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Autore: _wallflower13    11/03/2014    2 recensioni
Dal primo capitolo: "Non voleva dirle addio, a lui non piacevano i finali. Questo lei lo sapeva, l’ultima cosa che gli disse fu “A presto, sapientone”. E lui ci credeva, sapeva che l’avrebbe ritrovata prima o poi.
Avrebbe ritrovato Clara Oswin Oswald, la sua ragazza impossibile, e più presto di quanto immaginasse."
Spero di avervi incuriosito, è la mia prima storia in questa sezione, chiedo pietà.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clara Oswin Oswald, Doctor - 11
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Kidnapped.

 

 

 


Clara si svegliò tossendo, non fece fatica ad abituare gli occhi alla nuova luce. Era un luogo scuro e polveroso. Si mise a sedere e si guardò meglio intorno. Era una gabbia, di quelle dove sono chiusi gli animali al parco o allo zoo. Solo più piccola e buia. Si toccò la testa, avvertendo un lieve dolore alla nuca. Cercò di ricordare quello che le era accaduto. Era con il Dottore forse, no, era in casa sua e stava tornando da lui. E poi le venne in mente, era stata presa da due uomini, rapita. Intorno non c’erano rumori troppo forti, solo il ronzio di qualche macchinario. Si chiese se non fosse stata rapita da qualche trafficante di organi. Si tirò su e cercò qualcosa, un punto che rendesse razionale tutta questa faccenda così surreale. Chiamò aiuto, nella speranza che qualcuno la sentisse, ma si rese conto che avrebbe solo attirato l’attenzione sbagliata. Si domandò dove fosse il Dottore, se era anche lui intrappolato da qualche parte o era al sicuro nel suo Tardis. Sperò nella seconda opzione, lei era certa che se la sarebbe cavata, in qualche modo. Sbuffò e si poggiò alle fredde sbarre di ferro, aspettando che qualcuno o qualcosa si mostrasse. Udì dei passi, erano dei tacchi, ne era sicura. Si voltò, e si trovò davanti una donna. Era sulla quarantina, aveva una pelle chiarissima e degli occhi con delle iridi tra il bianco e l’azzurro, un colore glaciale. Aveva un vestito lungo e nero, che la rendeva ancora più snella di quanto già non fosse e faceva contrasto con il colore della sua pelle. Fissò Clara, che si sentì gelare il sangue nelle vene, e sorrise. Non era un sorriso caldo o rassicurante, era malvagio, cattivo, inquietante. Clara si fece indietro e la donna assunse un’espressione compiaciuta, come se avesse capito di averla spaventata. La ragazza non poté fare a meno di chiedersi se non fosse un vampiro, non si sarebbe meravigliata se, aprendo la bocca, avesse tirato fuori dei canini aguzzi.

-Clara Oswald, la ragazza impossibile. La compagna del Dottore. Direi quasi che è un onore averti qui.- disse, la sua voce era fredda come i suoi occhi. –Ti starai chiedendo perché ti ho portata qui.-

-Che cosa vuoi da me?- domandò, cercando di mantenere un tono tranquillo.

-Permetti che presenti, sono l’imperatrice Candace.- Clara si chiese di che razza di posto potesse essere imperatrice una donna del genere. All’improvviso arrivò un uomo e sussurrò qualcosa nell’orecchio di Candace, che sorrise e annuì.

-Cosa vuoi da me?- chiese di nuovo. L’uomo aprì la porta della gabbia e strattonò Clara, tirandola fuori.

-Voglio il Dottore, voglio vedere i suoi occhi abbandonare la vita, voglio sentire il suo ultimo respiro e il suo ultimo battito.- sibilò Candace quando Clara le fu vicino. Il suo alito era ghiacciato, come si aspettava, tanto che sentì il naso diventare freddo. L’uomo la gettò a terra, lo osservò meglio e notò che aveva entrambi gli occhi coperti da una benda nera, come quelle che si usano per andare a dormire, eppure sembrava vederci benissimo.

-Che ti ha fatto il Dottore? Perché vuoi ucciderlo?- chiese Clara, rialzandosi.

-Oh nulla. Ha ucciso così tante persone, così tanti popoli e tanti mondi che non saprei da dove cominciare.-

-E tu..saresti una sorta di giustiziera? E poi lui non ha mai ucciso nessuno per divertimento.- esclamò Clara.

-Ha ucciso. Questo è l’essenziale da sapere. Giustizia o no, mi serve che lui sia fuori dai giochi. Intralcia troppo le mie..attività.-

-Sai che non puoi ucciderlo.-

-Sai che sono a conoscenza di tutto ciò che è, di tutte le sue vite. E so che ha un limite. Hai bisogno che ti dica altro?- replicò Candace. Clara rimase a fissarla. Pensava che sarebbe riuscita a dissuaderla, ma a quanto pare ne sapeva abbastanza.

-Ma cosa centro io allora?- chiese.

-Tu mi servi per chiamarlo.- rispose Candace, sedendosi su una vecchia sedia.

-Non sarebbe stato più semplice rapirlo?- domandò.

-Si Clara, sarebbe stato molto più semplice. Ma così l’avrei ucciso e basta. Invece grazie a te, ho la possibilità di farlo soffrire. Di distruggerlo con le tue urla mentre ti torturerò. E dopo aver ucciso te, passerò a lui.- Parlava in modo tranquillo per dire delle cose così orribili.

-E tu pensi che in tutto questo lui non si ribellerà? Pensi che si sottometterà a te senza combattere? Non conosciamo lo stesso Dottore.- replicò.

-Sei coraggiosa Clara, devo ammetterlo. Ma riconosci una cosa, ormai il Dottore è più un umano che un Signore del Tempo. Farà di tutto pur di proteggerti e salvarti. Ed io agirò sulla sua paura.- si alzò ridacchiando e si voltò verso uno dei suoi uomini, che le porse qualcosa.

-Ma io non lo chiamerò mai.- affermò Clara.

-Si, mi aspettavo che ti saresti opposta. Così mi sono procurata dalla tua preziosa Terra, un giocattolino piuttosto divertente.- aveva in una mano un collare e nell’altra un oggetto che somigliava ad una radio. Uno degli uomini trattenne Clara, mentre Candace le metteva al collo quell’affare. 

-Vedi..agisce sulle tue corde vocali. Io parlerò da qui..- sventolò davanti la faccia di Clara la radio –..e tu ripeterai quello che dico, anche contro la tua volontà.- 

Clara sgranò gli occhi. Tutto quello che faceva e aveva in mente di fare era inumano. Sentì la paura scorrerle nelle vene e stringerle lo stomaco. Fino a quel momento si era mostrata sicura, ma adesso cominciava a vacillare. Un uomo le prese il cellulare dalla sua tracolla e lo controllò. Lo mise all’orecchio di Clara.

-Ora fa la brava.- disse Candace.

Clara sentì il telefono squillare.

-Clara? Clara?! Sei tu vero? Dove sei? Vengo a prenderti.- Gridò la voce metallica del Dottore.

-Vieni ad aiutarmi ti prego! Ha..ha detto che mi ucciderà, sono riuscita a telefonarti senza farmi vedere, fa presto.. per favore! Localizza il mio cellulare e mi troverai!!- Urlò Clara, ma non era lei a parlare. Era Candace. Parlava in quella piccola radio, e la sua voce veniva replicata da quella di Clara, che cercava di trattenersi. Provava ad opporsi così violentemente che le guance le si inondarono di lacrime di dolore.

-Sto arrivando Clara, non temere.- rispose il Dottore e riattaccò.

Candace era riuscita nel suo intento. Sorrise malvagiamente e gettò a terra la radiolina. Un oggetto che adesso le era totalmente inutile. Il rumore della caduta rimbombò nella stanza. Clara era senza fiato, respirava a fatica, si portò una mano alla gola, la sentiva bruciare. Candace era in piedi, se ne stava a fissare il vuoto come se aspettasse qualcosa.

Dopo pochi minuti si udì un suono inconfondibile, era il Tardis. Comparve dal nulla e si posizionò proprio dove Candace stava guardando. La porta si aprì di scatto.

-Ciao, Dottore.- 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Writer's corner.

Ringrazio tutte le persone che hanno recensito e che stanno seguendo la storia, 

e sono felice che vi stia piacendo. Grazie alle vostre recensioni riesco a tirar fuori

un sorriso da questi giorni un bel po' tristi e difficili, ma non mi va di annoiarvi

raccontandomi i miei problemi. Spero che anche questo capitolo posso

essere di vostro gradimento!

.g

   
 
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