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Autore: loritakitochan    27/06/2008    1 recensioni
Un uomo,una donna...un'amore? Una passione nata da un malinteso sboccia in qualcosa di importante. Ma l'amore è una pianticella tenera e delicata che può morire facilmente. L'importante e non negare i sentimenti e non far come se non fosse stato amore...
Genere: Romantico, Drammatico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akito Soma, Hatori Soma, Shigure Soma
Note: Alternate Universe (AU), OOC, Lemon | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 3


You said it best, when you say nothing at all...




“Shigure”.

La voce non apparteneva di certo ad Hatori. Shigure era sorpreso, ma non troppo, in fondo Akito dava l'impressione di essere una ragazza sveglia e decisa.

“Akito”, rispose semplicemente.

Vediamo quello che dirà”, rimuginò fra sé e sé.

Akito si richiuse la porta alle spalle ed iniziò:

“Ieri sera era il contrario”, e vedendo lo sguardo confuso di lui aggiunse:

“Io ero sdraiata sul letto ed eri tu ad entrare”.

“Accipicchia, sei una che va subito al sodo, non è vero?” esclamò lui, compiaciuto dal suo modo di fare.

“Diciamo di sì... Posso sedermi?”

“Come capo famiglia non hai bisogno di chiedere”, la stuzzicò lui.

“Vuoi dire che come capo famiglia, mi appartengono tutto e tutti? Hatori di sicuro non la pensa così...”

Prese graziosamente posto nella poltrona vicina e lo guardò. Shigure notò che il suo sorriso era nervoso e tirato. Ma ciononostante Shigure provava l’istinto di provocarla.

“Hatori diceva che sei una mia fan”.

“Sì, lo sono”, fu la disarmante risposta. Ad un tratto Shigure si sentì colpevole, sapeva che la ragazza voleva parlare della ‘loro notte’, e lui non sapeva far altro che punzecchiarla crudelmente.

“Sono un idiota, scusami”.

“Di niente”. Il sorriso questa volta riuscì.

“Mi dispiace per quello che è successo, credimi non intendevo... Cioè, non sapevo chi fossi… Pensavo un rega... Be’, come posso spiegarti...”

“Tu credevi che fossi il tuo regalo di compleanno”

O era molto intelligente, oppure una maga.

“Lo so perché me lo hai detto tu, dopo che...”. Arrossì ma continuò coraggiosamente “...Dopo l'amplesso”.

“Ahahah!” Shigure si mise a ridere forte nel vederla imbarazzata.

“Per favore Shigure, Hatori ci sentirà!” esclamò lei, spaventata.

Il nome di Hatori bastò per far dissipare come d'incanto l'ilarità di Shigure.

“Certo, scusami. Allora, sì, dicevo... Mi sembravi una squillo”

“Una squillo io? Ma perché?”

“Mi sono confuso con le stanze e appena ti ho visto con quella camicina da notte... Ero stanco e avevo bevuto, ma tutto questo non mi scusa”, e prima che lui potesse aggiungere qualcosa, lei lo interruppe.

“Non ti devi dispiacere” disse diventando rossa. Shigure constatò come lei fosse ancora più bella quando arrossiva.

“Avevo intenzione di perdere al più presto la mia verginità”.

“Porco cane! Al povero Hatori verrebbe un colpo, se lo sapesse”.

Il volto della ragazza si oscurò ad un tratto.

“Oh, ho sedici anni, dopotutto. In Giappone ci si può già sposare a questa età! Hatori non vuole ammettere che io sia cresciuta. Sono una donna e comunque ormai ciò che è fatto è fatto, e non si può cambiare. Hai dormito con me e... A me è piaciuto”, ammise la ragazza.

“Questa storia riguarda soltanto noi due, Hatori non lo deve sapere!”

“Il nostro piccolo segreto?”

“Il nostro segreto. Piccolo o grande che sia”

“Wow!”

E finalmente i due diedero sfogo ridendo all'imbarazzo e all’insicurezza.

“Adesso ti lascio riposare, scusami per il disturbo”. Si alzò per uscire, ma la voce di Shigure la trattenne.

“Akito”.

“Sì?”, rispose voltandosi.

“È un onore essere stato il tuo primo amante”.

La ragazza non sapeva cosa dire, così optò per la risposta più banale, ovvero l’unica che le venne in mente.

“Prego”, e con questo scappò dalla stanza. La coscienza di Shigure non era candida come la neve, ma almeno era un po’ più sollevata.

“Che ragazza!” disse lui con ammirazione. Se lei non fosse stata la sorella di Hatori... Allora Shigure avrebbe approfondito volentieri la loro conoscenza. Shigure chiuse gli occhi, addormentandosi quasi subito.



“Ehi, dormiglione, svegliati!”

Shigure avrebbe preferito di gran lunga essere svegliato da Akito, possibilmente nella sua deliziosa camicia da notte con i fiocchetti. Invece a disturbare il suo sonno era stato Hatori, un'alternativa decisamente non altrettanto invitante per Shigure.

“Ok, ok, finiscila, mi sto alzando”.

“Bene, è già ora di pranzo. Akito ha scoperto il suo lato da casalinga”, disse sorridendo al cugino.

“Deve essere orrendo avere dei fan, non è vero?”

“Be’...”

“Fino a quando lei si limita a riempirti di cibo, non ho nulla in contrario. Basta che lei non si trasformi in una groupie”, rise Hatori.

Shigure si sforzò di ridere. “Se lui sapesse...”.

“Be’, non mi dispiacerebbe avere dei groupie, ma caro Ha-san, purtroppo sono soltanto un misero scrittore, non una rock star”.

Hatori sorrise per la leggera ironia nel tono dell’altro. Shigure aveva sempre avuto fortuna con le donne, ma dopo essere diventato famoso si era ritrovato con uno stuolo di donne ai suoi piedi.

Donne!”

“Andiamo Hatori, non si deve mai lasciar aspettare le signore!”.

“Dopo di te”.

“Oh, grazie gentile signore”, e ridendo si incamminarono insieme.

Il pranzo era delizioso, Akito aveva preparato l’Oden, una tipica zuppa giapponese.

“Non sai quanto mi sia mancata la cucina giapponese! All'estero non trovi granché oltre al sushi”, e Shigure sottolineò la sua affermazione servendosi una doppia razione.

Hatori era divertito e Akito lottava per non arrossire.

Shigure è così... Bello, intelligente e per nulla arrogante. Com'è diverso dagli altri...”

“Akito, vuoi sposarmi?”

Fantastica a letto e pure in cucina...”

Oh mio Dio, fammi morire adesso, adesso, all'apice della mia felicità...”. Akito era emozionata, anche se sapeva che lui stava solo scherzando.

“Dici questo perché non hai mai assaggiato il suo curry... Credimi, si trattava più di tentato omicidio che di cibo” rise il fratello.

“Hatori!”

Akito certe volte avrebbe volentieri buttato un vaso sulla sua testa dura. Shigure stava ridendo, ma rideva di lei?

Quanto ride è ancora più affascinante”, pensò, e rise insieme a i due. Non poteva comportarsi da bambina o Shigure l'avrebbe disprezzata, pensava.

“Un giorno devi prepararmi questo fantomatico 'curry-assassino'”.

“Se vuoi lo preparo stasera”, rispose pronta lei.

“Se...”

“Mi dispiace, ma stasera Shigure e io siamo fuori”.

“Ah!”. Akito era delusa.

“Si, 'Ah'. E tu, mia bella, vedi di fare i compiti. Marinare la scuola è già abbastanza brutto, e anche se stavolta ho chiuso un occhio, non intendo tollerare che tu non faccia il tuo dovere. Sei peggiorata in Giapponese classico!”

“Va bene padrone, ma il Giapponese classico non è e non sarà mai la mia materia preferita”.

“Io adoro il Giapponese classico”, disse Shigure.

“È vero, ti è piaciuto sin da piccolo” ricordò Hatori.

“Ho frequentato dei corsi universitari all'Estero... Se vuoi ti posso dare una mano”, gli sfuggì prima che l'allarme nel suo cervello potesse scattare.

Due voci discutevano nella sua testa:“Shigure, mi sembrava che avessi deciso di tenerti lontano da lei!”, e la seconda tentava di difendersi: “Ma tanto non credo che lei accetterà mai!”

“Shigure, credevo che volessi rilassarti e cominciare un nuovo romanzo, non avrai certamente il tempo e i nervi necessari per tentare di insegnarle qualcosa...”

“Sei un mostro! Shigure, credimi, non sono un'idiota!”

Prima una squillo, adesso un'idiota... Stiamo migliorando!” Akito avrebbe schiaffeggiato volentieri Hatori.

“Ma ti pare! Ho un metodo di scrittura tutto mio, sono convinto che insegnare qualcosa ad Akito mi inspirerà” “Shigure stai ragionando con i tuoi organi sessuali!”

Ancora una volta la sua lingua era stata più veloce del suo cervello. Aveva deciso di tenere le mani a posto, ma la curiosità di vedere come Akito avrebbe reagito era troppo forte.

“Grazie, accetto volentieri, e cercherò di non deludere le tue aspettative”, rispose lei guardandolo negli occhi.

Mi sta sfidando?”, si chiese Shigure divertito.

Qualcosa disturbava Hatori, anche se non sapeva dire cosa. Era come se lui fosse l'unico a non capire cosa stesse succedendo, ma decise di non darci troppa importanza.

Pensò al programma di quella sera. Kana voleva presentare una ragazza a Shigure, e Hatori era sicuro che in poco tempo il cugino non avrebbe avuto più tempo per dare lezioni... Hatori nascose una piccola risata dietro la sua salvietta.

“Be’, avevo pensato di ingaggiare una studentessa, ma visto che Shigure è così gentile...”

Hatori era sicuro che conoscendo a fondo Shigure, la cotta di Akito sarebbe svanita come neve al sole.


I tre sparecchiarono e sistemarono la cucina insieme.

“Adesso Shigure e io faremo una passeggiata, tu fai i compiti, da brava”.

Akito alzò gli occhi al cielo, di solito trovava Hatori in versione mamma molto divertente, ma venire trattata da poppante davanti all'uomo su cui voleva fare colpo... Non era per niente gradevole! Ma Akito decise di fare i compiti senza protestare. Dopotutto, era una ragazza intelligente e li finì velocemente.

I ragazzi fecero una lunga passeggiata e nonostante i rimorsi di coscienza, Shigure trovò la giornata stupenda, pur accorgendosi di pensare spesso ad Akito.

L'ora di uscire si avvicinò in un battibaleno e quando tornarono a casa trovarono la ragazza addormentata sui suoi libri.

"Be’, almeno ha fatto i compiti" disse Hatori, e sorrise, con la tenerezza di un vero padre.

Prese la ragazza tra le sue braccia e la portò nella sua stanza, ignaro che la sua ‘bambina’ fosse ormai una donna... Grazie a Shigure.


Akito o qualcun'altra, ho solamente bisogno di una donna, niente di più”

Anche perché, se Shigure aveva imparato qualcosa dalla vita, era proprio che le donne erano in fondo tutte uguali.



Fine capitolo



  
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