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Autore: Elisss394    09/03/2014    3 recensioni
La storia vista dagli occhi di Ron e Hermione.
La storia di due sedicenni che hanno mille motivi per litigare e solo uno per riappacificarsi. Due sedicenni che sono alle prese con i propri sentimenti, che non riescono a gestire.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Quella sera, Hermione, aveva deciso di non scendere alla Sala Grande. Preferiva stare al caldo, seduta sulla sua poltrona preferita della Sala Comune, a leggere un libro.

Lo aveva comprato la sera stessa, ad Hogsmide.
Fin da subito, non vedeva l'ora di insinuarsi tra quelle pagine e lasciarsi travolgere, ancora una volta, da un buon libro. Solo che era rimasta molto stupita nel ammettere che le piacesse una trama del genere. Raccontava la storia di una giovane che, trasferitasi in una campagna, incontrava un ragazzo spavaldo e scortese, con cui non riusciva proprio ad andare d'accordo. Ma nonostante ciò, dopo una serie di avventure, capivano di essere cotti l'uno dell'altra. Questa storia le suonava così familiare, che aveva deciso di comprarlo. Così, eccola lì, a leggere un libro che, anni prima, non avrebbe preso neanche in considerazione. Assurdo, no? Ma fin da subito questa lettura la travolse come poche, e quando entrarono i ragazzini del primo anno, tra schiamazzi e spintoni, fu molto scocciata nel dover interrompere la sua lettura.
La pioggia batteva forte sui vetri ed un vento gelido riusciva ad insinuarsi là dentro, anche con le finestre chiuse. Chiuse il suo libro, tenendolo tra le gambe incrociate sulla poltrona, e prese a scostarsi un ciuffo dal viso, c'ercando invano di sistemarlo dietro l'orecchio. Inutile, i suoi capelli non sarebbero mai stati fermi. Erano come un groviglio di vipere. Stava per alzarsi in piedi a rimproverare quei ragazzini per il troppo schiamazzo, quando dal ritratto arrivarono tutti gli altri Grifondoro. Ron era a capo del gruppo, e raccontava, per la milionesima volta, dell'ultima partita Grifondoro contro Tassorosso. Hermione si ritrovò a sorridere nel vedere quanto entusiasmo fosse racchiuso nelle sue parole, come la prima volta che aveva sentito la storia. Ormai la sapeva a memoria. Ed era sicura che la sapessero anche Lavanda, Cali e le altre, ma avrebbero fatto il doppio salto mortale per sentirla raccontare altre centinaia di volte. Da quando Ron era entrato nella squarda, aveva iniziato a risquotere un certo successo tra le ragazze. E per di più, aveva iniziato a fare pesi e aveva sviluppato del bicipiti niente male e una tartaruga che avrebbe fatto invidia a Victor Krum.
Non che lei avesse visto entrami i ragazzi senza maglia! Ma per favore! Era solo una semplice diceria. Nulla di più.
In quel momento arrossì, diventando del colore del tappeto. Lui, dopo aver finito la storia e aver aspettato i soliti commenti come "Fantastico RonRon" Oppure "Dev'essere stato difficilissimo" e robe del genere, si avviò verso le poltrone libere di fianco a Hermione.
"Non capisco come tu abbia fatto, RonRon, io sarei morta! Sei così forte!" 
Hermione lo prese in giro non appena si sedette affianco a lei. "Aspetta un po'.." disse, toccandogli una spalla, come se lo stesse pulendo da qualcosa 
"Credo che ti abbiano lasciato un po' di bava."
Ron rise e la guardò, divertito. Vedeva che anche lei era divertita da questa situazione. E dalla sua voce traspariva anche un'altra emozione.
Gelosia, forse? Per un assurdo momento, Ron ci sperò, poi scosse la testra e si passò una mano tra i capelli, il suo solito tic nervoso. Poi si girò dalla sua parte.
"Sono delle stramaledette sanguisughe, quelle lì!" esclamò lei, con foga. E poi si stupì delle sue stesse parole, o meglio, del tono con cui le aveva pronunciate. Invece a lui fecero sorridere involontariamente. Ma lei cambiò subito argomento.
"Allora... hai finito i tuoi..?" 
"Compiti?" fece lui, abituato alla domanda, che era sempre l'inizio delle loro conversazioni.
"Si, li ho finiti. E so che può suonare molto strano, ma ha fatto due centimetri di tema in più, da quelli richiesti dal professor Victorius!" disse lui, soddisfattissimo, come se due centimetri potessero alzare di chissà quanto il suo voto.
"Sei sicuro di non aver allargato la scrittura?" aveva un tono di voce tra lo scietticismo e il divertimento, e questo non aiutò Ron al trattenersi dal sorridere. Era impossibile con lei, bastava guardarla e subito un sorriso involontario piombava sul suo viso. Quasi fosse una malattia. Sorrise anche lei, e aprì il suo libro, senza leggere nessuna parola. Era felice che Ron le dedicasse le sue attenzioni. Da quando Harry passava il suo tempo nell'ufficio di Silente, lei e Ron passavano molto più tempo insieme. E gli era grata ,anche solo per
qualche minuto insieme. Forse sono per abitudine o compassione, ma era veramente felice che lui lo facesse. In qualche modo si sentiva... amata. Con lui intorno, con il suo sorriso o semplicemente con la sua voce, lei riprendeva a respirare. Era come ossigeno, la sua presenza. Ed era così imbarazzante che non lo avrebbe mai detto ad alta voce. 
"Che leggi?" improvvisamente, venne tirata via dai suoi pensieri. Si rese conto di sorridere come una ebete fissano le pagine.
"Oh.. nulla di... nulla di importante." abbassò lo sguardo e si mise i capelli dietro le orecchie. 
"Posso vedere?" chiese lui avvicinandosi e poggiando il braccio sul bracciolo della poltrona di Hermione. Un' intenso profumo di erba tagliata la invase. Lei amava quel profumo, ma non necessariamente perchè fosse legato a Ron. Le piaceva e basta, tutto qui. Inclinò la testa di qualche centimetro, per leggere qualche riga del romanzo. Per un attimo, lei si perse a fissare il suo braccio teso, appocciato vicino a lei. Nonostante la dentro non ci fosse così caldo, lui indossava una maglia a maniche corte e ciò mostrava i suoi muscoli, accentuati dalla posizione in cui si trovava. Tutte le ragazze trovavano affascinate questa cosa, e ora capiva perchè.. Il cuore prese a battere allegramente ed Hermione si imporporì sulle guance. Distolse lo sguardo appena in tempo per vedere lui che le sfilava il libro dalle mani, saltando giù dalla poltrona e allontanadosi il più possibile. Sorrideva e teneva il libro in altro, in modo che lei non ci arrivasse, vista la differenza d'altezza. Dando una rapida occhiata alla stanza, si rese conto che i Grifondoro erano dimezzati e ora se ne poteva vedere solamente qualcuno, ancora seduto vicino al fuoco. Possibile che fosse rimasta così tanto tempo a fissare i suoi bicipiti? Sperò solo di non aver avuto la faccia di Lavanda per tutto quel tempo.
"Ron, cosa pensi di fare?" chiese lei cautamente. Piano piano, aveva iniziato ad avvicinarsi a lui, impercettibilmente.
"Voglio solo.. leggerlo.." Quasi a stento, riuscì a trattenere una risata. Ron e i libri erano come il sale e lo zucchero. Due opposti che decisamente non si attraevano.
"E intendi restituirmelo, poi?" gli chiese lei, che non aveva smesso di avvicinarsi. Le sembrava di essere tornata bambina, quando giocava ad acchiapparello con i suoi vicini di casa. La cosa la fece sorridere, ma non smise di avvicinarsi.
"Mh.. credo di no... Cindy sapeva che quel'uomo era una disgrazia!"
Lei rise. "Ron, sei così ridicolo!" Ormai era a pochi passi quando.. "E questa cos'è?" chiese lui, incuriosito.
Bastò un occhiata perchè lei capisse che cosa aveva trovato. L'ultima lettera che le aveva mandato Krum. Miseriaccia! Miseriaccia? Da quand'è che usava questa affermazione? Se Ron avesse letto quella lettera, sarebbero finiti in una delle solite insulse litigate, senza un motivo apparente. Forse perse il lume della ragione. Forse era solo acciecata dal pensiero che non voleva litigi, questo non lo sapeva. Ma fece la cosa più stupida del mondo magico.
Lo spinse verso un divanetto, e dopo un momento, caddero insieme. Il libro e la lettera volarono via e lei tirò un sospiro di solievo. Poi, i loro occhi si incontrarono. Lei teneva le braccia tese, in modo da non essere troppo vicina al suo viso, ma con scarsi risultati. Si trovavano a pochi centimetri di distanza. I capelli di lei ricadevano sul viso di lui, e il profumo d'erba tagliata la travolse come non mai. Le riempì le narici, facendole quasi girare la testa. Si perse nei suoi occhi, chiedendosi se avesse mai notato che erano azzuri come un cielo sereno. Il respiro di lei gli sferzava il viso, molto dolcemente. Poi, in un secondo, entrambi si resero conto della posizione in cui si trovavano e decisero che era terribilmente imbarazzante.
Così lei scese e diede modo a lui di alzarsi in piedi, che ormai aveva le orecchie arrossate e si passava una mano tra i capelli. Lei era bordeaux, e temeva che il suo cuore sarebbe esploso da un momento all'altro.
"Beh.. si è fatto tardi. Credo.." disse lui, cercando di non incontrare i suoi occhi. 
"Lo credo anche io.. Allora.. Buonanotte Ron." per un secondo i loro occhi si incontrarono di nuovo, poi lei gli voltò le spalle, dirigendosi vero il dormitorio femminile.
Si legò i capelli in una treccia, si mise il pigiama e si infilò sotto le coperte. Ci volle un po' prima che si addormentasse, ma il suo ultimo pensiero, fu sicura che le sarebbe rimasto impresso nella mente. In qualche secondo, le passarono i suoi ultimi 6 anni davanti agli occhi. Litigi, abbracci, mani che si sfioravano, cuori che ballavano il tip tap, rossori in viso, sceneggiatte, battibecchi, sguardi sfuggenti e respiri mozzati. Forse lo aveva sempre saputo, ma aveva sempre cercato di nasconderlo a se stessa. Ora, forse ne era certa, e, nel silenzio del dormitorio, poteva sentire il suo cuore danzare. Ora era sicura. Lei era cotta di Ron Weasley.

  
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