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Autore: _joy    11/03/2014    6 recensioni
"La sera in cui Ben Barnes lasciò Rebecca Milani era una sera piovosa e grigia."
Quello che accadde tra un addio e un ritrovarsi.
Perché niente altro conta.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un’ora dopo, Becky stava singhiozzando tra le braccia di Carolina.
 
Tommi mangiava un gelato mentre guardava la televisione e le due amiche parlavano a bassa voce.
Rebecca si soffiò il naso e sospirò, demoralizzata.
«Non so perché ho fatto una scenata del genere…»
«Mi sembra chiaro….»
Carolina storse il naso, ma l’altra scosse il capo.
«Non gli ho fatto una scenata neppure quando mi ha lasciata!»
«Sì, ma stavolta è peggio! Innanzitutto è lui che è tornato e poi c’è coinvolto Tommi!»
Tutte e due si voltarono a guardare il bambino, che mangiava felice.
Becky chiuse gli occhi e si massaggiò le tempie.
«Lo so, ma davvero… Non so perché gli ho permesso di restare a contatto con noi per tutti questi giorni»
Carolina esitò, poi si decise:
«Magari lo hai fatto perché ti fa piacere? Perché speri che…»
Becky arrossì.
«No!» negò, poi però aggiunse «Io…io lo so che mi ha lasciata…»
«Ok, ma la gente torna anche insieme, volendo…»
«No, no! Non posso permettermi di nutrire false speranze!»
Caro le rivolse un’occhiata penetrante.
«Quindi ci stai pensando?»
Becky arrossì di nuovo.
«Caro, con te posso parlare e lo so… io… Sono attratta da lui. Non credevo potesse farmi ancora questo effetto… Ma è così. Ma non sono più una ragazzina infatuata e non gli permetterò di essere una figura incostante nella vita di mio figlio. Non importa quanto possa piacere a me»
Carolina annuì, però poi disse:
«E se lui lo volesse? Volesse Tommi?»
Rebecca sussultò.
«Caro! Proprio tu, che lo detesti!»
«Io detesto quello che ha fatto a te… Ma inizio anche a chiedermi se non sia meglio, per Tommi in futuro, che lui si sia presentato qui»
L’occhiata scioccata della sua amica la spinse a continuare con urgenza:
«Becky, ascolta: quando crescerà, Tommi vorrà conoscere suo padre, molto probabilmente… E non dirmi che anche tu non vorresti che le cose fossero andate diversamente!»
L’altra sospirò.
«Ammetto che ci ho pensato. Ma… Ben non è pronto. Non credo che lo voglia»
«Io credo che non si renda ancora bene conto di volerlo… Ma credo anche che non sia qui perché non ha di meglio da fare»
«Quindi?»
«Non è a me che devi chiederlo, tesoro. Io non ne ho idea. Ma penso che dovresti chiarire bene quello che vuoi tu, in modo che possiate parlarne»
Rebecca scosse il capo.
«Quello che voglio io non conta. Anche se… anche se provassi ancora qualcosa per lui, non importa. Importa solo Tommaso. Mio figlio non sarà una merce di scambio: mai»
«E se lui ti chiedesse di vedere il bambino, ogni tanto? Non sarebbe così strano…»
«Ma io non voglio che Tommi si affezioni a qualcuno che poi non starà mai con lui! Come farebbe a capire? È così piccolo! Quando vorrà suo padre per giocare e Ben sarà dall’altra parte del mondo? No, mi dispiace, ma un padre non può essere un tizio che vedi ogni tanto, quando lui ha tempo. Non esiste. Io a mio figlio darò tutta la stabilità e la tranquillità che posso!»
«Lo capisco. Eppure… arriverà il giorno, Becky, in cui Tommaso potrà rimproverartelo»
Lei fece un sospiro.
«Spero che capirà che lo faccio per lui»
«Non vuoi dare una possibilità a Ben perché hai paura che ferisca Tommaso… o te? Perché Tommi ora è davvero troppo piccolo: se non lo vedesse più da domani se lo dimenticherebbe senza problemi»
«Stai dicendo che sono un’egoista?»
«Sto dicendo che hai tutte le ragioni per esserlo… ma non usare tuo figlio come scusa»
«Ma…» Becky annaspò «Io dico davvero!»
«Lo so Becky, non sto mica dicendo che sei una bugiarda! Dico solo che, secondo me, hai anche paura di scoprire che potrebbe esserci qualcosa tra voi due»
«Non c’è nulla!» negò Rebecca.
«Sicura? A me sembra che Ben ti cerchi molto»
«Per Tommi!»
«Non solo, se vuoi il mio parere. Ti cerca… quando ci sei si illumina»
Becky chiuse gli occhi su quelle parole.
«Non voglio neppure sentirne parlare!»
 
*
 
Al b&b Jack osservava il fratello percorrere a grandi passi la loro camera.
 
Non aveva quasi detto una parola sulla lite con Rebecca.
Alla fine si gettò sul letto e fissò il fratello.
«Ci ho pensato… e lei ha ragione»
«Cosa? Che vuoi dire?»
«Che non sono un padre… che non lo sarò mai»
«Che cavolo significa? Quando avresti provato a fare il padre, esattamente?»
«Ma è questo il punto! Non ci si improvvisa padre! Non posso fare esperimenti su quel bambino! Rebecca ha ragione, ho una vita troppo incasinata… diciamocelo: quando potrei vederlo? Una volta l’anno? Facendo viaggi intercontinentali? Andiamo, Jack…»
In risposta ricevette un’occhiata scettica.
«Quindi, fammi capire. Rinunci a priori. A tuo figlio. Perché hai paura»
«No! Non ho paura!»
«Ah no? E allora cos’hai?»
«Niente! Io… lo faccio per lui, perché è meglio… è meglio così»
«Ah, ecco!» l’occhiata di scherno era evidente «Lo fai per generosità. Che bravo!»
Ben si irrigidì.
«Che cazzo dici? Cosa dovrei fare, secondo te?»
«Non lo so. Che ne dici di iniziare a ricostruire un rapporto con la madre di tuo figlio e iniziare a pensare di fare il padre?»
«Ma io non lo so come si fa!»
«Ma cosa credi, che esista un manuale? Nessuno lo sa finché non ci prova! Finché non impara!»
«Ma io non ho tempo! Né modo!»
«Non hai tempo per tuo figlio?» l’occhiata di disgusto del fratello lo gelò «Cazzo, Ben, se sei stronzo»
Si fissarono in cagnesco, in silenzio.
«Jack, lo sai che vita faccio…» ritentò Ben.
«E allora? Puoi cambiarla! Puoi scegliere cose diverse!»
«Ma io non voglio!» urlò Ben «Vuoi fare come Becky? Cercare di cambiarmi? Hai visto come è finita!»
«Io non voglio cercare di cambiarti: voglio sperare che cambierai da solo. Perché il tuo mestiere ti piacerà anche, ma non ti riempirà la vita. E poi ora sei giovane, ma che farai tra qualche anno? Quando sarai un patetico uomo di mezza età che cerca ancora copioni e rimpiangerà di non aver preferito suo figlio alla solitudine?»
Ber era sbigottito.
Suo fratello, celebre per essere un simpatico scapestrato, gli stava dando lezioni di vita.
E non lezioni qualsiasi.
«Ma che ne sai tu?» lo aggredì «Fatti gli affari tuoi!»
«Questi sono affari miei, caro. È mio nipote, quel bambino che nemmeno tu prendi in braccio. E se non sei in grado di capire cosa hai fatto, cosa hai messo al mondo e quanto vale… allora sei un idiota senza speranza. Se pensi che aver conosciuto quel bambino non abbia già segnato la tua vita, Ben, non capisci veramente un cazzo»
Detto questo, Jack uscì sbattendo la porta.
 
Rimasto solo, Ben si sedette sul letto e si prese la testa tra le mani.
 
 
*
 
Due ore più tardi, Jack usciva da un bar dove era disponibile il wi-fi gratis con una prenotazione per Londra chiusa.
Inforcò gli occhiali da sole e riconobbe una figuretta che usciva dalla panetteria, dall’altra parte della strada.
Esitò e poi fece un cenno con il braccio.
Lei lo vide e lui la raggiunse con il suo passo veloce.
«Ciao» sorrise Jack «Ti prendo solo un minuto… volevo salutarti»
 
Carolina si sfilò gli occhiali da sole e lui trovò difficile decifrare l’occhiata che gli lanciò.
Sollievo? Disgusto?
Entrambe le cose?
«Allora ve ne andate» disse lei in tono piatto, senza ricambiare il saluto.
Jack rise, ma non era divertito.
«Non ho idea di quali siano i piani di quell’idiota di mio fratello. Io, da parte mia, ho appena prenotato un biglietto per Londra»
«Uno solo?»
L’occhiata di Carolina, stavolta, era indagatrice.
Jack si strinse nelle spalle.
«Non sono il babysitter di Ben. Se lui pensa di aver capito cosa vuol fare nella vita… bene. Che si arrangi. È adulto, ormai. Se poi io penso che siano solo stronzate… bè, pazienza»
Carolina sembrava indecisa su cosa dire.
Alla fine optò per un prudente:
«Ho parlato con Becky»
Jack la guardò, interrogativo.
«Lei è…preoccupata che Ben possa intraprendere un’azione legale per la patria potestà e…»
Lui la interruppe:
«Mi sembra troppo complicato per quell’idiota di mio fratello! Non posso parlare per lui, ovvio, ma Ben non è un vendicativo e, se anche non si rende bene conto del fatto che la sua vita è già cambiata, comunque non credo che metterebbe mai Rebecca in una situazione così difficile e spiacevole. Lui… la ammira molto»
Carolina storse il naso.
«Ha un bel modo di dimostrarlo!»
«Te l’ho detto, è un idiota. È il peggior nemico di se stesso. Ma… cosa possiamo farci? … Giusto?»
Jack la fissò intensamente e Carolina si mosse, a disagio.
Quindi sbottò:
«Mi stai per caso… proponendo un’alleanza?»
Lui rise.
«Esatto!»
«Ma se hai appena detto…»
«Ho detto che è un idiota, ma comunque è mio fratello… e poi mio nipote è bellissimo! Anche troppo, per essere figlio di Ben… ma insomma, mi spiacerebbe non vederlo più!»
Carolina grugnì.
«Becky mi ucciderà…»
«Senti» le rispose Jack, tornando serio «Se mi dici in tutta onestà che a Rebecca non importa nulla di Ben e davvero non lo vuole qui… Allora ok, ce ne andiamo e basta. Io… Non si merita altro dolore. Ma se pensi che…»
Non completò la frase e attese.
Dopo qualche minuto, Carolina fece un gesto esasperato.
«Va bene… va bene! Vediamo cosa possiamo fare, allora!» 

   
 
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