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Autore: Laana Headwalker    09/03/2014    1 recensioni
"è stato un piacere"
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Lotta per il mondo: La guerriera prescelta'
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Sono passate due settimane da quando Jason mi ha parlato per la prima volta del mondo dei guardiani e del loro compito. Adesso ogni giorno dopo la scuola ci incontriamo nella sala che si trova sotto la biblioteca, mi spiega e mi parla dei guardiani ed io ascolto senza dir nulla.
Ci sono momenti in cui penso che lui sia davvero fuori di testa ed altri in cui è così sincero da farmi paura.
Ascolto, ascolto e ascolto. Parola dopo parola. Ormai non so più in cosa credere e voglio rifugiarmi in questa assurdità, credo sia questo quello che voglio. Scappare dalla realtà. Forse è per questo che mi presento tutti i pomeriggi da lui, forse non credo nella realtà che mi circonda bensì nella sua. È tutto così affascinante. Ho convinto me stessa ormai. Io ci credo, io credo in lui.
 
Sono a scuola, mentre ascolto la lezione di storia un venticello gelido mi avvolge facendomi rabbrividire. Le finestre e la porta sono chiuse e nessuno sembra mostrare disagio, deduco quindi che questo freddo lo provo solo io. Vado in bagno per contattare Jason, lui ha detto che ogni volta che noto qualcosa di strano devo rivolgermi a lui, perché potrei essere in pericolo di vita. Non ho né armi né poteri, non ho alcuna possibilità quindi di difendermi in qualche modo.
Mi chiudo in bagno e chiamo Jason spiegandogli la situazione. Mentre sono ancora al telefono sento raschiare alla mia porta con un ringhio che viene a seguire. Nonostante le grida di Jason che mi comanda di rimanere rinchiusa poiché sta arrivando, apro la porta e qualcosa mi prende per i vestiti buttandomi a terra.
È di nuovo quel mostro, tornato per uccidermi con i suoi poderosi denti.
Mi salta addosso ed io comincio a dimenarmi colpendolo con pugni e calci, ma i miei tentativi si dimostrano del tutto vani. Poi incomincio a sentire qualcosa di caldo e denso bagnarmi il corpo, successivamente provo un dolore lancinante all’altezza della coscia.
Comincio a urlare dal dolore e mi guardo la gamba scoprendo che è squarciata e sanguinolenta.
Dalla porta entra Jason, lancia una palla di fuoco contro il mostro facendolo esplodere. Si inginocchia accanto a me rassicurandomi di tenere duro, i suoi occhi sono bagnati di lacrime e prima di chiudere gli occhi vedo le sue labbra formare il mio nome.
Riapro gli occhi e mi ritrovo in una strana infermeria, ho l’intera gamba fasciata e la fascia che l’avvolge è zuppa di sangue. Jason entra dalla porta con aria accusatoria:
  • Perché non sei rimasta chiusa in bagno?
Evito i suoi occhi tacendo come faccio durante le sue lezioni.
  • Adesso dovrò curarti io e non ti piacerà. Curare col potere del fuoco fa provare parecchio dolore.
  • Che mi farai?
  • Ti brucerò la gamba.
Prima che io possa ribellarmi delle persone entrano nella stanza e mi bloccano gli arti impedendomi ogni tipo di movimento.
  • Perché devi curarmi tu?! – dico spaventata.
  • Perché sei sotto la mia responsabilità.
Si allontana di un mezzo metro e del fuoco blu comincia a brillare nelle sue mani, poi lo scaglia contro la mia gamba lasciandomi senza fiato per il dolore.
Urlo e urlo fino a rimanere senza voce e lacrime da piangere. Passano quindici minuti di puro tormento, penso che per un paio di volte stavo per svenire, quando finisce di “curarmi” gli uomini che mi tenevano bloccata escono dalla stanza. Lascio che il mio corpo, ormai stremato e irrigidito dal dolore, si rilassi. Guardo la mia gamba aspettandomi di non averla più ma invece essa è come nuova, nessuna cicatrice o bruciatura.
  • Allora mia allieva, come stai?
  • Spero tanto che tu stia scherzando!
  • Hai imparato la lezione?
  • Si, credo di si.
  • Bene, cosa hai imparato?
  • Di starti più lontana possibile.
Jason scoppia a ridere trascinando anche me in questo momento di ilarità.
  • Fai tanto il duro ma prima di svenire, ti ho visto quasi piangere o sbaglio?
  • Dannazione, allora mi hai visto. In effetti è così. Ho visto tante persone morire… non volevo che alla lista ti aggiungessi anche tu…
Mi alzo e lo abbraccio forte ringraziandolo per ciò che ha fatto per me. Lui mi guarda e mi dice solo “è stato un piacere” dopodiché si dissolve come tutto ciò che mi circonda. Mi ritrovo seduta al banco della mia classe con il professore che sta ancora spiegando. Guardo l’orologio e vedo che sono passati solo cinque minuti.

  
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