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Autore: startariot    10/03/2014    5 recensioni
Un'icomprensione. Lacrime. La lontananza. E poi un pianoforte in una stanza vuota. Quando l'amore diventa una nuova canzone.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti! Sono giorni che sentivo 'Don't let me go', e all'improvviso mi è venuta in mente una scena che troverete durante la one shot, così ho deciso di scriverla. Spero possa piacervi, e mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate, è la prima one shot sui larry che pubblico.








Erano tre giorni che Louis non tornava a casa. Tre giorni in cui lui ed Harry non si sentivano. Mai successo prima, in tre anni di conoscenza.

Harry sapeva dov’era Louis , Zayn glielo aveva detto quando, disperato, lo aveva chiamato non sapendo dove Louis si fosse cacciato dopo la loro discussione. 

 

***(flashback)

 

“Zayn, ti prego ho bisogno di parlargli e di sapere come sta, dimmi dov’è”, lo aveva implorato Harry sull’orlo delle lacrime senza nemmeno salutarlo quando gli aveva risposto al telefono. 

 

“H-harry, innanzitutto respira e stai calmo. Louis in questo momento non ha voglia di sentirti, ha bisogno di un pò di tempo per se stesso. Sai com’è fatto…”, aveva sussurrato Zayn con tono tranquillo e rilassato cercando di rassicurarlo. 

 

“I-io ho bisogno di sapere dov’è, e se tornerà a casa…solo questo..”, sussurrò Harry preoccupato, nonostante cercasse di controllare il tono della sua voce. 

 

“Harry, non dovrei dirtelo perché non vuole che tu sappia dove si trova, ma capisco perfettamente come ti senti, per questo te lo dirò…a patto che tu che non faccia sciocchezze dopo..”, disse Zayn.

 

“Assolutamente, Zay. Fidati di me” lo rassicurò Harry con tono deciso. 

 

“Amico, puoi stare tranquillo, Louis è qui da me da due giorni, adesso sta dormendo nell’altra stanza. Puoi stare tranquillo che tornerà a casa. Tornerà sempre da te.”, disse Zayn con tono serio. 

 

“Va bene, cercherò di tranquillizzarmi. E’ solo che…..mi manca così tanto.”, disse Harry con tono strascicato nella voce. Ed era vero, quando erano a Londra, Harry non riusciva a stare lontano da Louis, voleva averlo sempre intorno e approfittare di ogni minuto disponibile per stare con lui. Erano gli unici momenti in cui potevano stare insieme davvero…..e dove tutto sembrava….più facile. 

 

“Figurati, Harry. Lo so che ti manca, tornerà presto vedrai”

 

***(fine flashback)

 

E da quella telefonata era passato un altro giorno intero e Louis ancora non era tornato. 

Harry non sapeva cosa pensare e soprattutto voleva che Louis tornasse a casa, da lui per risolvere quell’assurda situazione. Era ancora ferito dalle parole che Louis gli aveva rivolto e sperava che al suo ritorno potesse dargli una spiegazione che quella maledetta sera non gli era stata concessa. La cosa peggiore per Harry però, era stata la fuga di Louis quella stessa notte. 

Ricordava ancora come tutta quella ridicola discussione era iniziata. Il motivo era sempre lo stesso. Nick, i suoi amici e la gelosia di Louis. 

 

***(flashback)

Erano le 2 di notte quando Harry tornò a casa. 

 

“Dove sei stato, Harry?”, gli chiese Louis non appena Harry entrò nella loro camera da letto al rientro da una delle sue uscite serali. 

Harry. Louis non lo chiamava mai Harry. Cercava ogni possibile soprannome per non chiamarlo in quel modo. Harold, Haz, Hazza, amore, tesoro, piccolo……tutto pur di non chiamarlo Harry. 

‘Harry lo userò solo nelle interviste, forse. Quel nome lasciamolo al resto del mondo. Harry Styles è per il pubblico, la stampa….tu sei molto più di harry per me’, così aveva detto e harry aveva accettato di buon grado l’idea. Amava sentirlo usare quei nomignoli. 

 

“Ero a cena fuori. Alexa e Pixie sono tornate da LA e non le vedevo da tempo. Mi hanno invitato a cena fuori e ho accettato. Ero con loro, Nick e un paio di loro amici.”, disse harry in tono pacato.

 

“Ah…c’era Nick”, disse laconico Louis. 

 

“Lou, per favore…non ricominciare. Sai bene che non devi preoccuparti di lui”, disse Harry rimanendo tranquillo. Per Harry era assurdo che Louis si preoccupasse di Nick, Louis sarebbe sempre stata la sua scelta, anche tra un milione di anni.

‘Always and forever’, era l’incisione che aveva trovato su un albero vicino casa loro. L’aveva trovata piuttosto azzeccata per descrivere la loro relazione. 

 

“Harry, lo so ma non riesco a non incazzarmi. Odio lui, odio il fatto che tu esca con lui quando potresti stare qui con me, odio il fatto che ogni volta che tu sei con lui io non riesca a non pensare nemmeno per un secondo a quello che potrebbe succedere se—“, Louis aveva iniziato ad alzare il tono di voce, quando Harry lo interruppe.

 

“Quello che potrebbe succedere? Pensi che io sia uscito con loro perché c’era Nick? Sono uscito solo per rivedere e salutare Alexa e Pixie, non per Nick. Siamo solo amici.”, sbottò harry alzando la voce. 

 

“Se è davvero così…”, sibilò Louis, l’unica cosa che harry sentì, invece, fu un peso.proprio all’altezza del cuore. Non riusciva a credere a quello che aveva appena sentito.

 *Aveva davvero così poca fiducia in lui, e nel suo amore per lui?*, erano le uniche frasi a cui Harry riusciva a pensare, e non riuscì a trattenersi. 

 

“Hai davvero così poca fiducia in me?”, disse, e Louis sentì tutta la delusione che Harry provava in quel momento. Non sapeva perché aveva detto una cosa del genere, ma non riusciva a controllare la rabbia che il pensiero di Harry e Nick insieme gli provocava. Harry non gli diede nemmeno il tempo di rispondere perché riprese a parlare.

 

“dopo tutto quello che abbiamo passato insieme, in questi anni…pensi davvero che possa buttare tutto all’aria così facilmente? Pensi davvero che potrei farti una cosa del genere? A te, che sei la persona più importante della mia vita. Sottovaluti così tanto quello che mi lega a te? Pensi che ti ami davvero così poco?”, la sua voce era tornata di nuovo bassa, ma questa volta non era più roca, dolce e carezzevole; adesso era dura e gelida, era la prima volta che louis lo vedeva così. Il volto contratto,  i suoi occhi gelidi e spenti, e le mani chiuse in due pugni.

 

“H-haz…io n-non….”, Louis era rimasto bloccato, non sapeva davvero cosa dire. Non che non si fidasse di Harry,  anzi…ma sapeva di cosa Nick era capace e la preoccupazione prendeva il sopravvento sulla ragione. 

Sapeva di averlo deluso, sul serio. Non era la prima volta che discutevano per questo, e non era la prima volta che diceva frasi del genere, ma Harry ci era sempre passato sopra. Era evidente che adesso non sopportasse più tutto questo. Odiava vedere Harry in quel modo. E odiava essere lui la causa di tutto questo. 

 

“Lou, io..sinceramente così non ce la faccio. Se tu non hai fiducia in me, non capisco come si possa andare avanti”, sussurrò Harry ancora in piedi vicino alla sedia su cui aveva appoggiato il cappotto nero. 

 

“Io…haz…non so cosa dire..”, la voce di Louis uscì in un sussurro che Harry udì a mala pena. 

 

“Te lo dico io allora. Sono stanco, vado a dormire nell’altra stanza, a domani”

 

“Haz, ti prego io non—“, disse Louis cercando di sfiorare la mano di Harry mentre prendeva il suo pigiama appoggiato sul cuscino, ma non riuscì a finire la frase perché Harry aveva raccolto tutto in un lampo ed era uscito dalla camera.

Harry, furioso era entrato nell’altra stanza sbattendo la porta; solo dopo si accorse di aver urtato il mobile e di aver fatto cadere una cornice con una foto. 

Abbassò lo sguardo e la vide…la prima foto che Harry aveva scattato a Louis. 

Bizzarro quanto, quella foto per terra tra i vetri rotti, potesse rappresentare la situazione del momento. Harry cercava sempre di piangere poco, ma in quell’istante sentì una piccola lacrima calcargli il viso. 

 

Louis passò la notte a pensare a quello che aveva detto. Non aveva il coraggio di affrontare Harry. Così alle 5 di mattina si alzò dal letto e prese il primo borsone che trovò nella stanza, mise le prime cose che vide nell’armadio e andò via. Fece il tutto in religioso silenzio attento a non svegliare Harry. 

 

Quello che Louis non sapeva, era che Harry aveva sentito tutto. 

 

 

 

 

****(fine flashback)


Tre giorni di totale assenza. Tre giorni che Harry aveva passato da solo, a casa loro, senza pensare a nient’altro se non a Louis. E si era ritrovato a lavorare ad una nuova canzone al piano. 

Il piano che Louis aveva comprato due mesi prima e Harry adorava vedere Louis al piano. 

La canzone l’aveva intitolata ‘Don’t let me go’, era nata praticamente da sola, in una notte era nato il testo, e nei giorni successivi aveva lavorato alla base musicale.

Era ora di pranzo, così decise di mangiare qualcosa mentre guardava un po' di tv, quando preso da un momento di ispirazione decise di provare di nuovo la canzone. Voleva renderla perfetta anche se forse non l’avrebbe mai pubblicata. Salì al primo piano, prese il diario con il testo della canzone nella sua stanza e andò nella stanza adiacente, sedendosi al piano. 

 

 

 

Louis (pov)

 

Erano passati tre giorni. Dopo tre giorni aveva finalmente deciso di tornare a casa. Aveva appena parcheggiato la macchina nel garage, preso il borsone nel portabagagli e estratto le chiavi di casa dalla tasca, aprendo al porta. Appena entrato sentì un immenso silenzio, pensò che probabilmente Harry non c’era, allora lasciò il borsone all’ingresso, si tolse il giubbino Jeans e lo appese all’appendiabiti. Si diresse in cucina e fece per aprire il frigo per prendere un po' d’acqua, quando udì delle note risuonare nell’intero appartamento. 

Si immobilizzò all’istante, sapeva che si trattava di harry, e rimase immobile. Era la prima volta che lo sentiva suonare il piano. Perciò decise di avvicinarsi alla stanza per sentire meglio senza però disturbarlo. Non appena arrivò davanti la porta della stanza decise di sedersi lì nel corridoio e ascoltarlo suonare. Si accorse però che non stava solo suonando…stava…cantando. Era una canzone nuova, mai sentita prima. 

Si accostò perciò maggiormente al muro e iniziò ad ascoltarlo.

 

Now you were standing there right in front of me

hold on scared and harder to breathe

all of a sudden these lights are blinding me

I never noticed how bright they would be

 

I saw in the corner there is a photograph

no doubt in my mind, it’s a picture of you

it lies there alone in its bed of broken glass

this bed was never made for two

 

 

Louis era ipnotizzato dalla voce di Harry. L’aveva sempre amata, così roca e profonda, ma in grado di raggiungere note alte se solo lui lo voleva. Ma mentre cantava quella canzone c’era qualcosa in più nella sua voce, e louis sapeva benissimo cos’era. La sua voce era….triste, debole.…come se fosse sull’orlo delle lacrime. Questo, per Louis, fu come ricevere un pugno in pieno stomaco. Sapeva benissimo che quella canzone parlava di loro due, lo aveva capito già dalle prime battute della canzone.

 

I’ll keep my eyes wide open

I’ll keep my arms wide open

 

Don’t let me, don’t let me

don’t let me go

cause I’m tired of  feeling alone

Don’t let me, don’t let me 

don’t let me go

cause I’m tired of feeling alone

 

Se c’era qualcosa che Louis odiava era far soffrire Harry. E questa canzone dimostrava quanto invece Harry stava soffrendo. Harry c’era sempre stato per lui, fin dall’inizio, e adesso che Harry aveva bisogno di Louis, lui non c’era stato. Louis sentì l'improvviso bisogno di entrare in quella stanza e abbracciarlo forte, fino a perdersi nel suo profumo e nel suo caldo abbraccio.

 

I promised one day that I’ll bring you back a star

I caught one and burn the whole in my hand

Seems like these days I watch you from afar

Just trying to make you understand

That I’ll keep my eyes wide open,yeah

 

Come aveva potuto dubitare di lui e del suo amore? Louis si sentiva terribilmente in colpa, anche perché aveva sofferto anche lui per lo stesso motivo, tremendamente. Avrebbe dovuto rimanere accanto a lui e sistemare la cosa subito, invece era scappato perché sapeva che Harry aveva tremendamente ragione e non sapeva nemmeno spiegare perchè aveva detto quelle cose. Era consapevole che quello che aveva detto era assurdo e che Harry lo amava, glielo dimostrava giorno dopo giorno. Quando erano insieme, non c’era un secondo in cui Harry non gli dimostrasse quanto tenesse a lui. 

 

Don’t let me, don’t let me

don’t let me go

cause I’m tired of feeling alone

don’t let me, don’t let me

don’t let me go

 

Continuava a ripetere quella frase quel ‘don’t let me’, urlandolo quasi, e louis poteva sentire tutta la sofferenza che Harry aveva provato al pensiero di poter rimanere senza di lui. Sapeva bene cosa stava provando, perché era la stessa paura che aveva anche lui. 

Nel frattempo aveva aperto la porta, perché voleva vederlo, voleva dirgli che non lo avrebbe mai lasciato, che lo amava e che si fidava incondizionatamente di lui, ma rimase bloccato davanti alla visione che si trovò davanti: Harry in tuta, seduto al piano, con i ricci raccolti con un piccolo elastico. Le sue dita, lunghe e affusolate si muovevano lungo i tasti del piano armoniosamente. Era la cosa più bella che Louis avesse mai visto. Si riscosse solo quando Harry terminò la canzone. 

 

don’t let me go

cause I’m tired of spleeping alone

 

Crack. Louis sentì un peso all’altezza del cuore. Harry nemmeno immaginava quanto Louis si immedesimasse in quella canzone. Si sentiva allo stesso modo quando Harry non era con lui. 

Decise perciò di avvicinarsi a lui. 

 

 

(Harry)

 

Leggero, ecco come si sentiva Harry in quel momento. cantando quella canzone si era sfogato, aveva urlato tutto quello che sentiva, e adesso si sentiva leggero, ma anche…..vuoto. Avrebbe voluto Louis lì accanto a lui. Per mostrargli che le sue lezioni di pianoforte erano servite a qualcosa. Come quando Louis faceva sentire ad Harry le canzoni di cui imparava gli spartiti. Harry adorava guardare Louis al piano, così concentrato e sorridente mentre suonava. 

All’improvviso sentì un leggero tocco sulla sua spalla e un sussurro “Haz..”; immediatamente si immobilizzò, non poteva crederci…..Louis? Era tornato? Da quanto tempo era lì? 

Rimase immobile, non voleva girarsi e realizzare che era lì da solo e che Louis non era davvero tornato. Dovette cambiare idea quando sentì uno spostamento d’aria e si trovò Louis seduto a cavalcioni su di lui, mentre avvolgeva le braccia intorno a lui. Non appena Harry realizzò che era davvero lì e lo stava stringendo, ricambiò la stretta avvolgendo le sue braccia intorno a Louis. Fu un abbraccio infinito, Louis affondò la testa nel collo di Harry inspirandone il profumo, sapeva di casa. Harry, sorridendo, si appoggiò al petto di Louis, stringendolo forte a sé, come se non volesse più lasciarlo andare. 

Dopo un tempo che parve infinito, i due si separarono e per la prima volta dopo tre giorni i loro occhi si incontrarono. collisione di blu e verde. si sentirono così bene. proprio in quel momento, fu come tornare a casa. 

 

“Sei tornato..”, sussurrò Harry. ancora fronte contro fronte. 

 

“Haz, sono stato uno stupido. Ho sbagliato tutto. Non dovevo scappare così, ma soprattutto non dovevo dire quello che ho detto, perché non lo penso assolutamente. Non dovevo lasciarti uscire dalla nostra stanza da letto, non dovevo farti soffrire così”, sussurrò Louis cercando di sorridergli. 

 

“No Lou, ho esagerato anche io. Non dovevo arrabbiarmi così, non dovevo sbattere la porta andando via, non volevo essere rude, è solo che mi sembrava così incredibile che non ti fidassi di me che ho reagito male. Scusami..”, sussurrò harry abbassando lo sguardo. 

 

“Perché devi prenderti colpe che non hai, Haz? Non hai fatto assolutamente nulla di male, nulla di tutto questo è colpa tua. Sono stato io il primo ad esagerare, tu ti sei solo difeso, dicendo la verità tra l’altro. Vorrei dirti una cosa però……..non è vero che non mi fido di te. L’altra sera non ho risposto quando me lo hai chiesto perché ero rimasto sconvolto io stesso da quello che avevo detto che il mio cervello era in totale blackout. Vorrei solo sapessi quanto io mi fidi di te, tu non fai altro che dimostrarmi quanto mi ami e quanto io possa fidarmi di te, sempre e comunque. E, dio… ti amo così tanto”, sussurrò Louis lasciandogli un piccolo bacio all’angolo destro della bocca, lasciandogli piccoli cerchi sulla schiena con la punta delle dita.

 

Harry sorrise, rispondendo a quel piccolo bacio e prendendo a sua volta a lasciare piccole carezze sulla schiena di Louis. Passavano i secondi e Louis non voleva staccarsi dal punto sui cui aveva appoggiato le sue labbra. Harry sentì l’urgenza di sentire Louis più vicino di quanto già non fosse, perciò approfondì il bacio. Tutta l’assenza, la mancanza e il dolore che avevano provato fino a pochi minuti prima svanirono, lasciando spazio alla dolcezza, all’amore e alla passione di quel bacio..Si sentivano come due pezzi di un puzzle che avevano trovato la combinazione giusta per incastrarsi tra loro. 

 

“Lou, vorrei poterti mostrare quanto ti amo, e quanto ho bisogno di te. Sono stati i tre giorni più lunghi della mia vita questi.”, disse harry, la sua voce era un sussurro.

 

“ Haz, me lo dimostri ogni giorno, e me lo hai appena dichiarato con questa canzone. A proposito era bellissima. Spero solo che tu non devi essere sempre così triste per scrivere canzoni così belle”, disse Louis lasciando tanti piccoli baci sul viso di Harry, che sorrideva come un bambino. 

 

“Hai appena detto la cosa più bella che potessi dirmi”, sussurrò Harry tornando serio e guardandolo negli occhi. 

 

“Grazie per avermi aspettato. Ti prometto che cercherò di essere più paziente e di non permettere alla mia stupida gelosia di mettersi tra noi. …So we can start it all over again? ”, rispose Louis sorridendogli, canticchiando quella piccola frase della loro stessa canzone. 

 

“Non devi chiedermelo. Lou, bentornato a casa.”, rispose Harry felice.

 

“La mia casa, è qui….davanti a me.”









Ciao, di nuovo. Spero che abbiate trovato questa follia che avete letto quanto meno decente.
Un ringraziamento speciale ad Anna, che mi supporta sempre e comunque :) 
Un bacione, A presto!

   
 
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