Fanfic su artisti musicali > Mika
Segui la storia  |       
Autore: ILoveRainbows    09/03/2014    2 recensioni
Perdersi a Londra se non la conosci può essere spaventoso in un primo momento, ma cosa succederebbe se incontrassi una persona che ammiri, stimi: consideri persino il tuo eroe? Clara potrebbe scoprirlo e chissà...
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 16

- Mamà - urlò Mika.
Mika mi passò l'orso gigante e abbracciò i suoi familiari. Quando finì mi tese la mano e mi fece avvicinare un po'.
- Vi presento la mia fidanzata. - aveva gli occhi che brillavano. - Famiglia, Clara. Clara, questi sono famiglia. Spero che potrete andare d'accordo. -
Jonnie mi si avvicinò, mi guardò un attimo con io che sorridevo nella speranza di piacerle e poi mi abbracciò. - Benvenuta in famiglia Clara - a quel punto tutte le sorelle e il padre si presentarono. Infine mi avvicinai a Fortunè. Era più alto di Mika (incredibilmente), capelli neri leggermente scarmigliati e occhi di ghiaccio. Sembrava una persona fredda al contrario di suo fratello. Però fece un sorriso che si rispecchiò in modo sincero negli occhi e mi tese la mano. - Piacere, Fortunè - tentando di parlare italiano al contrario dei suoi familiari. Mi stava simpatico. Un'anima solitaria e oscura, come me prima di conoscere Mika. Lui mi faceva sorridere.
- Come sta Paloma? - chiese Mika alla fine.
- Bene. Dovrebbero chiamarci da un momento all'altro. - Ci sedemmo nella saletta d'aspetto.
Era una famiglia allegra. Io chiacchieravo con Yasmine e Zuleika che volevano sapere com'era loro fratello come fidanzato e Mika parlava con suo fratello sotto voce raccontandosi chissà cosa e a volte sorridendo. Dopo un po' uscì da una stanza un infermiera con le guance un po' arrossate, bassa e un po' in carne, che con sguardo allegro ci avvisò che era andato tutto bene e che potevamo vedere madre e figlia.
Tutta la ciurma entrò nella sala dove c'erano Paloma in un letto con in braccio la piccola Belle e accanto al letto c'era il marito di Paloma, Albert, che sorrideva in modo felicissimo.
La prima persona che Paloma salutò fu Mika, perché non lo aveva visto prima di essere ricoverata. Quando quest'ultimo vide la bambina si illuminò di gioia all'inverosimile. La prese in braccio e la cullò qualche secondo così da lasciare a Paloma il tempo di salutare gli altri. Mi avvicinai a lui che le accarezzava dolcemente la guancia con il dorso della mano. - Ma ciao, ma ciaociaociao. -
- Ciao piccola Belle - dissi io.
Guardai Mika. Era una delle persone più felici dell'universo in quel momento. Gli occhi erano lucidi di gioia e in volto aveva un sorriso dolce e strampalato allo stesso tempo. Mi immaginai dei piccoli Mika che correvano per casa e non mi fu difficile farlo.
- Mika, non mi presenti la tua fidanzata? - Chiese Paloma.
- Sisi - disse lui con un cenno della testa, mentre era troppo impegnato con la neonata. - Clara Paloma, Paloma Clara. -
Sorridemmo per la sua noncuranza e ci occupammo da sole delle presentazioni. Alla fine Paloma richiese indietro la figlia e noi uscimmo tutti dalla stanza per lasciarli un po' soli. - Che si fa? - chiese Mika.
Tutti noi pensammo a qualcosa. - Beh, domani e domenica, quindi potremmo rimanere qui. Che ne dici? - Gli dissi io, anche se non ci aiutava a risolvere l'"ora".
- Che ne dite di un aperitivo? - propose Fortunè.
- Ottima idea! - esclamarono contemporaneamente Yasmine e Zuleika, felici della proposta.

Andammo a un'enoteca molto pregiata non troppo lontana da dove ci trovavamo. Scoprii che Fortunè era un appassionato di vini e dato che anche mio padre lo era e che ne sapevo qualcosa mi permisi di ordinare del Brunello Di Montalcino dell''88 sotto lo sguardo di approvazione di Fortunè e quello un po' confuso degli altri.
Passammo la serata a chiacchierare del più e del meno. Fortunè era una persona estremamente carismatica e socievole una volta conosciuta, ma anche molto lunatica, come la sottoscritta. Alle sette ci avviammo ognuno a casa e io non stavo più nella pelle. Non vedevo l'ora di vedere la casa a Londra di Mika.

- Slap! - Devo dire che la prima visione della casa di Mika fu piuttosto umida e rosa. Infatti era la lingua di Mel sulla mia faccia e le sue zampe sul torace. Barcollai indietro, ma per fortuna c'era Mika che mi tenne in equilibrio. - Mel! Giù! - ordinò.
Mel si accucciò e iniziò a scodinzolare e uggiolare finché il suo padrone non l'accarezzò un attimo. Poi se ne andò soddisfatta. Finalmente potei guardare la casa. Era incredibile. Le pareti erano ognuna di un colore diverso, ma senza essere soffocanti. Ciò che rendeva l'aria soffocante erano i fiori. Di ogni tipo e colore. Ricoprivano ogni superficie libera. Gerani, mimose, rose, violette, gigli...
Le pareti erano pieni di quadri e dipinti evidentemente fatti da lui. Rappresentavano per lo più figure astratte oppure figure reali colorate in modi assurdi.
Il pavimento era parquet e a volte scricchiolava dando l'idea di una casa antica che aveva visto molte storie.
Avevo iniziato a camminare per la stanza, naso all'aria, quando mi trovai davanti il mio amato. Gli buttai le braccia al collo e bisbigliai - è bellissima -
- It's home. Our home. -
Mi diede un breve, ma soffice bacio sulla punta delle labbra e poi un altro più approfondito.
Smangiucchiammo un po' di pasta con sugo al pomodoro che era avanzata in casa e poi uscimmo. Voleva farmi vedere Londra di notte. Beh... Se New York mi aveva stupito, Londra... Essendo anche la mia città preferita, mi scavò nell'anima. Era lì che volevo vivere. Lì e da nessun'altra parte.
Mika viveva a sud di St. James's Park, a Westminster. Una delle zone più ricche e curate di Londra. Prendemmo un taxi e arrivammo a Oxford Street. Mi spiegò che lì c'era la vera vita notturna di quella capitale meravigliosa. Entrammo in un locale dove trovò dei suoi amici con i quali cominciò a chiacchierare. Erano persone simpatiche e stravaganti come lui. All'inizio comunque mi sentii un po' spaesata non conoscendo nessuno, ma dopo un po' mi divertii molto di più.
Trovai una ragazza simpatica e stringemmo subito amicizia. Si chiamava Chloe e aveva un anno più di me. Lei era inglese per nascita, ma aveva vissuto un paio di anni in Italia. Alla fine della serata ci scambiammo i numeri di telefono con la promessa di rivederci. Anche Mika era felice che avessi trovato un'amica. Ormai frequentavo solo uomini. Lui, Marco, Cristiano. Effettivamente...
Mentre stavamo tornando in taxi mi arrivò un messaggio di Marco: se riesci ci sentiamo su Skype.
Gli risposi che lo avrei chiamato in un quarto d'ora. Non appena fossimo arrivati a casa.

- Mikaaaa! La telecamera! Perché non funziona?! -
Arrivò saltellando attraverso la porta mentre cercava di cambiarsi i boxer. Gli sorrisi maliziosamente e leggermente divertita. - Aspetta. Devi... - si mise accanto a me davanti allo schermo del computer, ma si allungò per sistemare qualcosa dei cavi dietro.
- Bei boxer Mika! - sentii urlare con voce roca.
- Morgan! - esclamai. - Funziona! -
Mika era leggermente arrossito.
- Susu, non fare il bambino e finisci da cambiarti. - dissi scoccandogli un bacio all'angolo delle labbra. Poi ritornai concentrata sullo schermo e la telecamera. - Eccoci. Cosa dovevi dirmi? -
Vedevo nello schermo Morgan seduto sulla sua gigantesca poltrona girevole con la scrivania sommersa da carte mentre cercava qualcosa in mezzo a queste.
- Beh, innanzitutto bel vestito. - disse commentando il tubino di paillette argentee molto corto che indossavo.
- Grazie. Poi? -
- Devi iniziare a pensare a che università iscriverti. -
- Con calma. Ho altri problemi per la testa. -
- Tipo? - chiese stupito.
- Te e la tua revoca di affidamento. -
Sorrise in modo dolce. - Non è compito tuo occupartene Clara, lo sai. Vivi la tua vita. Sei ancora giovane, non rovinarti con me. -
- Marco. Come io sono una delle persone che ti sono ancora vicine per te. Tu sei una delle poche persone che mi sono vicine. -
- Allora siamo messi male - disse ironico. - Grazie comunque. È proprio a proposito della revoca dell'affidamento che ti vorrei parlare. -
- Vai. -
- Mi è arrivato un documento da Asia. Vuole togliermi l'affidamento perché dice che non sono un buon esempio per Anna . -
- E tu dimostragli che non è vero! - quella storia mi stava trascinando un po' troppo, ma difatti, se non fossi riuscita ad entrare a medicina avrei ripiegato su giurisprudenza.
- Clara... Stiamo parlando di me. Marco Castoldi in arte Morgan. Non stiamo parlando di Michael. Cos'ho fatto di giusto nella mia vita?! - La maschera Morgan si stava sgretolando e anche Marco, sotto, stava iniziando a cedere e non potevo permetterlo.
- Hai aiutato me! - Urlai al limite. - Mi hai aiutato quando più ne avevo bisogno! Mi hai dato una casa e una persona che mi capisce e sulla quale posso contare! A te si può chiedere tutto e si sa che risponderai con sincerità! Questo sei tu! Un uomo sincero e una persona su cui nel momento del bisogno si può contare! -
- Sicura che stai parlando di me? - chiese triste e senza ironia.
- Sì! Ne sono certa! Perché io ho visto il vero Marco. Non Morgan, non una delle centinaia di maschere che come me indossi ogni giorno. Ho visto il Marco che tiene con tutto se stesso alle persone a cui vuole bene, che lotta per loro. - provò a dire qualcosa, ma io continuai. - Domani torniamo, o almeno io, a Milano e daremo una sistemata alla tua casa e alla tua vita. Faremo vedere che sei un padre capace e responsabile. -
- Grazie piccola Clara, grazie. Sei più forte di me. - Nella sua voce sentii il dolore sorpassato dalla speranza.
- Buonanotte Marco, fratellone, ti voglio bene così come sei; non cambiare mai. -
- Buonanotte mademoiselle. Saluta il tuo fidanzato in boxer. -
- Contaci. A domani. -
Con un tasto chiusi la telefonata e mi poggiai all'indietro sulla gigantesca poltrona girevole. Quando riaprii gli occhi girai la sedia e vidi Michael. Era poco più di un'ombra poggiata sullo stipite della porta. - Da quanto tempo sei lì? - chiesi stanca, ma senza rimprovero.
- Da un po'... - disse semplicemente. Venne verso di me e accucciò per essere alla mia altezza. - Ti amo. Sei la cosa più bella che mi sia capitata. Ti amo e non smetterò mai di amarti. -
- Aspetta a dirlo. Sei sicuro di voler conoscere tutti i lati di me? Anche quelli più oscuri e feriti? -
- Ne sono certo - disse lui guardandomi negli occhi e sostenendo il mio sguardo. - Voglio conoscere ogni sfaccettatura del tuo carattere, anche quelli feriti; e chiudere queste ferite. -
- Ti amo - dissi io confortata dal suo abbraccio e dalle sue parole.
- Dai, andiamo a dormire. -
Mi alzai in piedi e mentre cercavo di stabilizzarmi venni sollevata con facilità. Non protestai e mi lasciai portare in camera dove mi rimise per terra e mi aiutò a togliere il vestito. Tolsi il reggiseno e infilai una vestaglia blu. Poi mi infilai sotto le coperte accanto a Mika. Mi strinse in un abbraccio e poggiai la testa fra la sua spalla e il suo collo piangendo lacrime silenziose.
Piangevo per Marco. Era assurdo, erano secoli che non piangevo per me. Qualsiasi cosa mi fosse successa negli ultimi anni, compresa la morte di mio padre, non mi aveva portato a piangere, ma il dolore di Marco, di una delle poche persone che nella mia vita contavano qualcosa mi aveva distrutto. Mi addormentai così, nell'abbraccio di Michael, mentre sussurrava Over My 
Shoulder.
Quando mi sarei svegliata sarebbe stato un altro giorno.

ANGOLO SCRITTRICE: ciao a tutti! Essendo a Milano ;) sono riuscita a scrivere velocemente. Tuttavia non so come mi sia venuto questo capitolo, ma dovevo riprendere in mano la "situazione Anna Lou". Comunque spero vi piaccia come sempre. Scusatemi per il poco che ho scritto.
Au revoir
ILoveRainbows
P.S. I Navigli, anche se non so cosa c'entri, sono bellissimi. Sempre stati e sempre saranno uno dei miei posti preferiti di questa città meravigliosa. Se non ci siete mai stati andateci. Peccato che Mika sia a Los Angeles :( oggi torno a casa, ma spero di tornare presto qui con la scusa di trovare mio zio.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Mika / Vai alla pagina dell'autore: ILoveRainbows