, finalmente si. Mi ha lasciato riposare…quindi vogliamo addobbare il nostro albero?-.
Ben presto i genitori di Lea misero in piedi un set fotografico.
-Solo un’altra foto vicino all’albero di Natale…- Edith premette di nuovo il grilletto.
-Ok- Lea sospirò, portandosi le mani sulla pancia.
-Cucciola stai male?- Cory le appoggiò teneramente una mano sulla schiena, massaggiandogliela.
-Oggi tuo figlio è agitato- brontolò Lea sedendosi sul divano e appoggiando i piedi sul tavolino.
-Tesoro vuoi una tisana o qualcosa altro?- Marc sorrise alla figlia.
-No grazie… però ho voglia di indiano-
-Indiano?- Marc guardò allarmato Cory, ma lui ormai c’era abituato: Lea aveva strane voglie, erano giorni che mangiava indiano, a colazione, pranzo e cena.
-Tesoro sei proprio…- Cory cercò, timidamente, di contraddirla.
-Si! Cory perché devi essere così opprimente?!- sbottò lei.
Il ragazzo tacque: era di nuovo una delle sue crisi ormonali, ne’ aveva una ogni mese e anche per il sesto non se l’era fatta mancare.
-Be dolcezza- Edith cercò di farla ragionare, lanciando a Cory uno sguardo compassionevole –allora vorrà dire che tuo padre e tuo marito usciranno la sera della Vigilia per prendere cibo indiano... vero ragazzi?-.
Cory e Marc si scambiarono uno sguardo allibito: la loro voglia di uscire con quattro gradi sotto zero la sera di Natale era pari a zero, ma di certo, non volevano deludere Lea e le sue voglie.
-Certo- Marc si infilò il cappotto.
 Un riluttante Cory lo seguì.
-Torneremo fra poco-
 
Di sicuro Cory non aveva mai fatto una cena della Vigilia così strana:  dopo aver vagato per il gelo di New York e aver trovato un ristorante indiano aperto lui e Marc aveva preso il cibo e erano tornati a casa. Lea aveva poi preteso di bere una cioccolata calda con panna e non aveva toccato il suo riso al curry.
-Scusa amore- Lea,  appoggiò la sua piccola mano sopra quella di Cory, scusandosi –mi dispiace davvero, ma sembra che non gli piaccia il cibo indiano-
-Non fa niente davvero- Cory le sorrise genuinamente, evitando di dirle che il cibo indiano molto probabilmente aveva stancato anche suo figlio.
-Non è un po’ strano?- Lea guardò le persone sedute accanto a lei: Cory, suo padre e sua madre; gli amava immensamente –insomma non è strano essere solo noi quattro a Natale?-
-Anche lo scorso Natale eravamo in quattro- puntualizzò il canadese.
-Già come dimenticarlo? E’ stato quando hai chiesto la mano di mia figlia eh Monteith?- Marc gli battè una pacca sulla spalla.
-Sembra ieri, il tempo scorre davvero troppo in fretta- Cory mise un braccio intorno alle spalle di Lea.
-Deve passare in fretta. Mi sto stancando di portare tuo figlio dentro il mio utero…-
-Fra un paio di mesi non la penserai più così tesoro- Edith rivolse alla figlia e al genero un sorriso furbo –crescono troppo in fretta. Mi sembra ieri che eri fra le mie braccia e ora sei tu che stai per diventare madre… i figli crescono decisamente troppo in fretta-.
 
-Oh Dio mamma papà è stupendo!- Lea si rigirò fra le mani il regalo che i suoi genitori avevano fatto per il bambino: era l’orso di pezza più carino che avesse mai visto, con tanto di bretelle di jeans.
-Non dovevate! E’ molto carino-
-Scherzi? Certo che dovevamo è il nostro primo nipotino!- Edith scattò l’ennesima foto.
-Siete davvero i migliori nonni al mondo!- Cory li sorrise sinceramente: era così grato a Edith e Marc per averlo accolto come un figlio nella loro grande e rumorosa famiglia.
-Buon Natale ragazzi-
-Buon Natale, sarà un anno straordinario-


Ok lo so cosa state pensando... solo io potevo pubblicare a marzo un capitolo natalizio, per giunta dell'anno prima. Però questa storia l'avevo iniziata a scrivere a giugno dell'anno scorso perciò mi è sembrato naturale mantenere quella scansione temporale.
Ringrazio come sempre chi segue la storia e chi la recensisce, vi adoro.
Ci vediamo MER 12 MAR e poi SAB 15 MAR.
Un bacione,
FrancyF
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Glee / Vai alla pagina dell'autore: FrancyF