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Autore: junhoseyes    09/03/2014    0 recensioni
Succedono cose strane intorno a lei.
Genere: Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non c'erano stelle in cielo quella notte. Era una notte gelida, e uno spicco di luna sormontava il cielo, silenzioso. Nevicava, ma non una neve candida. Candido non era esattamente un termine comune in quel luogo. C'era ghiaccio ovunque, dai tetti delle case agli occhi della ragazza che in quel giorno di dicembre si era avventurata per le strade di quel villaggio. Era sola in mezzo a tutto quel bianco, ma sembrava a suo agio, come se avesse passato i suoi quindici anni a nascondersi da tutto e da tutti. Non che l'avesse deciso lei. Le persone le stavano alla larga; certo, ogni tanto le rivolgevano qualche sguardo, ma era uno sguardo pieno di odio, e forse, di paura. Paura, certo, perchè intorno a Sarah Hills anche la più mansueta delle creature sarebbe stata in grado di rivoltarsi al proprio padrone. Erano svariate i fatti strani che la riguardavano, ma avevano tutti una cosa in comune: dolore.
Svoltò l'angolo del viottolo ormai sommerso dalla neve, ma si bloccò tutt'ad un tratto. C'era qualcun'altro: Sarah lo capì dal singhiozzare ininterrotto che proveniva dalle scale di una vetrina di un'edicoleria chiusa. Le finestre erano sbarrate, come se questo servisse a tenere lontano le creature che erano solite aggirarsi per quelle strade. Per un momento Sarah non notò nulla, ma poi guardò meglio: rannicchiato sulle scale, gemeva un bambino, tremante per il freddo. Doveva avere più o meno cinque anni, ed era un fatto insolito trovare un ragazzino di quell'età, a quell'ora e in quel luogo. Che fosse un orfano senza casa? Non era improbabile. In quel villaggio erano diversi i bambini che avevano perso i genitori in circostanze misteriose. Sarah lo sapeva bene: era capitata la stessa cosa a lei. Si avvicinò cauta, ma, come scoprì più tardi, fu un grosso errore. Il bambino gemeva sempre più forte, e quando gli occhi di quest'ultimo incrociarono quelli della ragazza, si paralizzò. Conosceva quello sguardo. << Sei una di loro, vero? >> chiese con un filo di voce. << Mio papà me ne ha parlato, sai. >> continuò. << Dove sono i tuoi genitori? >> azzardò la ragazza, cercando di cambiare argomento. Le capitava spesso che qualcuno le facesse quella domanda, ma non aveva mai capito cosa le persone intendessero esattamente con 'loro'. Il ragazzino non intendeva rispondere e prese a singhiozzare ancora più forte. << Se ti sei perso, posso aiutarti. >> riprovò Sarah. << Qual è il tuo nome? >> tentò di assumere un tono rassicurante, ma per quanto si sforzasse ad apparire gentile, i suoi occhi la tradivano. << Mia madre aveva detto che sarebbe venuta a prendermi. >> disse infine il bambino. Fu allora che successe qualcosa di strano. Sebbene le fosse capitato un sacco di volte, Sarah si faceva sempre cogliere alla sprovvista. Quella strana sensazione, quel pensiero che si risvegliava in un antro oscuro della sua mente, e la prendeva improvvisamente. Era come se il resto del mondo non esistesse più, c'erano solo lei, e ciò che teneva dentro di sè.
Fu allora che successe qualcosa di strano. Cominciò a soffiare un vento gelido, che fece venire i brividi al piccolo, mentre la ragazza sembrava quasi 'immune'. Un vento strano, sinistro. Un vento che sembrava portasse con sé tutti i mali del mondo. Un vento che toglieva il sorriso a chiunque osasse sfidarlo. Soffiava sempre più forte, e la ragazza notò che il bambino tremava continuamente. << Vieni con me, la mia casa non è lontana da qui. >> gridò, cercando di sovrastare gli ululati del vento. << Seguimi, non è sicuro rimanere qui. Ci prenderemo tutti e due un bel raffreddore. >> per quanto provasse a convincerlo, il ragazzino sembrava irremovibile. Si guardava intorno disperato, alla ricerca della madre. Ci aveva quasi rinunciato, quando notò una figura che avanzava faticosamente in quel turbinio di fiocchi di neve. Era una figura non molto alta, indossava un lungo cappotto e un cappello di lana. Urlava qualcosa, ma il vento rendeva incomprensibili le sue parole. << Mamma! >> gridò allora il bambino. Sarah, che cercava di prenderlo in braccio, si girò di scatto e notò la figura, sempre più vicina. Ora si poteva chiaramente sentire cosa diceva, e non fu piacevole per la ragazza. << No! Sta lontana da mio figlio, lascialo! >> era in preda alla disperazione, come se anche solo il contatto con lei potesse in qualche modo far del male al piccolo. Sarah lo mollò immediatamente e quest'ultimo corse dalla madre. << Avevi detto che saresti venuta a prendermi! >> diceva. << Lo so, lo so, ma dimmi, quella ragazza ti ha fatto qualc..>> ma si interruppe. Si stava fissando le mani. Erano ricoperte di sangue, così come il braccio del figlio nell'esatto punto in cui quella l'aveva afferrato. << Cos'hai fatto a mio figlio? MOSTRO! >> gli occhi le si riempirono di lacrime e, preso in braccio il figlio, prese la via per la quale era venuta.
Quindi era questo quello che intendevano con 'loro'. Mostro, ecco cos'era agli occhi delle persone. Capitava spesso che la gente la chiamasse così.
  
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