Fanfic su artisti musicali > Little Mix
Segui la storia  |       
Autore: xSabryx    09/03/2014    2 recensioni
Jade Thirwall è una ragazza di 16 anni che ama la musica e gli amici e spera, un giorno, di poter diventare una cantante famosa. Affianco a lei le amiche Perrie Edwards, Jesy Nelson, e Leigh-Anne Pinnock, anche loro appassionate di musica, con le quali formerà una girl band destinata ad avere un successo fantastico! Ma un ragazzo le cambierà la vita, in modo positivo o negativo? Per scoprirlo leggete...
-----------
Dalla trama: "Non potevo credere a tutto ciò, io lo avevo sempre odiato ed ora ero la sua ragazza! È quasi come la canzone di Pink… LO ODIAVO COSI TANTO CHE ME NE SONO INNAMORATA!"
-----------
TRAILER DELLA FF: http://www.youtube.com/watch?v=qp_AxgfOLMY
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jade Thirlwall, Jesy Nelson, Leigh-Anne Pinnock, One Direction, Perrie Edwards
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Jade’s POV
“Mare!” – annunciò Perrie urlando e svegliandoci dal nostro sonnellino mattutino. Era tutta eccitata e guardava dal finestrino del camper con aria completamente presa dal paesaggio esterno. Eravamo infatti arrivate al porto dove avremmo preso un traghetto con il quale avremmo raggiunto Dublino, la seconda tappa del tour. Ormai viaggiavamo assieme al camper dei ragazzi e ci saremmo imbarcati tutti sullo stesso traghetto. Io in realtà non ero molto eccitata all’idea poiché avevo paura dell’oceano, e soprattutto non sapevo nuotare. Questo mi aveva già provocato problemi in passato, quella volta fui stupida a tuffarmi in acqua nonostante la mia paura ed Harry si arrabbiò pure. Tralasciando il flashback, avrei sicuramente passato tutta la traversata nella parte interna della nave, onde evitare brutti ricordi e pericoli. All’imbarco vero e proprio, salimmo su un enorme traghetto che sembrava una vera e propria nave da crociera, solo che invece che salirci solo persone, c’erano anche auto e altri mezzi di trasporto.
Il grande portellone si chiuse dietro di noi e sentii come un motore accendersi sotto la grande nave: si stava iniziando a muovere. Secondo le informazioni che avevo raccolto, la traversata sarebbe durata circa un’ora e mezza, che speravo finisse il prima possibile. Dopo cinque minuti dalla partenza, scendemmo dal nostro camper portandoci delle semplici borse a mano con noi. Indossammo degli occhiali da sole perché la giornata era assolata e calda. Indossavo un paio di pantaloncini colorati e una maglia altrettanto colorata a fantasie floreali, delle Vans ai piedi e una coda alta come acconciatura. Scesero anche i ragazzi dal loro camper e insieme ci dirigemmo verso le scale che conducevano al piano superiore, dove si trovavano il bar e una piccola sala con divani e tavolini. Quando guardai meglio il gruppo notai l’assenza di Louis. Chiesi a Harry spiegazioni a riguardo e lui mi disse che Louis soffriva di mal di mare e aveva perciò preferito rimanere nel camper.
La cosa mi insospettì molto, Louis era strano già dalla prima serata a Manchester, quando dopo lo spettacolo aveva visto me ed Harry aveva fatto un’espressione triste che secondo me non era dovuto a ciò che pensava Harry. Louis era sempre stato lo stravagante della situazione, il più socievole e divertente ed ora? Dove era andato a finire l’animo del gruppo?
 
Lo spazio in cui ci trovavamo era ampio, ci sedemmo su delle comode poltroncine e prendemmo qualche cosina per stuzzicare l’appetito. Harry mi fece sedere sulle sue cosce e strinse le sue mani intorno al mio bacino per non farmi perdere l’equilibrio. Erano anche quei gesti che mi avevano fatto innamorare di lui. Perrie e Zayn erano di sicuro i più menefreghisti: si sbaciucchiavano davanti a tutti senza pudore mentre io tendevo a rifiutare i baci di Harry quando eravamo in pubblico.
“Noi andiamo a farci una passeggiata” – annunciò Harry facendomi scendere dalle sue cosce e poi tirandomi con se. Non avevamo deciso, lui aveva deciso. Mi trascinò con se fino all’esterno, sul ponte del traghetto. Mentre all’interno faceva un caldo pazzesco, fuori tirava vento e sentii dei brividi percorrermi le braccia scoperte. Così le strinsi fra loro per riscaldarmi ma Harry, accortosi del freddo che stavo provando, mi strinse forte fra le sue braccia calde. Poi mi baciò la fronte premendo con le sue labbra e mantenendo il contatto con la mia pelle per più di qualche secondo. Lo guardai poi negli occhi.
 
Io: “Perché mi hai portata qua fuori?”
Harry: “Hai rifiutato i miei baci perché ti vergognavi davanti agli altri, quindi ti ho portata fuori perché non resisto più a stare senza toccarti.” – mi rispose, e incatenò i nostri sguardi attraverso un momento di silenzio. Poi quella fase finì e cominciò ad accarezzarmi le guance con entrambe le mani. Fece un sorriso prima di baciarmi, chiusi gli occhi e gustai uno dei pochi baci che avevamo la possibilità di darci. Non so come faceva, ma mi faceva sentire bene ogni volta. Ci trovammo con le fronti vicine, la sua piegata e appoggiata sulla mia e di nuovo ci scambiammo un sorriso d’intesa.
 
Harry: “Jade, ti amo.”
Io: “Ti amo anch’io.”
 
Non avevo mai pronunciato quelle parole in modo così sicuro e sincero, Harry era in assoluto il ragazzo che amavo. Ogni cosa che facevamo assieme, ogni bacio che ci scambiavamo, ogni volta sentivo il mio cuore battere in modo irregolare e percepivo sensazioni molto piacevoli. Distogliendo la vista dallo sguardo del riccio, vidi in lontananza la costa irlandese e la indicai con il dito per farla vedere anche a lui.
Tornammo giù dai ragazzi che erano intenti a parlare di cibo, e annunciammo loro l’arrivo imminente. Ci ricomponemmo e raggiungemmo i nostri camper. Tra circa dieci minuti avremmo raggiunto la costa e poi finalmente Dublino.
 
Una volta raggiunta la terraferma, con mia grande contentezza, ci dirigemmo verso il luogo del concerto. Anche questa volta si trattava dello stadio della città, lasciammo lì le nostre cose e decidemmo di andare a fare un giro in città mentre sul palco provavano i ragazzi. Un po’ di shopping irlandese non ci avrebbe fatto male! Durante il percorso qualche ragazzina ci fermò, ci fece davvero piacere sapere che anche lì c’erano dei mixer. Una volta riempite le braccia e i polsi di buste, tornammo allo stadio per provare prima dello show. I ragazzi avevano appena finito quando arrivammo e ci lasciarono il palco. Durante le prove, ancora una volta ci impegnammo a fondo per preparare una performance unica.
 
Anche questo concerto andò bene, noi fummo applaudite fragorosamente e anche i ragazzi andarono bene. Il pubblico era numeroso, non tanto quanto la volta precedente, ma paradossalmente fu più partecipe. Lo sentivamo cantare assieme a noi e questo era davvero bello.
Alla fine del concerto, mi recai come avevo già fatto in precedenza verso i camerini, ma prima di arrivarci sentii degli strani singhiozzi provenire da una stanza ma non riuscii bene a capire di chi fossero. Decisi di aprire quella porta e quando fui sull’uscio mi resi conto della persona che stava piangendo. Si trattava di Louis, l’avevo visto strano in questi giorni ma non lo avevo mai visto piangere così mi avvicinai a lui e mi sedetti accanto.
 
Io: “Louis come mai piangi?” – i suoi occhi celesti erano lucidi ma cercò di asciugarli prima di rispondere.
Louis: “Non è niente scusami, solo un brutto raffreddore.” – a chi voleva darla a bere?
Io: “So che non è un raffreddore, dai parla così ti sfoghi un po’.” – quel viso mi faceva tanta tenerezza.
Louis: “E va bene… sono triste perché vedo voi tutti assieme, vi abbracciate e vi baciate in continuazione e io invece, sono solo…”
Io: “Ma tu non sei solo, sei amico di tutti qui e ti vogliamo molto bene Lou.” – cercai di tirargli su il morale sorridendo ma lui non fece altrettanto.
Louis: “Anch’io vi voglio bene e proprio per questo preferisco non esservi d’intralcio, però poi mi sento di nuovo solo e piango…” – Guardava verso il basso con aria ancora abbattuta, ma io gli accarezzai la guancia attirando la sua attenzione (fu un gesto spontaneo), e sorridendogli di nuovo gli chiesi: “Ti va un abbraccio?”
Non aspettai neanche la sua risposta che allargai le braccia e le avvolsi attorno a lui. Louis ricambiò, credo ne avesse davvero bisogno.
 
Un rumore però mi distrasse, proveniva dalla porta, credo avesse sbattuto e di sicuro non era stato il vento. Mi catapultai fuori dalla stanza nel corridoio e vidi Harry svoltare verso l’uscita. Merda, ora era lui ad aver travisato tutto!


 
*SPAZIO AUTRICE*
PERDONOOO! Scusatemi davvero per il mio immenso ritardo! Questo studio mi sta occupando davvero un sacco di tempo, è il periodo dell'anno che preferisco di meno :( Lasciando perdere i miei problemi che sicuramente non vi interessano volevo ringraziarvi per le 4 MERAVIGLIOSE RECENSIONI *------* davvero grazie mille! Grazie ovviamente anche a chi segue, ricorda o ha aggiunto ai preferiti alla storia e grazie anche a chi semplicemente la legge! Recensite e preparatevi....
Baci xx
Sabry
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Little Mix / Vai alla pagina dell'autore: xSabryx