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Autore: alenisreel    09/03/2014    2 recensioni
"Erano come l’edera, che attecchisce e striscia invadendo ogni spazio libero. Una pianta ornamentale ma allo stesso tempo una pianta infestante. Conquista ogni piccolo centimetro di spazio e soffoca la pianta. Inoltre, come ciliegina sulla torta, è velenosa.
Loro erano così. Occupavano la vita delle persone, inconsapevoli, infestandole e avvelenandole. Si arrampicavano su per l'anima delle prede mettendo radici ed assorbendo la loro linfa vitale.
Ma non per loro scelta."
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta, Violenza
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Apprezzo qualsiasi parere. Mi fa piacere sapere se vi è piaciuta o meno, almeno mi faccio un'idea.
Grazie e scusate la parentesi, buona lettura

 


« Chi ha la pizza con tonno e cipolla? » chiese Xavier innalzando il cartone della pizza sopra la famiglia riunita a tavola.
« Mia! » esclamò Sawyer afferrando il cartone e sedendosi accanto al fratello che, statuario, continuava a distribuire le pizze. Annie era al telefono con J curiosa di sapere tutto dell’appartamento nuovo, dei coinquilini, delle lezioni e delle materie. Era il suo tipico atteggiamento materno.
A tavola Sawyer prese il telecomando con la mano libera, mentre nell’altra teneva la fetta di pizza, ed iniziò a fare zapping tra i canali mentre il resto della famiglia si spartiva la pizza. South Park, telegiornale, pubblicità, telegiornale e nuovamente telegiornale. Affranto decise di lasciare su uno dei telegiornali e cercò di avviare una conversazione con la famiglia.
« Contro chi giocherai questo weekend? » chiese al fratello riferendosi al campionato di basket di cui Xavier era altamente emozionato.
« Contro il distretto di Roseland – rispose Xavier divorando un pezzo della sua pizza con salamino piccante – Spero non ci facciano il culo. »
« Non finché ci sarai tu in campo fratellone. » lo incoraggiò Sawyer ricevendo come risposta una bella arruffata ai capelli.
« Siamo di Edgewater dopotutto! » disse con enfasi Xavier dando un pugno al tavolo rovesciando le bottiglie di acqua e Pepsi sul tavolo e allagando la pizza di Annie e di sua madre.
Si alzò una risata generale tra i fratelli mentre Celine con le mani tra i capelli andò a recuperare immediatamente salviette e canovacci inveendo contro i ragazzi.
« Il disastro di avere dei figli maschi! – disse ironicamente – Entusiasmo incontenibile! » ma le scappò immancabilmente un sorriso.
 
 
Si portò verso il soggiorno, seguito da Sam, per rilassarsi sul divano mentre madre, fratello e sorella sistemavano gli avanzi della cena spostandosi frettolosamente dal tavolo al lavello. Xavier uscì a buttare i cartoni e gli avanzi, Annie iniziò a lavare le posate mentre Celine sbatteva la tovaglia fuori dalla finestra per poi piegarla.
Sam si accoccolò ai piedi del divano appoggiando il musetto su uno dei morbidi cuscini. Sawyer gli diede un dolce grattino sotto il mento per poi vederlo volare via verso la porta; Xavier stava sventolando il guinzaglio. Era l’ora della passeggiata.
 
Disteso sul divano Sawyer ripensò alla scenata tra suo fratello e Tessa, curioso di sapere come stesse la ragazza incerto se scriverle o meno. Sarebbe passato a casa sua durante la passeggiata con Sam? Oppure avrebbe evitato qualsiasi contatto con la ragazza a causa del suo orgoglio? Nonostante non fossero affari suoi, Sawyer non riusciva a non pensarci.
Prese in mano il telefono ma, senza avere nemmeno il tempo di sbloccarlo per scorrere la rubrica, la schermata s’illuminò: Oli. La ragazza con cui usciva. Non essendo dell’umore giusto per risponderle, rifiutò la chiamata.
Oli era una ragazza dal carattere ossessivo e molto arrogante. A pensarci bene nemmeno ricordava esattamente come fosse iniziata la loro storia. Ricordava solo i momenti del loro incontro ad una festa in cui era ancora sobrio.
Una sveltina in bagno e lei l’aveva inchiodato a sé. La fortuna che fosse anche una bella ragazza equivaleva alla fortuna che fosse una sgualdrina, ossia nessuna.
 
Perché hai riattaccato???
 « Eccola all’attacco. » borbottò fra sé e sé appena arrivò il suo messaggio. Lo ignorò e aprì la schermata dei messaggi per scrivere a Tessa. Nell’attimo esatto in cui provò a scrivere il messaggio, ecco una nuova chiamata di Oli a cui seguì un nuovo rifiuto.
« Stupida. »
 
✻ ✻ ✻
 
 
Annie stava disfando i bagagli quando Sawyer passò davanti alla sua stanza. Si trovava al primo piano ed era una stanza piccola ma ben organizzata, Annie aveva deciso di tenere il minimo indispensabile: letto, scrivania, cassettiera ed uno specchio.
Era tardi ma trovarla ancora sveglia per lui fu in parte un sollievo. Aveva scritto a Tessa per tutta la sera, o per quanto le chiamate a intervalli regolari di Oli gli avessero concesso, e voleva parlarne con un’esperta. Una donna, Annie.
« Posso disturbarti? – chiese ironicamente, dal momento che si era già lanciato sul letto della sorella, ancora immersa tra i suoi indumenti – Ho bisogno di una confidente. »
Annie preoccupata da tale affermazione lo guardò storto ed andò a chiudere la porta. Il suo sesto senso le diceva che era successo qualcosa di brutto.
« E’ qualcosa di grave? – chiese allarmata – Che hai combinato? »
« Si tratta di Tessa – rispose Sawyer tirando fuori il telefono dalla tasca dei jeans neri – volevo sapere come stava. Oggi era davvero a pezzi, anche se non sapevo perché. Fino ad ora. »
Sawyer passò il telefono alla sorella, aperto alla schermata della conversazione con Tessa, che nel frattempo gli si era seduta accanto dubbiosa.
Annie analizzò attentamente domanda e risposta fra i due.
« Mi aveva accennato Xavier – disse rompendo il silenzio e scrollando le spalle – So da parecchio, beh diciamo da un po’, che prova qualcosa per lei. Ma comunque è perfettamente visibile e ovvio, basta guardarli quando sono assieme. Non saprei davvero come aiutarli perché lui le idee chiare già le ha. E’ lei che deve capire cosa, o meglio, chi vuole. »
Sawyer perplesso capì, dalle parole della sorella, che Tessa era impegnata già con qualcun altro e mentre era perso nei suoi ragionamenti continuò ad illuminarsi con l’ennesime chiamate di Oli. Annie gli allungò il telefono per farlo rispondere.
« No, no. Non voglio parlarci – le spiegò affranto – Non riesco a liquidarla. Mi farà morire. »
La sorella lo guardò sorridendo « Sei un uomo, ne uscirai vivo e vegeto. »
Sawyer infilò il telefono in tasca e tornò a discutere con la sorella del problema Xavier.
 
« Credi che Tessa deciderà mai? » chiese afflitto Sawyer ad Annie che nel frattempo si era stesa accanto a lui sul letto, mezza in dormiveglia per colpa dei grattini del fratello.
« Come mai te ne preoccupi così tanto? » gli domandò sussurrando ed un po’ allarmata. « Non è che sei gay? » aggiunse ridendo Annie vedendolo preoccupato tanto quanto una donna, in modo quasi ossessivo.
« No, ma è mio fratello. Nostro fratello. »
« Sa il fatto suo. » concluse Annie.
Dopo un dolce sorriso rivolto al nulla, dal momento che dava le spalle a Sawyer mentre erano stesi sul suo letto, la sorella si addormentò tra le sue braccia. Non prima di avergli ricordato per l’ultima volta: « Ti preoccupi troppo. »
 
 
 
Non appena Annie si addormentò, Sawyer sgattaiolò via dalla sua camera e passò per la stanza di Xavier, all’ultimo piano, per controllare se ancora fosse sveglio o meno. Trovò la luce accesa. Dalla porta socchiusa vide il fratello ancora seduto alla scrivania collegato con J su Skype, mentre entrambi giocavano a Minecraft. Bussò discretamente nella speranza di poter ritagliare un piccolo spazio per se in quella chiamata ma non ricevette alcuna risposta e decise quindi di rientrare in camera sua, sconfitto.
Nonostante tutto era sempre stato dell’idea che il legame tra Xavier e Jordan fosse più forte rispetto a quello che legava tutti e tre. Sawyer era convinto che non sarebbe mai riuscito ad entrare tra le grazie dei due fratelli più grandi, dopotutto Jordan e Xavier erano nati uno dopo l’altro, Annie quasi un anno dopo e lui solo per ultimo. Aveva appena compiuto i suoi diciotto anni mentre i fratelli già si avviavano rispettivamente verso i ventidue e ventuno. Non ne aveva mai parlato a nessuno perché in alcuni momenti, certi atteggiamenti dei fratelli, lo facevano pentire anche solo di aver solo titubato di loro. Ma in altri momenti si sentiva abbandonato a se stesso.
Ed era preoccupante come la distanza che ora separava Jordan e Xavier li aveva resi più vicini che mai e lui, invece, più distante.
 
Sei sveglia?
 
Si...
 
Posso venire da te?
 
Ok
 
Aveva ceduto. Oli aveva vinto.
 
✻ ✻ ✻
 

« Preoccupati meno Graser. Sei peggio di una donna. – lo richiamò Oli passandogli la paglia che aveva appena girato – anche mia sorella mi tratta male e mi snobba il più delle volte, ma io non ci faccio caso. »
Sawyer, con la sigaretta in bocca, si alzò dal letto e s’infilò le mutande fissando l’orologio sul comodino di Oli. Era tardissimo ormai e se non fosse rientrato a casa entro breve si sarebbero accorti della sua assenza.
« Perché io e te ancora ci frequentiamo? » le chiese prendendola contropiede.
Oli indugiò, spiazzata dalla domanda, e optò per il silenzio, un po’ amareggiata. Era convinta che non lui non fosse finito con lei per sbaglio ma quella domanda la fece dubitare e le fece rivalutare tutto.
« Perché mi ami? » azzardò Oli cercando di atteggiarsi in modo tenero.
« No – rispose Sawyer infilandosi i pantaloni – Questo non è amore. È solo sesso. » aggiunse fissandola impassibile mentre l’erba all’interno della sigaretta iniziava ad entrare in circolo.
Oli, che nel frattempo si era inginocchiata sul letto trattenendo con una mano il lenzuolo appena sopra il seno, gli si avvicinò pian piano « Ma possiamo farlo diventare amore, no? »
« No Oli. Smettila. » sentenziò stizzito Sawyer allontanandola da sé con un gesto di disprezzo.
Oli si sentì ferita, nonostante fosse sua abitudine finire in situazioni del genere. Sawyer però non lo avrebbe piantato come tutti gli altri, non lo avrebbe lasciato andare. Presa da un atto di rabbia gli diede un ceffone.
« Sei uno stronzo. » abbaiò.
« No Oli, sei tu qui la psicopatica. – replicò in tono alterato Sawyer cercando di armeggiare con la maglietta – Sei tu che senza un motivo ti sei data il titolo di “mia ragazza” o quello che pensi di essere e ti prendi il diritto di rompermi i coglioni ogni santo minuto. » concluse spegnendo la sigaretta sul posacenere appoggiato sul comodino.
Sawyer infuriato fece per andarsene mentre Oli ancora raccoglieva i suoi indumenti sparsi per la stanza.
« Sbaglio o sei venuto tu qui stasera? » continuò Oli iniziando ad impazzire.
« Per scopare, Oli. PER SCOPARE. Non per passare una bella serata romantica con te, capisci? » urlò Sawyer aprendo furiosamente la porta.
« Quindi sarei la una puttana? – replicò Oli rimettendosi addosso gli ultimi indumenti superstiti – Allora dammi i soldi che mi spettano! »
Sawyer preso dalla furia prese le poche banconote da un dollaro che gli erano rimaste nella tasca posteriore dei jeans e gliele lanciò sul letto. « Prendile, sono tutte per te! » la intimò con sguardo compiaciuto.
Oli visibilmente instabile iniziò a urlargli di andarsene da casa sua per poi completare la sua minaccia lanciandogli dietro la lampada che teneva sul comodino.
« VATTENE! »
La lampada, colpendo la parete accanto a Sawyer, andò in frantumi e lo prese di striscio sul viso.
« Pazza. – sussurrò fra sé e sé Sawyer scendendo le scale di corsa e fuggendo verso la porta sul retro – E’ impazzita! »
 
✻ ✻ ✻
 
La mattina dopo Sawyer si svegliò in divano. Era rientrato sgattaiolando e non era riuscito a raggiungere la sua stanza tanto era tramortito. Si passò le mani sul viso per svegliarsi stropicciandosi gli occhi e si rese conto che quella psicopatica aveva una bella mira. Quella lampada l’aveva preso in pieno, in qualche modo. Aveva delle macchie di sangue sul braccio sinistro dovute alla posizione scomoda in cui si era addormentato.
Si portò verso il bagno al piano terra e si guardo allo specchio, due bei tagli avevano fatto capolino sulla guancia sinistra ed erano abbelliti da una chiazza di sangue secco.
« Maledetta. – disse con occhi sbarrati mentre si fissava allo specchio – Tu sia maledetta. »
Aprì il rubinetto dell’acqua nel tentativo di sciacquarsi il viso ed il braccio per far sparire quella chiazza. Dopo aver fatto del suo meglio si tamponò il viso con l’asciugamano e rimase a contemplarsi allo specchio per qualche istante, si era cacciato in un bel casino.
Sperava vivamente che Oli non aprisse bocca riguardo la notte passata o sarebbe stato un bel pasticcio. Sawyer era il primo a confessare di avere qualche problema nella gestione della rabbia ma Oli gli aveva proprio fatto perdere le staffe.
Tornando in salotto si rese conto che era relativamente presto e che, fortunatamente, ancora nessuno si era alzato. Eccetto Sam che già stava gironzolando per il piano terra con la ciotola in bocca.
Nello stesso momento in cui Sawyer tolse la ciotola dalla bocca di Sam, Xavier si presentò con gli occhi ancora socchiusi in salotto e, reggendosi con una mano al corrimano delle scale, iniziò il suo interrogatorio.
« Dove sei stato stanotte? »
 
✻ ✻ ✻
 
 
Celine lo fissò dubbiosa per l’intera colazione « Come hai detto che ti sei fatto male? » chiese per l’ennesima volta guardandolo con fare inquisitorio.
Contemporaneamente Sawyer e, un esemplare ancora addormentato Xavier, alzarono gli occhi al cielo.
« Ti ha già risposto tre volte, mamma. E’ sonnambulo. » la incalzò Xavier tirando una gomitata al fratello.
« Strano, non lo sei mai stato. – rispose la madre girando istericamente con il cucchiaio i cereali nella sua ciotola – Beh, ragazzi miei io vado. Ci vediamo stasera. » concluse avviandosi verso l’ingresso per uscire e scappare a lavoro.
 
« Sonnambulo… – riprese Xavier divertito – Non ti pensavo tipo da rissa. » aggiunse alzandosi per portare la scodella dei cereali nel lavabo.
« Dove sei stato stanotte? » chiese preoccupata Annie.
« Sono andato da Oli, ma le cose sono degenerate. Come al solito. » rispose sconsolato Sawyer continuando a mescolare i cereali.
« Ti sei beccato la psicopatica fratellino… » lo prese in giro ridendo Xavier controllando nel frattempo il cellulare.
« News? » chiese indiscreto Sawyer nella speranza di avere qualche notizia di Tessa.
Xavier lo guardò serio, quasi perplesso, per poi uscire dalla cucina senza proferire parola.
« Temo di no. » disse Annie al posto suo.
 
Sawyer si chiuse in un suo personale silenzio. Questa era l’ennesima dimostrazione di come Xavier con lui non si volesse confidare per niente. Guardò affranto la sorella che, sconsolata, fece spallucce. Non sapevano entrambi che dire. Sawyer non sapeva come commentarsi nei confronti di Xavier ed Annie non aveva parole per consolare Sawyer.
Era inevitabile il legame tra Xavier e Jordan, ed ora che il più vecchio se n'era andato lo era ancora di più. Nonostante Sawyer ci provasse con unghie e denti a ritagliarsi un po' di spazio, ogni volta si ritrovava al punto di partenza.




Ed anche il quarto capitolo è servito! Come avrete capito qui ci focalizziamo sul giovane di famiglia, Sawyer.
Dal prossimo capitolo si torna al caro Jordan ed alla sua vita a Seattle!
Spero questo capitolo sia stato di vostro gradimento per quanto breve, diciamo. Dal prossimo avrete più materiale da leggere, promesso!
E come al solito vi lascio con una traccia che potrebbe accompagnare la lettura.
(Anche se mi rendo conto che dovrei proporla ad inizio capitolo? OPS.)
Laszlo - One Step Away

Alla settimana prossima fiorellini. Un bacio!

 
  
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