Kyle - Sigarette ed idioti
L’aria fredda gli lambisce il viso, svegliandolo.
Apre gli occhi. Sente un
vago accenno di mal di testa, ma non è grave. È ancora buio. Sono le quattro e
mezza, appena. Sopra di lui, il cielo.
Abbassa gli occhi, notando la sua
amica Helena. Sorride, vedendola. Immersa in un pacifico sonno, sdraiata
anch’ella in terra, con la testa poggiata su di lui ed il petto che si alza e
s’abbassa regolarmente.
Sembra una ninfa.
Riesce, senza svegliarla, ad
estrarre l’accendino dalla tasca, assieme al pacchetto di Lucky. Sa che ella non
approverebbe, ma dopo una sera del genere non può farne a meno.
- Kyle!
Abbiamo preso- aveva detto Dean.
- No, ragazzi, io rinuncio. Sto già bevendo
più de quanto dovrei-.
- Sicuro?- aveva chiesto il moro, accarezzandosi la
barba, pensoso.
- Veramente. Chiamate Jack, invece; che sta laggiù, triste
triste, perché quell’altra gl’ha dato buca-.
Guarda di nuovo verso l’alto,
aprendo con il pollice il pacchetto. L’alba non è troppo lontana, il cielo sta
già assumendo il colore azzurrino caratteristico di quell’ora.
Un
tonfo.
S’era girato, per vedere Jack disteso per terra, a metà sopra una
panca.
L’aveva preso sottobraccio e l’aveva trascinato verso la vasca. Jess,
semi-brilla di bourbon, era venuta ad aiutarlo.
- Ma che gli è successo?-
aveva chiesto preoccupata, mentre lo portavano verso la vasca da bagno di ghisa
abbandonata nel prato vicino al tavolo, riempita d’acqua ed utilizzata per
tenere in fresco le birre e le bottiglie.
- Probabilmente ha bevuto qualcosa
di troppo. Altrimenti mica si sarebbe buttato su Katja in quel modo, poco
fa-.
- Come?!-.
- Che non l’hai visto? Dopo Kalinka la abbracciata e se
so’ trovati co’ sei metri de lingua ‘n bocca, l’uno dell’altra-.
L’avevano
poggiato accanto alla vasca. Jack era riuscito ad aggrapparsi al bordo della
stessa, restando così in ginocchio accanto ad essa.
- Me li sono persi- aveva
risposto Jessica, concisa. Era più preoccupata per la salute dell’amico, al
momento. Poi aveva preso la nuca di Jack, mentre Kyle lo aiutava a
reggersi.
In men che non si dica, la testa di Jack aveva fatto dentro fuori
dell’acqua due o tre volte, mentre Jess aveva detto a Jack che s’era preoccupata
molto, che non avrebbe dovuto fare certe cazzate e che era stato un
idiota.
Sorride amaramente, pensando che s’era beccato lo stesso trattamento,
solo l’anno prima. Testa in acqua e giusta cazziata. Scaccia il ricordo e
ripensa alla sera prima.
Dopo aver aiutato Jack, insieme anche a Helena,
aveva seguito quest’ultima.
Era seduto accanto a Helena, di fronte stavano il
riccio Patrick e la sua ragazza, Amy.
- Allora, due settimane e poi in
Svezia-.
- Sei contento, Kyle?-.
Egli aveva levato il bicchiere.
- Devo
proprio ringraziarvi. Senza de voi mica ce l’avrei fatta- aveva detto poi,
rivolto ad Amy, Patrick e Helena, coloro che l’avrebbero accompagnato nel folle
viaggio per cercare una ragazza che aveva incontrato due volte. Una volta ella
l’aveva riempito di schiaffi. Quella dopo s’erano baciati tutta la sera.
Amy
gli aveva poggiato la mano sulla spalla.
- Grazie a te. Sei tu che ci offri
un’opportunità per fuggire dalle vacanze organizzate con i genitori-.
Avevano
riso.
Avevano continuato a parlare per un’altra decina di minuti, rivedendo
gli ultimi dettagli, brindando ogni tanto.
Kyle apre il pacchetto. Nota con
rammarico che è vuoto.
- Cazzo- borbotta.
Lancia un’occhiata intorno. Più
in là vede appoggiata la giacca di Sven, un altro dei loro amici. Il
proprietario dorme, steso sul prato ad una decina di metri, coperto alla vista
dalle tende.
Gliela tornerò ‘n’altra volta, si dice, estraendo un pacco di
tabacco dalla tasca. È riuscito ad afferrare un lembo del giubbotto senza
muoversi troppo e senza svegliare Helena. Non potrebbe essere più
contento.
Ributta la giacca accanto a se e si rolla la sigaretta, sempre
rimembrando.
Amy e Rick s’erano alzati. Aveva salutato Rick, mentre Amy
baciava Helena sulla guancia. Poi i due s’erano diretti verso la loro tenda.
Kyle aveva sorriso.
- Che cosa c’è?-.
- I genitori de Amy pensano che quei
due abbiano già…- aveva risposto, alla domanda della sua amica.
- E
allora?-.
- Secondo me, dopo stasera, i loro sospetti diventeranno fondati-.
Ella aveva riso.
- Sei un idiota- gli aveva detto, dandogli uno
scappellotto.
Egli s’era fermato a guardarla negli occhi.
- Cosa?- aveva
domandato la ragazza, notandolo.
- Nulla. Guardavo i tuoi occhi-.
- Che
cos’hanno?-.
- Sono belli- le aveva risposto. Ella era rimasta interdetta.
Poi aveva sorriso.
- Sì, ma non t’innamorare anche di me, che sennò Maeve
s’arrabbia- aveva detto. E per un momento Kyle aveva pensato che non gli fregava
se Maeve, la stessa svedese per la quale stava per farsi più di novecento
miglia, si sarebbe arrabbiata.
- Grazie di nuovo, per quello- aveva poi
detto, alla riccia.
Prima che ella potesse rispondere, un’altra voce
parlò.
- Kyle?-.
Il filtro s’è bagnato ed ha rotto la cartina. Kyle ne
prende un’altra dal pacco di Sven, promettendosi di risarcirgli pure
quella.
Helena si muove poco ma non da segno di svegliarsi.
S’era alzato e
s’era diretto verso Ben, il proprietario del campo che l’aveva chiamato. Helena
s’era diretta verso il tavolo dove c’erano un altro paio di ragazze.
Ben gli
aveva indicato il cancello, dal quale stavano entrando tre sconosciuti.
- Hai
invitato tre in motorino?-.
- Non me sembra. I miei so’ già arrivati o andati
tutti-.
I tre sconosciuti avevano, intanto, attaccato bottone con Helena,
Mary ed Agnese, le tre ragazze sedute al tavolo. Aveva incrociato lo sguardo di
Mary. Supplichevole.
Kyle aveva dato un colpo alla spalla di Ben e gli aveva
indicato il tavolo.
I due ragazzi s’erano avvicinati al tavolo, sentendo gli
intrusi offrire insistentemente da bere -il loro da bere- alle ragazze.
- Il
tuo accompagnatore sembra sparito-. Peccato per lui che Ben fosse alle sue
spalle.
- Veramente sono qui. Ora vorreste essere così gentili da dirmi che
cosa cazzo ci fate alla nostra festa? Non mi pare di conoscere nessuno di voi
tre, quindi non dovrei avervi messo in lista. Per caso ce li hai messi tu,
Kyle?- aveva chiesto Ben, con finta confusione.
- No. Non mi pare di
conoscerli- aveva risposto il biondo, più freddo.
Poi aveva scrutato i tre.
D’improvviso aveva riconosciuto uno di loro. Quello che ci stava provando più
insistentemente con Mary.
Giovanni.
Come scordarsi una persona che
praticamente potrebbe essere il tuo gemello?
Ma, soprattutto, come scordarsi
una persona per cui due ragazze t’hanno scambiato e t’hanno riempito di
schiaffi, diretti a lui.
- A dire il vero, uno di loro lo conosco- aveva
detto. La voce gli si era fatta dura.
- Mi pare che le cose siano a posto,
allora- aveva risposto Giovanni. Con fare da padrone. Grandissimo errore.
-
Mi sa che stavolta non ti butterò neanche i due euro- aveva detto Kyle. Sempre
con voce dura. Prima che gli altri potessero reagire, s’era già avventato
sull’altro, che aveva cominciato a sbraitare.
- Tu… tu sei quello
stronzo…-.
- Ma sta zitto, brutta testa de…-.
Nel mentre entrambi
tentavano, allo stesso momento, di colpire l’altro e bloccare i suoi colpi. Kyle
ricorda d’aver trovato un momento in cui era riuscito ad incalzare l’altro e
procurargli qualche buon livido sulle braccia e sul petto. In compenso, nel
momento in cui Ben, insieme ad Ernesto e Renato, due altri loro invitati, erano
riusciti a fermarlo, l’altro gli aveva mollato un cazzotto dritto sull’occhio
sinistro.
Gli altri due intrusi l’avevano fermato, ed erano stati
accompagnati tutti e tre alla porta da Ben ed Ernesto.
Si guarda intorno,
cercando la sua borsa. Ricorda chiaramente d’averla avuta accanto a sé, prima
d’addormentarsi. Appoggiato sui gomiti, la trova. Con la sigaretta che pende dal
labbro, estrae da una custodia in pelle degli occhiali da sole a goccia. È
meglio coprire il segno della lotta e mostrarlo dopo qualche breve spiegazione,
agli altri.
- Kyle…-.
Aveva ignorato Mary. La ragazza sembrava sconvolta
da ciò a cui aveva assistito. Così come le altre due.
Era seduto sulla panca,
ansante. L’occhio si stava gonfiando pian piano, per la botta.
- Tutt’a
posto, tranquilli. Ben, non è che c’hai del ghiaccio, da qualche parte?- aveva
chiesto, pur sapendo già la risposta.
- No, mi dispiace. Al massimo ti
propongo un bagno della faccia nella vasca, per bissare l’esperienza-.
Kyle
aveva accennato un sorriso.
- Me dispiace Ben, ma lo sai. “Io odio l’acqua”-
aveva detto, citando le sue parole dell’anno prima, che Ben sicuramente
rimembrava.
Ben aveva riso. La situazione cominciava a distendersi.
-
Mary, tranquillìzzate! Sei tesa più d’un elastico- le aveva detto. Ella aveva
preso un paio di respiri, poi aveva estratto un pacchetto di sigarette. L’aveva
richiuso, notando che la cicca rimasta era l’ultima.
- Aspetterò d’andare a
dormire- aveva detto, sotto lo sguardo interrogativo di Kyle ed Helena. Ben ed
Agnese erano tornati sul loro divanetto, mentre Renato ed Ernesto erano
spariti.
Kyle aveva tirato fuori il suo.
- Ce ne so’ due. Pijane una, che
così lo finiamo adesso-.
Helena aveva borbottato qualcosa, ma non aveva
insistito.
- Me dispiace Helena. ‘O so che sei contraria, ma sto
smettendo-.
Mary gli aveva acceso la sigaretta ed avevano fumato, parlando
del resto della festa, coinvolgendo anche Helena nel discorso.
Kyle finisce
la cicca e la spegne sulla terra. Sente una zip aprirsi. Da una tenda vicina
escono Ruggero e Florentia.
- Fanciulle, ve lascio e vado a dormì- aveva
detto alle due, dopo aver finito di fumare.
- Penso che verrò anch’io- aveva
risposto la riccia.
Mentre salivano ella gli aveva chiesto:
- Hai un posto
libero in tenda?-.
- Certo che sì. Ce sta solo un piccolo problema-.
-
Sarebbe?- aveva domandato ella, dicendo addio ad una dormita in un posto
semi-chiuso.
- C’è da trovalla e montalla. Ero preso dal resto
dell’organizzazione che non ho trovato il tempo-.
- Non fa niente,
allora-.
- Ma guarda che qualcuno con un posto libero penso lo trovi. Chiedi
a Renato, che di sicuro non è tipo da metterte le mani addosso-.
Erano
arrivati in un piccolo spiazzo fra tre tende. Anche se non potevano saperlo, di
fronte a loro stava quella di Ruggero, alla sinistra quella di Patrick, alla
loro destra quella di Dean.
Kyle aveva recuperato la sua roba da un angolo,
dove l’aveva messa ore prima.
- Io penso che me stenderò qua-.
Ella gli si
era avvicinata.
- Posso restare qui?-.
- Certo che sì, se vuoi-.
Egli
si era steso, guardando verso le rare stelle che si vedevano, utilizzando il
sacco della tenda come cuscino. Helena s’era guardata intorno.
- Hai un
maglione o una felpa?-.
Kyle aveva estratto una felpa scura dalla borsa.
-
Ci nuoterai dentro, ma penso vada bene-.
Ella aveva indossato la felpa e
s’era stesa perpendicolarmente rispetto a Kyle, poggiando la testa sul suo
ventre.
- Ehi, che è ‘sta storia?!- le aveva chiesto, facendo finta d’essere
impettito.
- Se ci toccherà sopportarci in un viaggio attraverso cinque
stati, abituati, che ci capiterà di dormire stretti, se quegli altri due
ripetono le performance d’oggi- aveva risposto ella, con un sorriso, facendo un
cenno verso la tenda di Rick ed Amy.
- Pensi che è successo?-.
- Chi può
dire. Secondo me, sì-.
Erano rimasti silenti, per qualche minuto.
-
Ah!-.
- Che cosa c’è?-.
- Nulla, ho solo toccato lievemente
l’occhio-.
Helena s’era alzata a sedere.
- Come sta?-.
- Direi bene, se
non lo tocco-.
Ella aveva sospirato.
- Ma come mai così tanta rabbia?
M’hai spaventata, un pochino-.
- Scusami. Ma sai chi era quello?-.
- So
che si chiama… oddio! Non sarà quel Giovanni-.
- Altrimenti come spiegheresti
tale reazione? Ma non parliamone-.
- Resta da dire che sei stato molto
gentile-.
Anch’egli s’era messo a sedere.
- Ma, comunque, una reazione del
tipo era un po’ esagerata. Poteva finire molto male. Sei stato un idiota- aveva
continuato la riccia, schietta.
- Lo so. Scusami. Non avrei dovuto-.
-
Forza, lasciami guardare quella botta-.
Ella s’era avvicinata ed aveva
osservato alla poca luce la contusione.
- Ti resterà un livido, non è nulla
di grave-.
Kyle era rimasto a fissarle le iridi. Poi aveva parlato.
-
Grazie. Di tutto-.
- Grazie a te-.
Ella aveva sbadigliato.
- Mi sa che
è meglio se andiamo a dormire- le aveva detto Kyle. L’aveva baciata sulla
fronte, dicendole “Buonanotte”, per poi sdraiarsi di nuovo. Helena aveva
appoggiato la testa su di lui.
- Buonanotte Kyle-.
Dopo uno scambio di
saluti con i due ed una breve spiegazione sul perché ha gli occhiali da sole, si
trova a parlare con i due. Florentia gli ha procurato una coperta per coprire
Helena. I minuti prima dell’alba sono sempre i più freddi.
- Ma chi era
questo tizio?- domanda Ruggero, interrompendo il racconto di Kyle.
- Uno che
te auguro de non conosce. Se chiama Giovanni-.
- M’aiuti molto, così. Ci sono
tanti Giovanni in giro quanti fili d’erba in questo prato-.
- Sì, ma a questo
c’avevo un motivo pe’ menaje-.
- E sarebbe?- chiede Florentia. Non è molto
convinta che le motivazioni di Kyle siano valide.
- Stava dando fastidio a
Mary, Helena ed Agnese, per cominciare. E, poi, c’avevo ancora qualche botta da
daje, da parte di due mie amiche-. Detto ciò, guarda Florentia.
- No! Non
sarà…-.
- Sì, proprio quello stronzo-.
- Posso sapere di che cosa state
parlando?-.
- Ti ricordi quando mi hai fatto conoscere Kyle, quel sabato
prima di capodanno?-.
- Sì, ma che c’entra?- chiede Ruggero.
- Se non
ricordi male, t’avevamo raccontato entrambi che c’eravamo già incontrati, una
volta. E quella volta, io l’avevo scambiato per un certo Giovanni e l’avevo
riempito di ceffoni. Al terzo Kyle m’aveva fermato e m’aveva spiegato la
situazione. Poi ci eravamo presentati, poi aveva preso il suo autobus-.
-
Intendi dire che il Giovanni con cui s’è pestato stanotte è lo stesso che t’ha
trattato di merda mesi fa e per il quale erano diretti i tuoi schiaffi?-.
-
Sì-.
- Prima Maeve, poi Florentia. Quel giorno non lo scorderò mica tanto
presto- asserisce Kyle, parlando più a sé stesso che ai due amici.
- Come? Tu
hai conosciuto la ragazza che ami perché t’ha dato tre schiaffi?! Insolito modo-
dice Florentia, sorridendo.
- Sì. Gli strani casi della vita-.
Sono
rimasti silenti, finché Ruggero non ha fatto la domanda che Kyle aspettava.
-
Hai per caso una sigaretta?-.
- No, me dispiace. Ma ce sta il tabacco de
Sven, se te va bene-. Kyle indica il giaccone appoggiato poco lontano.
- Ma
sì, non s’arrabbierà- dice il moro.
Estrae anch’egli dalla tasca il
necessario e si rolla una sigaretta.
Nel mentre, si uniscono a loro,
nell’ordine, Dean e Sythia, Jess ed un suo amico di nome Enrico, e
Patrick.
Enrico si mostra la persona migliore, portando su il caffè dal primo
terrazzamento.
Dopo poco s’uniscono a loro anche Jack ed Amy.
La seconda
s’avvicina, abbraccia il suo ragazzo. Poi nota Kyle ed Helena.
Lancia un gran
sorriso a Kyle, per poi scambiarsi un’occhiata con Rick. Kyle scuote la testa.
Tutti pensano sempre la stessa cosa.
Mentre la seconda moka si sta scaldando,
Helena si sveglia.
- Buongiorno Kyle-.
- Buongiorno- le risponde il
ragazzo. Poi il coro di saluti degli altri la accoglie.
Si siede accanto a
Kyle, liberandosi della coperta. Mentre qualcuno serve il caffè, Kyle la informa
su ciò che si è persa.
- Sembriamo una coppietta anche noi- gli fa notare
ella, dopo un po’.
Egli la guarda da dietro le lenti scure.
- Stonerei.
Sei troppo bella. Saresti sprecata a stare con me- le dice.
- Sei un idiota-
gli ripete, sorridendogli.
Egli le mette un braccio intorno alle spalle e la
stringe a sé.
- Sì, lo sono, anche tanto-.
E si conclude, per ora, The Morning After. Anche perché non so se continuarla o meno.
Ringrazio tutti coloro che hanno letto, ci si risente per "I don't wanna close my Eyes", l'epilogo di "Without Inspiration" =)