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Autore: Stellyna_P    28/06/2008    2 recensioni
Draco ed Hermione, non si sono più visti da quel giorno in cui la grifondoro ha deciso di non sposare Ron e di scappare.
Adesso lei lavora come modella in Francia.
Hermione non ha più la forza di rialzarsi e di spiccare il vole come ha sempre fatto. Ma sarà il nostro bel biondino ad aiutarla e a pogergli quella mano che Hermione sta aspettando da ben cinque anni.
Da sottofondo fanno la loro comparsa Klelia, Andreas e Marcus... Tre nomi, tre destini diversi e unico scopo: Riuscire a sopravvivere.
Perché avvolte vivere è più difficile di quanto si pensi.
Seguito della mia shot "Carpe diem"
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Nuovo personaggio, Pansy Parkinson, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Odio, rancore, falsa speranza

Sentimenti contorti.

 

 

apri bene la tua mente e osserva come me
libera i tuoi programmi e dannazione tu sarai libero
guarda nel tuo cuore e troverai amore
ascolta la musica del momento e magari canta con me
la melodia pacifica, è il tuo diritto dimenticato da Dio
essere amato, amore amore

- I'm Yours, Jason Mraz-

 

 

 

 

 

Odio, rancore, falsa speranza.

Klelia Malfoy si era stufata di provare solo questi sentimenti.  Voleva mettere un freno alla sua vita. Urlare al mondo che lei non riusciva più a continuare, urlare a tutti di non essere perfetta, di non chiamarsi Artemide. Lei non era sua sorella e questo tutti dovevano saperlo.

Lei non era cattiva e non voleva esserlo, voleva tornare ad essere la principessa che giocava con la strega e che saliva in groppa al re.

E in quel momento qualcuno le dava questa opportunità, a lei toccava solo coglierla.

-Allora Klelia?-

La luce soffusa della candela nascondeva il viso del ragazzo che davanti a lei ghignava. Quel viso che non aveva bisogno di una luce per brillare.

-Come hai fatto a trovarmi?- domandò Klelia quasi sconfitta.

Lui fissò l’anello che faceva la sua figura sull’indice di Klelia, la ragazza notò subito dove lo sguardo del ragazzo si era posato.

Comprendendo tutto.

-E’ una spia? Sei uno stronzo e io che cre…- la voce era scossa dal pianto.

Klelia si allontanò subito da lui e buttò l’anello per terra.

Non poteva crederci, era come se tutti si fossero coalizzati per distruggerla. Pezzo per pezzo.

E un'altra accoltellata che distruggeva.

-Eric sparisci. Vattene! Io mi fidavo di te. Io credevo…-

Eric si avvicinò a lei, accarezzandole con una mano il grazioso viso.

-Shhh, piccola io sono dalla tua parte. Tu lo sai. Devi solo darmi quel ciondolo e tutto finirà. Lei sarà solo un ricordo. Un brutto ricordo.-

Eric passò una mano sul fianco di Klelia fino a racchiuderla in un abbraccio rassicurante.

La Malfoy appoggiò il capo sul petto di Eric beandosi del suo dolce odore.

-Io non posso, io l’ho promesso. Io devo aiutarla.-

Non poteva dire addio ad Artemide, per quanto ci provasse per quanto aveva provato non ci riusciva. Era come se un filo invisibile le legasse. Un'unica persona.

-Certo che puoi, lei non esiste. Lo sai, dammi il ciondolo Klelia.- il tono della voce di Eric era duro.

-Hai capito devi darmelo ora, subito.- continuò Eric scuotendola

Klelia si staccò subito dall’abbraccio allontanandosi, cosa era successo al dolce Eric che conosceva? Il ragazzo innamorato di sua sorella e di lei.

-Eric cosa ti succede. Io..io- Klelia si ritrovò a balbettare.

-Klelia sono stato gentile, adesso dammi quello stupido ciondolo.-

Klelia strinse fortemente la collana con la mano, adesso era ancora più decisa di non dargliela.

-No! Vattene.- urlò forte, così forte che Ginny al piano di sotto sentì il suo urlo e salì di corsa.

Il rumore del passo di Ginny arrivò alle orecchie di Klelia e di Eric. Quest’ultimo borbottò qualcosa e dopo aver guardato Klelia con puro odio si smaterializzò.

Toc toc

-Klelia c’è qualcuno con te?- domandò preoccupata Ginny  dietro la porta.

-No Ginny, sono sola non ti preoccupare.- rispose Klelia contendo il tono della voce.

Era sola, come sempre.

E la cera della candela si consumava, e la luce si spense quasi come se fosse stata obbligata da qualche spiffero d’aria.

Lei rimaneva da sola, era e sarebbe rimasta l’unica attrice, protagonista, di un palco vuoto e buio.

La sua vita.

Lo spettacolo doveva continuare.

 

 

Hermione si girò di scatto, così velocemente che si fece male al collo. Un altro motivo per odiare il biondino che la fissava.

-Allora Granger è bello scappare sempre?- il tono della voce era piatto come se il discorso che stava facendo non gli interessava minimamente anche se gli occhi tradivano il suo stato d’animo.

-Scusa ma tu che ci fai qui?- domandò Hermione sconcertata.

Lei scappava da lui, e lui tornava sempre.

Era una specie di maledizione permanente?

-Niente volevo fare un viaggio a Parigi. Qualche problema?-

Hermione scosse la testa divertita.

-Bene, allora mi spieghi invece cosa ci fai tu qui? Sbaglio o la tua partenza era programmata per il prossimo mese?-

Il tono insolente di lui la fece innervosire, lui non aveva nessun diritto di criticarla. Soprattutto perché in fondo, lei lo sapeva bene, la causa delle sue sofferenze era solo lui: Non Ron, non Harry o Ginny ma lui.

Lui e le sue stupide manie, la sua voce seducente e i suoi occhi grigi.

-Non credo che siano affari tuoi.- sbottò alla fine, cercando di moderare le parole.

-Invece si.-

Insolente.

Solo lui poteva essere così.

Solo lui poteva farle battere il cuore furiosamente.

-Giusto Malfoy sono sempre affari tuoi, avevo dimenticato. Tu sei sempre onnipresente o sbaglio?

-Sbagli.-

-Smettila!- urlò Hermione girandosi verso il finestrino.

-Di fare cosa?- la voce di Draco le arrivò quasi ovattata, quasi come se non fosse vera.

-Di essere così… così- la voce della Granger vibrò un po’ – così te… Sembri essere sempre al tuo agio. Sei straziate.-

-E tu come fai a dirlo?-

Draco non l’avrebbe mai ammesso ma si stava divertendo, vedere Hermione così fragile era qualcosa di insolito.

-Vedi lo stai rifacendo.-

-Rifacendo cosa?- disse trattenendo un sorriso.

Hermione sbuffo impazientita, aveva perfettamente capito il giochetto della serpe.

-Lasciami in pace Malfoy.-

Una supplica nascosta dietro un ordine.

-Sicura? Vuoi essere veramente lasciata in pace?- domandò esitante.

Hermione si sorprese di voler rispondere di no, di dirgli che non voleva che lui se ne andasse ma l’unica cosa che riuscì a fare fu rimanere in silenzio e osservare la massa di nuvole dipinte nel cielo azzurro.

Il bello e che voleva veramente, con tutto il cuore, riuscire a guardare in avanti. Dimenticare il passato ma non ci riusciva.

Sapeva che non poteva guardare in avanti se si rendeva conto di aver lasciato qualcosa indietro.

E sfortunatamente quel “qualcosa” era Malfoy.

Sospirò di nuovo  mentre lo sguardo di Draco le perforava la schiena.

-Allora Granger?-

-No, non voglio.- Le parole le uscirono da sole senza il suo consenso, o forse il consenso l’avevano ma non dalla parte del corpo che lei voleva far emergere.

Draco rise e Hermione non poté non girarsi. Draco Malfoy che rideva era davvero uno spettacolo.

-Sei adorabile.-

Hermione strabuzzo gli occhi, chi era quel tizio che parlava? Non poteva essere Draco. Malfoy non le avrebbe mai detto di essere “adorabile” tutto ma non questo.

Il secondo dopo il vecchio Draco tornò subito, forse si rese conto di quello che aveva appena detto.

-Granger vorrei parlare con te, non con la tua schiena.-

-Accontentati.-

-Perfetto fai come vuoi Granger, tanto fai sempre di testa tua-

Hermione si girò di nuovo, e Draco si maledì per aver parlato troppo. La Granger in quel momento aveva uno sguardo un tantino diabolico.

-Io faccio sempre di testa mia? Io faccio semplicemente quello che è più giusto per me.- urlò.

Le persone sedute accanto a loro li guardavano assorti, i due giovani erano meglio della televisione dell’aereo.

-Ma quello che è giusto per te non è giusto per gli altri.- rispose Draco con un tono rilassato.

-E allora? Ho sempre cercato di fare la scelta giusta, per non far soffrire nessuno e ogni volta però quella che ci rimetteva ero io. Per una volta voglio fare qualcosa che aiuti me, e se questa cosa è partire a Parigi io farò questo.- la voce di Hermione aumentò ancora di più.

Alcune donne mormorarono un “ha ragione la ragazza”.                      

-Granger sei una stupida, cosa pensi di trovare a Parigi? Pensi di poter dimenticare tutta la tua vita?-

-Tu non sai niente, si può sapere cosa vuoi da me? Cosa vuoi?-

-Voglio farti ragionare. Voglio che tu torni a Londra.-

Una voce dentro Hermione le ricordava che era anche quello che voleva ma la ragazza  cacciò subito questa vocina.

-Io no. La vita è mia, va bene? Io voglio andare a Parigi. Cosa ho qui a Londra?-

-Hai Potter e la Weasley, sai lo Sfregiato avrebbe tanto voluto che tu ci fossi al suo matrimonio e invece dove sarai? La Weasley avrebbe tanto voluto che tu le facessi da testimone eppure non lo farai. E quel pezzente fino a due ore fa si stappava i capelli per te. E poi Granger hai anche me.- finì Draco quasi in un sussurrò.

La gente ormai li guardava schioccati e quasi tutti alle parole di Draco avevano fatto un sospiro di gioia.

Nel frattempo Hermione era diventata un pezzo di ghiaccio, le mani le sudavano e il cuore batteva forte. Tutto questo era stupido, non era mica una quindicenne alla prese con la sua prima cotta. Eppure non riuscì a ristabilire i battiti del suo cuore.

Non sapeva cosa rispondere.

Fu salvata dalla voce, che in quel momento sembrava essere angelica, del pilota che annunciava che il volo finalmente era concluso.

Non si era nemmeno accorta che l’aereo aveva toccato terra, subito si slacciò la cintura e senza girarsi scese gli scalini velocemente.

Quanto scese provo una fitta allo stomaco. Era tutto finito.

Il vento le soffiava in viso, facendole volare i capelli ricci. Sentiva il rumore assordante degli aeri che nelle corsie vicine prendevano il decollo mentre le persone la spingevano.

Sembrava lo scenario di uno dei film in bianco e nero che quando era piccola guardava sempre.

Sentì una mano afferrarla e senza sapere da chi, anche se sospettava chi fosse il suo rapitore, si ritrovò in un angolo dell’aeroporto a due spanne dal volto di Draco.

Quel traditore del suo cuore prese di nuovo a battere, quasi volesse uscire dalla cassa toracica.

-Non scappare da me, Hermione.-

Era possibile che il suo nome pronunciato da quelle labbra fosse così perfetto.

-Io..io…-

Il volto di Draco si avvicinò al suo, ed Hermione poté dire addio al suo autocontrollo. Gli occhi di Draco sembravano argentati intarsiati da piccole pagliuzze azzurre.

Il suo respirò le inebriava la mente, sentì il naso sfiorare la guancia morbida e vellutata di lui.

E quando le labbra di Draco si posarono sulle sue dimenticò tutto e tutti.

Il semplice sfiorarsi di labbra diventò più famelico. La ragazza passò le braccia sul collo di Draco mentre lui le circondò la vita con fare protettivo.

Hermione affondò nelle sue labbra, forse per dimenticare per un minuto la sua vita o forse semplicemente perché voleva con tutto il cuore quel bacio.

Quando si staccarono per prendere fiato Hermione riuscì solo a pensare che abbracciata a lui ogni singolo dubbio scompariva.

 

 

 

Aveva sbagliato.

Lei non sbagliava mai eppure in quel momento non poteva negarlo. Stavolta aveva sbagliato.

Ci aveva sperato, aveva sognato quell’amore. Forse era una stupida, forse era solo un’ingenua eppure aveva sperato che Hermione si sbagliasse.

Adelbrecht non l’amava, a lui non importava niente di lei.

Era solo una delle sue bambolina.

Avrebbe dovuto capirlo quando aveva visto quella donna uscire da casa sua con una faccia rilassata e soddisfatta.

Avrebbe dovuto capirlo quando spariva per giorni e dopo si faceva sentire solo per una scopata e via.

Avrebbe dovuto capirlo quando aveva visto lui baciare un’altra.

Ma aveva pensato che fosse solo sua sorella.

Anche se sapeva che era figlio unico.

Aveva fatto finta di essere cieca. Occhio non vede cuore non duole.

Stupida illusa.

E adesso non poteva non piangere.

Aveva detto ad Hermione di essere un’egoista, anche se lei voleva solo proteggerla.

E adesso non aveva nessuno, perché era lei quella della parte sbagliata.

-Adelbrecht io non posso… tu uccidi, caposci?-

-E allora?-

Spietato.

Dio, come poteva essere così crudele.

Chanel si allontanò dal suo corpo, che sembrava opprimerla.

Lo odiava ma allo stesso tempo lo amava.

Per lui aveva dovuto rinunciare a tutto.

-Perché lo fai?-

Una lacrima uscì dai suoi occhi mentre con una mano si sistemava i capelli biondi.

-Chanel, Chanel, lo sai sei ingenua. Troppo ingenua.-

-Non è una spogazione.- rispose con il suo inglese scorretto che però stava facendo progressi.

-Invece si.-

-Perché stai con moi?-

 -Lo sai che ti amo vero?- gli chiese dolcemente Adelbrecht accarezzandole il volto.

-Veramente?-

Lui annuì e Chanel sorrise fra le lacrime.

Lui l’amava. L’amava. L’amava. L’amava.

Doveva solo ripeterselo nella sua mente.

E credere alle sue parole false.

 

 

-Eric sei tornato.-

-Io..io…-

-Non ti sforzare caro, non sei così forte. Non puoi resistere ad un mio Imperio. Adesso rispondi sei andato da Klelia?-

Eric annuì.

-Hai preso la pozione? Il ciondolo?-

Eric negò.

-No? Oh almeno hai preso il bambino?-

Eric negò.

-Eric, Eric, Eric, vuoi fare la stessa fine del tuo amico? Lo sai che le sorelle Malfoy sono pericolose. Tu devi solo far in modo che l’ultima rimasta diventi più debole.

-E’ tua figlia.- rispose forzatamente Eric.

-Oh si, bella vero? Peccato che sia abbastanza pericolosa per noi, e poi la pozione ci serve no? Sbaglio o amavi Artemide? non sarà difficile eliminare l’altra.

Eric strinse gli occhi, avrebbe tanto urlare che lui amava anche Klelia.

-Ora Eric se vuoi vivere devi prendere quel maledetto ciondolo. Se non lo farai raggiungerai presto Marcus. Sai dicono che l’aldilà sia piacevole. Alzati.

Eric Ruston si alzò, era stato obbligato a inginocchiarsi. Tutto a causa di quello stupido incantesimo.

Alexander Malfoy meraviglioso come sempre, scompari con un sonoro Pop.

Eric rimase li solo, ripensando all’incontro avvenuto poco prima con Klelia, avrebbe voluto solo abbracciarla e consolarla e invece…

-Finitem Incantatem.-

Eric sentì il cervello liberarsi e prendere il controllo del suo corpo.

Riacquistò la familiare sensazione di movimento, e il cervello riprese a pensare.

Adesso poteva fare quello che voleva lui e non quello che gli ordinava Alexander.

Quando si girò per vedere chi l’aveva liberato rimase spiazzato.

Marcus Austen lo guardava con un sorriso malandrino fra le labbra.

E questo era impossibile perché Marcus era…morto.

 

sono caduto attraverso le crepe
ma ora sto cercando di ritornare indietro
prima che la recente fregatura esca fuori
io darò la mia miglior prova
niente mi fermerà tranne l’intervento divino
so che è il mio turno per vincere o imparare qualcosa

- I'm Yours, Jason Mraz-

 

 

 

Allure come va? Spero tutto bene, a me va moolto mooolto bene *.* Sono state due settimane davvero davvero stupende. Barcellona è meravigliosa…

Comunque tralasciamo il mio viaggio… ecco a voi il nuovo capitolo.

Se devo dire la verità questa storia mi sta catturando più del previsto. Dovevano essere solo undici capitoli e Klelia non era assolutamente prevista. Adesso invece non so, credo che senza di lei la mia ff non sia più lei xD. Aggiunto nuovo personaggio che mi è venuto in mente in’aereo. Lo amo *.* Io amo Marcus Austen il prossimo capitolo sarà incentrato sulla sua storia… che se devo essere sincera mi piace zizi, forse il prossimo capitolo insieme al capitolo “lei: la strega cattiva” è quello che mi piace di più.

Spero di postarlo presto.

Un grazie speciale a chi commenta e alle 75 persone che hanno messo la fanfiction fra i preferiti!

Grazie davvero *-*

Ho postato oggi perché sta sera vado a casa a mare di una mia amica e quindi domani non ci sarò.

Prossimo aggiornamento: 2 luglio. Ho gia scritto il capitolo^^

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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