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Autore: KaterinaVipera    10/03/2014    2 recensioni
[SEGUITO DI "GRAZIE A LEI"]
Dopo due anni di silenzio, Cat crede che Loki l'abbia solo ingannata; dopotutto lui è il Dio degli inganni, come poteva aver creduto che avrebbe mantenuto la sua promessa?
"Ritornerò. Ritornerò per te." le aveva detto prima di tornare ad Asgard e lei gli aveva detto che lo avrebbe aspettato. E lo sta ancora facendo, sotto lo sguardo preoccupato dei suoi cari.
Quello che non si aspetta è che Loki la sta osservando, ed è molto più vicino di quello che la ragazza possa immaginare, perchè ancora una volta, la vita della mortale è in pericolo a causa delle azioni sconsiderate del Dio.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache dei Nove Regni'
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...DUE ANNI DOPO...

                                                                                        SUMMER PARADISE

La mattina era uscita presto per fare jogging vicino alla spiaggia, non lontano da casa sua. Correre l'aveva sempre aiutata a scaricare tensione e stress e in quel periodo ne aveva davvero molto bisogno.

Si mise le cuffie dell'iPod, alzò il volume della musica al massimo e partì. Le ci volle un po' di tempo per riprendere il suo ritmo nella corsa perchè era da tempo che non si allenava. Dopo una ventina di minuti aveva già preso un ottimo ritmo.

Sentiva i muscoli delle gambe in tensione che lavoravano e il cuore che pompava ad un ritmo serrato.

Percorse il viale semi deserto che affacciava sul mare.

La leggera brezza che si era sollevata, portava con se il profumo dell'oceano. Mentre correva respirava l'aria salmastra che le invadeva le narici e le si attaccava alla pelle. Era un profumo rilassante e inebriante. Quell'odore fresco riusciva sempre a calmarla.

A fine corsa si sedette affaticata sul muro che separava la spiaggia dalla strada. Guardò incantata il mare che si stagliava per miglia e miglia lontano da lei. Il sole che da poco era sorto, schiariva le acque rendendole simili ad un dipinto ad acquarello.

Il mare era così piatto e pacifico, quanto il suo cuore era tormentato e burrascoso. Sarebbe voluta essere una goccia di quel paradiso per essere cullata dolcemente dall'involucro blu.

Guardava lontano, più lontano di quanto la gente che le passava intorno potesse immaginare. Guardava ad un futuro che non ci sarebbe mai stato.

Si stava domandando che ne sarebbe stato di lei. Sarebbe riuscita ad andare avanti e a rifarsi una vita, oppure sarebbe stata rimasta in quello stato di catalessi per sempre? Mentre guardava le onde infrangersi sugli scogli, le venne in mente la favola della sirenetta di Andersen. Chissà se anche lei si sarebbe trasformata in schiuma di mare per il dolore di una perdita. In quel momento le pareva un bel modo per trovare pace. Dopotutto anche lei, come la povera sirena, aveva perso la persona amata.

“Ehi, finalmente ti abbiamo trovato!” le disse una voce alle spalle. “Ehi, Cat! Ci sei?” continuò la voce.

La ragazza si tolse le cuffie e si voltò nella direzione in cui l'avevano chiamata.

“Ciao Jake. Non ti avevo sentito.” disse indicando le cuffie. La musica era talmente forte che riusciva a sentirla anche il ragazzo.

“Che ci fai qui?” gli domandò.

“Avevamo fissato di andare al mare, non ricordi?”

No, in effetti non se lo ricordava.

“Scusa, me ne ero praticamente scordata.” si alzò dal muretto per guardare meglio il suo amico.

“Fa niente. Forza, andiamo.” disse incamminandosi verso la spiaggia ma Caterina non si mosse. “Eddaiii.. non fare quel muso lungo. Mary ci sta aspettando.” e senza aspettare un ulteriore rifiuto, la prese per mano e si avviarono in spiaggia.

Lì, trovarono Mary che stava sistemando i teli.

Mary era una bella ragazza, dai lineamenti delicati. Poco più alta di Caterina, sfoggiava sempre un look elegante che la faceva sembrare non solo più alta ma anche più grande. I lunghi capelli biondi le ricadevano fino a metà schiena perfettamente lisci, sempre al posto giusto. Ovviamente il suo aspetto era dovuto ad una cura quasi maniacale, cosa che Caterina non aveva assolutamente. Lei era più un tipo da ''mi metto quello che capita''.

“Finalmente ce l'avete fatta.” disse togliendosi la maglietta e rimanendo in costume. “Ho voglia di fare un bel bagno.” poi guardò la sua amica “Ma tu non hai il costume. Te ne eri dimenticata, non è vero?” disse mettendosi le mani sui fianchi e restando in piedi sul telo.

“Non ti preoccupare, non lo faccio il bagno.” disse stringendosi nelle spalle, ma i due ragazzi la guardarono malissimo e le toccò cambiare idea, prima che iniziassero a rimproverarla.

“D'accordo. Verrò in mare con voi.” si tolse le scarpe e la maglietta rimanendo con un top nero aderente e gli shorts.

“L'ultimo che entra in acqua paga il milkshake per tutti.” dichiarò Mary mente si stava già avviando verso la riva.

“Sei sleale Mary!” gli urlò contro suo fratello.

Così si precipitarono tutti verso il bagnasciuga, schizzando i passanti prima di sabbia e poi con l'acqua. Una volta che l'acqua gli arrivò sopra la pancia, si tuffarono, sentendosi un po' come quei telefilm di Baywatch.

Era una sensazione così bella sentirsi circondata dall'acqua e cullata dalle onde, che non sarebbe mai voluta riemergere.

“Jake, sei arrivato ultimo! Devi offrirci da bere.” sentenziò sua sorella.

“Ma non vale, tu parti sempre per prima.”

“Io dico che la dovremmo punire.” aggiunse Caterina che si fece più vicina a Jake.

“Si, io sono d'accordo con te.” e i due ragazzi si avvicinarono a Mary.

“Ehi, cosa avete intenzione di fare voi due?” disse cercando di allontanarsi.

Senza darle altre spiegazioni, le andarono incontro e iniziarono a schizzarla dando inizio ad una vera e propria guerra.

Era così bello ridere e scherzare con i propri amici, tutti i problemi le stavano scivolando via, perdendosi tra i flussi dell'oceano.

Trascorsero tutto il giorno diviso tra una nuotata e il relax al sole.

Poco prima del tramonto, Jake disse che sarebbe andato a fare l'ultimo bagno della giornata prima di ritornare a casa. Le ragazze lo avrebbero raggiunto dopo.

“Sai, Jake mi parla spesso di te.” palesò all'improvviso.

“E con questo?”

“Credo che sia interessato a te.” Caterina stava per ribadire all'amica che in quel momento non se la sentiva di frequentare nessuno e che il suo cuore apparteneva ad un altro, ma non la lasciò parlare.

“Lo so che non vuoi frequentare nessuno e che il tuo cuore appartiene ad un altro, ma cerca di capire anche noi. Siamo preoccupati per te e ti vorremmo vedere felice. Tu continui a dirci sempre le stesse cose e dopo due anni non notiamo alcun miglioramento. Credevamo che fosse solo una cosa passeggera, ma adesso non sappiamo più come comportarci con te.” Mary era preoccupata di perdere la sua migliore amica.

“Per favore, non ricominciare con questa storia.” disse seccata ma con tono pacato.

“Invece io ricomincio e ricomincerò sempre finché non ti sarai data una bella svegliata. Non puoi continuare ad andare avanti così. Siamo preoccupati.” disse guardando l'amica.

“Lo so, ma vi ho detto che non serve.”

“Senti Cat, non puoi dirci di non preoccuparci se continui ad evitare il mondo che ti circonda. Stai vivendo da reclusa, sempre in casa a studiare. Quante volte ci siamo viste noi, in questi ultimi anni?” si era avvicinata all'amica, coprendosi il volto dai raggi del sole che le accecavano gli occhi.

“Dovevo studiare molto se volevo avere quella borsa di studio.” si giustificò.

“Anche io. Però a differenza tua sono sempre riuscita a trovare un po' di tempo per vivere la mia vita.”

“Si vede che io e te siamo diverse.”

“Ma che ti succede? Non ti riconosco più.” domandò afflitta Mary.

“Quando se n'è andato, ha lasciato un vuoto dentro di me che non riesco a riempire. Per quanto mi sforzi, per quanto cerchi di distrarmi, mi sento terribilmente vuota.”

“Devi chiudere con il passato. Lo devi fare per te stessa. Noi ti vogliamo bene e ci fa star male vederti sempre giù di morale.”

“Io starò bene.” fu tutto quello che riuscì a dire.

“Lo dici da tanto tempo che non ci credi più neanche tu. Dovresti reagire, sul serio questa volta.” quante volte si erano dette la stessa cosa, senza poi vedere i cambiamenti.

“Che vorresti dire?” quel discorso era un tasto dolente e non aveva voglia di affrontarlo, ma Mary sembrava intenzionata ad andare avanti.

“Voglio dire che sarebbe l'ora di mettere da parte il passato e di cercare di guardare al futuro.”

“E dovrei farlo con tuo fratello?” disse ricordandosi che le aveva detto che Jake aveva una cotta per lei. Erano amiche dall'asilo e non le sarebbe mai passato per la mente di mettersi con il fratello maggiore di Mary, anche se aveva notato che ultimamente Jake era diventato davvero molto carino.

Del brutto anatroccolo che era, con gli occhiali e i brufoli, non era rimasto nulla e adesso era un bellissimo cigno dagli occhi verdi e dai capelli castano-biondo. Un fisico atletico grazie al football e molto simpatico, alcune volte un po' cretino, ma secondo Mary era colpa di tutte le botte che prendeva quando era in campo.

“Potresti provare. Senti, mio fratello è un cretino però la mia opinione non conta dato che io ci vivo costantemente con lui. Tu protesti dargli una possibilità.” disse sorridendo, come per fare pace e sviare il discorso su qualcosa di più spiritoso.

Non aveva voglia di dare possibilità a nessuno, voleva che la lasciassero in pace e che nessuno le dicesse cosa avrebbe dovuto fare; ritenne opportuno però tenersi per se quel pensiero e di assecondare l'amica in modo che si tranquillizzasse.

“Non ti prometto niente, però se vedo che provo anche un briciolo di interesse per Jake, farò in modo di non nasconderlo.” e guardò la sua amica sollevata dalla sua risposta.

“D'accordo. Tu però non dire niente a Jake. Se scopre che ti ho parlato mi uccide.”

Risero insieme di gusto, come non facevano da tanto tempo. Avevano appianato i loro problemi e adesso potevano continuare a godersi la giornata. Faceva ancora caldo, il sole picchiava forte e il vento fresco della mattina aveva lasciato il posto all'afa pomeridiana. Si alzarono e correndo si diressero in acqua per fare l'ultimo bagno della giornata.


 

Nel frattempo ad Asgard...

Passava gran parte delle sue giornate, senza dar segno di voler uscire dalla sua stanza. Trascorreva le sue giornate in solitudine, immerso nelle letture e in notturne passeggiate malinconiche.

Gli era stato negato, in più di una occasione, il permesso di fare ritorno sulla Terra e questo lo stava lentamente portando in un abisso oscuro e profondo.

Non era servito a niente chiedere perdono e aiutare Thor a sconfiggere Malekith e gli Elfi Oscuri, ultima minaccia per Asgard, per ritornare da lei. Suo padre lo aveva categoricamente proibito.

Thor si stava dirigendo nella camera del fratello, per salutarlo un'ultima volta, prima di partire. Temeva che non si sarebbe mai ripreso dal suo stato, men che meno ora, che stava per far ritorno sulla Terra definitivamente.

Bussò all'enorme porta in oro decorata da grossi ghirigori, nessuno rispose ma sapeva che Loki si trovava all'interno.

Entrò scostando un'anta della porta e se la richiuse alle spalle.

Suo fratello era appoggiato ad una colonna assorto nei suoi pensieri, tanto che sembrava che non l'avesse sentito bussare. Thor si sbagliava.

Sei venuto a dirmi addio fratello?” disse senza smettere di guardare avanti a se.

Si.” è tutto quello che riuscì a dire. Sarebbe partito subito però prima doveva dire addio a suo fratello ed era la cosa più difficile che potesse fare.

Dopo il suo aiuto nel sconfiggere Malekith il loro rapporto si era lentamente e inspiegabilmente consolidato. Continuavano ad avere le loro divergenze e alterchi ma cominciava ad esserci meno rivalità da parte del Dio degli inganni.

Sapevano bene entrambi che prima o poi si sarebbero divisi, prendendo strade diverse, inoltre Odino aveva permesso – anche se un po' controvoglia - a suo figlio Thor di lasciare Asgard per fare ritorno dalla sua mortale, mentre per Loki questa possibilità non era stata presa neanche in considerazione.

Al padre degli dei bastava avere un figlio innamorato di un essere inferiore, non ne voleva due. Inoltre temeva che Loki potesse commettere gli errori del passato e quindi, lo faceva tenere sotto stretta sorveglianza.

Allora, addio.”

Perchè non vieni con me Loki?” insistette suo fratello.

Sai che mi è reclusa la Terra e qualsiasi altro regno che non sia Asgard.”disse amaro.

Devi parlare con nostro padre.”

Ho tentato e non è servito.”

Quando hai parlato con nostro padre noi eravamo ancora dei fuggitivi per aver disubbidito ai suoi ordini e tu eri un prigioniero. Adesso che ti ha perdonato, dovresti tentare di nuovo.”

Non servirebbe a niente.” ormai si era rassegnato a perderla per sempre.

Si salutarono frettolosamente e in modo piuttosto distaccato.

Non doveva andare così.”disse ad un certo punto Thor prima che partisse. Non ricevette nessuna risposta dal fratello che lo guardava con il viso inespressivo. Solo gli occhi del Dio parlavano e rivelavano una profonda tristezza.


 

Si svegliò di colpo urlando e ansimando. Aveva fatto un incubo. Un incubo davvero tremendo. Cercò di far ritornare il battito cardiaco ad un ritmo normale sedendosi sul letto, ma non servì a nulla e così fu costretto ad alzarsi e a dirigersi verso la bacinella colma d'acqua per sciacquarsi il viso e rinfrescarsi. Come ogni notte, non avrebbe ripreso sonno, così decise di vestirsi e dirigersi nella biblioteca del palazzo a leggere. Senza rendersene conto si era messo la maglietta che indossava quando incontrò la mortale. Per un certo periodo la stoffa emanava un intenso profumo di fresco che le ricordava lei, poi con il passare del tempo, quell'odore era andato affievolendosi e adesso, non era rimasto nulla se non un vago ricordo di quello che era stato.

Mentre camminava con passo svelto ma leggero, ripensò al significato del sogno. Quell'incubo lo tormentava ormai da molto tempo e man mano che passava le notti sveglio a capirne il senso, si era convinto che non fosse solo una coincidenza. Qualcuno lo stava avvisando. Si era lasciato una scia di nemici che adesso lo stavano cercando per fargli portare a termine ciò che aveva lasciato in sospeso e lo stavano minacciando. Ne era certo.

Tutte le notti la vedeva ricoperta di sangue, con gli occhi vitrei ormai senz'anima. La prendeva tra le sue braccia, provando a chiamarla ma ormai era troppo tardi. Lei era morta.

Aveva sempre la pancia sventrata e sentiva qualcuno alle sue spalle che rideva. Una risata macabra e malvagia. Si rigirava e riusciva a intravedere solo due occhi diabolicamente blu in un viso nascosto dall'ombra.

Così col cuore e l'anima in tempesta si dirigeva nell'enorme biblioteca, l'unico luogo che riuscisse da donargli un'apparente tranquillità. Vagava tra gli scaffali, col naso in su, cercando vecchi libri che potevano portare alla luce l'identità di quell'essere.


Salve a tutti!! Eccomi di nuovo con il seguito delle avventure di Cat e Loki.. Spero che vi piaccia e che vi appassioni.. 
Aspetto di leggere le vostre opinioni e i vostri commenti.. 
Buona lettura a tutti..
Un bacio, la vostra Vipera :-*

  
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