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Autore: lollipop 2013    10/03/2014    6 recensioni
Due culture diverse si incontrano, mescolandosi.
Un amore contrastato, che va oltre la famiglia, oltre le tradizioni.
John si innamora di Mary.
Mary si innamora di John.
Lui è un gipsy, uno zingaro inglese che ormai staziona da anni nella stessa città.
Lei é una ragazza normale, una tipa di città, indipendente e con fin troppi problemi.
Due culture così diverse riusciranno ad amalgamarsi o entreranno in collisione?
Riuscirà John a vivere questa sua storia d'amore impossibile?
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 10
 
Tra me e Jenny non vi è più dialogo, la gravidanza sembra aver distolto i suoi pensieri da me.
Lei e la mamma sono in fermento per l’arrivo del bambino. La casa è ricolma di piccoli body, pannolini e giochi vari. I pupazzi invadono il pavimento e suonano ogni volta che uno di noi li calpesta per sbaglio.
Se continuano con questo shopping sfrenato non ci sarà più spazio per nessuno in questa casa se non per il bambino.
Decido di uscire da quel caos, prima di venire sommerso dai peluche, l’aria fresca di Londra mi aiuta a rilassarmi.
Cammino nel parco, oltre ai bambini intenti a giocare, riesco a vedere qualche coppietta. Giovani ragazzi che si stringono le mani e condividono un gelato o uno stecco di zucchero filato, dietro un cespuglio un altra coppia è intenta a dividersi un romantico picnic… Osservandoli mi rendo conto di non aver mai fatto nulla di romantico con Mary, ma infondo io non sono un romantico e neanche lei lo è!
Cammino per le strade umide, ammirando le vetrine dei vari negozi per poi accorgermi che tutte hanno qualcosa di diverso, qualcosa che le lega. Un colore, il rosso. Cazzo, è il 14 febbraio… Io odio San Valentino!
Mi fermo fuori alla vetrata del Zack’s Bar, anch’essa addobbata con “romantici” cuori rossi, e ammiro Mary. Si barcamena tra un tavolo e l’altro, servendo ogni cliente. Sembra allegra, forse è questo giorno romantico a farla sorridere o magari è solo un giorno buono per lei…
E’ passata una settimana dal nostro litigio che ormai sembra essere passato dalla sua mente… Più la guardo e mi rendo conto che Mary merita una serata romantica, una di quelle da far brillare i suoi profondi occhi castani, una serata che le faccia battere il cuore e magari farmi trovare il coraggio di confessargli ciò che provo per lei.
Torno a casa e mi chiudo in camera mia, prendo il cellulare ed inizio a fare un paio di telefonate… Non ho mai fatto nulla di romantico, il romanticismo è qualcosa che i gipsy non hanno nel dna.
<< Ciao little shock, sono John Evans. Volevo chiederti una cosa… tua sorella Jin, quella che fa la cuoca, può prepararmi una cena romantica per questa sera? Ho bisogno di qualcosa di buono, partendo dagli antipasti al dolce… >> ho solo 17 anni ma ho avuto modo di conoscere tante persone nella mia vita e molte di esse mi devono dei favori, little shock è uno di quelli.
Il nomignolo gliel’ho affibbiato io, anche perché non riuscivo mai a ricordarmi il suo nome. Frequentavamo le scuole medie insieme, lui era il secchione della classe preso di mira da tutti, io essendo l’unico gipsy restavo sempre in disparte, mi facevo gli affari miei insomma... Un giorno entrai nel bagno e vidi tre miei compagni prendere a calci un batuffolo dai capelli neri che se ne stava rannicchiato sul pavimento… Bhè, decisi di non farmi più gli affari miei… Quei tre finirono all’ospedale, io fui cacciato dalla scuola e little shock non si è più ripreso da quel giorno.
Le botte gli hanno causato un blocco del linguaggio, i medici dissero che l’accaduto gli aveva provocato un piccolo shock, da li il soprannome.
<< C-c-ee-rt-o Jo-hn. T-t-ti pr-ocu-rerò-tu-t-to. >> mi procurerà tutto… Perfetto!
Ora devo trovare la location e visto che non dispongo di molto denaro, l’unico posto disponibile è la palestra… Dovrò convincere mio padre.
<< Ciao pà. >> salto sul bancone che gli fa da scrivania, sedendomi sui suoi fogli.
Mio padre alza lo sguardo dalle sua scartoffie, riesco ad intravedere i suoi occhi da quegli occhiali rotondi stile nonna papera. Il terribile Billy è invecchiato e la sua vista è calata…
<< Ciao fì… ma come diamine parli. >> scoppio a ridere per poi scendere dalla scrivania e assumere un espressione seria.
<< Senti papà avrei bisogno di chiederti un favore… >>
<< Niente soldi John! La palestra ha il conto in rosso. >> e ti pareva, quando parlo di favori lui pensa sempre al denaro…
<< No, non si tratta di soldi… Vedi, mi servirebbero le chiavi della palestra, dovrei usarla questa sera. >> si disfa degli occhiali di nonna papera e mi guarda passandosi una mano sulla testa pelata, si, invecchiando ha perso anche i capelli!
<< E che devi fare di sera qui dentro? >> ok, ora devo dirgli che devo portarci una ragazza, ma non posso dirgli che è una gorge se no addio palestra e se gli dico che è una gipsy partirà con la solita solfa delle raccomandazioni su come bisogna trattare una donna del nostro rango.
Mi passo freneticamente la mano destra nei capelli, ungendola con il gel. Non riesco a stare fermo ed inizio anche a sudare nei palmi delle mani…
<< Vedi oggi è San Valentino ed io vorrei organizzare una cena romantica per una ragazza… >>
<< Ti sei fidanzato figliolo? Chi è lei, la conosco? >>
<< No, non mi sono proprio fidanzato, per ora ci stiamo conoscendo e no, non credo che tu la conosca perché si è trasferita qui da poco. >>
<< A quale famiglia appartiene? >> mio padre da per scontato che Mary sia una gorge… ed io glielo lascerò credere.
<< Non ricordo il suo cognome, te l’ho detto la conosco da poco. Insomma papà me le dai o no queste chiavi? >> si alza dalla sedia per poi venire alle mie spalle ed aprire uno dei cassetti di metallo fissi alla parete dietro di me. Mi si avvicina e mi porge le chiavi…
<< Te le do, ma John --- >> ritrae le chiavi stringendola nel suo pugno.
<< Tu cenerai solo con quella ragazza, e poi la riporterai subito a casa. Le gipsy vanno trattate con i guanti, ricorda che essa potrebbe essere una delle tue sorelle oppure, potrebbe non essere la tua anima gemella e se tu le rubi il fiore della sua gioventù, nessun altro vorrà mai averla. >> faccio cenno di si con la testa, sono d’accordo con le parole di mio padre. Per essere un gipsy ho una mentalità aperta e mi piace trasgredire alle “regole”… ma, non riuscirei mai a stare con una ragazza che non è più vergine.
<< Tranquillo papà, la riporterò a casa per le undici anche perché dopo ho appuntamento con i ragazzi da Zack. >> gli mento, tanto lui non saprà mai che in realtà la ragazza non è una gipsy.
Esco dalla palestra e mi infilo la chiave nella tasca anteriore dei jeans, poi chiamo Brece, è l’unica che sa di me e Mary ed’è l’unica al momento in grado di darmi consigli sull’amore.
Mi sono ridotto a chiedere consigli sulle ragazze alla mia sorellina…
Gli racconto velocemente cosa ho progettato per la serata e le chiedo un parere…
<< Mi sembra tutto perfetto John ma manca ancora qualcosa… >> manca qualcosa?!?
<<
Cosa? >>
<< Le candele imbecille, che serata romantica è senza delle candele che creano atmosfera… >> ha ragione, nei film romantici che mi ha costretto a guardare, non mancano mai le candele.
<< Dove posso comprarle? >>
<< Vai al centro commerciale, vedi al piano superiore c’è un negozio che vende candele di ogni genere… Ora devo staccare John, sono tornate mamma e Jenny. >>
Arrivo al centro commerciale e mi perdo tra odore di lavanda e quello di vaniglia… Brece aveva ragione, ci sono candele di ogni tipo qui. Vengo attirato da delle candele di colore rosso a forma di fiori e cuori… Mi sembrano perfette.
Corro alla palestra ed inizio ad arredare il luogo nel modo appropriato, seguendo passo dopo  passo le istruzioni che Brece mi manda tramite sms.
Jin la sorella di little shock mi manda la cena tramite un suo garzone, ora è davvero tutto pronto. Corro a casa a cambiarmi e durante il tragitto mando un messaggio a Mary invitandola a raggiungermi in palestra, lei per tutta risposta mi invia dei punti interrogativi, non sospetta nulla…
Esco di casa in fretta prima che Jenny possa bloccarmi sull’uscio e propinarmi la seconda parte del suo monologo e raggiungo la palestra. Accendo le candele, spengo le luci e attendo che Mary arrivi.
<< John! >> Mary entra nella palestra… È vestita con i suoi solidi leggings neri e un vestitino dello stesso colore che gli arriva poco sopra il ginocchio, ha persino una sciarpa e dei guanti. Oggi a Cardiff si gela davvero.
I capelli sono sciolti ed ondulati e a colorarle il viso ci pensa il freddo, che le regala guance e naso rossi.
Le candele accese illuminano il percorso, portandola dritta da me.
Mary mi vede, poi guarda il tavolo imbandito e decorato con delle rose rosse, sorride leggermente, per poi arrossire. Si porta le mani al volto, cercando di coprire l’imbarazzo... << Ma cosa hai fatto... >> le sorrido per poi avvicinarmi a lei e baciarla.
<< È San Valentino, di solito le persone normali organizzano qualcosa di speciale per questo giorno. >>
<< Già le persone normali, tu non rientri in questa categoria... >> simpatica!
Mi tira a se e mi bacia, poi ci accomodiamo al tavolo ed iniziamo a mangiare.
La cena procede bene, Mary sembra divertirsi ed io con lei.
L'orologio segna le 23.00, lasciamo la palestra, non posso rischiare che la curiosità induca mio padre a venire a farci visita.
Camminiamo fino casa di Mary tenendoci per mano.
<< Ti va di entrare? >> le faccio segno di si con la testa poi entro in casa.
Dopo pochi secondi ci stiamo già baciando, fino ad arrivare nella sua camera da letto...
Ho Mary di fronte ed un letto che aspetta noi sulla mia destra.
Guardo Mary negli occhi e capisco che lo vuole quanto me, mi desidera quanto io desidero lei...
<< Sei sicura? >> le chiedo quasi ingenuamente. Mary con passo tremante si avvicina di più a me facendo aderire i nostri corpi.
Mi disfo della mia t-shirt per poi aiutarla a liberarsi del suo vestito nero.
Gli abiti sono riversi sul pavimento mentre noi, coperti dal lenzuolo bianco di lino, ammiriamo i nostri corpi nudi.
Mary deglutisce e dai suoi occhi si evince paura, non in senso cattivo, credo che abbia solo paura di non essere all’altezza.
La guardo, bella più che mai e mi decido a parlare, a dirle quello che provo per lei.
Le bacio il collo fino a risalire al suo orecchio, glielo mordicchio…
<< Sono innamorato di te. >> il suo ansimare si ferma improvvisamente, Mary sgrana gli occhi per poi puntarli nei miei…
<< Come? >>
<< Si, sono decisamente innamorato di te. >> le accarezzo i capelli mentre Mary mi sorride gioiosa. Anche i suoi occhi sorridono, brillando oltremodo.
Ora la sento più mia, più coinvolta, più tranquilla e decisa a donarsi a me. Non è più insicura, non ha più paura, ha solo voglia di avermi.
Le sfilo gli slip per poi liberarmi dei miei box, Mary divarica lentamente le gambe, con delicatezza mi infilo tra loro, tenendo sempre lo sguardo di Mary che, serra gli occhi quando mi sente dentro di lei.
Non faccio fatica ad attraversarla, li per li non me ne rendo conto, mi godo il momento chiudendo gli occhi anch’io.
Dopo pochi minuti li riapro, qualcosa mi impedisce di andare avanti…
Mi distacco da lei per poi guardare le nostre intimità nude. Mary ha ancora gli occhi chiusi, balzo giù dal letto infilandomi nuovamente i box.
Mary riapre gli occhi e mi guarda perplessa, coprendosi col lenzuolo.
<< Che succede… >>
Cerco di placare la mia ira ma non ci riesco. Sono mesi che lotto contro tutti per difendere Mary e il nostro rapporto ed ora, ora mi sembra tutto inutile.
Mi avvicino a lei strappandole di dosso il lenzuolo che la copre, per poi urlare…
<< Guardati, non c’è sangue sul tuo letto, sai questo cosa vuol dire? Che tu non sei vergine Mary, qualcun altro si è rotolato in questo letto con te o da qualche altra parte. >> sputo quelle parole in modo velenoso, con cattiveria.
Mary balza giù dal letto iniziando a vestirsi.
<< Lascia che ti spieghi John… >>
<< Non parlarmi. Posso andare contro le regole gipsy, contro tutto quello che mi è stato insegnato, ma c’è una cosa sulla quale non posso trasgredire. La mia donna deve essere pura, vergine. Tu non lo sei e questo vuol dire che mi sono sbagliato, tu non sei la donna che fa per me. >>
<< Non è come pensi. Lasciami spiegare… Ti prego, John! >>
La lascio in piedi, in preda alle lacrime. Urla il mio nome ma non la ascolto, in un lampo sono già a casa…
Mi getto sotto la doccia e strofino la mia pelle con la spugna, cercando di eliminare l’odore di Mary che sembra essersi impregnato su di me.
D’avanti agli occhi continua a passarmi l’immagine di Mary tra le braccia di altri ragazzi.
Come ha potuto farmi questo… Jenny aveva ragione, le gorge sono solo donne da una botta e via e Mary non è da meno. Forse avrei dovuto sfruttare questa occasione, fare sesso con lei e poi gettarla via…
Penso alle peggiori cose e una lacrima scende sul mio viso. Mi ha ferito… Ho lasciato che una gorge mi ferisse. Sono vero idiota!








 
Eccovi il 10° capitolo, ammetto che non è stato facile per me scriverlo...
Spero vi sia piaciuto, no, forse l'ultima parte non vi è piaciuta ma,
non sempre l'amore è tutto rose e fiori...
Attendo i vostri commenti, sperando di trovarne anche qualcuno di quei molteplici che leggono in silenzio.
Vi aspetto il prossimo lunedì con un nuovo capitolo e come sempre vi invito a passare in: 
Why me?

A presto e grazie per leggere e commentare le mie storie


xo lollipop 2013 
   
 
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