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Autore: I_Am_Them    10/03/2014    0 recensioni
Jade ha una lista di sbagli incisi nella pelle,
Jade ha diciassette anni e una lista di sbagli incisi sulla pelle.
- sei strana.- se ne uscì il riccio.
- grazie.- disse espirando l'ultimo tiro
- adesso sei ancora piú strana .-
- sono sola, mi piace starmene da parte e sono lunatica.-
- anche a me piace stare da solo.
- non sembri uno a cui piace stare da solo.- ammise
- peccato, invece è così.-
- mi piace il silenzio.
- silenzio silenzio o con la musica do sottofondo, per esempio?
- silenzio, e stai zitto.-
Una boccata di fumo denso che le scapa dalle labbra in modo nervoso
- ci sono riuscito.- sorrise vittorioso
- a fare che?- lei irritata
- a farti cambiare umore.-
- mi piace stare in silenzio con te, lo trovo divertente.-
Ed eccoli, ancora a ridere. E gli occhi incastrati un paio negli altri, e a sorridere, perchè non erano più soli.
Avevano trovato qualsiasi cosa stavano aspettando inconsapevolmente.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Incisi nella pelle

 

Jade ha una lista di sbagli incisi nella pelle,
Jade ha diciassette anni e una lista di sbagli incisi sulla pelle,

Jade ha i capelli i capelli tinti di rosa e una lista di sbagli nel passato,

Jade ha le gambe magre di chi ha faticato per averle, ha il viso piccolo circondato di capelli tinti di rosa e una lista di sbagli incisi nella
pelle, ha una felpa larga di suo fratello, una felpa verde scuro che fa contrasto con i suoi capelli, ha gli occhi scuri come due pozzi, sono due occhi scuri di chi ha fatto sbagli nel passato. Ha le labbra carnose, un sorriso raro e una lista di sbagli incisi nella pelle.
Ha le gambe fasciate in un paio di jeans stretti e consumati, con i buchi sulle coscie e sulle ginocchia.
Passeggia per le strade di mattina troppo presto, come una che non ha dormito più che come una che si è svegliata presto, ha il trucco sbavato sulle guancie e la pelle pallida di chi ha fatto degli sbagli nel passato. Non sorride e guarda per terra, cammina in un paio di vans nere logore.
Jade ha le mani in tasca e una lista di sbagli incisi nella pelle, ha un tatuaggio sotto il seno, uno sull'indice, una scia di stelle sulla scapola e un cervo sulla nuca. Ha delle macchie d'inchiostro e una lista di sbagli incisi nella pelle.



- dove sei stata? - le chiede la donna che la aspetta sulla porta di casa
- fuori- taglia corto Jade
- alle undici arrivano dei cugini di papà. - iniziò guardandola mentre camminava sulla ghiaia del vialetto di casa. - cerca di sembrare una ragazza normale.- le ordinò poi lanciandole un occhiataccia.
Jade a tessa bassa entrò e senza dire e fare niente salì in camera, entrò nel bagno togliendosi ogni vestito e accessorio tenendo solo una catenina militare. Si immerse nell'acqua calda togliendosi ogni resto della nottata e di pensieri.
I suoi occhi dopo essere stati puliti erano stati nuovamente circondati da un grosso strato di nero in matita, eyeliner e ombretto. La sua pelle priva di qualsiasi prodotto era candida, pallida e pulita. Il suo corpo era in un vestito nero e stretto, abbastanza corto. Si guarda allo specchio inclinando di poco la testa. Entra nella stanza di suo fratello e si guarda un po' in torno prima di buttarsi di peso sul letto vuoto.

In citofono si sente suonare per tutta la casa.
- vai tu- urla la madre da sotto. Quando Jade si trova davanti alla porta si passa una mano tra i capelli. Apre la porta senza guardare chi fosse sullo zerbino. Quando lanciò un occhiata non riconobbe nessuno. Fece un fintissimo sorriso di cortesia e si fece da parte per far entrare. Un signore con un paio di folti baffi, una donna con dei capelli lunghi neri e un sorriso smagliante e una figura alta incappucciata e con le mani in tasca. Jade distolse lo sguardo e entrò in casa. Li guidò fino in salotto e aspettò che i due signori si sedettero sul divano affianco a sua madre. Il ragazzo col cappuccio era sulla soglia del salotto che si guardava intorno con disinteresse.
- harold levati quel cappuccio e saluta tua cugina.- esclamò la mora.
Harold alzò una mano grande e fece come richiesto dalla madre, scoprendosi il capo. Degli occhi verdi si posarono su di lei, prima di fare un cenno col capo. Mai visto, quel ragazzo non lo aveva mai visto.

Ad Harold piacevano i capelli di quella ragazza, rosa, tinti di quel colore stravagante. Ma per quanto i suoi genitori la chiamassero 'cugina' non la conosceva, mai vista. Questo era sicuro. Si osservavano con occhiate di soppiatto.
- vado di sopra - disse a un certo punto Jade dopo essere stata abbastanza tempo in silenzio a ignorare i discorsi degli unici maggiorenni in quella stanza. Anne, così si chiamava la donna con i capelli scuri un paio di occhi verdi e il sorriso bianco, la guardò stupita come chiedendosi di quella decisione.
- ma no, cara. Rimani ancora un po' con noi.- chiese
- no, grazie.- si sfrozò di rispondere - ho delle cose da fare per domani ed è meglio se le faccio adesso.- si alzò e si diresse verso la porta, stava ormai superando la soglia quando
- aspetta!- si girò controvoglia - dai harry, accompagnala. Così la aiuti e non rimane da sola.-
Harry la guardò un attimo cercando il suo sguardo poi si alzò raggiungendola e poi seguendola su per le scale. Lei le face strada verso la porta della propria camera e lo fece accomodare sul letto con un gesto. Il silenzio regnava tra quelle quattro mura, jade non lo riteneva imbarazzante, non sapevano cosa dire. La ragazza si sedette sulla scrivania incorciando subito le gambe, mentre lui si guardava intorno.
- cosa dovevi fare?- chiese a un certo punto harry. Lei sembrò pensarci un attimo.
- in verità niente.- ammise dopo un po', non trovando niente che sentisse il bisogno o il dovere di fare. Harry la guardò mentre si sistemava l'orlo del vestito poggiato sulle coscie. I suoi occhi verdi la fissavano curiosi, ormai poco accendeva il suo interesse dal matrimorio.
- sai, -iniziò a bassa voce jade alzando la testa e trovandolo a fissarla -non sapevo di avere un cugino non marmocchio.-
Lui corrugò le sopracciglia, cercando di capire dove volesse arrivare.
- mia madre si è sposata con Ben un po' di mesi fa, una volta avevano fatto una cena tutti insieme, te eri fuori e io da dei miei amici.- spiegò
- ah -si lasciò scappare dalle labbra chiare - per questo non ti avevo mai visto.- lui annuì abbassando la testa. Non sapendo cosa fare Jade si alzò e afferrò il pacchetto di marlboro e l'accendino appoggiati sul comodino
Aprì la finestra e si appoggiò al davanzale con i gomiti, intenta ad accendersi la sigaretta tra le labbra serrate, pochi secondi dopo soffiò uno sbuffo di fumo, fece un altro tiro e poi, poggiando la sigaretta in bilico sul bordo del davanzale. Si voltò camminando attraverso la stanza e lanciandogli una occhiata veloce prima di avvicinarsi allo stereo, schiacciare play e aspettare che Demons, degli Imagine Dragons iniziasse. Tornò alla sua sigaretta senza curarsi di Harry. Il ragazzo si guardò una attimo in giro canticchiando un verso della canzone prima di alzarsi e affiancare Jade.
- posso?- domandò sfiorando con le punte delle lunghe dita il pacchetto di sigarette. Lei annuì guardandolo distrattamente. Ed eccolo, il silenzio che regna di nuovo, il ragazzo le lanciò un occhiata.
- che racconti?-
- nulla .- rispose lei alzando le spalle - te? - lui non rispose rimanendo a pensare aspirando profondamente dalla sigaretta.
- tecnicamente noi non siamo cugini, siamo...persone con i genitori imparentati.- affermò con la voce roca. Lei lo fissò in cerca dello scopo di quel discorso che lui aveva iniziato.
- e quindi? - chiese infine. Lui di nuovo ignorò la domanda, ad Alice non piace inseguire le persone.
- credo di averti già visto, però.- mormorò osservando attentamente i lineamenti della fumatrice
- non lo so, faccio la ballerina al 'The Streets' magari ci sei andato qualche volta.-
- forse, una volta mi ci hanno portato.- smisero di parlare cercando di ricordare qualcosa
- oh ricordo! Una volta sei stato buttato fuori ubriaco.- ridacchiò lei.
- sei strana.- se ne uscì il riccio.
- grazie.- disse espirando l'ultimo tiro
- no, ho detto: sei strana.-
- ho detto: grazie.-
- adesso sei ancora piú strana .- consluse lui. Lei sorrise lievemente. - non vuoi sapere il perchè?- domandò curioso provocando l'ennesima scrollata di spalle di lei.
- ok, sei strana perchè hai i capelli viola, ma quello è il meno, sei stana perchè non capisco quello che pensi e un attimo sembri di buon umore quello dopo che ho detto qualcosa di sbagliato, perchè non capisco come sei davvero..- venne interrotto da lei
- sono sola, mi piace starmene da parte e sono lunatica.-
- anche a me piace stare da solo.
lei lo guardò negli occhi mentre si passava una mano tra i ricci corti.
- non sembri uno a cui piace stare da solo.- ammise
- peccato, invece è così.-
- mi piace il silenzio.
- silenzio silenzio o con la musoca do sottofondo, per esempio?
- silenzio, e stai zitto.
- quindi senza neanche rumori e voci?.- chiese conferma
- muto, cuciti le labbra, stappati le corde vocali, tutto quello che vuoi ma stai in silenzio.
- ci sono riuscito.- sorrise vittorioso
- a fare che?- lei irritata
- a farti cambiare umore.- sembrava divertito
- ti diverti?.
- oh non sai quanto.- lei scoppiò a ridere per la faccia di Harry
- di nuovo.- lui
- cosa?-
- ti faccio cambiare umore!- esultò
- non ancora per molto, stanne certo.
- intanto tu mi accompagnerai al 'the Street' regalandomi anche un drink perchè sono il tuo amato cugino.- lui cantilenando come un bambino.
- te lo sogni.- soffiò inviperita
- ancora.
- ah! - scoppiò - ci rinuncio!- urlò dopo aver capito quanto effettivamente era facile per Harry farle cambiare umore.
Lui si sciolse in una risata.
- ah ah ah, comumque sei mio cugino solo quando ti fa comodo.-
- mi piace stare in silenzio con te, lo trovo divertente.-
Disse Harry prima di accendre una nuova sigaretta presa sempre dal pacchetto di Jade.
Avevano appena trovato una persona con cui stare soli. In silenzio.
Harry lanciò un occhiata al profilo della ragazza, le labbra erano incurvate in sorriso e non potè fare a meno di pensare che quella ragazza era tremendamenre strana, strana almeno quanto lui.
Avevano trovato qualsiasi cosa stavano aspettando inconsapevolmente.
Ed eccoli, ancora a ridere. E gli occhi incastrati un paio negli altri, e a sorridere, perchè non erano più soli.

  
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