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Autore: EmmeEnne    09/03/2014    2 recensioni
Casa, scuola, scuola, casa. La vita di Elis è una normale vita di un’adolescente qualsiasi. I suoi genitori sono separati, lei vive con suo padre, ma sta per tornare nella sua città natale: Beacon Hills. Continuerà a vivere la sua vita come lo faceva ad Atlanta? Cosa le aspetta a Beacon Hills? Questa cittadina, si sa, è un faro per il sovrannaturale, ma il “si sa” è riferito a pochi. Elis entrerà a far parte della cerchia o sarà solo una spettatrice dei tanti misteri? Non rimane che leggere per scoprirlo…
La storia conterrà spoiler sulla parte a della terza stagione!
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cora Hale, Isaac Lahey, Nuovo personaggio, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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20
 

Derek se l’era presa tra le braccia e l’aveva portata al piano di sopra, adagiandola sul letto nella stanza di Isaac. Stiles e Isaac erano lì, in quella stanza, gli occhi gonfi per il pianto. Isaac riusciva a pensare solamente che forse avrebbe potuto fare qualcosa per impedirlo, avrebbe potuto incatenarla a una sedia da Deaton e farla restare al sicuro, ma l’aveva lasciata andare, l’aveva lasciata morire. Stiles, invece, era lì che le teneva la mano. Infondo ci sperava ancora. Sperava che Elis avrebbe riaperto gli occhi da un momento all’altro e che l’avrebbe abbracciato, sorridendogli. Non riusciva ancora a credere che se ne fosse andata.

C’era silenzio in quella casa, troppo silenzio. Nessuno riusciva a dire una parola. Né di conforto, né presi dalla rabbia, niente di niente.
-Dov’eri?- chiese Derek e Peter, appena entrato dalla porta.
-Ho fatto fuori la tua ragazza- disse senza problemi, mentre si avvicinava ad Emma e le metteva una mano su una spalla.
Aveva appena perso la sua unica figlia, doveva starle vicino e farle forza.
Al minimo contatto, Emma si scostò, guardandolo quasi come se volesse ucciderlo.
-Mi hai lasciata qui da sola- riuscì a digli.
-Quella psicopatica aveva la priorità-
-Non ti credo-
-Fai qualche incantesimo, leggimi la mente! Non ho niente da nascondere a te-
-Bene allora. Dammi le mani- 
Peter fece quello che Emma gli aveva detto. Era una cosa strana da vedere, lui non si era comportato mai in quel modo, nemmeno lontanamente.
Emma gli prese le mani, chiuse gli occhi e cominciò a concentrarsi. Quello che vedeva all’inizio era sfocato, ma man mano che si focalizzava aveva un quadro molto più chiaro.
-Ma certo, sei tu- diceva Jennifer, quasi sdraiata sopra al Nemeton –Tutti vengono feriti, ma in qualche modo tu ne esci sempre illeso- diceva, riferendosi a Peter –Adesso che Scott è un Alpha, potrai rubargli i poteri-
-Sai, è incredibile che io stia per dirlo ma in questo momento non m’importa del potere. Tu hai toccato la mia famiglia-
diceva Peter, mentre faceva fuoriuscire gli artigli e tagliava la gola a Jennifer –Nessuno tocca la mia famiglia!-
Improvvisamente Emma gli lasciò andare le mani, guardandolo negli occhi e accennando a un mezzo sorriso. Aveva vendicato la morte di sua figlia, della loro figlia.
-Dov’è il suo corpo?- le chiese Peter.
-Di sopra. Con…- cominciò, ma poi si fermò.
Il discorso di Jennifer cominciò a girargli in testa. Rubare… Potere…
-So cosa fare! Posso salvarla!- disse all’improvviso, mentre tutti la guardavano come se fosse pazza, non capendo a cosa si riferisse.
Non diede tempo a nessuno di fare nemmeno mezza domanda che corse fuori dal loft. Peter la seguì.
-Che cosa hai intenzione di fare?- le chiese.
-Posso salvarla- gli rispose, con gli occhi lucidi.
Un barlume di speranza si era acceso in lei e non voleva lasciarlo andare. Doveva soltanto arrivare a casa e trovare quell’incantesimo, poi avrebbe rivisto sua figlia in piedi.
-Che cosa stai dicendo? Emma…-
Era comprensibile. Aveva appena visto la sua unica figlia morire, era distrutta. E per di più stava farneticando. Come pretendeva di riportare Elis in vita? Con quale specie di incantesimo poteva… Peter sorrise, infondo lui stesso era tornato in vita non molto tempo prima, senza nemmeno l’aiuto di una strega potente quale Emma era.
-Guido io- le disse. Se era così convinta di potercela fare, lui l’avrebbe aiutata.
-Come hai intenzione di farlo?- le chiese, una volta messa in moto la macchina.
-C’è un incantesimo. Posso riportarla in vita prendendo l’anima e l’energia vitale di un’altra persona- gli rispose.
-Cioè uccidendo un'altra persona?- le chiese, sospirando.
-E' l'unico modo- gli rispose in modo distaccato.
Lei ci aveva pensato, conosceva anche le conseguenze di quel gesto, ma erano gli ultimi problemi della lista. Sua figlia aveva solamente diciassette anni, non meritava di fare quella fine. Proprio lei che non aveva mai fatto del male a nessuno, nemmeno verbalmente, che l'aveva perdonata con tanta facilità quando aveva scoperto che aveva mentito a lei e Tomas, che aveva accettato tutta la storia del soprannaturale senza fare scenate o altro, soltanto per amore suo e di Isaac. Quel povero ragazzo ne aveva passate così tante in così poco tempo, e adesso si trovava a piangere per la morte di una persona che riteneva sua sorella. E poi c'era Stiles. Emma ricordava quando Elis era tornata pochi giorni prima e le aveva raccontato della giornata passata con lui al matrimonio di Tomas. Le aveva detto di tenere molto a Stiles, che si era presa una bella cotta, che provava delle emozioni indescrivibili. Poi lei aveva visto la reazione di lui nel vederla lì a terra, senza vita e in mezzo a tutto quel sangue. Era disperato tanto quanto lei, piangeva, non credeva che quello che aveva sotto gli occhi fosse reale. Perché dei ragazzini di diciassette anni, che dovrebbero pensare solo a godersi la vita, dovevano essere immischiati in tutto quello? Emma se lo era chiesto in continuazione nell’ultimo periodo, ma non aveva mai trovato una risposta concreta. Scese non appena la macchina si fermò ed entrò in casa, seguita da Peter.
-Dov’è? Dove sei?- disse, mentre cercava qualcosa tra i tanti scaffali.
-Sei sicura di quello che stai facendo?- le chiese Peter.
Non aveva mai visto Emma in quello stato, non voleva vederla fare qualche sciocchezza della quale si sarebbe sicuramente pentita successivamente. Lui lo sapeva bene cosa significava prendere la vita a qualcuno. Certo, era di Elis che stavano parlando, ma ci sarebbe stata comunque una ripercussione su Emma.
-Trovato! Andiamo, dobbiamo sbrigarci- disse, mentre infilava il libro nella borsa e correva alla porta. Improvvisamente, Peter le bloccò la strada.
-Che cosa stai facendo? Spostati- gli disse convinta.
-Pensa a quello che stai facendo, Emma-
-Ti ho detto che non m’importa delle conseguenze-
-Anche se dovessi finire col morire tu? Questo incantesimo ti porterà via parecchie forze, non è vero?-
-Te lo ripeto ancora una volta: non m’importa. L’importante è che…-
-Io non lo permetterò. Ti avviso Emma, se dovessi accorgermi che c’è qualcosa che non va in te, ti fermerò-
-E’ mia figlia, Peter-
-E tu sei la donna che amo- le rispose, facendola rimanere di sasso –Credi che non me ne sia accorto? C’è un altro battito oltre al tuo, non permetterò che tu metta a rischio la tua vita e quella del bambino che porti in grembo. Troveremo un altro modo per far tornare indietro Elis-
Era vero, era incinta. Voleva dirglielo, ma poi era venuta a sapere di Cora e aveva deciso di aspettare. Nemmeno Elis lo sapeva, ma era sicura che ne sarebbe stata contenta. Aveva sempre desiderato un fratellino o una sorellina più piccoli di lei. Emma si avvicinò a Peter, prendendo il suo viso tra le mani e baciandolo dolcemente sulle labbra.
-Posso farcela- disse –Ma ho bisogno che tu abbia fiducia in me-
-Ho fiducia in te, tanta. Ma non voglio perderti-
-Non succederà- gli disse, prima di uscire da casa e tornare al loft.

Stiles era ancora lì, nessuno era riuscito a farlo muovere di un solo centimetro, nemmeno Scott. Isaac, invece, era uscito da quella stanza di sua spontanea volontà. Si era subito precipitato tra le braccia di Cora, non gli importava che ci fosse anche Derek lì, in quel momento aveva bisogno di lei. Almeno una delle due stava bene. Non poteva ancora credere che Elis se ne fosse andata per sempre. Voleva con tutte le sue forse sperare che quello fosse tutto un brutto sogno, ma nonostante gli avessero detto che Emma potesse fare qualcosa per riportarla in vita lui non ci credeva. Era più forte di lui; a volte non credeva fino a che non vedeva con i propri occhi. Come poteva qualcuno tornare dal mondo dei morti? Se veramente esisteva un modo, allora perché permettevano ancora che la gente soffrisse per la perdita di una persona cara? Bastava pronunciare delle parole magiche ed era fatta, no?
I suoi pensieri si interruppero quando vide entrare lo sceriffo Stilinski nel loft, lo aveva chiamato Scott. Povero Stiles, era ancora seduto di fronte a lei con la speranza che avrebbe riaperto gli occhi. Vedere Elis in quello stato, aveva sicuramente fatto venire a galla i ricordi della morte della madre. Era comprensibile, ad Isaac era capitato lo stesso. Si ritrovò a sperare che lo sceriffo potesse convincerlo a uscire da quella stanza; prima avrebbe accettato la realtà e prima sarebbe stato un po’ meglio.

Stiles era distrutto, e indirettamente lo era anche lui. Vedere il proprio figlio in quello stato non lo avrebbe augurato nemmeno al peggiore dei suoi nemici. E poi poteva capire bene il suo stato d’animo, anche lui aveva perso una persona che amava anni prima. Era la seconda perdita per Stiles, anche se era un bambino quando la madre morì. Povera Elis, morire a diciassette anni per mezzo di una guerra nella quel lei non c’entrava niente. Quando Scott lo aveva chiamato e gli aveva detto quello che era successo stentava a crederci. Ma adesso che aveva tutto sotto gli occhi non poteva non sentirsi un po’ in colpa. Lui era lo sceriffo, aveva il compito di proteggere ogni singola persona a Beacon Hills, e con la morte di Elis si sentiva come se avesse fallito il suo compito, ancora una volta.
-Stiles- disse, chiamando suo figlio, senza ricevere nessuna risposta.
-Ehi- disse di nuovo, inginocchiandosi di fronte al ragazzo.
Aveva gli occhi arrossati a causa del pianto. Ci teneva davvero tanto a Elis.
-Stiles, dobbiamo andare-
-L’ho lasciata andare via da sola, è colpa mia-
-Che cosa stai dicendo? No che non è colpa tua-
-Dovevo fare qualcosa per impedirlo. Io potevo fare qualcosa, papà-
-Guardami. Non torturarti in questo modo, non è stata colpa tua-
-Io… Io l’amavo, papà. E non ho potuto dirglielo- confidò a suo padre, scoppiando di nuovo in lacrime.
Lo sceriffo prese suo figlio tra le braccia, quel ragazzino logorroico che aveva solo bisogno di sentirsi amato. Era tutto quello che gli rimaneva, e vederlo in quello stato lo faceva stare male.
Dopo un po’ di tentativi, riuscì a portarlo via da quella stanza.
In poco tempo Emma e Peter raggiunsero di nuovo il loft, trovando una persona che non si sarebbero mai aspettati di trovare lì: Tomas. 

 

Next on ‘Just close your eyes’:

-Lo sai che questo è tutta colpa tua, vero?- le urlò in faccia. 
La sua voce tremava. Non solo poco tempo fa aveva scoperto che la sua bambina non era sua figlia, adesso l’aveva anche persa. L’aveva persa per sempre. -Elis è morta, quando invece tu avresti dovuto proteggerla!- continuò, prendendo Emma dalle spalle e scuotendola, arrabbiato. 
-Lasciala in pace- disse Peter, mettendosi in mezzo –Non è colpa di nessuno-

-State dicendo che… che Elis può tornare in vita?- chiese Stiles speranzoso. 
Quando Emma annuì lui sorrise. Elis, la sua Elis, poteva essere salvata. Sarebbe tornata in vita, proprio come avevano fatto lui, Scott e Allison poco prima. Certo, le circostanze erano ben diverse, loro non erano proprio morti per davvero, ma il risultato finale sarebbe stato lo stesso. E lui avrebbe aiutato, avrebbe fatto qualsiasi cosa fosse stata necessaria. 

Tutti quanti in quella stanza la stavano guardando, il che non l’aiutava affatto. Tomas la stava guardando, aspettando che facesse quello che le aveva chiesto. Derek la stava guardando, che si sentiva in colpa. Emma poteva leggere sul suo volto che si sentiva responsabile della morte di Elis, riportarla indietro di certo avrebbe aiutato anche lui. Isaac la stava guardando, pregandola con gli occhi. Da quando era entrato nella vita di Elis era diventato come un secondo figlio per lei. Lui era stato privato troppo presto della sua famiglia, non gliene era andata una giusta, era per questo che cercava di fare il suo meglio per farlo sentire parte della famiglia. E anche Stiles la stava guardando, riusciva a sentire tutta la sua disperazione. Era un ragazzo che si era innamorato di una ragazza, tutto quello che voleva era poter passare del tempo con lei, non vederla morire.

 

Emme's corner: 
Ok, scusatemi. Scusatemi, scusatemi, scusatemi e scusatemi per questo enorme ritardo! 
Sì, volevo farvi rimanere con un po' di suspance, ma mi rendo conto che è stata un po' troppa. Il fatto è che mi sono scocciata con la scuola, sono veramente esausta! Sul prossimo capitolo non vi prometto niente, non so proprio quando avrò il tempo materiale per mettermi a scrivere ç-ç E io che volevo iniziare una nuova storia D: Credo che dovrò calmarmi un po' xD Bene, scusatemi ancora e lasciatemi una recensione! 
#Emme#



 
  
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