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Autore: Kokky    27/06/2008    7 recensioni
Il cuore di Neji mancò di un battito, vedendola. Poi corse veloce, mentre il ragazzo si sentì stupido per quegli sbalzi, sciocco per un istante.
Hinata era davanti a lui.
[Nero rosso bianco]
Terza classificata al contest sull'Hyugacest indetto da ladykiki e Killer Queen 7
Genere: Romantico, Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Altri, Neji Hyuuga
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hinata danza nel suo vestito color della notte. Danza, danza, gira sulle sue punte bianche, con gli occhi perlacei socchiusi. Guarda il mondo, Hinata. Sorride, stende la mano verso di te.

Ma tu che fai?

Indietreggi. Spaventato da quell'angelo vestito di nero, arretri perché tu non puoi avvicinarti.

Neji tu non puoi farlo.

E lei sorride ancora, con le sue labbra rosate e le guance rosse di fuoco, e i capelli corvini le incorniciano il volto. Ma cosa stai facendo tu?

Tu non puoi sognarla, non devi. Ah, piccolo Neji, non devi proprio permetterti di desiderare lei, la dolce Hinata. Lei è al di sopra, lei danza e sorride, socchiude gli occhi bianchi [non sono come i tuoi Neji, è inutile che fingi!] e vola. Lei vola, vola, vola! Con poca sicurezza, mette un passo avanti e poi un altro, lei può stare in cielo. Ma non è stata Hinata a chiedere tutto questo.

E cerca di allungare la mano e portarti con sé, angelo dal vestito trapunto di stelle, ma tu scappi, corri, fuggi.

Via, via, via!

Ma di cosa hai paura tu, Neji?

Della dolce e povera Hinata, che tu hai sempre guardato con sufficienza? Tu la biasimavi ogni giorno, negando il tuo sguardo all'angelo. Tu non l'hai considerata nemmeno, giorni fa - lontani secoli.

Neji tu temi di cadere, eh?

Ti atteggi, tu burli, combatti. Eppure rimarrai sempre al tuo posto, in seconda fila, sei nato dall'uomo sbagliato.

E tu non hai paura di questo, ci convivi già. Hai timore... tu hai timore di un angelo.

Perché è troppo bello, con quel viso e i suoi specchi bianchi.

Hai paura di colei che tu hai sempre disprezzato.

 

Mad dance

{Angel of black wings}

 

Neji Hyuga si svegliò ansimando, con gli occhi increspati da preoccupazione. Rotolò su un fianco, appoggiandosi con il gomito sul futon, e ripensò a quello strano sogno che aveva appena fatto. Stava svanendo come fumo la vento, però rivedeva una figura scura volare in cielo, un angelo dalle ali invisibili.

Sbuffò, perdendo anche l'ultimo ricordo di quelle ore passate a dormire, sognandola. Allungò una mano, tastando il morbido lenzuolo ancora caldo, vuoto da pochi minuti. Hanabi doveva essere già fuggita via, correndo silenziosa nei corridoi bui.

Chissà perché aveva detto di sì ad Hanabi. Per vezzo, per passatempo, per semplice vizio.

[O per avere qualcuno su cui sfogarsi?]

Neji non aveva ragionato troppo quando sua cugina minore aveva annullato le distanze, baciandogli le labbra leggermente. Così, come un soffio fresco, una ventata gelida in estate.

Si alzò per andare in bagno, scivolando in corridoio senza indossare le ciabatte e indossando solo i pantaloni del pigiama. Avanzò nell'oscurità con sicurezza, ricordando a memoria la forma della villa Hyuga, e aprì di scatto la porta.

Oh, cavolo.

Neji strinse veemente lo stipite, sorridendo per il nervosismo - cosa che non faceva mai, neppure nei casi più disperati. Beh, quella situazione forse era peggio.

Hinata spalancò gli occhi [bianchi], mentre la bocca cercava di formulare qualcosa, sussurrando sillabe incomplete e saluti incomprensibili [e ultraterreni].

[Perché Neji, guardandosi allo specchio, non aveva degli occhi tanto belli?]

« Hinata-sama? » domandò lui compostamente.

« Io... niisan, non riuscivo a dormire e poi, sì, poi dovevo andare in bagno e... » spiegò lei, muovendo le mani davanti a sé, arrossendo un po'. Neji annuì, rimanendo sulla porta immobile.

Hinata lo guardò, incuriosita [lei che viveva in un altro mondo; volava su, non sentiva più quelle umane urla di Hiashi, Hanabi, e quegli odiosi atteggiamenti di Neji].

[Era proprio lui?]

« Sì, vado. » sillabò Neji, sfiorando con gli occhi la camicia da notte estiva della cugina, che sottile lambiva le sue forme. Scivolava sul seno, scendeva soffice sulle morbide gambe... Sviò lo sguardo e ripercorse il corridoio, sotto gli occhi attenti di sua cugina.

Solo quando Neji entrò in camera, ricordandosi poi che anche lui doveva andare in bagno, Hinata rientrò in bagno, accasciandosi a terra.

[Tu-tum, tu-tum, la vita ha un ritmo tutto suo, fatto di alti e bassi. Cuore impazzito fermati!]

 

 

Cause everyone's heart
Doesn't beat the same

Neji crollò sul suo futon, poggiando una mano sul petto, dove il cuore sembrava volesse uscirne fuori. Batteva, correva fuori tempo, inciampava e si rialzava. Impazzito.

E lui, il grande Hyuga, lo stava sentendo, ascoltando il suo battito accelerato. Solo per lei, per quell'angelo dal vestito di fumo, buio nella notte.

[Perché il cuore di ognuno

non batte allo stesso ritmo]

Vagò con lo sguardo sulle sua mano, tesa e stretta violentemente, trattenendo quella sensazione per istanti, attimi lunghi e indelebili, colorati di nero come la buia stanza e quei capelli [nero, nero, nero, nero! Che c'è poi di male in questo colore? E' il bianco l'anima dei defunti], di rosso come le guance di lei, avrebbe tanto voluto toccarle... e bianco come i loro occhi, specchi che riflettevano il mondo in modo distorto, tanto belli e invidiati da tutti. Chissà se gli altri avevano mai pensato che era meglio vivere senza quegli occhi, in una casa normale, con una famiglia unita, dei genitori da abbracciare...

Ma gli uomini non capiscono, continuano a correre freneticamente, impazziti in quella gara, perché la vita lo è - una gara veloce, e non si fermano mai a ragionare. Accettano. Tutto quello che si dice, loro lo assorbono morbosamente se è interessante, se no scivolava via come acqua. [Gocciolano i ricordi di colori, nero rosso bianco]

Neji appiattì il suo volto sul futon, premendo le guance bianche e respirando a fatica, mentre il cuore rallentava e la sua voglia di Hinata scemava, controllata dalla sua dura forza di volontà.

La porta si aprì, mentre dei passi si avvicinavano lenti e lei posava il vassoio con le tazzine da tè piene, toccandolo con una mano sulla schiena. Ferma, un contatto che le scaldava il cuore, facendolo ardere.

Neji si voltò verso sua cugina, con gli occhi ghiacciati [lui che non bruciava né volava] e la bocca arida socchiusa in un semisorriso. Hanabi ghignò allegra, porse una delle due tazzine al cugino e bevve dalla sua, mordendosi le labbra solo per attirare l'attenzione del ragazzo.

Ma Neji non la guardava, perdendosi in quel tè caramellato che ondeggiava avanti e indietro, mentre il sole entrava filtrato dalle finestre, illuminando finalmente la stanza.

[Il sole spezzava l'incantesimo della notte, fatta di sussurri e di rumori attutiti, di cadute e ricadute, di dolci baci della buonanotte, di sogni ovattati e mostruosi, di stelle. Brillanti, perfette, amabili stelle, algide regine. La notte era l'incantesimo creato dalla luna e si cristallizzava negli occhi di Hinata, gemma di luna]

Hanabi posò la sua tazzina, avvicinandosi al cugino, che bevve in un sol sorso il tè, chiudendo gli occhi bianchi.

 

 

~ oOo ~ Qualche giorno dopo

 

The center of the earth
Is the end of the world

Neji sentì Hanabi giocare placidamente con i suoi capelli, catturandoli fra le dita eleganti e stringendoli piano, trattenendo quei fili scuri. Si girò nel futon, vedendo così la faccia tranquilla della cugina, che sorrise decisa al ragazzo.

Si alzò, lasciandola in quelle lenzuola sfatte e calde [intrise da troppi ricordi, sognando qualcun'altro in quel posto; impresse da fuoco rosso], e uscì in corridoio, dirigendosi di nuovo a quel bagno. Chissà se c'era anche quella volta, Hinata-sama.

Neji aprì la porta, aspettandosi già l'angelo che timidamente si scusava, e poi lui che tornava in camera, da Hanabi, pensando invece a lei, sognandola mentre baciava la minore, sfiorandola con la mente. Aprì la porta, ma il bagno era vuoto. Irrimediabilmente.

Sospirò entrando, sbrigandosi in quel rituale mattutino. Si lavò le mani inondandole di schiuma profumata, lasciandole sotto il freddo getto d'acqua, poi le frizionò con l'asciugamano candido.

Toc.

Il bussare ripetuto lo fece girare verso la porta.

« Occupato. » mormorò, sapendo chi c'era dall'altro lato di quel legno chiaro, con la leggera vestaglia.

« A... Aspetto fuori. » disse Hinata scioccamente, non sapendo cos'altro dire. Neji annuì piano nel bagno, si guardò allo specchio sistemandosi i capelli spettinati dalla notte, il letto, il sesso e Hanabi che amava arrotolarli sulle dita. Poteva aprire.

La porta non cigolò, spalancandosi lentamente e mostrando il corridoio biancastro con Hinata rossa, sulle guance calde, incerta in quella posa timida.

Il cuore di Neji mancò di un battito, vedendola. Poi corse veloce, mentre il ragazzo si sentì stupido per quegli sbalzi, sciocco per un istante.

Hinata era davanti a lui.

[Nero rosso bianco]

Nessuno dei due si mosse, pur sapendo che lei doveva andare in bagno e lui tornare nella sua stanza, da Hanabi che calda lo aspettava, con fuoco nelle vene.

E c'era silenzio fra i corpi, gelida elettricità vibrante che scivolava veloce, sinuosa nelle loro menti; sguardi bianchi desiderosi. [Tu-tum, tu-tum, la vita ha un ritmo tutto suo, fatto di alti e bassi. Cuore impazzito fermati!]

Neji si piegò avanti, su di lei, afferrandola con le mani sui suoi fianchi, per tenere stretto a sé l'angelo dalla veste scura. La baciò con lentezza, castamente, bianco; e poi rosso - la passione che cresceva fra i due, che saliva sui loro corpi eterei, fluttuava veemente.

E il vuoto, la pienezza, il Nulla; l'annullamento fra le sue braccia, dolci cariche di ricordi. Avvinghiati in un bacio che sapeva di guance di fuoco e timidi tocchi.

Neji si staccò per un istante, respirando affannato l'aria inodore del corridoio, guardando Hinata rossa in volto. E la amò in quell'istante come non aveva fatto mai.

[Più di prima, ancora di più, sempre di più]

Si lasciarono così, lui doveva andare in stanza e lei in bagno. Desiderosi dell'altro corpo vicino, per poterlo toccare e dimostrare così che esisteva, che c'erano lì, vivi. Vivi in quel vivido amore.

[Il centro della terra

è la fine del mondo]

 

 

To live and not to breathe

Is to die In tragedy

Neji indossava il suo vestito migliore, scelto con cura e stirato per bene. I suoi capelli erano raccolti in una coda lenta, cadevano sulla sua schiena dritta, gli occhi bianchi [neri] guardavano con decisione Hiashi Hyuga, che lo ricambiava. Fermo autoritario forte.

C'era Hanabi accanto a lui, bella nel suo vestito rosso acceso, carminio fiammeggiante, e Hinata-sama da un'altra parte, nella stessa stanza.

Neji respirava piano, rocamente, sentiva la sua bocca asciutta. Era arida come la sua mente, che non riusciva ad immaginarsi perché lo avevano convocato con le sue due cugine.

Hiashi ghignò con felicità, iniziando a parlare: « È da molto tempo che conosco le tue abilità, Neji, pur essendo nato nella casa cadetta, sei lo Hyuga destinato a diventare capofamiglia, dopo la mia morte. L'ho capito anni fa, durante i tuoi allenamenti. »

La voce scivolava melliflua piena di complimenti mai detti, e Neji tremò per un istante perché non sapeva davvero cosa sta per accadere. Non poteva predire il futuro e questo lo rendeva irrequieto, Hiashi Hyuga lo stava lodando!

[Per vivere non per respirare

sta morendo in una tragedia]

« Ho deciso, perciò, di darti in sposa una delle mie due figlie. »

Le ultime parole del capofamiglia rimbombarono a rallentatore nella testa di Neji, che si sporse verso l'uomo chiedendo ingenuamente: « E chi, Hiashi-sama? »

« Hinata sarebbe forse la più adatta, però è così debole che potrebbe morire all'improvviso, spirando con un soffio di vento; in più Hanabi si è offerta quando le ho fatto la proposta, felice. » disse Hiashi con noncuranza, non vedendo la figlia maggiore chinare il capo [le guance di fuoco, di fuoco, rosse rosse rosse; così accecanti da superare il vestito di Hanabi, così belle ed ingenue, caste. Hinata dalle guance rosse di fuoco].

Neji strinse i pugni, ma neanche lui si ribellò. Hinata volava via, soffice angelo dalla veste nera, nella notte estiva; lui si piegava di nuovo.

Negando tutto, sopprimendo il suo cuore, distruggendo i suoi sentimenti. Frammenti di vetro.

« Va bene. » mormorò flebile con Hanabi accanto contenta, sadicamente felice. Lei - non vista da nessuno - ghignò verso sua sorella, perché anche quella volta aveva vinto il premio più ambito: Neji niisan.

Fiocamente Hinata scappò via, evanescente nella sua corsa bianca, danzando su per il cielo; lei non sentiva più tutta quelle urla umane. Neji, girandosi per vederla scappare, la scoprì ancora più bella.

[Più di prima, ancora di più, sempre di più]

 

[Nero rosso bianco]

 

 

 

Hinata danza, lei riesce a volare su quelle teste di umani disperati. Corre su una scia di notte, tocca le stelle di vetro, lei balla. Gli occhi bianchi possono vedere tutto, ma Hinata continua a socchiuderli, per godere della musica che sente solo lei.

E anche se soffre, lei continua a scivolare, con i suoi piccoli e morbidi piedi. Angelo dal vestito della notte, le guance di fuoco decorano le labbra piegate in un triste sorriso.

Anche lei a volte vorrebbe scendere, un tempo era fra gli sconsolati. Però ora può non soffrire troppo, rimanendo a danzare.

Eppure Hinata volge il suo sguardo lì sotto, e dona le sue ali - invisibili ai più - al suo niisan, perché solo lui può usarle [vederle].

Ma a cosa servono delle ali quando non potrai mai volare, legato al mondo terreno da mille catene?
















N/A: Le prime folli parole le ho scritte grazie ad Hallelujah di Buckley, lo ringrazio per averla fatta.

Ho voluto inserire Hanabi perché mi piace come personaggio, e se Neji si doveva sfogare non poteva farlo con Tenten! Proprio non mi piace la coppia NejiTen.

Probabilmente questa è la cosa migliore che io abbia mai scritto, forse non piacerà, però mi sono impegnata con tutta me stessa. Per essere perfetta così com'è, almeno per i miei gusti.

Le parole in corsivo in inglese sono di Jesus of Suburbia dei Green Day.



N/A dopo essere arrivata terza:
Oh *-* Come sono felice. Ci tenevo tantissimo a questo contest, davvero. Terza >w<
Ohhh!
Non ci credo, mi sembra impossibile. Anche perché avevo paura che la fic non piacesse!
Comunque devo ringraziare le giudici ladykiki e Killer Queen 7. E voglio anche congratularmi con Cami per il primo posto, con Leti e Mao_chan91 per il secondo posto ax aequo... E con tutte le altre bravissime partecipanti!

Kocch
(commentante in tanti, non smetto mai di dirlo!)

   
 
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