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Autore: malpensandoti    10/03/2014    3 recensioni
La gelosia è una brutta bestia, ma forse Zayn Malik geloso è ancora peggio.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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trouble
well, hello!
allora, siccome ormai ci ho preso gusto a scrivere prima e non dopo il testo, volevo spiegarvi un paio di cose prima di lasciarvi alla lettura!
so che probabilmente il testo può sembrare un po', ehm, volgare? il fatto è che è tutto un pov zayn e di conseguenza sono i suoi pensieri, i pensieri di un cazzone in pratica
per quanto riguarda il discorso per gli omosessuali, tendo a specificare che né io né nessun personaggio coinvolto in questa one shot è omofobo o altro! anzi, cioè, non pensate male!
il titolo e la frase sono presi da trouble dei coldplay, ma è una one-shot tranquilla, divertente e spero che vi possa piacere! senza pretese, insomma
fatemi sapere, specialmente perché non lo so, non mi sembra un granché!
a presto!





 

trouble




And I never meant to cause you trouble
I never meant to do you wrong





Carl è assolutamente un nome da gay.
Non che lui abbia qualcosa contro quelli dell’altra sponda, sia chiaro. Non è mai stato un tipo con un parere preciso per queste tematiche, ha sempre preferito infilarsi le mani in tasca e tacere.
Più che altro, si ritiene un individuo neutro. Gli omosessuali, sostanzialmente, gli hanno, come dire,  facilitato il compito, no? Se ci sono meno uomini per le donne, vuol dire che ci sono più donne per lui. Giusto?
Ciò non toglie il fatto che Carl sia un nome da gay, senza offesa per nessuno.
È un dato di fatto, pensa, perché è così.
E, oltre al fatto che sia un nome omossessuale, è anche parecchio brutto. Sa di vecchio, di marcio, di un tizio con i capelli bianchi e la faccia piena di rughe.
Potrebbe andare avanti per anni, perché se c’è una cosa che Zayn Malik ama fare è prendersi gioco delle persone. Immaginarle nelle più imbarazzanti situazioni, trasformarle a suo piacimento, con una bottiglia di birra in mano e la sigaretta dietro l’orecchio.
Fondamentalmente, Zayn è un cazzone. È un dato di fatto, come la storia di Carl l’omosessuale, capito?
Fa il giardiniere nell’azienda degli Horan, non ha finito il liceo e dorme coi calzini bucati, praticamente è il principe dei cazzoni.
Ne è orgoglioso, comunque. È un trono che tiene con fierezza, che ha quasi sudato. Perché a Zayn in realtà piace prenderla easy. È uno di quelli che non si fanno problemi, coi jeans bucati e la risata di pancia. Nel suo iPod ci sono Chris Brown, Pharrell Williams e un’infinità di canzoni dei Daft Punk, come potrebbe essere il contrario?
Ecco. Chris è un nome da uomo. Vero uomo.
Non Carl.





E pensare che Carl Ortega gli stava anche simpatico, qualche giorno fa.
È sabato sera e l’ufficio di Naomi ha allestito una piccola festicciola al sedicesimo piano prima delle vacanze di Natale.
Zayn ha cercato di resistere, ma Naomi ha fatto quella faccia, la faccia. La faccia che fa prima di togliersi i vestiti e baciarlo e poi sono finiti nudi contro il muro del salotto. Quindi, alla fine, come avrebbe potuto dire di no?
Non c’è tanta gente, per fortuna. Giusto una trentina di colleghi della sua donna con i propri compagni al seguito. C’è già stato il brindisi e le scrivanie sono tutte spoglie e ordinate.
Sono tutti in giacca e cravatta tranne ovviamente Zayn perché va bene venire, ma a modo suo.
Lui indossa una felpa dell'Adidas verde pisello, una maglietta con Lady Gaga stampata e nuda e un paio di jeans stretti. Ai piedi, neanche a dirlo, solo Air Jordan.
Ed è chiaro come l’acqua che sia stato guardato male da tutti quanti, ma è un cazzone, un cazzone orgoglioso.
Per lui sono come complimenti.
Ha passato metà della serata al fianco della sua donna, facendo battute sconce alla facce scandalizzate di sconosciuti e bevendo qualche bicchiere di troppo di champagne. È andato in bagno quattro volte, ha dialogato con una pianta e mandato un paio di foto a Louis.
Adesso è nella fase in cui sembra vagamente un ragazzino di dieci anni a cui hanno appena tolto il suo giocattolo preferito.
Se ne sta in un angolo del piano, vicino alle vetrate a guardare Carl Ortega parlare amorevolmente con Naomi, che ride per ogni cosa che quell’omosessuale dice.
Stasera lei è bellissima, anche più del solito, indossa un vestito scollato dietro la schiena, stretto e blu metallizzato, e un paio di scarpe alte e costose. Zayn la osserva da lontano e pensa che sia il cazzone più fortunato del mondo.
Manda giù l’ennesimo bicchiere di vino e respira a pieni il polmoni, poi si passa una mano tra i capelli scuri e sbuffa.
Si sta sentendo vagamente un po’ infantile – più del solito, per intenderci – e vorrebbe semplicemente tornare a casa.

È tutto troppo adulto per uno come lui, troppo serio per chi è abituato a creare graffiti alle tre del mattino nel pieno di Sosho.
Zayn Malik è un cazzone e in questo momento ha bisogno di fumare.








“Ti dico che è gay, amico – sta dicendo, dentro la cornetta del suo vecchio Nokia – assolutamente gay. Dovresti vederlo, coi suoi occhiali da Harry Potter e il taglio alla Mick Jagger dei poveri”
È uscito dal palazzo con la scusa di una Marlboro. Non che qualcuno glielo abbia chiesto, comunque.
La testa, dopo il primo tiro, ha iniziato a girare forte per via dell’alcool che c’è ora nel suo sangue, e Zayn ha iniziato a sorridere come un’idiota mentre tirava fuori il telefono e cercava il numero di Louis in rubrica.
“Per te sono tutti gay, bro – ribatte quest’ultimo dall’altra parte della cornetta – è semplicemente un tipo che fa gli occhi dolci alla tua donna, ti è così difficile capirlo?”
Zayn si stringe dentro la sua felpa leggera e serra la mano con la sigaretta, chiudendo un attimo gli occhi per la frustrazione: “Difficile no – mormora, piano – ma questa cosa è fottutamente irritante”
Una signora gli finisce addosso senza scusarsi, lui alza gli occhi al cielo e si morde la lingua per evitare di imprecare. C’è abbastanza freddo e lui è già abbastanza incazzato senza che qualcuno si metta a calpestargli le Jordan. 
Le Jordan.
“La gelosia è una brutta bestia, Zayn – è quello che gli dice Louis, poi – Torna dentro a mostra a quegli sfigati di che pasta sei fatto”
E probabilmente il suo amico l’ha detto per scherzare, per smorzare la sua rabbia, ma Zayn è abbastanza sbronzo da aver appena varcato la soglia del suo nuovo stato d’animo.
“Hai ragione – concorda, con gli occhi scintillanti – sai una cosa, amico? Farò proprio così”
E quasi può vedere Louis alzare gli occhi al cielo mentre gli ricorda di “Non fare stronzate” . Zayn butta la sigaretta per terra, la calpesta con Michael sotto la suola e torna dentro le porte scorrevoli dell’ufficio.





Porca puttana!, è stato via quanto?, un quarto d’ora? Neanche?
L’alcool inizia a fargli informicolare tutti gli arti, sente la testa più leggera del solito e stringe i pugni quasi con un ringhio perché davvero?
La mano di Carl Ortega adesso è appoggiata sulla schiena nuda di Naomi, come se fosse la cosa più normale del mondo. Entrambi stanno ridendo con altra gente, in piedi al centro della sala, come se fossero una coppia felice.
Zayn continua ad osservare quelle schifose falangi sul corpo della sua donna e sente le unghie incidere sui propri palmi da quanto è arrabbiato.
La gelosia è una brutta bestia, ma forse Zayn Malik geloso è ancora peggio.
Inizia a camminare senza neanche rendersene conto, e le voci intorno a lui iniziano a farsi sempre più vivide nella sua testa, finché non riconosce il tono amichevole di Ortega.
“…Assolutamente magnifica…” riesce a sentire e per un attimo è indeciso se prenderlo a pugni o scoppiare a ridere perché quale uomo userebbe mai ‘assolutamente magnifica’?
Arriva alle spalle di Naomi senza che lei se n’accorga, poi le stringe un fianco un po’ troppo forte – non riesce neanche a calmarsi – e se la tira contro mentre la ragazza emette un verso sorpreso.
I loro sguardi s’incrociano per un istante e Naomi subito capisce che c’è qualcosa che non va da come aggrotta la fronte in un chiaro invito che sta per “non fare cazzate”.
Oh! – esclama Carl, strabuzzando gli occhi – Eccoti, Zayn. Stavo giusto elogiando Naomi riguardo il suo ultimo lavoro per il Settore 7 dell’agenzia”
L’altro ragazzo esibisce un sorriso strafottente e guarda gli altri due uomini – un lui e una lei – che lo stanno fissando quasi con disgusto.
“Naomi è molto brava nei lavori – mormora, con quel tono mellifluo che fa subito irrigidire la sua donna, ancora stretta a lui – anche nei lavoretti – ammicca poi – non so se mi spiego”
Nessuno dei presenti sembra aver colto il doppio senso delle sue parole – o se è successo, probabilmente hanno cercato di far finta di niente – tranne Naomi, che con uno strattone furente si libera dalla sua stretta sui fianchi, lanciandogli uno sguardo carico di odio.
“Scusatemi” si congeda con voce trattenuta dalla rabbia, guardando per terra mentre si allontana.
Zayn si passa le mani tra i capelli scomposti e intercetta lo sguardo di Ortega sulla schiena della sua donna. Un po’ più in basso però.
Così stringe i pugni e ringhia qualcosa di incomprensibile, prima di afferrare il colletto dell’uomo, sentire i gemiti orripilati delle altre persone e sibilare ad un paio di centimetri dal volto dell’altro.
“Prova ancora ad appoggiare qualcosa sul corpo della mia donna – dice, con voce apparentemente calma e lenta – che sia una mano o uno sguardo, e io ti apro quel culo da passivo che ti ritrovi. Okay, amico?”
Carl annuisce con le mani che tremano, balbettando qualcosa. Zayn sorride alla sua paura e gli schiaffeggia un paio di volte la guancia sinistra, poi si volta, orgoglioso, e segue la direzione nella quale Naomi è scomparsa.






Prendono lo stesso taxi per tornare a casa, ma nessuno dei due dice una parola. O meglio, Zayn lo fa, senza risposta.
Naomi guarda fuori dal finestrino tutto il tempo, senza degnarlo di un’occhiata e togliendo le sue mani dalle proprie gambe quando Zayn cerca un contatto più intimo.
Litigano di rado per questioni serie, e lui non catalogherebbe mai questa situazione come una di quelle, ma il fatto che Naomi preferisca farsi cinque piani a piedi piuttosto che prendere l’ascensore con lui la dice lunga.
L’aspetta sul pianerottolo con lo sguardo seriamente confuso perché diavolo!, non ha mica ucciso nessuno, no? È stato semplicemente un po’ scortese, ma era arrabbiato e geloso, sono cose che possono capitare quando ami qualcuno e stronzate del genere.
Naomi apre la porta di casa senza ancora guardarlo, poi lascia subito i tacchi all’ingresso e lancia la giacca di jeans – di lui – sul divano, fermandosi prima del corridoio e facendo un respiro profondo.
“Hai superato il limite” sussurra poi, qualche secondo dopo.
Zayn richiude la porta, togliendosi la propria giacca a sua volta. L’appende lentamente all’attaccapanni, come se stesse prendendo tempo. Le guarda la schiena rigida e nuda, poi si lecca le labbra e sbotta.
“Oh, andiamo piccola! – esclama, col tono trascinato dall’esasperazione – Non dirai sul serio?”
Naomi si volta di scatto, come punta da uno spillo. I suoi occhi sono socchiusi per la rabbia ed è tesa come un violino: “Tu non dirai sul serio! – lo accusa – Fare quelle battutine davanti ai miei colleghi? Sul serio, Zayn? Quanti diavolo di anni hai, si può sapere?”
Il ragazzo si passa le mani tra i capelli cercando seriamente di non alzare gli occhi al cielo, “A te piacciono quelle battutine, cazzo!” ribatte però, cocciuto.
“Non al lavoro! – Naomi sbatte un piede contro il pavimento – Mi hai messa in ridicolo davanti a Carl che…”
Oh, perfetto! Carl! – sibila Zayn, sprezzante – Cos’è? Siete migliori amici adesso? Avete un club segreto in cui parlate di smalti e ragazzi palestrati?”
L’alcool che ha ancora in circolo non riesce a farlo ragionare bene, perché non è questo il tono che avrebbe voluto usare né le parole che avrebbe voluto dire. Ma è arrabbiato, tremendamente arrabbiato.
Naomi aggrotta le sopracciglia, “Di che diavolo stai parlando, adesso?” domanda, senza capire.
“Non mi dire che non te ne sei accorta – la rimprovera lui, facendo un passo avanti – Quella specie di Johnny Depp gay ti ha praticamente scopato con lo sguardo tutto il tempo! Dovevo stare a guardare senza intervenire? Ho marcato il territorio, gli ho fatto capire che tu sei mia”
La ragazza ha un piccolo tremito e Zayn sa che è perché adora quando sottolinea quel concetto. Tuttavia non demorde, incrocia le braccia al petto e “Beh – dice, stavolta con un tono di voce normale – lo hai fatto nel modo sbagliato”
A quel punto Zayn spalanca le braccia a ride: “E ancora ti stupisci? – le chiede, affettuoso – Dopo tutto questo tempo credi davvero che sia, che so, diventato improvvisamente uno che fa le cose nel modo giusto? Cazzo, piccola! Sono un completo disastro! Insomma – si indica – guardami!”
Naomi, suo malgrado, non può fare a meno di sorridere e mordersi le labbra per nascondere tutto.
“Non è vero…” sussurra.
“Invece sì – sta sorridendo anche Zayn – sono un casino ambulante, non ne combino una giusta e so che tua madre ti manda ancora i messaggi con scritto quand’è che deciderai finalmente a lasciarmi. Ricordi il nostro primo incontro?”
Naomi fa un passo avanti, incerto e “Come potrei non farlo?” domanda.
“Ecco – lui continua, imperterrito – anche lì sono stato una merda. Mi sono seduto nella metro vicino a te togliendoti una cuffia dall’orecchio e dicendoti subito quanto la canzone che stavi ascoltando facesse schifo. Sono un cazzone, uno di quelli cronici. Ti dico ti amo solo quando sono in preda all’orgasmo e non credo di averti mai detto qualcosa di carino che non comprendesse ‘culo’ e ‘da paura’ nella stessa frase”
“Lo sai che non m’importa” ribatte Naomi, seria.
Lo raggiunge, a quel punto, senza però toccarlo.
Zayn si afferra i capelli con entrambi le mani, tirando le ciocche scure in un gesto nervoso: “Lo so, cazzo, lo so! – sbuffa, in cerca di parole – Però ci sono…ci sono quei momenti in cui penso che meriteresti di più di un semplice cazzone. Magari un mazzo di fiori o quelle puttanate lì, no? E invece hai me, che sono un cazzone ubriaco”
Naomi gli accarezza una guancia rossa, sorridendogli: “Non me ne vado” dice.
“Ce ne sono di migliori”
“Per me no”
“È un dato di fatto – ribatte lui, testardo – Io sono la scelta sbagliata di tutti, Naomi. E tu sei…bella. Troppo”
Lei scoppia a ridere forte, una risata che gli scalda il cuore e tutto il resto. Lo abbraccia, appoggiando la guancia contro il suo petto magro.
“Non m’interessa – ripete – L’hai detto tu. Io sono tua. Tu sei mio. La mia scelta”
Zayn la stringe a sua volta, strofinando le labbra contro il suo collo magro. Si chiede come abbiano fatto a passare da una quasi-furiosa litigata al parlare della sua paura più grande.
Quella di rimanere solo. Solo senza Naomi.
Perché, parliamoci chiaro, cos’è Zayn senza di lei? Dove la trova una così, pronta a stare alle sue battute senza arrossire per l’imbarazzo, pronta a farsi accarezzare dalle sue mani con le unghie scurite, sempre pronta a farsi stringere, ad amarlo, a farlo stare bene che è un bene vero?
“L’importante è che tu non te ne vada” dice, con voce insicura.
E allora Naomi ride, facendoli tremare entrambi: “Ma un cazzone come te dove vuoi che lo trovi?”
Ci sono un milione di cose che Zayn potrebbe dire a questo punto, milioni di ti amo, sei la mia vita, grazie per essere restata, scusa per questo e quello..., che l’unica cosa che finisce col mormorare è: “Carl è un nome di merda”
“È vero? – è ciò che gli risponde Naomi, prima di baciarlo – Fa proprio schifo”
Ed è un po’ come quando ami qualcuno così tanto che hai paura di perderti.
Quando Zayn bacia Naomi, quella stessa notte, si chiede se possa essere davvero vero un sentimento così forte, che ti faccia stare così bene e così male nello stesso momento.
Perché lui è un cazzone. Un cazzone orgoglioso. Orgoglioso e innamorato.
E tutte quelle stronzate lì.



 

  
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