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Autore: November Rain_    10/03/2014    0 recensioni
Due anni. Due lunghi anni in cui, Michelle non rivolse la parola a Zayn, suo ex migliore amico. Durante questo periodo lui cercò di farsi perdonare, ma lei non lo fece. Ora sembra che finalmente stia cedendo, riuscirà a mettere da parte tutto?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Michelle, ma belle.


 

Uscì di casa, fasciata tra il mio giubbino in pelle e i jeans a stretti a sigaretta.
Era una giornata fredda, in pieno inverno londinese. Scesi i gradini e guardai, come mio solito, la casa di fronte alla mia. In quel preciso istante i miei occhi incontrarono quelli del mio vicino di casa. Distolsi lo sguardo e mi maledì mentalmente, aumentando il passo.
Lui, anziché prendere la sua moto come solito, camminò dietro di me, con passo lento, non aveva fretta, era perfettamente a conoscenza del fatto che mi sarei dovuta fermare per prendere l'autobus. Ergo non aveva bisogno di scomodarsi più di tanto. Ormai conosceva tutte le mie mosse, dopotutto eravamo stati migliori amici, ovviamente da piccoli. Io ero una bambina un po' strana, amavo i vestitini, le gonne e tutte questi indumenti, ma nell'animo ero un maschiaccio, ero sempre stata una casinista.
Ciò di cui non tenne conto il moro, fu il fatto che quella mattina avrei preso un passaggio in macchina. La mia migliore amica, Eleanor, aveva appena preso la patente, quindi bye bye pullman.
Quando arrivai alla fine della stradina, per mia sfortuna, la mora non era ancora arrivata, dopotutto lei era famosa per i suoi ritardi.
Il mio vicino mi affiancò ed io lo ignorai.
«Buongiorno» mi salutò buttando la cicca della sigaretta a terra.
Sbuffai rumorosamente.
«Potresti anche salutarmi o rivolgermi la parola» continuò lui.
In quel momento arrivò El con la sua macchina.
«O forse no» sussurrai in modo da farmi sentire, ma detto più a me stessa.
Mi allontanai e salì in macchina della mia amica.
«Mettici più tempo miraccomando eh!» mi lamentai.
«Il buongiorno si vede dal mattino!» commentò lei.
«Se tu fossi arrivata prima, ora non sarei così» borbottai.
«Hai incontrato Zayn?» annuì.
«Ma che ti cambia? Tanto l'avresti visto come sempre a scuola, dato che avete gli armadietti accanto e io sto con uno dei suoi migliori amici» le fece notare.
«Almeno non avrei visto quella faccia da culo già di primo mattino» dissi acida scendendo dalla vettura, una volta arrivate.
Ed eccoli lì, fuori dall'entrata, appoggiati al muretto, i cinque ragazzi.
Eleanor sorrise e mi prese per il braccio, trascinandomi con lei.
«Buongiorno!» li salutò, soffermandosi sul castano.
«Buongiorno» sorrise lui avvinandosi per baciarla.
Sentì lo sguardo del mio ex migliore amico sopra, come se mi stesse bruciando la pelle.
«Ciao a tutti» feci un gesto con la mano, poi guardai di sfuggita il ragazzo «Meno uno» aggiunsi con una smorfia.
Niall rise.
«Buongiorno bellezza» mi salutò Harry.
«Già di buon umore eh?» chiese Liam.
«Come mi ha detto qualcuno prima “il buongiorno si vede al mattino”» imitai la mia amica.
Tutti risero.
Stava per avvicinarsi la troietta di turno, così ne approfittai.
«Beh, a più tardi!» esclamai rifuggiandomi dentro la struttura.
Sicuramente quel cretino avrebbe perso tempo con quella ragazza, così mi avviai all'armadietto, lo aprii ed iniziai a cercare i libri utili.
«Michelle, ma belle» quella voce attirò la mia attenzione, facendo rielaborare nel mio cervello una serie di ricordi.
Il primo fu all'età di otto anni.

«Michelle!» mi chiamò Zayn dalla sua finestra, di fronte alla mia camera.
Corsi subito alla portafinestra e uscii fuori nel balcone.
«Dimmi Zayn!» dissi sporgendomi per poter sentire meglio.
«Vieni a casa! Devo farti sentire una cosa!» urlò il bambino.
Annuì e tornai dentro, scesi le scale di corsa urlando «Mamma, vado da Zayn!»
«Non fare tardi!» rispose tranquillamente dalla cucina.
Chiusi la porta e continuai a correre verso la casa di fronte.
Il bambino, dieci anni, aprì la porta, mi prese la mano e mi trascinò in camera sua.
«Senti questa canzone che ho trovato!» esclamò.
La canzone in questione era Michelle dei Beatles.
Quando terminò mi guardò sorridente.
«Visto? Si chiama come te!» disse.
«Sì! Che bella!» concordai.
«Tu sei la mia Michelle! Ti chiamerò ma belle!» annunciò sorridendo.

 

Fu seguito da quello all'età di dodici.
«Non continuare a piangere ma belle» continuava a sussurrarmi il moro, l'ormai quattordicenne.
«La odio quando fa così» borbottai guardando verso casa mia.
«Non dire così, non è vero e lo sai anche tu. Passerà» mi rassicurò stringendomi a sé.

 

Stavo per continuare a ripercorrere i momenti legati a quella canzone, ma scossi la testa tornando alla realtà.
«These are words that go together well» continuò a canticchiare mentre apriva l'armadietto accanto al mio.
Mi girai verso di lui e lo guardai in cagnesco «Smettila» gli ordinai furiosa.
Lui mi guardò dritto negli occhi «My Michelle» cantilenò facendomi l'occhiolino.
Sbattei l'armadietto per chiuderlo e diedi un colpo al ragazzo «Zayn Jawaad Malik, smettila di rompermi le ovaie!» gli urlai contro.
Il moro chiuse gli occhi in due fessure e missò con aria dura, sapevo benissimo di averlo irritato chiamandolo per nome.
«Non chiamarmi così» mi ordinò digrignando i denti.
«Ohhh, ma che paura che mi fai» dissi sarcasticamente.
Si avvicinò minacciosamente «Non sfidarmi» disse con tono duro.
«Smettila Malik, stai parlando con me. Ti ricordo che ti conosco benissimo, meglio di te stesso» affermai puntandogli un dito contro.
«Sei tu che ti dimentichi che lo stesso vale per me» affermò sicuro.
«Io non credo che tu mi conosca» risposi a tono, mi voltai e mi allontanai.
Le lezioni erano ormai iniziate, presi posto accanto ad Eleanor.
«Oggi pranzi con noi?» domandò sottovoce.
«Perché no?» le sorrisi.
«E se ci sarà Zayn?» chiese lei.
«Lo ignorerò, come sempre» risposi.
«È da due anni che non lo consideri più! Mi sembra ora di poterlo perdonare...» provò a convincermi come suo solito.
«Oggi chi ti ha detto di provare a convincermi?» le domandai girandomi verso lei.
«Signorina Calder e signorina Turner, avete qualcosa da dire a tutti?» chiese la stronza con la sua voce stridula.
«No» risposi guardando la professoressa.
«Perfetto, allora non disturbate ulteriormente» aggiunse la donna sistemandosi gli occhiali.
Sbuffai e rimasi in silenzio.
Perdonarlo? Come potevo perdonarlo? Aveva rovinato tutto, tutto ciò che avevamo costruito negli anni; tutto mandato in rovina a causa della sua stupidità.
La campana suonò e tutti uscimmo dall'aula.
Ecco quella faccia da culo che si dirigeva nel corridoio nella posizione opposta alla mia, guardai a destra facendo finta di non notarlo.
«Ma belle» mi chiamò ed io lo ignorai.
«Lo so che mi hai sentito» continuò seguendomi.
Non dissi nulla e non appena passammo accanto ad un aula vuota, mi prese per il braccio e mi trascinò dentro.
«Che fai?» domandai infuriata.
«Dobbiamo parlare» rispose serio.
«Io non voglio parlare con te però» gli feci notare.
«Non mi interessa, mi sono rotto di questa situazione» sbottò il moro.
«Come se fosse colpa mia» mi misi a sedere sopra un banco.
«Ma belle, per favore...» sussurrò prendendo il mio viso tra le sue mani.
Gli misi una mano sul petto e lo allontanai «Troppo vicino»
Lui sbuffò e mi guardò «Ti prego, mia manchi, mi mancano le nostre cazzate, le nostre litigate. Mi manca il “noi”» disse d'un fiato.
«Ci avresti dovuto pensare prima» risposi distogliendo lo sguardo.
«Ma belle...» iniziò ma lo zittì.
«E non chiamarmi così Malik. Se ora ci troviamo in questa situazione è solo ed esclusivamente colpa della tua stupidità. Coglione.» sputai fuori tutto dirigendomi alla porta.
«Non possiamo stare così lontani, lo sai anche tu. Noi siamo fatti per rimanere uniti, noi ci completiamo» affermò bloccandomi, prendendomi per il braccio.
Il mio sguardo si posò su quello di lui.

 

Come suo solito, si arrampicò fino ad arrivare al mio balcone e bussò alla portafinestra.
Aprì e lo feci entrare «Che hai fatto?» domandai preoccupata.
«Nulla» sorrise.
«Sei un bugiardo, aspetta che prendo tutto» lo informai uscendo dalla stanza.
Camminai lentamente per non farmi sentire, presi l'occorrente e tornai nella mia camera.
Lo trovai sdraiato sul mio letto, gli andai accanto «Ora stai fermo» gli ordinai passandogli il disinfettante sul taglio e il ghiaccio sull'occhio.
«Dovresti smetterla di cacciarti in questi guai!» lo rimproverai.
«Ma poi ci sei tu tanto a prenderti cura di me» rispose facendo gli occhi dolci.
«Oh Zayn, smettila. Sappiamo benissimo entrambi che non sei un angelo» risi dandogli un piccolo colpo.
«Hai ragione, ma tu sei il mio angelo. Noi siamo stati creati per stare insieme, ci completiamo» sussurrò al mio orecchio, accarezzandomi i capelli. Fin quando ci addormentammo, come eravamo soliti fare sin da piccoli.

 

Mi mancava, non potevo negarlo a me stessa, ma non avrei ceduto.
Lo allontanai ed uscii fuori, dirigendomi alla mensa.
«Ehy! Tutto bene?» chiese Eleanor guardandomi preoccupata.
Io annuì ed in quel momento arrivò Zayn, che prese posto davanti a me.
Cercai di ignorarlo tutto il tempo, ma ormai dopo due anni che lo evitavo, nonostante mi mancasse, stavo iniziando a cedere.
«El, vieni con me?» chiesi guardando la ragazza.
«Sì» rispose subito seguendomi fuori.
«Posso stare con te oggi?» domandai.
«Ovvio, andiamo a casa mia?» propose lei.
«Grazie» le sorrisi.

 

 

Una volta che entrammo a casa sua mi guardò.
«Allora che ti succede?» mi scrutò affondo.
Mi girai di scatto «Non ce la faccio più» confessai.
«Lo so, ti sei finalmente decisa di perdonarlo?» chiese entusiasta.
«Non lo so... Forse, dipende da lui» sussurrai.
«Michelle!» esclamò El «In questi due anni, nonostante tutto, lui ti ha sempre protetta e controllata a distanza» mi informò lei.
«Che stai dicendo?» chiesi confusa.
«Ti sei mai chiesta come mai, chiunque ti scocciasse finiva sempre per essere pestato? Secondo te chi era a fare ciò?» domandò retorica.
«Se lui non si fosse comportato in quel modo, ora sarebbe diverso» guardai le mie scarpe.
«Lo so che è stato un cretino! Ma è da due anni che cerca il tuo perdono! Cavolo, eravate migliori amici e vi siete innamorati, non puoi negarlo!» esclamò la ragazza.
«Io non avevo nascosto proprio niente!» urlai disperata.
«Allora anche ora lo ammetti?» alzò un sopracciglio.
«Cosa?» allargai le braccia.
«Che lo ami» osservò lei.
Rimasi in silenzio e lei mi venne incontro sorridente per abbracciarmi, aveva capito.
Passai tutta la serata a casa di Eleanor, divertendoci e mangiando come pozzi senza fondo, per fortuna non ingrassavamo. Quando fu ora di tornare, la castana mi accompagnò a casa.
Essendo già tardi e non volendo sentire le lamentele di mia madre, mi arrampicai fino al balcone. Una volta arrivata, aprì la portafinestra e poggiai la borsa dentro.
Sentivo lo sguardo di qualcuno sulla mia pelle, sapevo benissimo chi poteva essere, e la mia teoria fu confermata, quando mi girai verso la finestra di fronte a casa mia.
Ed eccolo lì, Zayn, che mi fissava mentre si gustava la sua sigaretta. Appena notò che ricambiavo lo sguardo mi sorrise

«I need you, I need you, I need you. I need to make you see, oh, what you mean to me» cantò in modo da farsi sentire
Roteai gli occhi ed entrai in camera facendogli un gesto poco femminile con la mano.
Mi cambiai lanciando gli indumenti sulla sedia ed indossai la maglietta larga, che utilizzavo come pigiama.
Presi Orgoglio e Pregiudizio, mi misi comoda sul letto ed iniziai la lettura. Poco dopo fui interrotta da dei sassolini che battevano contro la mia finestra. Uscii fuori, nel balcone e guardai giù.
«Finalmente!» si lamentò il ragazzo.
«Zayn, che diavolo vuoi ancora?» domandai.
«Stare con te» confessò.
«A-allora puoi anche andartene» balbettai facendomi prendere alla sprovvista.
«No, aspetta» mi ordinò avvicinandosi alla casa.
Subito mi sporsi per controllare che intenzioni avesse.
Si stava arrampicando?
«Zayn, scendi giù» gli ordinai.
«No, spostati o non riuscirò salire» disse.
«Bene, non dovrò buttarti io giù» affermai acida.
«Per favore» sussurrò fissandomi negli occhi, con quello sguardo.
Mi morsi il labbro inferiore e mi allontanai, lasciandogli lo spazio per salire.
Finì di arrampicarsi e saltò nel mio balcone con un leggero affanno.
«Non mi ricordavo fosse così, sono fuori allenamento» si giustificò ridendo.
Incrociai le braccia sotto il seno, nonostante il mio istinto fosse quello di lanciarmi tra le sue braccia, rimasi al mio posto.
«Ti prego, ma belle» sussurrò avvicinandosi e posando una mano sulla mia spalla.
Fissai la sua mano e rimasi in silenzio.
«Sono stato un'idiota, ma non pensavo facessi così» borbottò.
«Dovevi aspettartelo» sollevai le spalle.
Posò le sue mani sui miei fianchi «Sono passati due, e dico due, fottuti anni che mi ignori. Non lo sopporto, non ce la faccio più» sussurrò.
Allontanai le sue mani e mi voltai.
«Pensi che per me sia semplice?» chiesi piano.
«Michelle, io ti amo» confessò per la prima volta.
Sentì gli occhi pizzicare, aveva appena confessato ciò che non riuscì a fare due anni prima.
Mi girai di scattò e lo fissai. «Cosa?» farfugliai.
«Ti amo, sono stato un cretino a negare l'evidenza» confessò stringendomi a sé.
«Sei un deficiente» gli diedi un colpo sulla schiena.
«Ma?» domandò.
«Ti amo anche io» confessai a mia volta.
Prese il mio viso tra le sue mani sorridendomi e mi baciò.
Gli buttai le braccia intorno al collo e quando chiese l'accesso con la lingua, lo concessi senza pensarci un secondo. Subito il moro approfondì il bacio, stringendo il mio fondo schiena. Senza staccarci, ci dirigemmo nella mia camera, e ci adagiammo sul letto strusciando contro.
Si staccò dalle mie labbra, appoggiando la fronte sulla mia «Until I do I'm hoping you, will know what I mean. I love you.» cantò.
Sorrisi e lo strinsi forte a me, mordendogli le labbra.
«Non fare mai più il coglione» lo minacciai.
«Non ti lascerò andare mai più, ma belle» promise fiondandosi nuovamente sulle mie labbra
 



 
Ciao a tutti!
Allora ho scritto questa one shot perché
avevo questa storia in mente, ed essendo
che ho l'altra ff in corso, non voglio incasinarmi 
più del dovuto ahahahah. Magari quando la finirò
potrei approfondire come si deve questa...
Ma chissà! Fatemi sapere che ne pensate
A presto xxx
  
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