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Autore: luna nueva 96    09/03/2014    3 recensioni
[Katherine centric; post 5x15]
Uno, due, tre passi.
“Madre” qualcosa, una mano delicata, scosse lentamente le sue coperte “Madre per favore, svegliatevi”
Per Katherine è un ordine a cui è lieta di obbedire. Gli occhi che fino a un momento prima si era rifiutata di aprire cascasse il mondo, si spalancano per istinto, quasi ad un richiamo del genere non potessero fare altrimenti.
[Katherine x Nadia] [Katherine x Elijah]
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elijah, Katherine Pierce
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Nella penombra di una stanza buia, in uno stato di semi-incoscienza, Katherine è pronta a giurare di non provare una sensazione di quiete così intensa da quando era ancora una ragazza ingenua e tendente agli sbalzi amorosi. Lo avrebbe giurato, se avesse avuto la forza di aprire gli occhi. E’ ormai totalmente sveglia, la sua mente ha ripreso a funzionare dopo un lungo sonno, ma le sue membra intorpidite le vietano di muovere qualsiasi muscolo. Da quanto tempo non faceva un sonno ristoratore? Le sembrano secoli. Non ricorda neanche l’ultima volta che si era svegliata completamente riposata.  Sistemandosi meglio sul cuscino, pensa che a niente al mondo avrebbe permesso di rompere quella magia…

…e come al solito si sbaglia. Giungono alle sue orecchie piccoli passi quatti e silenziosi. Li sente andare più velocemente e diventare sempre più vicini, poi si fermano all’improvviso. Sembra che qualcuno abbia corso e poi abbia frenato bruscamente. E’ un suono distinguibile ma un po’ ovattato, come se provenga da dietro una porta. Katherine vuole davvero sapere cosa stia succedendo, ma qualcosa più forte di lei  le impedisce di aprire gli occhi. In realtà non si sente neanche minacciata; è come se ogni fibra del suo corpo le stesse dicendo che quei passi appartengono a qualcuno che mai avrebbe potuto farle del male.

Un cigolio rompe la quiete dell’ambiente a lei circostante e poi la porta viene chiusa con uno scatto silenzioso.
Uno, due, tre passi.

“Madre” qualcosa, una mano delicata, scosse lentamente le sue coperte “Madre per favore, svegliatevi”
Per Katherine è un ordine a cui è lieta di obbedire. Gli occhi che fino a un momento prima si era rifiutata di aprire cascasse il mondo, si spalancano per istinto, quasi ad un richiamo del genere non potessero fare altrimenti.

Due occhioni color nocciola si specchiano nei suoi. Quello sguardo di carezzevole affetto Katherine non avrebbe potuto scambiarlo con nessun altro. E anche se aveva il viso puerile e la classica aria di innocente fanciullezza, è più che sicura che quella davanti a lei sia Nadia. La figlia che l’aveva cercata per cinque secoli e che alla fine l’aveva ritrovata.
“Nadia” la chiama, anche se non ha bisogno di sincerarsene
La bambina stringe la candela che aveva usato per farsi strada nel buio della notte  “Ho paura” risponde prontamente “C’è un mostro sotto al letto”

“Non c’è nulla da temere, Nadia”
A parlare non è stata lei. Katherine girò il viso dall’altra parte e il cuore prende a martellarle velocemente. Quel letto matrimoniale, a quanto pare, era solito ospitare non una, ma ben due persone. E l’uomo con cui lo condivideva era colui con il quale fin da quando era una giovane fanciulla aveva sognato di costruire una famiglia.
“Elijah” soffia quel nome con reverenza. Lo sente uscire dalle corde vocali, lo venera mentre si disperdeva nell’aria “Sei tu”
Ma Elijah non guarda lei, ha lo sguardo puntato su Nadia. E Katherine ne è certa, gli occhi di entrambi quando guardano Nadia, sono animati dallo stesso fuoco. Vogliono proteggerla, amarla, vogliono farla sentire a casa. Vogliono essere una famiglia.

“Ma Padre, c’è davvero un mostro sotto il letto ! Ne sono sicura”
“Non esistono i mostri, diglielo anche tu Katerina”
E Katherine vorrebbe tanto dar ragione a suo marito, ma proprio non ci riesce. I mostri esistono, si insinuano sotto la pelle, prendono posto nelle viscere e si impossessano di te nei momenti meno opportuni. Sono i mostri del rimorso, dell’egoismo, dell’odio, della vendetta. Quei mostri erano stati i suoi unici compagni per cinquecento anni.  
“Non mi va di lasciarla sola, Elijah”

Occhi negli occhi. Nero nel nero. Ed Elijah come al solito sa.
L’Originale sorride rasserenato e Katherine è certa che nella mente di quel burbero di suo marito l’idea di lasciar tornare loro figlia impaurita nella sua stanza non gli è neanche sfiorata. Alza leggermente le coperte e fa cenno alla bambina di prendere posto tra loro.
Nadia non se lo fa ripetere due volte. Si stende al centro del grande letto matrimoniale, in mezzo ai suoi genitori, l’unico posto dove si senta davvero protetta, e stringe le mani di uno e dell’altra. Morfeo la trova in fretta, e nessun mostro fa capolino nei suoi sogni.

Katherine guarda sua figlia e suo marito dormire placidamente. Nulla pare scuotere i loro sonni.
E’ solo una nottata come tante.
                                                                                      
                                                                                                     *****
Apre gli occhi di scatto e si mette a sedere velocemente. Il petto si alza e si abbassa a ritmi forsennati, il cuore- ha ancora un cuore?- batte come non mai.

“Per quanto tempo continuerai a torturarmi?” urla, non sa contro cosa, non sa contro chi.

Sa solo che si trova in un posto buio e che c’è qualcosa che usa le sue debolezze contro di lei. E’ una tortura lenta e dolorosa, e, cosa peggiore, Katherine non sa se avrà mai fine.
I suoi mostri la circondano nuovamente, e mentre sprofonda nel baratro, l’unica cosa a cui riesce ad aggrapparsi è un nome.
 
Nadia.
 
  
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