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Autore: Klainbow    08/03/2014    9 recensioni
Un ragazzo carino nell'appartamento di fronte a quello di Kurt, ed una cotta che sfocia nell'ossessione.
Dal primo capitolo:
''Incontrare un bel ragazzo e sorridergli cercando di attirare la sua attenzione è carino. L'inizio di questa cosa, era carino. A volte lo è ancora, lo ammetto. Ma osservare segretamente un ragazzo che vive nell'appartamento di fronte al tuo, tutti i giorni, a tutte le ore, parlarne in continuazione come se lo conoscessi da sempre e non fosse un completo sconosciuto? Non è innocente. E'.. inquietante. Inizia a diventarlo, sai?''
[sms+description]
Genere: Angst, Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Rachel Berry, Sam Evans, Santana Lopez | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Buon sabato e auguri a tutte voi! <3
Sono in anticipo, ma probabilmente non vi farà poi tanto piacere, stavolta.. 
Anyway, oggi non mi dilungherò, anzi, riguardo al capitolo dirò soltanto che mi trasferirò molto, molto lontano da voi. 

Vi ringrazio per le recensioni e tutti coloro che aggiungono la storia tra le preferite/ricordate/seguite. I love you, siete meravigliosi çwç



To my #sgs girls, with love. 

Capitolo 10
   Don't dream, it's over. 


Ce l'ho fatta!
Kurt fissò lo schermo del cellulare per quella che parve un'eternità, quasi non riuscisse a realizzare che Blaine stesse parlando proprio di quello che era appena successo. 
Aveva il terrore che si trattasse soltanto di un sogno. Svegliarsi nel suo letto, sudato e con gli occhi lucidi di felicità che poco dopo gli sarebbe stata strappata via dalla consapevolezza, l'avrebbe distrutto.
Certo, non sarebbe stata una novità, ma questa volta sembrava diverso, e sapeva perfettamente di essere sveglio. E anche molto eccitato e bisognoso come un cucciolo di dare e ricevere affetto.

Ci siamo baciati, lui voleva divorarmi. Non vedo l'ora. 

Si leccò le labbra per sentire il sapore di Blaine su di sé e sospirò quando ottenne l'aroma sperato: l'inconfondibile odore di baci e coccole era ancora lì ad inebriargli i sensi e scuoterlo nel profondo. 
Si passò lentamente un dito su tutto il contorno della bocca, soffermandosi sull'angolo sinistro del labbro superiore, dove la delicata pelle rosata era più gonfia e martoriata. Stava ancora cercando di calmarsi dal morso che Blaine gli aveva dato poco prima. 
Probabilmente lui era messo peggio. Kurt avrebbe finto di scusarsi soltanto per sentirsi dire che quella dolce tortura l'aveva eccitato. 
Avvertì gli angoli della bocca sollevarsi nuovamente verso l'alto e sospirò. 
Non riusciva a smettere di sorridere e calmare i battiti fuori controllo del suo cuore. 
Abbassò lo sguardo e si accorse di avere ancora il cellulare di Kevin che lampeggiava per il messaggio in mano. Ne lesse un'ultima volta il contenuto e si assicurò velocemente che Blaine fosse ancora in bagno prima di apprestarsi a rispondere.

Vuoi dire...? Oddio!!

Kurt attese trepidante una risposta - che non tardò ad arrivare. 

Ci siamo baciati! 

Sorrise teneramente e pensò a digitare una risposta veloce, ma un rumore alle sue spalle lo congelò sul posto per un secondo, le dita serrate intorno al cellulare. 
Non avendone avvertiti altri immaginò che Blaine avesse combinato uno dei suoi casini, e si voltò verso la porta con un sorriso stampato sul viso, pronto ad accoglierlo. 
Poi questo svanì all'istante, insieme al suo colorito. Era diventato bianco come un lenzuolo. 

Qualcosa nello sguardo di Blaine lo indusse a scattare in piedi. 
Deglutì, cercando di non farsi prendere dal panico. Restò lì, a pochi centimetri da lui, senza azzardare il minimo movimento. 
Blaine stava serrando la mascella in maniera dolorosa ed aveva un'espressione vuota, distante. Il suo viso aveva perso ogni traccia di dolcezza. Kurt non l'aveva mai visto in quel modo.
Quella freddezza lo portò ad abbassare lo sguardo, incapace di sostenere il suo.

Fu allora che se ne accorse. La fonte del rumore che l'aveva fatto sussultare qualche secondo prima stava colando sul pavimento, percorrendo le fughe delle mattonelle e filtrando nel cemento che si scuriva al suo passaggio, circondato da pezzi di vetro fine. Un piccolo vassoio stava galleggiando pigramente su gran parte del liquido rossastro ed un odore di vino gli raggiunse le narici facendogli venire la nausea. Ogni sensazione era intensificata dalla paura.

Kurt boccheggiò a vuoto, sollevando piano lo sguardo. Blaine stava stringendo il suo cellulare con le nocche bianche, la mano sul punto di tremare. Non aveva detto una parola. 
''B-Blaine..'' cominciò Kurt, respirando velocemente alla ricerca di aria.
''Dimmi che non è vero.'' Un sussurro, non era stato altro che quello. Eppure il corpo di Kurt fu scosso da un forte tremito nell'udirlo.
''N-non..'' cercò di dire in un balbettio disperato. 
La violenza con cui Blaine lo interruppe lo fece indietreggiare di qualche passo. 
''DIMMI CHE NON E' FOTTUTTAMENTE VERO, KURT!'' 
Kurt si morse un labbro fin quasi a farlo sanguinare e represse un singhiozzo che minacciava di sfuggirgli. Guardò di nuovo il pavimento e rimase in silenzio. 

L'aveva visto, non c'era altra spiegazione disponibile. Era stato così stupido, così distratto dall'amore ed accecato dalla felicità che aveva pensato che il pericolo fosse passato. E tutto quello era soltanto colpa sua. Non aveva voluto sentir ragioni, aveva ignorato Rachel, Santana ed anche la sua stessa coscienza pur di passare qualche secondo in più a parlare con lui. E cosa più importante, l'aveva preso in giro senza neanche volerlo. 
Aveva rovinato tutto prima ancora che fossero diventati poco più di.. qualcosa. Aveva distrutto il momento più bello della sua esistenza. 
Dopo anni ed anni di soprusi, ingiustizie e derisioni, Blaine era stato capace di curare le sue ferite. Non avrebbe mai potuto immaginare che fosse stato possibile, non ci era mai riuscito nessuno. 
E adesso sembrava che le cattiverie che gli erano accadute nella sua vita lo stessero soffocando, affiorando tutte in una volta per prendersi gioco di lui.
Voleva soltanto che lo stringesse tra le braccia e lo perdonasse. 

''Rispondimi.'' urlò Blaine, lanciando il cellulare a terra. Kurt lo guardò cadere rovinosamente e dividersi in due, scheggiandosi, la batteria che rotolava lontano e finiva sotto al divano.
Pensò amaramente al loro primo incontro e all'ironia della cosa. 
Questa volta Blaine non si sarebbe calato per aiutarlo a rialzarsi, non si sarebbe mostrato tanto gentile da offrirsi per recuperare tutte le borse sparse sulla strada. Non avrebbero ripulito il pavimento, non ci avrebbero riso su. E tanto meno Blaine avrebbe riunito i cocci del suo cuore sparpagliati per terra assieme al vetro. 
''Rispondimi!'' continuò imperterrito, raggiungendolo in due falcate. ''Dimmi che non ti ho appena visto rispondere a quel cazzo di messaggio!'' Lo afferrò per le spalle e lo scosse. Kurt strizzò gli occhi e piagnucolò, sperando di essere forte abbastanza da non scoppiare a piangere quando gli avrebbe sferrato un pugno. 

Ma Blaine non si mosse e si limitò a stringergli le braccia con il respiro tremante. Kurt aprì gli occhi che bruciavano dal doloroso sforzo di non piangere. Quello che vide fu la cosa più straziante che avesse mai provato - la cosa che gli fece dimenticare ogni avvenimento, ogni singolo gesto che in passato aveva considerato terribile - e a cui fu sicuro non avrebbe assisto per tutta la sua vita; quello fu il momento in cui si rese conto che non gli avrebbe mai fatto del male, ma bensì che era già accaduto il contrario. Blaine sembrava arreso, sconfitto e addolorato. Sembrava un pugile appena abbattuto, steso sul ring senza alcun segno che potesse indicare uno scatto improvviso di violenza. Aveva perso, e Kurt era il suo avversario, il vincitore che incombeva su di lui con un sorriso malefico ed un piede schiacciato sul suo petto per indicarne la sconfitta. 
Il momento della resa, quello in cui l'arbitro sarebbe arrivato ed avrebbe contato fino a cinque, prima di urlare ''KO'' e sollevargli il braccio con uno strattone per farlo acclamare dal pubblico.
Certamente, lui non si sentiva così.
Avvertì una fitta al petto e si portò una mano sul cuore, spingendo come se fosse sul punto di auto-effettuarsi un messaggio cardiaco. Non riusciva a respirare senza esserne colpito da altre ancora più potenti. 
Blaine sembrò notarlo, perché si staccò da lui come se la sua sola vicinanza gli scottasse la pelle. Le braccia penzolarono lungo i fianchi, il singolo, impercettibile fruscio echeggiò nella stanza, e Kurt si chiese quanto dolore potesse sopportare una persona prima di morirne. 
''D'accordo,'' disse Blaine, spezzando il silenzio che si era creato tra di loro. ''se non vuoi parlare, allora faccio da solo.''
Così dicendo, Blaine gli strappò il cellulare da mano e sbloccò la schermata. Lo vide far scorrere il dito sull'icona dei messaggi, ma Kurt non ebbe la forza fisica di provare a riprenderselo. 
Improvvisamente, ogni rumore fu attutito dal suono del sangue che gli pompava crudele nelle orecchie. Kurt capì di essere sul punto di svenire.
Vide Blaine socchiudere la bocca dallo stupore e le palpebre assottigliarsi, come se non ci avesse creduto finché non l'avesse con i suoi occhi. 

Eccole lì, le prove incriminate. Il nome di Blaine dominava tutta la cartella dei messaggi in arrivo, appartenenti soltanto a lui. 
Blaine emise una risatina senza allegria e scosse il capo sconvolto. Lo fissò dritto negli occhi per un minuto intero, poi si voltò e fece per correre via, ma Kurt fu più veloce e lo afferrò per un braccio. 

''Blaine, per favore, fammi spiegare.'' Urlò, la voce spezzata dalle lacrime che cominciarono a solcargli le guance. 
Blaine tornò a guardarlo, ferito e incredulo che potesse essere stato tutto organizzato da lui, e si scrollò la mano di Kurt da dosso. 
''Non toccarmi.'' sibilò rabbioso.
''Ti prego, Bl-'' la voce di Kurt si spezzò, la gola dolente. ''Blain-''
''Oh, no, non sprecare più le tue parole con me. Non dovresti rovinare la tua bella voce, tienila a riposo per un altro stupido che cadrà nella tua trappola.''
''Per favore.'' Sussurrò Kurt, avvicinandosi a lui. Blaine fece un passo indietro. 
''E' stato tutto uno scherzo, vero? Un modo per prendermi per il culo?''
''No, no, no, io l'ho fatto perché-'' 
''Hai saputo da qualcuno dei miei amici che non mi sono mai innamorato per davvero ed hai provato a.. cosa, cambiare le cose? Era una scommessa?'' Blaine rise, gesticolando nel vuoto.
Altre lacrime rigarono il viso di Kurt. 
''Non ha mai significato nulla per te, ogni minuto speso insieme ed ogni fottuta parola che ci siamo scambiati. Niente. I biscotti, il tè, tutte quelle cazzate che abbiamo condiviso. Quella stupida lettera, poi? Mi hai addirittura chiesto delle lezioni di chitarra! Come..'' Blaine continuò con un flebile sussurro. ''..come se non fossi stato già troppo preso da te.'' 
Kurt spalancò gli occhi acquosi. ''Tu.. eri già preso da me?'' Chiese sconvolto, la voce ridotta in un singhiozzo disperato, mentre si copriva la bocca con una mano. 
''E adesso che cazzo t'importa di quanto io fossi preso da te? Tu hai giocato con me!''
''Non ho mai giocato con te, l'ho fatto per un motivo preciso. L'ho fatto per parlare con te!'' spiegò Kurt, inspirando ed espirando con forza.
''Stronzate, sono solo stronzate. Neanche adesso riesci a dire la verità?'' urlò, sempre più ferito e fuori controllo. 
Kurt tentò ancora di sfiorarlo, ma Blaine gli urlò contro di stare fermo. 
''Mi ferisci ancora di più, non capisci? Perché mi hai fatto questo?'' La sua voce era un'altalena di emozioni e tonalità diverse. 
Kurt singhiozzò, ingoiando le parole. ''I-io volevo soltan-to parlare c-con tte.. t-ti preg-go c-redimi.'' 
''Stai mentendo. Continui a farlo. Noi parlavamo già!'' 
''NO! Io ti avevo già visto, mi piacevi e non sapevo c-come.. io, Blaine, non- fammi spiegare tutto, per favore. Non andartene.''
''Mi avevi già visto, Kurt? O dovrei chiamarti Kevin? Quindi era tutto studiato ancor prima che io ti conoscessi?'' Kurt tentò invano di parlare. ''Tu.. Dio, ti ho detto tutto quello che provavo per te e tu te ne stavi lì ad assorbire ogni notizia ed a consigliarmi di chiamarti! Non ci posso credere, cazzo.'' 
''Io volevo farlo sparire Blaine, te lo giuro. L'avevo detto a Rachel proprio oggi, lei-'' 
La mascella di Blaine sembrò scontrarsi col pavimento, mentre il suo sguardo si riempiva di lacrime. ''Anche Rachel? Dimmi che Santana è entrata nella band solo per questo e siamo al completo!'' 
''No, lei non sapeva che il ragazzo che mi piaceva eri tu, ma poi-'' 
''Quindi lei ne era a conoscenza? Di questo fottuto Kevin?'' 
Kurt abbassò lo sguardo e Blaine annuì, fissando il vuoto. ''Capisco'' 

''Non avrei dovuto baciarti. Eppure non riesco a pentirmene tutt'ora.'' Camminò verso Kurt con una lentezza disarmante, e gli cinse i fianchi fissandolo intensamente. Non riusciva a capire chi stesse tremando di più. 
''Smettila di farmi sentire così, smettila subito. E smettila di sembrare un angelo quando piangi, perché non lo sei.'' 
Si sporse e catturò le sue labbra nel più amaro dei baci, facendo unire le loro fronti mentre lacrime si mescolavano, confondendosi tra di loro e rendendo quel contatto ancora più salato. Kurt non ebbe il tempo di ricambiare, che Blaine si stava già allontanando, gli occhi chiusi in un'espressione sconvolta. ''Vattene via, Kurt.'' 
E Blaine corse via, questa volta senza che Kurt provasse ad impedirlo. 

Le gambe presero a tremare incontrollabilmente e Kurt si piegò su se stesso, afferrandosi il capo mentre i singhiozzi lo scuotevano e il petto riprese ad essere attraversato dalle fitte. 
Recuperò il cellulare e dopo vari tentativi riuscì a comporre un numero senza sbagliare a causa del tremore, portandoselo all'orecchio. 
La chiamata fu accettata dopo il primo squillo. 
''Kurt? Oh mio dio, com'è andata?!'' 
Kurt serrò gli occhi e cominciò a piangere ancora più forte, a quelle parole. Fino a mezz'ora prima avrebbe urlato al cellulare con lei per ore. E le lacrime sarebbero state di gioia. 
''R-Rachel, puoi venire a prendermi? Non credo di riuscire a scendere le scale.'' soffiò, tenendosi lo stomaco. 
''Dove sei?!''
''A casa di Blaine, ti aspetto fuori alla sua porta.'' 
Un altro singhiozzo disperato. 
''Sto arrivando''
Kurt si trascinò per tutto il corridoio e lanciò un'occhiata alla porta chiusa della camera di Blaine. 
''Ti amo'' Sussurrò, uscendo per sempre dalla sua vita. 
Lo amava, e non era prematuro, né affrettato. 
Lo amava tanto che il cuore gli faceva male.
Lo amava tanto da mancargli il respiro, ed avrebbe tanto voluto che fosse quel tipo di mancanza dovuta alla felicità. 
Invece lo amava, ed avrebbe dovuto sussurrarlo per il resto della sua vita contro il cuscino sporco di lacrime, da solo, nella sua camera. 
Perché Kurt fu sicuro di quell'addio non appena la porta si richiuse dietro di lui con un tonfo che gli sarebbe risuonato nella mente ogni volta che avrebbe pensato a lui. 

 

* * * 

Sabato 21 Novembre (11.32)
Messaggio in arrivo da: Rachel. 
Buongiorno, dormiglione!

(11.35)
Come se avessi chiuso occhio. Dove sei andata? 

(11.37)
Lo so, mi dispiace non averti avvisato ma ho visto che finalmente eri riuscito ad addormentarti e non volevo svegliarti. Sono andata a prendere la colazione, tornerò tra un po' con Santana. 

(11.38)
Quanto tempo ci vuole per prendere una colazione?

(11.40)
Ho trovato traffico!

(11.41)
A piedi? 

(11.42)
No, in macchina! 

(11.43)
Che diamine ci fai in un taxi a New York di sabato mattina? Vuoi suicidarti? In tal caso, perché non mi hai portato con te? 

(11.45)
Su con la vita, tesoro. Andrà tutto bene, e poi ho una sorpresa per te. 

(11.47)
No, Rachel. Ho perso l'amore della mia vita ed è tutta colpa mia. Lui mi odia e questo non cambierà mai.

(11.49)
Allora sarai tu che dovrai lottare. Sei pronto? 

(11.50)
No.

(11.52)
Beh, si da il caso che io lo sia e che ti aiuterò. 

(11.54)
Mi porterai dei fazzoletti con doppio strato? Ed anche qualcosa per vomitare di meno?

(11.56)
Ancora? Hai già riempito il secchio? 

(11.57)
Sì, e puzza. 

(11.59)
Non ridurti così, non lo meriti. 

(12.01)
Invece lo merito eccome, e anche se fosse non riuscirei ad evitarlo. Continuo a rivivere quella scena, ancora e ancora.

(12.03)
Torno subito. 

(12.05)
Grazie per essere rimasta da me stanotte.

(12.06)
Non ringraziarmi. Oh, sono arrivata! 

(12.07)
Rachel, dove diamine sei? 

(12.10)
Da Tiffany, ovviamente. Prepara il film, neanche Santana e le sue lamentele ci fermeranno! 

(12.11)
Sei la migliore amica del mondo. 



Messaggio in arrivo da: Rachel. 
(20.04)
Tesoro, ti va di andare in giro per la città con la tua bellissima ed intelligentissima migliore amica? 

(20.05)
No, in realtà.

(20.07)
Ma non devi neanche lavorare, stasera! 

(20.08)
Ma tu sì.

(20.10)
Potrei farmi sostituire, se vuoi compagnia. 

(20.11)
Tranquilla, Rachel. Non ho molta voglia di uscire. 

(20.13)
Dai Kurtie, è sabato!

(20.14)
No, Rach. Sto bene, davvero.

(20.16)
Mmh.. come vuoi.
(20.17)
Non c'è nemmeno una minuscola possibilità che tu venga allo Spotlight? Sono sola, Santana si è fatta sostituire per andare all'apertura di quel nuovo bar gay :(

(20.18)
Solo mezz'ora, Berry.

(20.20)
Poi ritornerai alla tua vita deprimente? 

(20.22)
Smettila di scrivere, non voglio più vedere un messaggio in tutta la mia vita.
(20.23)
Ci vediamo tra mezz'ora lì. NON rispondere!


 
* * *

Kurt era leggermente in ritardo, lo sapeva, e riconosceva anche di aver impiegato il doppio del tempo a prepararsi soltanto per rimandare ancora di qualche minuto l'imminente uscita e magari tenere compagnia a Rachel soltanto per dieci minuti, invece che per mezz'ora. Aveva già deciso cosa fare: avrebbe inventato una scusa - forse un'altra ondata di vomito, un crampo, la febbre che riaffiorava a causa dell'effetto dei medicinali che svaniva - per tornare nella sicurezza del suo appartamento, dove lo attendevano un letto sfatto circondato da fazzoletti usati, stropicciati dalle lacrime, e pacchetti ansiosi di essere scartati; ai piedi il secchio per vomitare e i suoi film deprimenti. 
Se non fosse stato per Rachel, quella sera avrebbe riletto Orgoglio e Pregiudizio e riguardato Romeo e Giulietta per la centesima volta, sperando sempre che il finale cambi e restando distrutto nel constatare che anche quella volta non era successo. Decise che non avrebbe rinunciato ai suoi piani. 
Prima di rintanarsi in camera, avrebbe anche potuto comprare del gelato per completare il quadro della disperazione. Quello che gli aveva portato Santana - una scodella da un chilo - era già finito.
Ma in fondo, a chi importava se fosse diventato un obeso patologico - o peggio, se qualcuno avesse attribuito il cibo al secchio riempito fino all'orlo, anche bulimico - ossessionato dal gelato e con una vena masochista che lo spingeva a piangersi addosso ed a continuare a spiare il ragazzo con cui aveva irreparabilmente rovinato tutto? A nessuno, quello era il punto; tanto meno, non a lui. 
Voleva lasciarsi morire tra le lenzuola, da solo. 

Sospirò pesantemente e si avviò verso lo Spotlight coperto da un abbondante strato di vestiti, gli occhi cerchiati di nero. Era così nauseato da se stesso che bastò una sola sferzata di vento sul viso perché lo stomaco gli si contorcesse spiacevolmente.
Ignorò sette chiamate senza neanche controllare di chi si trattasse, convinto che fosse un'irritante Rachel pronta ad azzannarlo per aver fatto tardi, e si intrufolò dietro la porta di vetro strofinandosi le mani nel calore del locale. 
La sua attenzione si posò su Rachel, in divisa dietro al bancone. Aveva un'espressione desolata, gli occhi spalancati e le labbra distorte in un cipiglio preoccupato. La vide mimare un ''mi dispiace'', mentre si portava le mani tra i capelli e si voltava verso il palco. Sembrava nel panico più del solito. 

Solo in quel momento, seguendo il suo sguardo, si rese conto che qualcuno stesse salendo sul palco. Quando la familiare figura di Blaine raggiunse il resto del gruppo, il cuore di Kurt si fermò.

No, no, no.

Afferrò un vassoio rosso dal tavolo più vicino e corse in cucina, nascondendosi il viso. 
Tremante, Kurt si permise di affacciarsi dalla piccola finestra che dava sui tavoli per osservarlo meglio. Una singola lacrima gli rigò il viso nel provare di nuovo quella sensazione di impotenza, nel guardarlo da lontano, in disparte, stavolta con la consapevolezza che niente sarebbe cambiato. 

Ma non fu nulla, in confronto a quello che vide. 

Blaine era diventato il fantasma di se stesso, un corpo accartocciato e stanco. Aveva le spalle curve, i suoi capelli sembravano un nido di vespe e i suoi vestiti un completo disastro: Kurt non si sarebbe meravigliato se quelli fossero stati i suoi pantaloni del pigiama. 
La sua pelle era pallida, quasi lucida; il colorito molto diverso dal solito, si avvicinava più ad un verdognolo. I suoi occhi gonfi ed arrossati erano cerchiati come i suoi, e terribilmente spenti, indifferenti a tutto ciò che lo circondava. Kurt non riuscì a scorgere un solo sprazzo di luce in essi, anche se cantare avrebbe dovuto renderlo perlomeno felice. Aveva l'aria di chi avesse passato la notte a fissare il soffitto e a piangere, e se non fosse stato sicuro dell'impossibilità della cosa, avrebbe pensato che avesse perso molti chili.
Non era certamente in uno stato migliore del suo. 

Mentre i sensi di colpa lo attraversavano trasformandosi in fitte, Blaine fece qualche passo barcollante davanti al microfono e parlò, la voce spenta e lontana dall'essere entusiasta. 
''Buona sera!'' tutto il locale lo acclamò, fischiando ed applaudendo. ''Stasera io e il mio gruppo vorremmo cantare qualcosa di diverso, perché purtroppo canterei da schifo qualsiasi canzone troppo ritmata e vi rovinerei la serata. Lo so che siete qui per questo, e che probabilmente non v'importa nulla di quello che sto passando, per cui non dirò altro e farò in modo che vi divertiate comunque, lo prometto. Non sono il tipo che riesce a cantare senza esprimere quello che prova, e se questo non fa di me un vero cantante... beh, pazienza. Ma preferisco trasmettere qualcosa, almeno in questo modo saprò di aver fatto il massimo. Quindi... godetevi la canzone.'' 

La musica si diffuse per tutta la sala con l'accompagnamento di una chitarra e Kurt si lasciò sfuggire un singhiozzo quando capì a quale canzone si riferisse Blaine. 
Pianse, pianse finché non riuscì più a respirare, il corpo venne scosso da singhiozzi sempre più forti e profondi, mentre guardava Blaine cantare con gli occhi chiusi ed un'espressione indecifrabile, come se volesse urlare al mondo il suo dolore. 

Al ritornello, Blaine rimase immobile, lo sguardo fisso davanti a se, ma anche molto lontano dal pubblico. Fece una lunga pausa e strinse forte l'asta del microfono. Kurt riuscì a sentire quella stretta sulle sue spalle, e prima di lasciarsi cadere sul pavimento come un mucchietto di carne e ossa, sentì le braccia di Rachel sorreggerlo e circondarlo con dolcezza. 

E finalmente Blaine ricominciò a cantare. 

Hey now, hey now 
Don't dream it's over 
Hey now, hey now 
When the world comes in 
They come, they come 
To build a wall between us 
We know they won't win 


Kurt vide gli occhi di Blaine luccicare e riempirsi di lacrime, la mano di Sam che cercava la sua per dargli forza, e decise che no, non avrebbe avuto il coraggio necessario per restare e lasciare che la voce di Blaine pugnalasse ripetutamente il suo cuore ormai spezzato. 

Now I'm walking again 
to the beat of a drum 
And I'm counting the steps to the door of your heart 
Only shadows ahead 
barely clearing the roof 
Get to know the feeling of liberation and release
 

Prima che Blaine riuscisse a finire la canzone, Kurt si incamminò velocemente tra i tavoli e scappò via dal bar, la voce di Rachel alle sue spalle che si confuse con quella dei presenti che intonavano gli ultimi versi insieme a Blaine. Svoltando l'angolo, ascoltò Blaine urlare ''it's over!'' un'ultima volta, e annuì, il volto deformato dallo sforzo di non piangere. 

Non ancora, aspetta di tornare a casa. Puoi farcela.
Basta sognare, è finita.
 





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...non so cosa dire, quindi mi limiterò a ricordarvi che vi voglio bene, okay? çwwwwç 


  
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