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Autore: ohsomalik    11/03/2014    1 recensioni
Nessuno era in grado di affogarci nei suoi occhi, nessuno era in grado di cogliere il mare che racchiudevano, tutti sapevano solo ammirarli freddamente dall'esterno, come un manichino in vetrina.
Tutti tranne me.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il cellulare cominciò a suonare e mi svegliai controvoglia dalla mia dormita pomeridiana.
Tastai sul comodino di fianco a me mentre notai che il sole era ancora alto in cielo; saranno state le tre del pomeriggio.
Lessi il nome sullo schermo rispondendo velocemente.
"Pronto?"
"Ash?"
Tossii un paio di volte in modo da rendere la mia voce il meno assonnata possibile, "sì dimmi."
"Ti ho svegliato?"
Mi tirai su a sedere "no figurati."
"Bugiardo.- rise teneramente, come sempre -solo tu puoi addormentarti alle tre del pomeriggio."
Sorrisi per quella sua affermazione, non riuscendo proprio a trattenermi.
Ed eccomi lì di nuovo, solita scena di sempre: io che sorrido come un povero coglione per India, la mia migliore amica.
Eravamo amici da quando eravamo proprio piccoli. Tutto era iniziato per uno scherzo che le feci all'asilo, tagliandole una ciocca di capelli. Lei non si era messa a piangere, no per niente, si era voltata, aveva controllato il danno e successivamente mi aveva tirato un calcio, facendo piangere me come una femminuccia.
"Comunque mi chiedevo se ti andasse di venire un po' al parchetto di fianco a casa mia con me." sentii nella sua voce un tono piuttosto triste, perciò capii subito si trattasse di Jared.
"Certo, sono lì tra un quarto d'ora."
Mi alzai di scatto rischiando quasi di cadere e mentalmente maledissi me e la mia terribile goffaggine.
Ancora mi chiedevo come una ragazza come India potesse essere rimasta legata a me per così tanto tempo.
Io avevo il mio fascino, certo, e avevo avuto molte ragazze (la maggior parte di poco conto), ma nulla poteva essere come lei. Nessuno arrivava alla sua altezza, me compreso, eppure era rimasta al mio fianco per tutti quegli anni.
India per me era un mondo a parte, qualcosa che nessuno avrebbe potuto realmente capire fino in fondo e io amavo da morire questa sua particolarità, al contrario di tantissimi altri ragazzi.
Aveva una bellezza da mozzare il fiato e questo la portava a ricevere mille attenzioni. Ragazzi su ragazzi che le chiedevano di uscire, che la baciavano, che le facevano regali ma che alla fine non riuscivano mai a comprenderla fino in fondo. Dio solo sa quanto mi facessero incazzare. 
India era bellissima, lo sapevo bene, aveva due occhi enormi e azzurri che piacevano a tutti, ma mi chiedevo quanti vedessero davvero quanto fossero profondi e capaci di raccontare. Io lo vedevo, io vedevo e leggevo incantato ogni storia che erano in grado di raccontare, e probabilmente le avrei lette ancora e ancora, senza potermi stancare. La guardavo dritta negli occhi e in un secondo un mare di emozione mi si apriva davanti, lasciandomi affogare dentro ogni volta.
Ecco, nessuno era in grado di affogarci nei suoi occhi, nessuno era in grado di cogliere il mare che racchiudevano, tutti sapevano solo ammirarli freddamente dall'esterno, come un manichino in vetrina. Tutti tranne me.
Come dite? Vi sembra un discorso da innamorato? Beh, probabilmente lo dite perché è esattamente così.
Ero, sono e sarò sempre innamorato perso di India Smith.
 
Osservai le mie converse rovinate per qualche minuto senza aprire bocca, dondolando su un'altalena per bambini. Non volevo dire per la millesima volta di essere stata lasciata. Odiavo guardare Ashton negli occhi e dirgli che per l'ennesima volta non ero stata all'altezza.
"E' per Jared, vero?"
Lo guardai di fronte a me seduto su un dondolo per bambini e per qualche secondo dimenticai il piccolo dispiacere di quella giornata.
Annuii e tornai a guardare le mie scarpe, "anche questa volta non sono stata alla sua altezza. Divertente, vero?"
"Non sei tu a non essere all'altezza di quei coglioni, sono loro a non riuscirti a capire fino in fondo."
Lo riguardai negli occhi e sembrò quasi incatenarmi con lo sguardo. 
"Sono stufa di vederli interessati a me per un paio di occhi carini e un fisico magro, sono davvero stufa che non riescano a guardare più in là. Nessuno ce l'ha mai fatta."
"Questo perché nessuno di loro è abbastanza intelligente da ascoltarti o capirti sul serio."
"Tutti tranne te Ash." 
Sorrise, quel sorriso che a me piaceva così tanto. Quello che metteva in risalto le fossette e gli faceva illuminare gli occhi, ecco proprio quello che mi stava mostrando in quel momento: penso di non aver mai amato così tanto un sorriso come quello di Ashton Irwin.
"Questo perché ti conosco da quando avevi quattro anni."
No, era perché io e lui eravamo destinati ad appartenerci, ma avevo troppa paura a rivelargli una cosa del genere.
"Già... da quando ti presi a calci e piansi come una femminuccia."
"Hey! E' stato un momento piuttosto doloroso per me, non riportarlo a galla con così tanta noncuranza!" 
Si dondolò un paio di volte sul quel gioco per bambini e quasi cadde. Adoravo anche quando era così terribilmente goffo. Quando faceva una figuraccia ma rideva senza darci troppa importanza. Adoravo ogni situazione quando ero in sua compagnia. Adoravo Ashton Irwin.
Scusate, ho detto adoravo? Meglio correggermi: amavo.
Ammirai il cielo completamente azzurro: era estate ormai e la scuola era finita da qualche settimana.
Era stato il nostro ultimo anno quello e entro poco saremmo partiti per il college.
Entrambi avevamo deciso di trasferirci a New York, due facoltà diverse ma vicini come sempre.
Ashton qualche settimana prima si era presentato a casa mia con una 'sopresa', da come aveva detto lui.
Urlò per tutta casa mia di aver trovato l'appartamento perfetto con i suoi tre amici, proprio ad un solo isolato dal mio e che non vedeva l'ora di partire con me.
Eravamo elettrizzati da un'esperienza simile, ci sentivamo pronti ad attraversare l'oceano e costruirci ancora una volta insieme quella nuova parte di vita.
"Hey vuoi sapere qualcosa che sicuramente ti tirerà su di morale?"
Avrei voluto dirgli che in realtà non ero più di tanto triste per Jared, che si trattava solo di un motivo in più per poterlo vedere quel pomeriggio e il mio unico motivo di sconforto era il non riuscire ancora ad ammettere del tutto i miei sentimenti ed esporli a lui.
"Spara Irwin." 
"Tra cinquanta giorni partiamo!"
Ed ecco che ancora una volta sembrava leggermi nella mente.
"Questa sì che sarà la migliore avventura della nostra vita."
Ashton si alzò e si diresse verso di me.
"Andiamo alzati, ho voglia di abbracciarti."
Volevo dirgli che ogni volta rischiavo di morire nei suoi perfetti abbracci, che potevo perdermi nelle sue braccia e restarci a vita senza sentirmi mai fuori posto, ma semplicemente mi alzai.
Mi prese velocemente per un braccio tirandomi verso di sé e stringendomi forte. Chiusi gli occhi e aspirai a pieni polmoni il suo profumo. Sapeva di buono.
 
Guardai Calum aspirare un'ultima volta dalla sua sigaretta, per poi buttarla dalla finestra di camera mia.
"Cal giuro che ti ammazzo se mia madre sente puzza di fumo quando torna dal lavoro!"
Calum sorrise buttandosi sul mio letto.
"Eri con India ieri?" Michael mi guardò malizioso dalla scrivania.
"Sì, siamo andati al solito parco vicino casa sua."
"Ti sei dichiarato almeno sta volta?"
"No Luke, grazie per avermelo chiesto e ricordato che sono così codardo da non riuscire a dirle nulla."
"Scusa, ma almeno noi tre ti diciamo le cose come stanno." 
"E come starebbero le cose?"
Luke si alzò dal letto e venne di fronte a me prendendomi per le spalle e scuotendomi "Tra poco si parte per New York e lì è tutta un'altra vita, pensi che lei stia ad aspettare per sempre la dichiarazione del suo migliore amico? Non hai tutto il tempo del mondo Ash, è da una vita intera che ti vuoi dichiarare. Ormai abbiamo finito il liceo e stiamo per iniziare questa nuova vita, tutti decisamente più maturi e adulti, direi che l'ora è giunta."
Abbassai lo sguardo sapendo perfettamente che avesse centrato l'obbiettivo.
Probabilmente arrivati a New York sarebbero cambiate mille cose e le mie occasioni si sarebbero perse. Magari avrebbe trovato qualcuno meglio di me e io ero stanco di vederla con ragazzi che non la meritavano neanche la metà di quanto la meritassi io.
Dovevo tirar fuori il coraggio e farlo, ma avevo una sola paura. 
"E se non ricambiasse?"
"Ma sei scemo?- Michael mi lanciò una pallina giocattolo -Penso tu sia l'unico che ancora non ha capito che lei sta aspettando solo te! Cazzo Ash, avrai anche un viso carino per tutte le ragazze, ma il cervello lo lasci nel cassetto in certi momenti eh!"
"Grazie, ti voglio bene anche io Mikey."
"Quello che stiamo cercando di dire, e te lo dico molto conciso così magari riesci a capirlo...- anche Calum si avvicinò a me, neanche le sette sataniche mettevano così tanta ansia -o tenti adesso o è probabile che tu non possa farlo più."
Guardai i miei tre amici negli occhi e mi resi conto che probabilmente avevano ragione; il fatidico giorno che aspettavo da almeno tre anni era arrivato. 
 
Mi sedetti sul muretto con almeno venti pensieri diversi nella mia testa. India sarebbe arrivata entro poco; gli avevo dato appuntamento e probabilmente pensava sarebbe stato uno dei nostri soliti pomeriggi sdraiati sotto la quercia, di certo non si aspettava che avrei tirato fuori tutto quello che volevo dire da almeno tre anni.
Non sapevo come iniziare il discorso, né come continuarlo o finirlo. Avevo fatto tutto di corsa incitato da quelle tre teste di cazzo comunemente chiamati 'amici', ma la verità era che non sapevo proprio cosa fare.
"Ciao India, sai sono innamorato perso di te."
Sì certo, gran bella idea Ashton.
"India devi sapere che ti amo, che ogni volta che mi sfiori sogno di baciarti, fare l'amore con te e stringerti." 
Anche peggio.
Non ero abituato a quel genere di discorsi, voglio dire ero ricercato dalle ragazze e non avevo bisogno di grandi parole per convincerle, ora come potevo anche solo pensare di riuscire a dire la cosa giusta alla ragazza che amavo?
Oltretutto eravamo amici da oltre quindici anni, come potevo anche solo dirle che io volevo più di quello che c'eravamo costruiti in tutto quel tempo? Come potevo scombussolarle la vita e rovinare la nostra amicizia?
Vidi una figura in lontananza venire verso la quercia sotto la quale ero seduto.
Eccola lì.
Scesi velocemente dal muretto e quasi caddi come un povero deficiente. Ecco la mia ennesima figura di merda, ma almeno notai di averla fatta ridere mentre continuava a camminare verso di me.
"Ciao Ash, sei sempre il solito eh." scosse la testa e mi abbracciò teneramente.
"Ciao India."
La guardai in volto e come un pugno nello stomaco mi vennero in mente tutti i nostri migliori momenti: quando andammo al mare per il week end, quando al luna park aveva paura di salire sulle montagne russe e io la obbligai a salirci con me, tenendole la mano tutto il tempo. Vennero in mente uno dopo l'altro e notai che la nostra amicizia era qualcosa di troppo importante per lei.
Chi poteva darmi la certezza che anche lei volesse trasformare la nostra amicizia in amore? Chi poteva davvero sapere se saremmo potuti durare come coppia?
Sospirai e seppi che neanche quella volta avrei avuto il coraggio di dire nulla.
"Allora, perché mi hai chiesto di venire qua Ash?" iniziò a dondolarsi sui piedi e portò le mani nelle tasche dei jeans.
"Beh non avevo nulla da fare e avevo voglia di passare un po' di tempo con te." 
Mi voltai verso di lei che nel frattempo si era seduta sul muretto.
"Oh ok." 
"Sai prima sono andato a pranzo a casa di Calum, non hai idea di quanto io abbia mangiato." risi istericamente, probabilmente cercando di trovare qualcosa di cui parlare pur di non pensare a quanto fossi codardo.
"Davvero? Beh in effetti sua madre cucina davvero bene..." India annuì annoiata, sapevo di sembrare un deficiente in quel momento.
"Già. Suo padre non era a casa, non so perché. Penso per viaggio di lavoro, sai no che viaggia spesso per..."
"Oh andiamo Ash, fai sul serio?"
Mi bloccai stupito senza capire bene l'uscita della mia migliore amica.
"Come scusa?"
India sbuffò e decise di scendere dal muretto per avvicinarsi a me.
"Pensavo avesse torto Michael ma a quanto pare ha ragione: sei davvero cieco!" cominciò a ridere, alzando le mani al cielo.
"Cosa intendi?" mi grattai la testa imbarazzato.
"Ash mi piaci cavolo! Mi piaci davvero tanto. Anzi, se devo proprio dirla tutta ti amo! Ti amo da parecchio tempo e, dio mio, non capisco come tu non l'abbia ancora capito!"
Per la prima volta in vita mia restai senza parole. Ashton Irwin non sapeva cosa dire.
"Ecco e ora ti ho lasciato senza parole... ma cazzo sono una cretina a dar retta a Micheal e decidere di dirti le cose come stanno.- India si voltò dall'altra parte dandomi le spalle, continuando a parlare. -Senti facciamo così: dimentica quello che ho detto e torniamo ad essere i soliti due amici. Non volevo metterti in questo casino, in effetti porto solo guai ai ragazzi perciò scusami, dimentica tutto."
Sapevo che il momento di dire la verità fosse arrivato. Sapevo di dover tirare fuori il mio coraggio e dirle tutto ciò che pensavo perché, diamine, avevo la ragazza migliore del mondo davanti a me che aveva appena dichiarato i suoi sentimenti e non aspettavo altro che dirle ciò che davvero provavo anche io e finalmente baciarla, stringerla a me e farla mia.
Volevo urlare che non aveva sbagliato, che aveva fatto benissimo e finalmente potevo dire con certezza quello che provavo.
India mi stava ancora dando le spalle e picchiettava le dita sul muretto nervosa.
"India ascolta..."
"No Ash davvero lascia stare, non è un problema."
"India puoi..."
"Ash dimentica quello che ho detto."
"India senti..."
"No davvero..."
Sbuffai, quanto cavolo poteva essere logorroica a volte. La presi per un braccio facendola voltare verso di me e finalmente la baciai. Non so se avete mai provato quella sensazione, quella che si ha quando si bacia la persona che si ama anche più della propria vita. Una sensazione che sembra avvolgerti completamente, lasciandoti quasi incapace di respirare, ma è una sensazione così bella da non fartene neanche accorgere. Ti prende lo stomaco e lo colpisce con delicatezza.
Avvolsi le mie braccia intorno a lei e approfondii il bacio, sentendola accarezzare il mio viso con entrambe le mani.
Mi staccai brevemente giusto per vederla sorridere, per poi tornare a baciarla ancora, ancora e ancora, non sentendo il bisogno di fare nient'altro se non stare vicino a lei.
"Stavo cercando di dire che ti amo anche io, ma cavolo ragazza sai essere davvero logorroica."
Rise a qualche centimetro dalle mie labbra, "puoi dirlo di nuovo? Sai aspetto da un po' di tempo queste parole."
"Mettiti in coda, io ti aspetto da almeno tre anni."
"Oh quindi è tre anni che cerchi di dirmi cosa provi?- sorrise di nuovo, stringendo ancora di più le braccia intorno alla mia schiena e cominciando ad imitare la mia voce -cavolo ragazzo ce ne metti di tempo."
"Meglio tardi che mai, no? Sono pur sempre Ashton Irwin, il ragazzo che cade nove volte su dieci e ride per le cose più stupide. E che soprattutto non riesce mai a dire completamente quello che pensa."
India annuì, "ti amo Ashton."
"Ti amo India."

Spazio autrice:
ecco una Flashfic un minimo ispirata a "heartbreak girl", spero vi piaccia! :)
  
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