Kate
Continuo a lavorare anche se gli occhi si
stanno per chiudere, dovrei ,a questo punto ,essermi abituata a questo lavoro.
Ormai è da quando ero piccola che lavoro, a dire il vero non so quante ore al
giorno sto china a tessere; quando vedete il sole sorgere sappiate che io vado
a lavoro e quando tramonta torno alla baracca e dormo finche mia madre non mi
sveglia.
In casa siamo circa una
ventina più la mamma, il povero papà è morto.
Le persone che hanno
ancora tempo di parlare dicono che sia stata mia madre a ucciderlo, facendogli
fermare il cuore dal dolore di sapere che sua moglie lo tradiva con un altro.
Non penso che sia vero,
ero piccola quando papà respirò l’ultima volta, ma mi ricordo perfettamente che
stava male perché tossiva di continuo ed era diventato tutto giallo in viso e
mamma piangeva disperata.
Per la strada io cammino
velocemente, sono tragitti stretti, bui e affollati, e anche se sono sempre
accompagnata dai miei fratelli ho paura lo stesso.
Una donna per le strade di
Londra rischia la vita più facilmente di quanto pensiate.
Con me alla fabbrica di
stoffa lavorano anche tutti i miei
fratelli e sorelle, tranne Jo che aiuta mamma. Tutti i dipendenti della
fabbrica sanno bene di essere fortunati a lavorare lì
,perché lavorano due ore di meno degli altri operai, purtroppo i bambini fino
ai nove anni non vengono accettati (non so il perché), e fino ai tredici anni
lavorano solamente dodici ore al giorno.
Tiro la tenda di casa e un
odore di minestra di cavolo misto a quello della muffa e a qualcos’altro mi dà
il benvenuto.
- Kate! È
appena arrivato un uomo tutto bello sistemato che ha detto che…che un certo
Ward vuole che andiate immediatamente a casa sua. Tu ,George e Will…-
Noi ci guardiamo
negl’occhi straniti. Lord Ward è il padrone della fabbrica, lui vive nella
Londra Bella e dicono faccia il bagno usando soldi al posto dell’acqua e ha un
uomo che gli consiglia cosa fare per diventare ancora più ricco.
La casa è a nord di
Londra, me l’ha detto Kevin. Bravo ragazzo Kevin, penso che mi convenga
sposarmi con lui,bravo e semplice altro non chiedo.
Anche se sono stanca per
il lavoro e per la camminata fino a qui, in corpo c’è come un animale che mi
mette addirittura di buon umore. Sarebbe bello ridere di nuovo, l’ultima volta
che ho riso è stato quando un Lord è sceso dalla carrozza ed è scivolato in una
pozzanghera.
Entriamo nella Villa da
dove passano i servitori e attendiamo che qualcuno ci informi del motivo per
cui siamo qui.
Non mi ricordo esattamente
ma mi ritrovo nelle cucine dell’abitazione con i miei fratelli e altre due o
tre persone che ,solo adesso, riconosco come miei colleghi di lavoro. Lord Ward
e davanti a noi con sguardo severo e pensieroso.
-Sono morti dei miei
servitori e mi occorrono dei nuovi domestici, voi siete quelli che io considero
più adatti. Vi farò delle domande, a voi solo il facile compito di
rispondere.-
Io e George ci guardiamo
meravigliati.
-Tu- Il signore indica un
uomo magro e alto con lo sguardo vuoto.- Sai leggere o scrivere?-
-No, Lord.-
-Sai contare?-
-No,Lord.-
-Sai chi è Dio?-
-No, Lord-
-Sai chi è Satana?-
-No, Lord.-
-Cosa sai?!-
-So fare gli spilli.-
-E allora torna a
lavorare, sparisci!-
Nella stanza ci sono solo
più poche persone e adesso il Lord si sta per rivolgere a me. Mi tremano le
gambe e spero di farcela potrei cambiare la mia vita lavorando a servizio del
Signor Ward.
- Sai leggere o scrivere?-
-No…Lord.-
-Sai contare?-
-Fino a venti, Lord-
-Chi ti ha insegnato?-
-Mio padre.-
-Come ha fatto ha
imparare.-
-Non lo so, Lord.-
-Conta-
-Uno, due, tre, quattro…-
-Basta, sai chi è Dio?-
-Si, Lord-
-Ci credi?-
-No, Lord-
Sai chi è Satana?-
-Si, Lord.-
-Devi credere in Dio.-
Non so se devo rispondere
oppure no, certo se lui che è Lord mi dice che devo crederci chi sono io per
negarlo?
-Se vieni a operare qui
non puoi essere un anticristo…La mia consorte,i miei rampolli e tutti i
domestici non ardirebbero aver a che fare con una miscredente-
Penso che il Signore stia
parlando con me, ma io non capisco quello che dice. Non so cosa siano i
consorte, i rampolli, l’ardirebbero e il miscredente. Se ho imparato una cosa
in fabbrica è che bisogna sempre dare ragione al padrone.
-Si ,Lord.-
Il padrone è confuso.
-Rinunciate a Satana?-
-Si ,Lord-A dire il vero
io non ho mai posseduto niente quindi non rinuncio proprio a nulla, ma se il
padrone è felice anche io sono contenta.
-Accetti Dio nel tuo
cuore?-
-Sì,
sì, Lord…-
-Sei assunta! Bernardette
dai a…Come ti chiami?-
-Kate-
-Dai a Kate qualcosa di
adatto a una mia domestica e manda il fratello a chiamare mio figlio Felix a
Harley Street.-
Dovrei essere stanchissima
ma il fatto che io e Will abbiamo trovato lavoro come domestici mi riempie il
cuore. Forse dovrei credere in questo miracoloso “Dio” se sono riuscita a
salvarmi dalla miseria.