Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Delirious Rose    11/03/2014    2 recensioni
Tredicesimo anno del regno di Denev XVII: Suuritnom Calliram, quarto in linea di succesione al trono di Vernolia dei Mille Fiumi, conquistò e annetté il vicino regno di Agrirani, attirato dalle sue ricchezze e dalle vie commerciali che l'attraversavano. Tuttavia, non aveva ancora fatto i conti con quel popolo forse barbaro, ma fiero e fatto di indomiti guerrieri: vent'anni più tardi nominò come viceré il suo braccio destro, il comandante Hraustrion Relda, con il compito di annientare definitivamente quei ribelli che sfidavano il suo potere.
Questa è la versione semiestesa in cui accorperò le varie one-shot scritte finora
Genere: Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

b I a

 

 

 

La strada che partiva da Passo Palandum e arrivava a Bordos-sul-Sandalo, era costeggiata da un lato dal fiume e dall’altro da appezzamenti di terra circondati da siepi: la loro funzione primaria, era di delimitare campi, frutteti e pascoli, ma l’apparente incuria li trasformava in pericolosi nascondigli per dei ribelli in agguato. Era per questo motivo che il Comandante Hraustrion Relda, nominato Viceré di Agrirani da Sua Eccellentissima Altezza Suuritnias Calliram all’inizio dell’estate, aveva ordinato che il suo predecessore fosse scortato fino ai confini con Vernolia.

Anche se farebbero un enorme favore a Sua Eccellentissima Altezza, togliendogli dai piedi quell’inetto di genero, era stato il commento che, la sera prima, aveva fatto il nuovo Viceré alla presenza della moglie, della concubina e due dei figli che lo avevano seguito ad Agrirani. Ma quel fantomatico Principe, che sette anni prima aveva dato il via alla ribellione contro il dominio straniero, non aveva voluto far questo favore e gli uomini di scorta stavano tornando nella capitale senza che alcuno li avesse attaccati. Quarantacinque fra fanti e cavalieri, e altri cinque che sorvegliavano la strada dall’alto, in groppa ai loro draghi, che non avevano fretta di tornare, perché il compito affidatogli si era rivelato più leggero di quello che avevano creduto.

Una delle cinque silhouette ondeggiò un attimo, prima di calarsi fra il fiume e la strada, incurante del nervosismo che l’arrivo improvviso del drago aveva scatenato nei cavalli.

«Qualcuno si sta avvicinando,» disse il giovane, mentre con una mano guantata accarezzava il collo del rettile per calmarlo.

Uno dei cavalieri in rosso sfilò un tubo d’ottone dal proprio tascapane e si sollevò dalla sella, premendo lo strano strumento contro l’occhio destro.

«Che cosa vedi con quell’aggeggio, Mercante?» chiese il capitano con una punta di diffidenza.

«Si chiama cannocchiale, signore: se ha permesso al capitano della Regina Ornies di sventare degli attacchi dei pirati, allora può essere utile anche per dei miserrimi soldati come noi.
«È una donna… una guaritrice e… sta andando verso la fattoria,» disse infine, prima di riporre il cannocchiale.

Il giovane in sella al drago lo fissò corrugando la fronte. «Come puoi essere certo che si tratta di una guaritrice, Galas? Si racconta che alcune donne di Agrirani prendano un’arma per marito.»

L’altro rise. «Portava i calzoni e cavalcava come un uomo, inoltre credo di averla incrociata un paio di volte al mercato: se sorridesse un po’ di più, uno potrebbe anche farci un pensierino.»

Heran strinse le labbra a quell’ultimo commento: se le donne di Agrirani avevano fama d’essere di facili costumi, questo non giustificava certi atteggiamenti da parte dei suoi compagni. Tuttavia, quel pensiero lo distrasse solo un attimo, perché avevano almeno un’altra ora prima di arrivare a Bordos e in quell’arco di tempo poteva accadere tutto e il contrario di tutto: spronò il drago per riferire agli altri quattro cavalieri che sorvolavano l’area la non pericolosità dell’individuo.

Una nota lunga, due corte, e la nota lunga fu spezzata all’improvviso. Dalla sua posizione a mezz’aria, Heran vide chiaramente i ribelli sbucare dalle siepi e prendere i soldati alle spalle e di fianco, lasciando loro come uniche vie aperte la strada e il fiume: fece per ritornare al suolo, ma un’ombra, immensa, oscurò il sole facendo imbizzarrire i cavalli e perfino i draghi.

«Calmo, Mornaü, calmo,» sibilò fra i denti, cercando di riprendere il controllo sul rettile.

L’ombra scura sfrecciò poco distante, troppo simile a un getto di liquido per essere una comune bestia: le ali si spiegarono larghe, sostenendo un corpo un po’ drago e un po’ uccello dal piumaggio di un bruno iridato, i grandi occhi come oro liquido fissi sul giovane cavaliere.

“Un’Innominabile,” pensò Heran con un nodo alla gola.

Non avevano armi per contrastare quell’essere immondo ed empio, che fossero di metallo o legno o sottile veleno; perfino i loro cinque draghi silverini erano come dei gattini appena nati al cospetto di quella creatura. Heran pregò mentalmente i Santi Gemelli ed Elanne per avere, almeno, una morte gloriosa e spronò Mornaü contro l’Innominabile: per la prima volta, il drago non solo non obbedì, ma si ribellò al giovane che portava in groppa e si dimenò come se volesse liberarsi di un insetto fastidioso. Heran strinse con tutta la sua forza le redini, ma un colpo di reni lo disarcionò: e nell’attimo preciso in cui sentì il proprio corpo rovinare sulla riva sassosa del fiume, vide una seconda Innominabile librarsi nel cielo terso.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Delirious Rose