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Autore: Bab1974    11/03/2014    3 recensioni
Draco attende sotto la pioggia Harry, dopo averlo seguito. Deve trovare una scusa per avvicinarlo, poiché è innamorato di lui.
Partecipa al quarto turno del contest 'Pop VS Metal Contest' di visbs88.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Umbrella
Titolo: Vieni sotto il mio ombrello?
Autore: monnalisa1974/bab1974
Squadra: Pop
Canzone scelta: Umbrella
Fandom: Harry Potter
Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter
Introduzione: Draco, dopo aver seguito Harry sotto la pioggia, trova una scusa per avvicinarlo.
Rating: Verde
Generi: Commedia, Romantico
Avvertimenti: Slash
Note (opzionali):
 /





Vieni sotto il mio ombrello?


Pioveva forte quel giorno. Draco, stretto nel mantello e coperto da un anonimo ombrello, attendeva da qualche ora davanti alla porta di una struttura Babbana.
-Che cavolo ci è venuto a fare, Potter, qui?- si chiese irritato, mentre il freddo cominciava a entrargli nelle ossa. -Proprio oggi che mi ero deciso a tampinarlo! E poi che cos'è questo posto? Best Gym?- mormorò leggendo l'insegna.
Si era accorto da alcuni mesi che Harry non era così male, nonostante i capelli intrattabili, gli occhiali orribili e i vestiti indecenti. Era certo che con il suo intervento poteva migliorare molto. Poteva usarlo come scusa per avvicinarsi a lui, piuttosto che confessare di essersi innamorato, fargli credere di essere colto da un sentimento altruista per una mission impossible: cambiargli il look in maniera che sembrasse un essere umano.
-Intanto devo trovare un'ottima scusa per la mia presenza qui.- pensò -Non so se crederà che passavo per caso. Nemmeno io mi crederei se me lo raccontassi. Potrei dire che venivo a trovare qualcuno, ma non ho conoscenze Babbane. E se gli dicessi che sono in missione per il Ministero della Magia? Anche se il Primo Ministro è un Weasley, non credo che abbia il permesso di entrare negli affari e chiedere informazioni. Beh, non che abbia molta altra scelta.-
Sbuffò, tentato di fare un incantesimo per sentire meno le intemperie addosso. Temeva, però, che sarebbe stato visto da qualche Babbano e non voleva correre il rischio di dover Oblivare un mezzo quartiere o d'insospettire Harry.
-Con la fortuna che ho, uscirebbe proprio in quel momento.-
Un secondo dopo vide un movimento della porta dove fino a quel momento erano uscite una marea di persone. Si preparò e, come si era impegnato nelle precedenti tre ore, facendo delle figure tremende, si gettò su chi stava per mettere piede sull'asfalto.
Mentre si avvicinava, riconobbe finalmente Harry che era senza ombrello e si guardava attorno, stringendosi nel suo giubbotto Babbano. Lo travolse e allo stesso tempo cominciò a lanciare improperi, incolpandolo di quell'incidente.
Harry, caduto a terra in mezzo a una pozzanghera, e sovrastato da chi lo aveva investito, si alzò di scatto, irritato, appena fu libero di farlo.
"Mi scusi, ma è lei che mi è venuto addosso." lo rimproverò, poi riconobbe Draco e lo guardò stupito "Malfoy, che accidenti ci fai qui? Da quanto frequenti la Londra Babbana?"
Draco, cercando di mantenere il suo sangue freddo davanti a quegli smeraldi che lo fissavano, finse ancora di essere arrabbiato.
"Tu sei uscito senza guardarti attorno, altrimenti mi avresti notato." lo accusò "Ho fretta, sono in missione segretissima per il Ministero, e tu mi hai intralciato."
Draco, per mantenere in piedi la sua menzogna, cominciò a guardarsi attorno, come se cercasse qualcuno. Dopo un tempo che ritenne ragionevole, si voltò ancora verso Harry.
"Hai visto? L'ho perso! Tutto per colpa tua, Potter. Dovrei dirlo a Weasley, non voglio che m'incolpi di tutto." inveì rivolto a Harry. Quest'ultimo, arrossendo per la vergogna, poiché tutti attorno a loro li stavano osservando, cercò di fargli abbassare i toni.
"Forse è meglio discuterne in un posto più tranquillo, ti stanno prendendo per pazzo." disse indicando i presenti che li fissavano, alcuni stupiti, altri spaventati.
Draco non disse nulla, concentrandosi per calmarsi. Si sentiva davvero agitato, anche se non era per il motivo che aveva cercato di far credere all'altro.
"D'accordo, tanto per oggi mi è sfuggito, ma dovrai offrirmi qualcosa di davvero buono perché ti perdoni e per non fare la spia." disse, mantenendo un tono sostenuto.
"Ok, conosco un posto tranquillo qua vicino." disse Harry, sospirando sollevato. Quello che gli aveva detto era davvero strano, ma non sopportava essere osservato, lo aveva sempre odiato e per il momento non chiese altro.
Si avviò, sotto la pioggia, aspettandosi che l'altro lo seguisse. Draco lo trattenne per un braccio.
"Uhm, Potter, ma tu un ombrello non ce l'hai?" chiese "Come fai con la pioggia e senza poter usare la magia? Credevo che per i Babbani fosse un accessorio immancabile."
"No." rispose Harry "Mi da fastidio portarmelo dietro e posso sempre rifugiarmi nel bagno del pub per asciugarmi con la bacchetta. Tu, a proposito, non ti sapevo un tipo da ombrello."
"Ho pensato che servisse a confondermi con i Babbani, durante l'inseguimento." usò come scusa.
In effetti il motivo era sempre quello, solo che invece per il fantomatico inseguimento, lo aveva utilizzato per l'appostamento davanti al locale.
"Allora avresti dovuto pensare anche a toglierti mantello e i vestiti di pelle di drago, la gente che ti vede potrebbe pensare che sei pronto per Halloween... fuori stagione." lo canzonò Harry "Non preoccuparti per me, sono abituato ad andare in giro senza ombrello... e senza giacca... e senza sciarpa e berretto. I miei zii ritenevano che non ne avessi bisogno, come non ne avevo di mangiare regolarmente, o giocare, al contrario di mio cugino. Praticamente, sono pieno zeppo di anticorpi grazie a loro."
Draco trattenne un attimo l'angoscia che quelle parole gli avevano lasciato assieme alla tentazione di andare dai Dursley e Cruciarli. Per fortuna che Harry aveva detto quelle parole in maniera tanto normale e senza rancore che riuscì a resistere.
"Ok, però non credo che convenga sforzare troppo la fortuna, e questi autocorpi, qualsiasi cosa siano. Perché non vieni con me sotto l'ombrello? Almeno non sembrerà che parlo da solo come un pazzo." propose Draco.
Harry alzò le spalle, come se la cosa non gli interessasse, ma alla fine si avvicinò, accettando l'invito senza aggiungere altro. La vicinanza di Harry fece reagire subito Draco, le cui guance s'imporporarono. Ringraziò mentalmente il fatto che fosse un freddo bestiale e pensò immediatamente che, per cominciare, doveva mettersi lontano da lui e fuori dalla sua vista, se non voleva che il suo piano, quasi perfetto, andasse in fumo. Ripensò ai propri abiti, in effetti molto diversi da quelli dei Babbani, e capì perché molti lo fissavano: doveva sembrare pazzo ai loro occhi. Sperò che a Harry, dentro al locale in cui era stato, non fosse giunto all'orecchio notizie di un tipo strano, vestito in maniera bizzarra, che fissava costantemente la porta d'uscita, e che si buttava su tutti. essere preso in giro da lui, non l'avrebbe sopportato.


Durante il tragitto per il pub non parlarono quasi per nulla, se non qualche indicazione di Harry per raggiungerlo. Ci misero poco, ma a Draco parve un'eternità fra il cattivo tempo e la tensione che sentiva. Il biondo entrò dentro con l'ombrello aperto. Appena messo piede dentro, Harry si voltò a causa del brusio fatto del locale, comunque sempre molto silenzioso, cessò del tutto nemmeno al loro arrivo. Si voltò, vide l'ombrello aperto e scosse la testa: non c'era nulla da fare, maghi e Babbani non si sarebbero mai capiti. Il locale era diverso da qualsiasi altro avesse visto nel Mondo Magico. Non c'erano ragnatele che pendevano sul soffitto, fumi strani e le persone non erano torve come alcuni maghi.
"Draco, prima che qualcuno ti mandi al diavolo, chiudi l'ombrello e mettilo là dentro assieme agli altri." sussurrò al ragazzo "Sai, pensano che porti sfortuna."
"Posso dire che secondo me sono cavolate?" chiese Draco, tenendo anche lui il volume basso e senza scomporsi.
"Puoi, ma ti consiglio di chiuderlo e metterlo assieme agli altri." disse Harry.
Draco fece una smorfia osservando la marea di ombrelli ma obbedì.
"Non ti preoccupare, nessuno te lo prenderà. Magari, appena usciti d qui, rischi di ritrovarti la macchina rigata, ma hanno un che di reverenziale per gli ombrelli. I Babbani inglesi sono maniaci a proposito."
Si avvicinarono a un tavolo libero e non ebbero il tempo di sedersi , che un cameriere li raggiunse con due menù.
"Sapete già cosa prendere, o torno fra qualche minuto?" chiese ai due ragazzi.
"Dobbiamo ancora decidere, grazie." disse Harry. Appena il cameriere si fu allontanato, si rivolse a Draco "Ordina ciò che vuoi. Pago io."
"Mi sembra il minimo." disse altezzosamente. Poi cominciò a scorrere i nomi e si rese conto che molte di quelle cose non le conosceva. "Hanno dei nomi strani."
Harry ridacchiò: doveva ammettere che aveva ragione.
"Questo è un locale molto in, cioè in voga, e caro. In questi luoghi si divertono a dare nomi strani a cose semplicissime. Vuoi che ordini anche per te? Tu dimmi quanta fame hai e ci penso io." propose.
Draco si passò istintivamente la mano sullo stomaco e si rese conto che fra il tempo che aveva passato davanti al locale e il freddo, il suo stomaco cominciava a brontolare.
"Non mi ero reso conto che fosse passato tanto tempo dall'ultima volta che ho messo qualcosa tra i denti." ammise "Direi che sono molto, molto affamato. E pure infreddolito."
Harry ragionò un attimo, osservando il menù, poi, all'arrivo del cameriere, che non tardò più di due minuti, ordinò per entrambi.
"Per cominciare, come aperitivo, punch al mandarino in tazza grande, bollente, accompagnato da qualche snack. Poi, Toast Hawaii, uova al prosciutto, torta della nonna con gelato di vaniglia in quest'ordine, per due." ordinò al cameriere, leggendo.
L'uomo segnò, con il sorriso sulle labbra e ammiccando ai due, poi si eclissò.


Draco lo osservò andarsene, poi, appena fu abbastanza lontano...
"Che voleva quello?" chiese "Si comportava in maniera strana."
Harry rise: Draco non sapeva che stava succedendo nell'Inghilterra Babbana, e non poteva capire.
"Credo che pensi che siamo fidanzati." spiegò Harry a un Draco che rimase a bocca aperta e con il dubbio che quello avesse capito che non gli dispiaceva il genere maschile
"In Inghilterra, stanno per approvare una legge per i matrimoni di persone dello stesso sesso, e non è difficile vedere coppiette gay per la strada." continuò Harry "Non male per un paese che fino a due anni fa aveva ancora in attivo leggi sull'incarcerazione degli omosessuali."
"Addirittura!" esclamò Draco "Nel Mondo Magico li scortichiamo solo vivi." Il ragazzo fece un risolino amaro: forse era meglio ricordarsi che cosa rischiava a dichiararsi a Potter. Era molto tempo che non accadeva, ma in effetti era anche molto che qualcuno non era colto in flagrante. Le leggi magiche erano severe e intramontabili, non era facile scappare alla sua punizione. All'improvviso sentì l'impulso di fuggire sotto la pioggia, con quell'insulso ombrellino come unica protezione. Almeno non si sarebbe bagnato, anche se il vero problema era dentro di sé.
"Senti, se per te è un disagio, appena il cameriere torna con il punch, mettiamo subito in chiaro le cose." lo consolò Harry "Non pensavo neppure io che fossimo a questo livello, cioè che una coppia di amici non potesse uscire senza che li additassero come gay."
Draco annuì impercettibilmente: forse era meglio tagliare corto la situazione e tornarsene ognuno alle proprie faccende.
"Noi non ci possiamo definire amici, Potter." puntualizzò però alla fine.
"Nemmeno fidanzati, però. Diciamo che siamo... conoscenti. Credo che questa possa essere la definizione più adatta."
"Oh, sul fatto che ci conosciamo, non ci sono dubbi." Il sorriso che apparve sul viso di Draco, forse il primo da quanto si erano incontrati quel giorno, riscaldò il cuore di Harry: era caldo, sornione, malizioso.
-Peccato che non siamo fidanzati.- pensò sospirando profondamente.
Poi si scosse, cercando di ritrovare la ragione. Cavolo! Se il cameriere impiccione li avesse visti in quel momento, avrebbe aumentato i dubbi sul loro stato sociale.
-Uff, meglio stare attento, non voglio mettere nei guai Draco per colpa delle mie tendenze sessuali. Certo che averlo così vicino, così tranquillo e così poco strafottente, non capita spesso. Non mi ero mai accorto di quanto fosse attraente.- continuò, non riuscendo a interrompere il filo dei propri pensieri, mentre cercava di fare una conversazione civile e senza balbettare.
La sua immaginazione fu interrotta dal cameriere, che continuava a fare cenni inequivocabili. Harry decise di mettere le cose in chiaro.
"Guardi che si sta sbagliando, noi non siamo fidanzati." disse, sperando di essere convincente.
Il cameriere li fissò un attimo entrambi, poi si portò una mano al petto.
"Quindi... siete entrambi single?" disse esaltato "Troppa grazia! Allora c'è speranza anche per me. Questo è il mio biglietto da visita. Chiamate, chattate, venitemi a trovare sotto casa, magari anche insieme. Ci divertiremo un sacco."
Lasciò due bigliettini sulla tavola e se ne andò, su di giri.
"Devo pensare che sembriamo proprio gay, che stiamo assieme, o no." buttò lì Draco, provando a lanciare il sasso e rigirando il bigliettino fra le dita. In fondo poteva darsi che il cameriere avesse visto giusto. Se aveva capito che lui era gay, non poteva averci azzeccato anche con Harry?
-Non pensavo davvero di avere qualche speranza, quando ho avviato il mio inseguimento. In realtà, oltre al bloccarlo, e costringerlo a offrirmi qualcosa, non avevo in mente altro. Come faccio a introdurre l'argomento, senza destare sospetti? E se mi servissi di... Alan?- si chiese, gettando un'altra occhiata al bigliettino.
Osservò l'aperitivo, poi Harry.
"Non avevi una fame esagerata?" gli chiese quest'ultimo, assaggiando qualche salatino "Il punch è buono se bevuto bollente."
Draco si scosse dai propri pensieri e dovette trovare una scusa per allontanarsi, che in realtà non lo era neppure tanto, dopo ore passate davanti a quella struttura.
"Ehm, dovrei... ehm, lavarmi le mani." disse, cercando le parole giuste per non essere troppo volgare.
"Uh, anche nel Mondo Magico si dice così quando ti scappa da pisciare?" chiese Harry ridendo e godendosi l'imbarazzo di Draco "Dietro la colonna, vicino alla cucina."
-Proprio dove dovevo andare, che fortuna.- pesò alzandosi, rosso in volto per la vergogna, sperando che nessuno avesse fatto caso alla loro conversazione. "Grazie." sbottò a voce alta, cercando di apparire più offeso di quanto non fosse davvero.


Draco trovò la scritta Toilette poco lontano da quella Kitchen.
-Francese!- pensò ironico -Come sono fighetti, qui.-
Si voltò verso Harry, per essere sicuro di non essere osservato, poi, invece di dirigersi al bagno, chiese al primo che usciva se poteva parlare con Alan, il cameriere.
La ragazza spuntata dalla porta della cucina, lo squadrò un attimo, indecisa se fare quello che diceva o no, poi rientrò un attimo, prima di tornare al suo lavoro.
"Allora, luce dei miei occhi, hai deciso di accettare il mio invito?" chiese malizioso.
Draco scosse la testa.
"Mi dispiace, per il momento mi piace molto il ragazzo con cui sono entrato." si scusò "Purtroppo non so decidermi a chiedergli di essere il mio ragazzo, poiché temo di essere preso in giro, nel caso non fosse gay. Tu potresti aiutarmi a capirlo?"
Alan lo guardò un attimo, poi sorrise e accettò.
"Certo, avrei preferito che accettassi di uscire con me, ma per il momento va bene così. Al massimo, se proprio le cose non dovessero procedere al meglio, ricordati che io sono libero. Comunque, secondo la mia idea, non dovresti avere problemi. Tu forse non te ne sei reso conto, ma ti sta mangiando con gli occhi. Forse anche lui sta pensando a come approcciarsi a te." lo informò.
Draco guardò dalla sua parte e vide che sembrava in ansia, mentre parlava da solo e, ogni tanto, scuoteva la testa sconsolato.
"Vedi, secondo me sta facendo delle prove per introdurre l'argomento." gli disse indicandolo "Non mi sembra molto convinto, però."
Draco osservò Harry e sentì un attimo di speranza. Lo vide, poi, voltarsi verso di lui. Sperò di aver distolto in tempo lo sguardo.
"Devo trovare una scusa per stare parlando con te." bisbigliò, ci pensò un secondo poi suggerì al cameriere "Poiché ma ha detto che quel panch è buono bollente, potresti scaldarmelo. Sarebbe buona come scusa."
Alan alla parola panch, alzò un sopracciglio: quel ragazzo non era solo vestito strano, con tutta quella pelle, ma lo era davvero. Decise, comunque di accontentarlo.
"Ok, non è male come scusa." e si avvicinò al tavolo, mentre Draco si rifugiava in bagno.
Alan si riavvicinò al tavolo di Harry e prese il punch di Draco.
"Il suo amico mi ha chiesto di tenerglielo in caldo, mentre è alla toilette." spiegò.
"Quindi è di questo che stavate parlando prima?" chiese Harry.
"Già... purtroppo." disse scodazzando via. Ritornò un attimo sui suoi passi, per dare una mano a quel ragazzo.
"Senti, credo che tu piaccia molto al tuo amico." gli disse, senza rivelargli l'aiuto chiesto "Non te lo lasciare scappare. Anche se veste in maniera strana, non mi perderei l'occasione di corteggiarlo." e se ne andò.


Passarono dieci minuti, prima che Draco ritornasse al tavolo. Si sentiva meglio: aveva svuotato la vescica e aveva una speranza in più. Si chiese in che maniera lo avrebbe aiutato Alan, senza sapere che lo aveva già fatto. Il cameriere tornò con il punch bollente e fece l'occhiolino a Harry, indicando Draco con la testa: buttati, intendeva con quel gesto. Che hai da perdere?
-Quel minimo di stima che ha in me.- pensò, sentendosi all'improvviso sotto pressione. Nemmeno durante la guerra, nonostante l'insistente presenza di Voldemort nella sua testa, sia di giorno che di notte, ricordava di aver provato un'ansia del genere. -Se Alan avesse sbagliato, diventerei lo zimbello del Mondo Magico e non potrei sopportare che il ragazzo che mi piace possa essere l'artefice di tutto.-
Draco notò subito il cambiamento nel comportamento di Harry: sembrava che all'improvviso si fosse ritrovato con la febbre alta, tanto il suo sguardo era vacuo e il suo colore pallido.
"Harry, stai bene?" si preoccupò "Te l'ho detto che non è molto salutare camminare sotto la pioggia." Nel dire questa frase gli aveva sfiorato la mano, rischiando di farlo svenire.
"Sto... sto bene, non preoccuparti." disse, non riuscendo a evitare un leggero balbettio "Vado un attimo a lavarmi le mani, mentre tu finisci l'aperitivo."
Harry si alzò e si diresse vero il bagno, mentre Draco, affamato, si buttò a mangiare i salatini e a bere il punch.
Durante il percorso fu intercettato da Alan.
"Com'è andata?" chiese, curioso.
"Mi è venuta un'ansia che sto per svenire." disse, prima di chiudersi la porta alle spalle.
Il cameriere scosse la testa: se non fosse intervenuto in maniera più incisiva quei due non avrebbero combinato nulla!


Harry tornò al tavolo che stava meglio. Aveva utilizzato la bacchetta per asciugarsi i vestiti umidi e aveva passato il resto del tempo a fissare lo specchio e a convincersi che aveva poco da perdere a rivelare la verità a Draco. In fondo aveva già la stima dei suoi amici, che sapevano la verità su di lui, che gl'importava di rischiare di perdere quella di tutti gli altri maghi?
Con questo nuovo stimolo tornò al tavolo: era giunto il Toast Hawaii, cui Draco stava già facendo la festa.
"Oh, sei tornato." lo apostrofò con la bocca piena "Non so se sia colpa della fame, ma questo cibo Babbano non è affatto male. Che cos'è questa fetta sopra il pane?"
"Una fetta di ananas." rispose Harry "Sai, fino a qualche anno fa queste raffinatezze non le conoscevo neppure io, se non per nome. I miei zii mi davano solo gli scarti di Didino e non è che lui lasciasse molto."
Draco sbuffò: era la seconda volta, nel giro di mezz'ora che nominava gli zii in modo poco lusinghiero, e cominciava già a stancarsi.
-Primo problema a essere il fidanzato di Potter.- recitò mentalmente, come se facesse i pro e i contro. -Dovrei sentirgli nominare questi parenti almeno venti volte al giorno, sperando che non entrino nei suoi incubi anche la notte.-
Per fortuna sembrò che Harry non volesse continuare a parlare di loro, anche se era particolarmente serio. Non aveva toccato ancora il suo toast.
"Non hai fame?" gli chiese.
"In effetti ne avevo molta, mi viene sempre dopo aver fatto palestra, ma in questo momento mi si è chiuso lo stomaco." confessò Harry, pensando che fosse il momento di confessare. "Draco, in realtà devo dirti una cosa: Alan, il cameriere, ha ragione per quanto riguarda me. Sono gay, me ne sono reso conto dopo la fine della guerra, quando Voldemort ha smesso di essere al centro dei miei pensieri. Quindi... se avesse avuto ragione anche per te... potremmo pensare di uscire ancora assieme... per fare una nuova conoscenza." Aveva parlato a scatti, mentre cercava le parole giuste per esporre a Draco quelli che erano i suoi sentimenti.
Il biondo era rimasto con le posate a mezz'aria e la bocca aperta. Harry Potter gli aveva fatto una sottospecie di dichiarazione! Ok, non aveva detto che era follemente innamorato di lui, ma era un inizio.
Quando vide che Harry si era fermato e attendeva una risposta Draco pensò che poteva rispondere sobriamente.
-Vada per conoscerci meglio? Potrei dire questo. Ma no, voglio qualcosa di inequivocabile.-
"Potter, pensi che sarebbe sconveniente se passassi sopra al tavolo e ti baciassi?" chiese.
Harry arrossì in maniera violenta.
"Ehm, non mi sembra il ca... caso." balbettò "Fo... Forse è meglio che finiamo di mangiare e poi ti faccio vedere l'appartamento Babbano dove passo le mie giornate da solo."
Draco acconsentì e finì il suo piatto, mentre Harry cominciò il proprio: aveva improvvisamente ritrovato l'appetito.


Appena finito il pasto, salutarono Alan e, coperti ancora dall'ombrello di Draco, si diressero verso l'appartamento di Harry. Il ragazzo, che non voleva vivere a Grimauld Place, dove c'era ancora la base dell'Ordine della Fenice, cioè un gran viavai di Auror, e il quadro di Walburga Black, che continuava, insistentemente a offendere chiunque si avvicinasse a lei, aveva preferito allontanarsi.
Draco entrò in un palazzo che non aveva nulla a che fare con ciò a cui era abituato nel Mondo Magico. Harry aveva scelto un arredamento moderno ed essenziale. Unica eccezione una stanza in cui teneva tutte le sue attrezzature da mago, i suoi bauli e pergamene.
"Che ci devi fare in questo tavolo di vetro?" chiese il biondo, indeciso se era entrato in un Inferno o un Paradiso.
"Ci mangio... ogni tanto. Più che mai vado nei pub, o nel Mondo Magico o in quello Babbano. Non è divertente farlo da soli."
"Non hai un ragazzo?"
"Non più." ammise Harry "Sono stato con un Babbano, per qualche mese, ma è troppo complicato dividersi tra due mondi. Stavo aspettando di incontrare un Mezzosangue che avesse i miei stessi gusti sessuali, per non dovermi nascondere. Certo non avrei mai immaginato di incontrare un mago Purosangue e di sicuro tu saresti stato l'ultimo cui avrei pensato."
"Non ti piaccio, allora?" si offese Draco, saltando in piedi, mentre stava per sedersi.
Harry rise del carattere spinoso di Draco: si aspettava una reazione del genere.
"Non te la prendere, sei molto carino, ma non pensavo che fossi il tipo del gay, tutto qui."
-Invece tu mi hai sempre dato quest'impressione.- pensò Draco -Sarà per questo che sono mesi che ti penso e sono contento di aver avuto il coraggio di avvicinarti.-
Decise di non dirlo a voce alta, come pure di non confessare la bugia che aveva detto sull'inseguimento: non era quello il momento giusto. In un futuro, forse, chissà...
Passarono tutto il resto del giorno assieme, parlando del più e del meno, cercando di conoscersi meglio. Avevano un sacco di tempo da recuperare, tanti anni e tanto rancore da accantonare.



Il giorno seguente, Draco vide Harry uscire dall'ufficio del Primo Ministro della Magia Percy Weasley. Aveva un'espressione contrariata sul volto. Si nascose dietro un mantello appeso al muro, appena in tempo per non essere visto.
-Malfidato!- pensò irritato -Si è andato a informare! Chissà che gli ha detto Percy.-
Ebbe la risposta subito. Fu interpellato subito dal suo segretario.
"Signor Malfoy?" chiamò "Il Primo Ministro ha urgenza di vederla."
Draco si sentì sulle spine: sperò che non lo maltrattasse troppo.
Bussò alla porta ed entrò con il cuore in gola, appena gli fu concesso il permesso.
"Malfoy, sarai la mia disperazione, lo sai?" lo apostrofò Percy, invece di salutarlo, osservandolo attraverso i suoi occhiali di corno "Come ti è venuto in mente di mettere in mezzo il Ministero della Magia in mezzo alla tua storia con Harry? Che, detto fra noi, deve essere l'unico a non essersi accorto di come te lo mangiavi con gli occhi."
Draco non rispose, ma arrossì colto nel fatto.
"Per questa volta passi, a Harry ho solo detto che non potevo parlargli della missione, ma che non capiti più." lo rimproverò, prima di lasciarlo libero. Sorrideva, nonostante volesse dare l'impressione di essere severo.
Draco uscì con una sensazione contrastante: da una parte era contento di essersela cavata con così poco, dall'altra essere sfottuto da un Weasley, fosse anche il primo Ministro, non era il suo sogno della vita. Sospirò: aveva un appuntamento con Harry nel Mondo Babbano. Doveva insegnargli come camuffarsi fra i Senzamagia. Certo era un po' comico che proprio lui, che non aveva affatto gusto nel vestire, dovesse essere il suo maestro. Comunque, per cominciare non era ancora il caso di confessargli quella piccola, innocente bugia.
  
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