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Autore: Tomori_16    08/03/2014    3 recensioni
SEQUEL DELL'ALTRA MIA STORIA "Kingdom Hearts: a new soul"
Sora e Kairi sono ormai adulti. Hanno tre splendidi figli, una di 13 e gli altri due ormai 18.
Vivono sulle Destiny Island, sono felici.
Ridono, scherzano...ma può tutta questa felicità durare per l'eternità?
Seki, figlia di Sora e Kairi, porta dietro di sé un potere ancora sconosciuto...qualcuno nell'ombra trama qualcosa di grande, qualcosa che ancora nessuno aveva mai provato, qualcosa che nessuno aveva mai pensato...
AVVERTIMENTO: questo è un sequel, se è la prima volta che la leggete, vi consiglio di leggervi l'altra, perché ci sono alcune cose che ho preso da quella precedente.
Con questo, spero vi abbia incuriositi ^^
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kairi, Nuovo personaggio, Re Topolino, Sora
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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NUOVI GUERRIERI





Si poteva sentire il rumore delle onde che sbattevano sulla battigia, quel letto di sabbia bagnata fra il morbido e il duro. Fra tutte quelle onde c'erano due gambe lunghe color del latte che spezzavano queste divertendosi a sentire la freschezza che s'abbatteva sulle sue cosce. 
Una ragazzina di circa 13 anni se ne stava lì ad osservare il tramonto in attesa di qualcosa, qualcosa che la faceva da sempre sorridere, qualcuno che tanto amava, ma in senso fraterno. 
Se ne stava lì in attesa e anche un po' scocciata perchè effettivamente erano piuttosto in ritardo.
Passarono altri 20 min e si sdraiò ormai stanca di starsene lì a guardare quel tramonto che sapeva a memoria, conosceva ogni minuscola sfumatura che si formava quando il sole "se ne andava a letto", lei aveva sempre pensato così. 
Chiuse un momento gli occhi e cominciò ad ascoltare il verso di quei pochi gabbiani che svolazzavano intorno all'isolotto che sembrava più una specie di rifugio. Appoggiò un orecchio sulla distesa gialla e potè sentire un rumore di passi che sbattevano frequentemente sulla sabbia. Aprì gli occhi e si ritrovò due ragazzi più grandi che correvano verso di lei con un sorriso grande quanto una casa.

-scusaci per il ritardo!- il ragazzo arrivò con un po' di fiatone e porse un ghiacciolo verde. La ragazza sdraiata sulla sabbia si leccò i baffi e glielo prese mettendoselo subito in bocca.

-mmh...il ghiacciolo alla menta rimarrà sempre il migliore!- e lo divorò in tre secondi senza lasciarne traccia.

-wow...la prossima volta te ne prendo anche due- si sedettero tutti e tre, uno a fianco all'altro, sulla sabbia, allungando le gambe e spezzando le onde.

-Tekira, dimmi ma tuo fratello è da sempre così stupido?- disse la più piccola.

-ehi! Ok che sono lento, ma addirittura stupido è troppo!- la castana fece una risata per poi perdersi in quegli occhi così strani e diversi: uno rosso rubino mentre l'altro azzurro come il ghiaccio.

-sì da sempre- Rife si tirò in piedi e guardò malissimo sua sorella che aveva il ghigno sotto i baffi.

-ti ci metti anche tu?-

-esattamente-

-ah sì?- con uno scatto si mise in spalla la corvina e la buttò in mare, fortuna che erano in costume. Lei si tirò su tossendo per l'acqua ingerita e fece uno sguardo di sfida rivolto a Rife.

-Seki, aiutami- le due ragazze si guardarono negli occhi capendosi al volo e mentre la piccola Seki corse verso la schiena larga del fratello, Tekira gli bloccò le gambe. La castana prese le braccia del ragazzo e piano piano lo portarono in mezzo al mare per poi lasciarlo a terra. Rife si tirò su di scatto e guardò verso le due ragazze. Dopo pochi secondi scoppiarono in una risata e fecero il bagno assieme.

Dopo un po' erano di nuovo sulla spiaggia solo che sta volta se ne stavano sui propri teli tutti bagnati ed erano sdraiati guardando il gioco della luce che si era creato con le nuvole.

-ragazzi- i due gemelli si voltarono verso la sorellina che se ne stava in mezzo 

-ditemi che rimarremo così per sempre, uniti- entrambi contemporaneamente alzarono lo sguardo che si rattristò in pochi secondi. Abbassarono gli occhi finchè la sorellina non si girò verso Tekira e lei si sforzò in tutti i modi di sorridere.

-ma certo, tesoro- l'abbracciò stretta, stretta e poco dopo si aggiunse anche Rife abbracciandola dall'altra parte. 
Avevano detto una bugia, una bugia enorme...ma non volevano rovinare tutta la felicità che emanava quella piccolina che oramai più di tanto piccola non lo era più. 
Una donnina, così diceva Kairi, sua madre. Effettivamente lo era di fisico, ma di spirito insisteva nel voler rimanere bambina.
Eppure sapeva che prima o poi avrebbe dovuto fare il primo passo verso quel mondo così crudo e spregevole degli adulti.



Per cena ritornarono verso casa e mangiarono assieme ai loro genitori: Sora e Kairi. Il padre anche se alla sua età, era rimasto quasi uguale a quando era ragazzino, se non fosse per quella poca barba che gli spuntava fuori, per i suoi lineamenti da adulto e, aimè, per le prime due piccole rughe. Ancora si ricordarono della sua reazione quando si svegliò e andò a specchiarsi in bagno...


-gaaaaaaaah!!- Kairi a momenti fece cadere il piatto che aveva in mano con sopra tutta la sua colazione. 
Riuscì a mantenere il tutto in equilibrio e fece un sospiro di sollievo andando verso il tavolo. Appena si sedette, prese subito la sua bella tazza di caffè e se la sorseggiò con tutta la calma del mondo, almeno finchè non sentì qualcuno correre giù per le scale, a momenti s'ammazzava, e urlava il suo nome. Lei fece un sospiro e appoggiò la tazzina girandosi.

-Kairi! Guarda qua!- la ragazza...donna, si preoccupò e si alzò andando a controllare con cura il punto che si indicava Sora più disperato che mai.

-cos'è successo?-

-ma come, non lo vedi?! È proprio qua!- indicò con più foga lo stesso uguale identico punto. Kairi assottigliò gli occhi cercando di trovare che so, una ferita, un livido, qualsiasi cosa...

-tesoro, io non vedo nulla- Sora sbattè i piedi come un bambino e in risposta la rossa corrugò la faccia guardandolo interrogativamente.

-una ruga! Ho una ruga!-

-...e quindi?-

-come "e quindi?" È una catastrofe! Sto invecchiando!!!- la ragazza abbassò lo sguardo e sospirò per l'ennesima volta. Si avvicinò con molta calma al moro e sempre con molta calma lo prese per l'orecchio abbassandolo al suo livello.

-e tu mi hai interrotta dalla mia colazione solo per una ruga?- Sora percepì l'aura minacciosa che emanava sua moglie e si aspettò l'esplosione che a momenti sarebbe arrivata. 
Intanto tutti e tre i ragazzi si erano affacciati dalle scale e se la ridevano come non mai.
Kairi andò verso la cucina e prese in mano la padella.

-ehm...tesoro, sono le 10:00. Non è ancora l'ora di mangiare-

-oh ma non servirà per cucinare...- la rossa si voltò con occhi demoniaci rossi e sbatteva la padella sul palmo della mano mentre faceva un piccolo sorrisino -tesoro, corri- non se lo fece ripetere e corse per tutta casa con dietro la sua adorata mogliettina che spruzzava un'aura da assassina da far paura.

Morale: mai interrompere mamma dalla sua colazione...
Seki corse in camera e se lo scrisse dentro un taccuino dove c'erano tante altre regole: mai far giocare papà ai videogiochi, "Keyblade" la parola tabù, mai toccare le scarpe di Tekira...e tante altre cose ritenute "fondamentali" per poter respirare in quella famiglia...




I due gemelli cominciarono a sghignazzare, guardavano verso Sora per poi fissarsi e ricominciare a ridere.

-che cosa trovate di così divertente?-

-niente...eheh- Sora fece una faccia interrogativa e poi continuò a mangiare senza però smettere di guardarli, a volte erano strani quei gemelli...

Finito il pasto, aiutarono Kairi a rimettere a posto per poi correre in camera. Salite le scale le due ragazze entrarono nella prima porta verso sinistra mentre Rife dall'altra parte. 

Era tutto così normale, pacifico, sereno...eppure quei gemelli sapevano che qualcosa sarebbe successo, qualcosa di terribile causato dalla solita oscurità che non smetterà mai di provare a mangiare tutta la luce che circonda i mondi. 
Mentre la piccola Seki dormiva addosso a Tekira, lei rimase a fissare il soffitto accarezzando dolcemente il capo della sorellina per poi dare un occhiata preoccupata verso il cielo stellato che illuminava le lenzuola. Dall'altra parte Rife stava facendo la stessa, uguale, identica cosa, solo che lui si mise le mani sotto la testa e stava sopra le lenzuola.

Dopo poco assottigliarono gli occhi notando una stella che brillò più del solito: il segnale. Tekira si alzò senza svegliare la piccolina...13 anni eppure la vedeva ancora come la sua dolce e tenera sorellina coi capelli lunghi e che rideva sempre, senza mai smettere. 

Si fissò la cintura e si mise i suoi guanti. Prima di uscire dalla stanza, si voltò un'ultima volta verso Seki e ammirò il suo visino angelico illuminato dalla luna che dormiva profondamente. Fece un piccolo sorriso e le accarezzò delicatamente la guanciotta rosea sussurrando qualcosa.

-scusami, non posso mantenere la promessa- diede un bacio sulla fronte e frugò nella sua tasca tirando fuori una piccola bottiglia piena d'acqua con dentro un fiore, un fiore illuminato bellissimo. 
Lo mise sotto le coperte e s'avviò verso la porta quatta quatta. Come la aprì notò che di fronte a lei suo fratello fece la stessa cosa e si ritrovarono faccia a faccia.

-pronto?- sussurrò Tekira.

-sono nato pronto- la corvina sospirò disperata e poi lo prese per la sciarpa tirandoselo dietro, ma facendo attenzione a non far più di tanto rumore.
...


Era mattina, il sole splendeva alto nel cielo e gli uccellini cinguettavano allegri svegliando la castana che dormiva beata nel suo letto. Fece un piccolo mugolio e si stiracchiò allungando le braccia in avanti e aprendo i suoi occhioni dall'azzurro particolare. Guardò verso la finestra e poi si mise seduta col sorriso.

-ehi Tekira guarda oggi è una splendida...- si voltò e non vide la figura alta e snella della sua sorellona. Per un primo momento si preoccupò ma poi le ritornò il sorriso in faccia e si alzò tutta felice.

"forse sarà già giù a fare colazione..." s'infilò di tutta fretta i vestiti e corse giù arrivando in cucina. C'era sua madre seduta al tavolo mentre il padre non smetteva di guardar fuori, entrambi tristi.

-mami, dove sono Rife e Tekira?- Kairi fece un piccolo sobbalzo e guardò verso la sua adorata figlia preoccupata. Da dietro arrivò Sora e mise una mano sulla spalla della rossa che subito gliela prese stringendola.

-tesoro, sono partiti per una missione, diciamo- la castana perse un battito e per un momento smise di respirare. Corse subito in camera e notò una piccola bottiglia luminosa nascosta fra le pieghe delle lenzuola. Le spostò subito e prese un mano quel fiore immerso nell'acqua: bianco con cinque petali, due stami al centro e il gambo attorcigliato da un piccolissimo nastro sempre bianco. Faceva fuori uscire costantemente della specie di sabbia che brillava e poco dopo si dissolveva assieme all'acqua, tutto questo circolo non smetteva mai. 
Si mise quella boccetta in tasca e corse fuori andando verso la spiaggia.


-Tekiraaa!! Riiiife!- cominciò a urlare i loro nomi, ma senza risposta. Fece un giro intero attorno all'isolotto, ma nulla, erano completamente scomparsi.

Ormai stanca, s'inginocchiò sulla sabbia rovente di mezzogiorno e pianse, pianse come una bambina arrivando a quei singhiozzi che ti lasciavano senza respiro. 
Urlò per un'ultima volta i loro nomi e appoggiò i palmi delle mani a terra scottandoseli come con le ginocchia. 
Rimase per un po' lì, a farsi del male bruciandosi, sperando che si potesse svegliare da quell'incubo, uno dei peggiori che avesse potuto mai immaginare.
Continuò per un po' a piangere lì, piegata sulla sabbia rovente per poi tirarsi su con le ginocchia e palmi completamente rossi.

-me lo avevate promesso...- lo disse praticamente sussurrando - ME LO AVEVATE PROMESSO!!- urlò verso il cielo e ricominciò a piangere senza mai smettere. 
Era cresciuta assieme a loro, sono i suoi fratelloni, esempi da seguire più avanti...forse solo Tekira ma poco importava, li amava, li amava alla follia e sapeva che di loro si poteva fidare, ma a quanto pare, si sbagliava.

S'incamminò lentamente verso casa a passi minuscoli e quando dei suoi compagni di scuola provavano a salutarla, lei nemmeno alzava il volto o li salutava con la mano.


Era sulla via di casa sua quando tutto d'un colpo il cielo si rabbuiò oscurando tutta la città. Seki alzò lo sguardo e guardò verso il cielo: completamente nero, come delle fiamme che stavano invadendo tutto il mondo e non lasciavano un minimo spazio per la luce. 
A quella vista sgranò gli occhi e corse verso casa sua senza però trovarci i suoi genitori...

"Non è possibile, non possono avermi abbandonata!" Sentì qualcosa graffiare contro il portone di casa e si girò terrorizzata. Un mostriciattolo nero con occhi gialli le comparve davanti a lei mentre quelli dietro sì assomigliavano, ma erano più inquietanti: tutti neri con bende che ricoprivano i loro muscoli, grosse ali nere sulle loro spalle e due occhi bianchi, disumani. 
Fece un urlo dalla paura e mentre indietreggiava, inciampò sul tappeto all'entrata, cadendo rovinosamente a terra. 
Respirò affannosamente e, mentre l'Heartless alzò i suoi artigli pronto a squarciarla, lei allungò le sue braccia in avanti in posizione di difesa, chiuse anche gli occhi. 

"Non voglio morire! Voglio poter ritrovare i miei fratelli, i miei genitori, voglio ritornare a com'era prima! Tutto illuminato..." 

...Stranamente il colpo non arrivò, aprì gli occhi e notò che in mano teneva il famoso Keyblade di papà. 

Più di una volta lo aveva visto tenerlo in mano per mostrarglielo e più di una volta non era mai riuscita ad impugnarlo.
Parò un secondo colpo del mostriciattolo e si alzò in piedi cominciando a correre, a correre chissà dove, perchè attorno a sè non c'era più casa sua, bensì solo buio e masse uniformi che rimanevano fermi, ma senza smettere di tremare. Li guardò con un sopracciglio alzato e non capì il senso di tutto ciò.

"Ma che razza di sogno sto facendo?!"

-ancora pensi di star sognando?- una voce femminile mai sentita fino ad adesso la fece bloccare voltandosi; gli Heartless avevano smesso di seguirla da tempo eppure lei continuava a correre come d'istinto.

-vieni, ti faccio uscire da qui- un varco bianco si aprì davanti ai suoi occhi e continuò a correre, sapeva che della luce si poteva fidare. Chiuse gli occhi e balzò dentro il portale fidandosi ciecamente di quella voce soave e rassicurante.
Appena riaprì gli occhi si ritrovò sopra una piattaforma con lei disegnata sopra e i volti di Tekira e Rife. Si guardò attorno e non vide altro che nero. 
Cominciò ad avere paura e rievocò il Keyblade fra le mani sentendosi più sicura.

-non ti preoccupare- una giovane donna coi capelli neri e occhi rossi comparve davanti a lei -non ti voglio fare del male- fece un sorriso rassicurante e tranquillizzò un po' Seki che fece scomparire il Keyblade dalle sue mani. 
La donna appoggiò il suo sguardo intenso sulla borsetta regalata da sua madre e fece un piccolo sorriso. 

La bruna, incuriosita, abbassò anche lei il suo sguardo e notò che una specie di chiazza lucente e bianca illuminava la sua borsetta nera. Corrugò la fronte e mise una mano dentro tirando fuori la famosa boccetta con dentro quello strano fiore. Lo mise davantì a sè e notò che i suoi petali si erano illuminati producendo più sabbia del solito: il circolo aveva aumentato la velocità.

-quello ti proteggerà dall'oscurità che ora incombe nei vostri mondi- guardò stranita la corvina senza capire la sua frase -voglio dire che il male sta ritornando, più forte di altre volte, molto di più. Sembra che Heartless e Abitanti dell'Ombra si siano alleati e ora vogliono invadere tutti i mondi mangiando cuori e Luce- la bruna rimise subito dentro la sua boccetta e sgranò gli occhi. Il primo pensiero fu "Mamma, papà, Tekira, Rife" indietreggiò di qualche passo e lasciò che il terrore la invadesse di nuovo.

-tranquilla, ora ti porterò nell'unico mondo dove l'Oscurità non potrà più invaderla- piccole piastrelle si crearono davanti alla ragazza che portavano a un portone bianco enorme. Si guardò le spalle e notò che la donna era completamente scomparsa.

-dove...sei?-

-io non posso stare con te, non faccio parte di questo mondo. Ci rincontreremo più avanti...-

-no, aspetta!- ma non ci fu nessuna risposta. Fece un lungo sospiro e guardò verso la porta. 
Fece un bel respiro e salì le piastrelle arrivando faccia a faccia a quella porta bianca coi pomelli e tutte le decorazioni in oro. 
Allungò la mano e aprì lentamente la porta dovendo chiudere gli occhi per tutta quella luce che la lasciava accecata. Fece un primo passo, poi un secondo, un terzo... Fino a ritrovarsi in mezzo a un prato verde e ben curato.

-finalmente sei arrivata, Seki- sentendo il suo nome si guardò in giro cercando di capire di chi fosse quella strana voce. Gli occhi si soffermarono vedendo dei portoni che conducevano a un castello enorme, bianco immacolato. Al ciglio della porta vi si trovava una figura che subito la ragazza riconobbe. Corse verso di lui abbracciandolo stretto stretto. Non poteva crederci che prima o poi l'avesse mai rivisto, quel caro amico di Riku...








ANGOLO AUTRICE:
Eccomi qua con il sequel di "Kingdom Hearts: A new Soul" :D
Ok, premetto che come inizio non è che mi piaccia tantissimo, ma almeno ho evitato di far accadere tante cose come mi era successo nel primo xD
Allora, dato che faccio pena a descrivere dei vestiti, ecco qua:


Questa è la nostra Seki :3


Mentre qua abbiamo i due gemelli che però non si assomigliano molto xD

Spero vi piacciano e noi ci rivediamo nel prossimo capitolo ;)

Baci&Abbracci,

Tomori_16
  
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