…:Let Me Die:…
È
stato tutto così confuso, così lento… così esasperatamente confuso e
lento; ma doloroso no, quello no.
È
stato tranquillo, quasi rilassante: Asuma-sensei non
è stato così fortunato. Lui non aveva potuto scegliere la sua morte. In realtà
non l’aveva neanche voluta, la morte. Ma io… io sì che la voglio. Adesso non
chiedo altro.
Sento
il rumore del vicino mare rimbombare per la stanza, il suo scrosciare lento e
il suo infrangersi violento contro le scogliere della costa.
Il
mare. Non c’è il mare a Konoha. Ma io… volevo sentire
il suo suono, vedere il suo luccichio almeno un’ultima volta.
Ripensamenti?
Non ne ho, non in questo momento, per lo meno. Sono stata tre giorni dentro
questa stanza a riflettere, tre notti in riva al mare a pensare. E finalmente
sono giunta alla decisione che considero quella migliore.
Perché
morire?
Ma
perché non ci si chiede mai perché vivere, invece? Sarebbe una domanda molto
più logica. Io ho vissuto per tante cose: per mettermi con Sasuke,
per diventare la kunoichi più invidiata di tutta Konoha, per diventare una medic-ninja,
per proteggere le persone che amo, per stare accanto a Shikamaru…
Ma
Sasuke è fuggito; essere la kunoichi
più invidiata non mi dà alcuna soddisfazione; non sopporto essere una mediocre medic-ninja quando invece vorrei essere la migliore; non
riesco a proteggere le persone che amo; e probabilmente Shikamaru nemmeno mi
vuole accanto a sé.
I
petali della mia vita sono caduti uno ad uno; e le rose malconce non possono
essere vendute, ma solo buttate via. Visto che non sono più bella come un
tempo, ho deciso di buttarmi via.
Ci
avevo pensato su. Uccidersi non è una cosa da poco. Per prima cosa, sono
fuggita da Konoha. Era notte fonda. Sakura era appena
tornata da una missione e quindi era troppo stanca per venirmi a trovare,
Shikamaru e Choji erano a Suna. Come sempre, del
resto. Con i miei genitori ho inscenato la solita farsa della brava figliola, e
se la sono bevuta in pieno, mentre ho saltato gli allenamenti con Tsunade-sama. Qualche giorno prima avevo cercato di
tagliarmi i polsi, guai se Tsunade si fosse accorta
delle cicatrici. Non ero passata nemmeno a trovare Kurenai-sensei…
anche lei è molto attenta, si sarebbe sicuramente accorta che qualcosa in me
non andava.
Quella
sera avevo preparato velocemente uno zaino con poche cose, ma la foto del Team
10 c’era, quella l’avevo presa. Uscii di casa silenziosamente, passando per
l’ufficio vuoto dell’Hokage. Sulla scrivania lasciai
il mio coprifronte ed una lettera con poche e vaghe
righe: non so più quale sia il mio posto
qui. Scusate. Il coprifronte lo lascio a Shikamaru,
ma se non lo vuole potete farne quello che volete. Solo non buttatelo… è un
caro ricordo per me. Non cercatemi. Addio, Ino.
Parole
da vigliacca stanca della vita. Perfette per me, insomma. Dopo aver lasciato
l’ultima traccia del mio passaggio a Konoha,
cominciai a fuggire verso una delle uscite del villaggio, quella che portava al
mare. Fin troppo semplice. Se non fosse stato per un piccolo incontro del tutto
imprevisto.
-“Tenten.”-
-“Ino…
stai scappando, vero?”- aveva un tono tremante e incerto, gli occhi lucidi.
-“Già.
Ma prima voglio vedere il mare.”-
-“Perché
Ino, perché fai così? Io… tu… tu non sei più la stessa.”- sospirò, abbassando
il volto, perplessa.
-“Mi
dispiace. Devo andarmene. Addio Tenten.”-
All’inizio
ricordo di aver corso senza essermi mai voltata indietro. Guai a voltarsi
indietro. Sapevo che se l’avessi fatto, non sarei più riuscita a fuggire.
Dopo
un po’, ho rallentato il passo. Ero stanca e oltretutto ero consapevole di
essere vicina alla fine. Volevo assaporarmi gli ultimi istanti di vita, ovvero
istanti intrisi di solitudine e vacuità. Ricordo di non essermi mai sentita
sola in tutta la mia vita, mentre adesso non riesco a sentire altro. Aveva
ragione Tenten… ero cambiata.
Raggiunsi
questa stanzetta bianca che dà sul mare la mattina dopo. È semplice e arredata
con gusto. Mi piace. E oltretutto… si sente il rumore del mare.
Il
mare. È stato lui a trattenermi qui per ben tre giorni. Le sue onde sinuose e
il suo azzurro cristallino stavano per convincermi a vivere. Vivere per vedere
la bellezza del mondo. Vivere per vedere il mare e il riflesso del sole tra le
sue increspature, e il riflesso delle… nuvole.
Le
nuvole, mi ero dimenticata di loro. Stregata dal mare, mi ero dimenticata delle
nuvole.
Shikamaru
mi sta cercando.
Shikamaru
è intelligente, sarà vicino ormai.
Devo
correre.
Non
voglio che mi veda ancora… viva.
Almeno,
non in questo stato.
Lui…
mi riporterebbe sicuramente a Konoha, anche con la
forza.
Lui
non mi lascerebbe mai andare.
Il
perché non lo so. Ma so che non mi lascerebbe mai andare.
Sono
entrata di corsa in camera. Per fortuna, avevo rubato dei medicinali dall’ospedale.
Mi dispiace Tsunade-sama, ma… sono solo
tranquillanti, non penso che ne avrà particolarmente bisogno. Mi dispiace ma
dovevo farlo…
Li
ho ingoiati di fretta, uno per uno. L’ansia cresceva di minuto in minuto. Ma
forse Shikamaru non era nemmeno tornato da Suna e
forse… non sarebbe neppure venuto a cercarmi.
Ma improvvisamente dopo tre giorni di ozio, mi è venuto questo dubbio
atroce. Quel ragazzo è totalmente imprevedibile, chi mi assicura che… e poi ho
una strana sensazione.
È
stato tutto così confuso, così lento… così esasperatamente confuso e
lento; ma doloroso no, quello no.
Queste
pillole funzionano davvero. È tutto perfetto, come dovrebbe essere, come l’ho
immaginato: indolore, tranquillo, col rumore del mare di sottofondo.
Che
sonno. Le palpebre mi si chiudono da sole, sono così pesanti… e il mare è così
lontano… e la luce è così fioca… mi addormenterò e tutto finirà. Il confine fra
sogno e morte sarà così labile…
Ma
no, non dovrebbe essere così rumoroso. Qualcosa non va. È tutto così confuso
che non riesco a capire bene che succede. Forse… è la porta? Non può essere,
non adesso, no…
La
vista è sfuocata e non riesco a muovermi. Il respiro è affannato e non riesco
nemmeno a parlare.
Il
rumore assordante dalla porta cessa con un grande tonfo. Qualcuno urla e
sbraita, ma sembra tutto così lontano. Finalmente un’ombra entra nella camera,
ma non capisco chi è. Si precipita verso di me… mi accarezza la faccia, mi
cinge le spalle con il suo braccio e mi solleva. Mi scuote, con forza, mi fa
male. Cerco di focalizzare l’immagine davanti a me… due occhi neri, scuri come
la notte, ma presto… ritorna tutto così confuso.
Mi
chiama, mi chiama!
È
triste, sembra disperato.
Mi
leva il flaconcino di tranquillanti vuoto che mi è rimasto in mano.
Mi
chiama ancora.
Lo
so chi sei. Ma non voglio pensarci. Non adesso. Se penso che sei venuto qui a
salvarmi, io… io non riuscirei più a morire in pace. Vattene, vattene… VATTENE!
Sento
una voce femminile adesso.
Ho
riconosciuto anche lei.
Mi
accarezza anche lei il volto, e piange, piange disperata.
Ma
tutto è sempre più confuso io non… non capisco che stanno dicendo.
Parlano
fra di loro, forse urlano, sembrerebbero agitati.
Mi
muovo. Mi sto muovendo. No, mi stanno sollevando. Non so dove mi stiano
portando. Per fortuna, ho scelto questo villaggio proprio perché non ci sono
ospedali. Morirei prima di arrivare a quello più vicino, a meno che…
NO!
Non farlo, no!
…
Che
sensazione schifosa…
ÃÃÃÃÃÃÃÃÃÃÃÃÃÃÃÃÃÃÃÃÃÃÃÃÃÃÃÃÃÃ
-“No.
Non la porteremo in ospedale.”-
La
mia voce suona perentoria e minacciosa. Sakura mi guarda con occhi sbarrati,
incredula.
-“Ma…
ma… Shikamaru… Ino potrebbe…”- cerca di protestare, con quella voce da donna
insopportabile più di qualsiasi altra cosa, in questo momento.
-“No,
Ino sta bene. L’hai detto anche tu prima. Le ho fatto vomitare tutto quello
schifo, no? Adesso potreste andarvene, per favore?!”-
Non
fatemi incazzare più di quanto non lo sia già. Vi prego.
-“Ma,
ma… io voglio parlarle!”- ha ancora la forza di protestare la Haruno.
-“Senti,
Sakura… immagino che tu voglia parlarle, anche io voglio capire cos’è successo
ma… forse è meglio lasciare che sia Shikamaru a parlarle per primo.”- la calma
Choji.
Grazie,
amico mio. Tu capisci sempre tutto quello che non può essere espresso a parole.
E mi aiuti sempre, nel bene o nel male.
Non
so se questo sia bene o male, ma so per certo… che devo parlarle. Devo
guardarla in quegli occhi azzurri e capire che diavolo le è passato per la
testa, stavolta. Voglio vedere se quegli occhi sono gli stessi della mia Ino, della nostra Ino, o se sono di un’altra.
Finalmente
sono andati tutti fuori. Siamo solo io e lei. Dorme da più di tre ore, ormai.
La fisso dormire imperterrito da allora.
Il
suo respiro è tornato normale, anzi, è insolitamente calmo e tranquillo.
Quando
siamo in missione, di tanto in tanto la osservo, mentre dorme. Il suo respiro è
ipnotico. Anche la sua bellezza mentre dorme lo è.
Adesso
è diverso. Il respiro è talmente calmo e la sua bellezza… è così sciupata.
…
…
…
Cosa
dovrei dire?
Cosa
dovrei pensare?!
Ino
ha cercato di uccidersi, dannazione!
La
mia Ino, proprio lei! La ragazza più…
più… più allegra e più sicura di sé che abbia mai conosciuto ha cercato di
togliersi la vita. E io… io non mi sono mai reso conto di quanto stesse male.
Che
pessimo compagno che sono. Che pessimo amico.
Mi
avvicino alla finestra, a guardare questo maledetto
mare. Io odio il mare. Ti odio mare. Da oggi in poi ti odierò per sempre.
Perché è qui che ho rischiato di perdere Ino…
Sento
il fruscio delle lenzuola. Mi volto di scatto e incontro quegli occhi azzurri
che non vedo da così tanto tempo.
Sono
nervoso. Sono incazzato.
Sono
anche spaventato, lo ammetto.
Non
riesco nemmeno a pronunciare il suo nome.
Ino
è ancora confusa, sembra un gattino appena svegliato. Si strofina il volto
stanco col dorso della mano, guardandosi attorno confusa.
Mi
avvicino al letto, per guardarla meglio. E lei vede me. Non oso immaginare che
faccia devo avere. Ma la sua… la sua è pallida e stanca. Ma sempre bellissima.
Quello sempre.
-“…Shikamaru…”-
sussurra piano lei, quasi come un sospiro.
Io
mi limito a fissarla. Non so che espressione devo avere. Arrabbiata,
spaventata, indefinibile… non lo so, ma non posso fare a meno di guardarla.
Sei
viva, Ino.
Lei
forse lo ha capito. Sta cominciando a ricordare. Arrossisce, abbassando lo
sguardo, scostando i suoi occhi azzurri dai miei.
Lo
sai che te lo chiederò prima o poi, quindi meglio non perdere tempo.
-“Perché?”-
Te
lo chiedo come se fosse un ordine, con voce priva di qualsiasi comprensione.
Ma
tu non mi rispondi, guardi altrove, sul punto di piangere.
-“Come…
come…?”- prova a chiedere, con voce bassa e roca.
-“Come?
Non ci arrivi?”- rido io, rassegnato e divertito contemporaneamente.
Ino
sospira, chiudendo gli occhi, amareggiata.
-“…Tenten…”-
ci è arrivata senz’aiuto.
-“Ma
certo, Tenten. Credevi che ti avrebbe lasciata morire? Credevi che io ti avrei lasciata morire?! Credevi di
fare la furba, con me? Non pensavo mi
sottovalutassi così tanto, Ino.”-
Adesso
sì che sono incazzato, Ino. E lo senti pure tu.
E
tu non rispondere. Adesso tocca a me parlare.
-“Il
tuo coprifronte. Impregnato del tuo profumo. Troppo
profumo, Ino, sempre troppo profumo. Me lo ha dato Tsunade-sama
insieme a quella stupida lettera. Poi Tenten è venuta da me e ha parlato. Ha
detto che volevi vedere il mare. Ho chiamato Kiba, ho fatto annusare il tuo coprifronte ad Akamaru ed è stato
facile trovarti. Oltretutto, questo è l’unico albergo che dà sul mare. Tana per
Ino.”-
Concludo,
ancora incazzato.
-“…non
ti ho sottovalutato, pensavo fossi ancora a Suna.”-
Ha
pure il coraggio di rispondere.
Te
la sei studiata eh, Ino?
-“Perché
l’hai fatto?”-
Le
chiedo, ancora incazzato.
-“Volevo
morire.”-
Mi
risponde lei, calma e tranquilla, come se fosse la cosa più normale del mondo.
-“Cavolo,
non l’avrei mai detto. Di solito ti ingoi sempre flaconi interi di pasticche.”-
Faccio
il sarcastico, adesso. Non mi viene in mente in che altro modo potrei
comportarmi, a dire il vero.
-“…hai
rovinato tutto…”-
Singhiozza
lei, coprendosi con le lenzuola bianche.
-“Sì,
per fortuna sì. Non è stato bello metterti due dita in gola, sai.”-
Sospiro,
esasperato. E guardami negli occhi, maledizione!
Mi
avvicino al letto, mi appoggio con le mani. Cerco di guardarla, ma lei si
nasconde.
Non
so cosa mi prende, ma avvicino il mio volto al suo, appoggio la mia guancia
sulla sua testolina bionda.
Mi
sento… disperato.
Non
riesco a sentirmi diversamente.
-“Parlami
Ino… dimmi cos’è successo…”-
Adesso
sì che sto facendo una figura penosa. Ma ho bisogno di sapere.
-“Ino…
ti scongiuro…”-
-“…lo
rifarò…”-
Mi
dice improvvisamente, fra i singhiozzi. Per me è come ricevere una pugnalata al
petto. Un’altra.
-“No…
no Ino… non te lo permetterò…”-
-“Perché
no?! Che t’importa, Shikamaru?! La vita è la mia, me la gestisco come meglio
credo!”-
-“Che
m’importa?! CHE M’IMPORTA?!”-
Adesso…
adesso… Kami, cosa le farei adesso!
D’istinto,
la prendo per il braccio e la sollevo di forza, la faccio voltare verso di me.
Adesso
sì che sei costretta a guardarmi in faccia, Ino.
Mi
guardi con sguardo di sfida, pure! Adesso sì che ti riconosco. Non vuoi darmela
mai vinta, ecco, sei tornata in te stessa.
-“Che
vuoi farmi?”-
Mi
chiedi con tono provocatorio.
-“Potrei
farti quello che voglio. Tanto, che te ne frega, se vuoi morire!”-
Ghigno
maligno, facendoti accigliare.
-“Sei
un egoista, vuoi tenermi qui solo perché non vuoi soffrire!”-
-“No,
l’egoista sei tu, che vuoi morire senza pensare alle persone che soffriranno
per la tua morte.”-
Adesso
sì che ti ho zittita. Non protesti più. Non opponi più resistenza.
-“Lasciami
Shikamaru.”-
Cerca
di liberarsi dalla mia presa con lievi strattoni. Non mi convinci, Ino. Non mi
convinci. Non ti lascio più andare. Sarò un egoista, un bastardo, un ingiusto.
Ma non ti lascio andare.
Non
posso perdere anche te, non lo capisci?!
-“Sono
debole Shikamaru, non lo vedi?! Non vedi che non sono più io?! Lasciami, io non
ce la faccio più a vivere così! Io non voglio vivere come una debole!”-
Mi
urli contro, arrabbiata, furiosa, disperata.
E
io… io ti abbraccio. Ti abbraccio, perché mi fai tanta tenerezza. Perché
capisco che non posso perderti. Perché ricordo che quando sono stato io il
debole, tu mi sei stata vicina. Ma tu sei una testona, non vuoi farti aiutare
da nessuno! Vuoi fare tutto da sola e arrivi ad autodistruggerti. Ma non
m’importa, io ti aiuterò.
-“Ci
sono qua io, Ino… tornerà tutto come prima. Te lo prometto. Ti aiuterò io.”-
Cerco
di usare un tono rassicurante e comprensivo. Sembro un eroe dei film.
-“…non
è vero… non tornerà più niente come prima, Shikamaru…”-
Singhiozza
lei, disperata.
-“E
invece io dico di sì…”-
Le
bacio la testolina bionda. Ma sì, tanto ormai il mio orgoglio è andato a
puttane. Tanto vale approfittarne.
Mi
sa che ne approfitto troppo. Solo che il suo profumo di fiori misto a quello di
salsedine mi manda su di giri.
Comincio
a baciarle la testa, scendendo sull’orecchio, giù fino al collo morbido e
delicato. La sento sussultare, si aggrappa alla mia maglia. Mi stacco
leggermente, guardandola negli occhi. Kami, quanto
sei bella. È disorientata, forse un po’ spaventata. Ma si fida di me. Sposta le
sue mani più in su, aggrappandosi alle mie spalle, avvicinando un po’ di più il
suo volto al mio. E la bacio. Come potrei resistere in questo momento? E mi do
dell’idiota. Perché non l’ho mai baciata prima d’ora? Anche se volessi
raccontarlo, non ci riuscirei…
…sinceramente,
ora come ora, non riesco neanche più a… pensare…
…Ino…
ÃÃÃÃÃÃÃÃÃÃÃÃÃÃÃÃÃÃÃÃÃÃÃÃÃÃÃÃÃÃ
Quando
mi sveglio, è tutto così confuso.
Sento
il rumore del mare, il suo infrangersi sulle alte scogliere.
E
sento il suo respiro, caldo e regolare.
Mi
stringo le coperte addosso, percependo brividi che percorrono il mio corpo
nudo.
Adesso
so di fiori, salsedine e di… Shikamaru.
Volevo
perdere la vita e invece ho perso la mia verginità. Fantastico. Brava Ino. E
soprattutto… con Shikamaru!
Arrossisco,
mi alzo silenziosamente, afferro il primo indumento che trovo a terra e mi
dirigo verso il bagno. Ho bisogno di una doccia, assolutamente.
Entro
in bagno e, aprendo l’armadietto, trovo una lametta. La guardo, sorrido,
allungo la mano e prendo una spazzola. Richiudo l’armadietto. La lametta può
anche rimanere lì. Un motivo per restare in vita adesso ce l’ho. Stare accanto
a Shikamaru e alle persone che amo. Mi ero dimenticata di loro. Ero preoccupata
solo per la mia infelicità e non mi ricordavo delle persone che mi amano. O
forse, non mi ero accorta di quanto mi amassero…
-“Non
ti serve più?”-
Le
domando, sogghignando malizioso dalla porta del bagno.
-“…no,
per adesso no.”-
Ghigna
lei, con la ritrovata malizia.
-“Che
vuoi fare?”-
Le
chiedo perplesso, mentre il cervello smette di funzionare vedendola togliersi
la mia larga maglietta, rimanendo nuda.
-“Faccio
la doccia…”-
Sogghigna
maliziosa, provocandomi con lo sguardo, dandomi le spalle.
-“Mi
sa che non ti conviene… tanto, ti sporcherò ancora…”-
Passo
all’attacco, abbracciandole la vita e ricominciando a baciarla. Voglio fare
ancora l’amore con lei. Perché è stato davvero come morire. Morire e rinascere
in una notte…
Ti
ucciderò e ti riporterò in vita ancora per tante notti, Ino Yamanaka.
-The End-
Dedicato
alla mia nee-chan Mimi
perché siamo pazze e
dobbiamo dominare il mondo U.U
e ad Andrea
che anche se ha perso il
lavoro da pc-sensei
continua a sopportarmi
^.^
Vi Voglio Tantoooo Bene!
E Sakurina ha
scritto un’altra delle sue boiate, trallallero!
Perché? Ma perché voglio riempire il
sito di SHIKAINO, ovviamente! U.U
Anche se sono assurde, non me ne frega
niente. Tenere vivo il ShikaIno
in questo momento critico per le mosche bianche è l’unica cosa che mi preme.
Non farò altro per tutta l’estate, mi dispiace per voi. U.U
Del resto, io e la Mimi-neechan
dobbiamo dominare il mondo insieme alle mosche bianche.
Scusate l’OOC iniziale di Ino, ma
altrimenti non avrei avuto una scusa decente per far su un bel drammone! XD
Grazie a tutti coloro che vorranno
lasciare un commentino. Anche insulti sono concessi, come sempre, ovviamente.
Un bacione,
Sakurina