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Autore: angelo_nero    11/03/2014    5 recensioni
Family Brief: Vegeta, Bulma, Trunks e Bra. Momenti della vita di tutti i giorni come una comune famiglia.
dal primo capitolo:
Dopo una buona ora e mezza finalmente l'intera tavolata aveva finito di mangiare, c'era ancora chi restava seduto a bersi un bicchiere di vino, mentre altri si intrattenevano chiacchierando o, come i piccoli Saiyan mezzo sangue, si sgranchiva i muscoli tirando quattro pugni. Vegeta era rimasto seduto a tavola ad osservarsi intorno, il suo sguardo passava dalla moglie che chiacchierava con C-18 e la moglie dell'eroe, al figlio che giocava con Goten. Come lui, seduto ancora al tavolo, c'era il suo amico/nemico, forse l'unico, che sorseggiava un bicchiere d'acqua a pasto ormai ultimato. Goku si sentiva troppo spossato per alzarsi da quella sedia diventata improvvisamente troppo comoda: anche l'eroe teneva d'occhio la propria famiglia per assicurasi che nessuno si facesse male o che il Genio non si avvicinasse eccessivamente alla moglie.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bra, Bulma, Nuovo personaggio, Trunks, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 8: Baby and nightmare.

 

Muoveva nervosamente la gamba, su e giù come un tic. Continuava ad osservare il pavimento lanciando ogni tanto lo sguardo all'orologio da polso che indossava. Erano passate più di quattro ore da quando era entrata in quella stanza. Si alzò di colpo prendendo a passeggiare nervosamente per la stanza, appoggiandosi poi al muro vicino la finestra.

Il medico le aveva consigliato di ricoverarsi un paio di settimane prima del parto, in quanto era probabile che la bambina decidesse di venire al mondo un po' prima e così era stato.

La notte stessa del giorno del ricovero Bulma era entrata in travaglio con due settimane di anticipo rispetto alla data prestabilita. Ormai erano più di quattro ore che si trovava lì ad attendere che qualcuno gli dicesse qualcosa. Non aveva voluto chiamare nessuno né gli amici né i genitori di lei, la presenza di altra gente gli metteva ancor più agitazione.

-Mr.Prince? Se vuole può entrare, sua moglie sta per partorire.- Non si sarebbe di certo lasciato sfuggire la seconda occasione che gli era stata concessa. Alla nascita del primogenito non aveva assistito direttamente se non come un'ombra. Questa volta voleva poter tenere in braccio la bambina appena nata. Seguì l'infermiere ed entrò.

La stanza era semi-buia con una lampada al neon sul soffitto che puntava sul lettino dove l'azzurra, sfinita, era sdraiata. Le se avvicinò con passo svelto posizionando di fianco al lettino, le accarezzò il viso sudato -Vegeta...- sussurrò. -Sta tranquilla, sono qui.- per una volta il suo fottutissimo orgoglio poteva starsene zitto, adesso lei aveva bisogno di lui.

Con un paio di spinte la bambina venne fuori, gridando a pieni polmoni. Fu presa in braccio dal medico che la posò sul petto della madre che la osservò -Ciao piccola, benvenuta..- la bimba sonnecchiava tranquillamente mentre la codina, ancora sporca di muco e sangue, si muoveva lentamente.

-Ora della nascita?- chiese un'infermiera. Il dottore guardò l'orologio -Le 6.25 del mattino.- l'infermiera appuntò sulla cartella. Poi prese la bambina -Vieni piccola adesso ci diamo una pulita.- detto ciò uscì dalla sala.

Dopo un buon quarto d'ora anche Bulma fu portata in stanza, per poter riposare.

 

 

-

 

Non sapeva che ore erano quando il morso della fame gli attanagliò lo stomaco. Seduto sulla sedia di fianco al letto appoggiò i gomiti sulle ginocchia e la testa sulle mani, era stata la notte più lunga della sua vita. Bulma si era svegliata circa un quarto d'ora fa rimanendo però seduta sul letto a fissare il soffitto. Sentiva che da un momento all'altro le avrebbero portato la bambina, percepiva il suo senso di fame avvertendo il sapore del latte in bocca*. Le era successo anche con Trunks con i primi anni della sua vita.

La porta si aprì e ne entrò un infermiera un po' sovrappeso con una culla. Prese la bimba in braccio -Ehi Bra guarda c'è la mamma. Adesso mangi e rimani con lei per un po'.- disse alla bambina. La porse alla madre ed uscì dalla stanza.

Bra era avvolta in una tutina rosa e bianca con un orsacchiotto disegnato davanti, gli occhi rimasero chiusi anche durante la poppata. -Ma come sei bella, piccolina.- le disse scostando i ciuffi azzurri dal visino. -Ovvio che è bella, è la tua fotocopia.- disse. Bulma sorrise al compagno che si era avvicinato per osservare meglio la bambina. -Devo interpretarlo come un complimento?- l'altro continuava a non guardarla in faccia preferendo soffermarsi sul visino paffuto della neonata. -Interpretalo come vuoi.- le rispose. Quella bambina aveva catturato completamente la sua attenzione.

Finito di mangiare la bimba aprì gli occhi, a entrambi i genitori mancò un battito: gli occhi della bambina erano di un azzurro meraviglioso, leggermente più scuro di quello della madre. Il taglio degli occhi, nonostante fosse femmina, era indubbiamente quello del padre così come lo sguardo. -Prendila.- alzò gli occhi sulla donna. Aveva preso un neonato in braccio pochissime volte e non sapeva se sarebbe stato in grado di tenerla nel modo giusto.

La donna si alzò dal letto e gli porse la bambina. -Prendila. Non è difficile, devi solo stare attento a sostenerle la testa.- lo incoraggiò.

Ancora un po' titubante prese la bimba tra le braccia attento a non farle male. Bra sorrise agitando le braccia e le gambe felice. La sua coda gli si attorcigliò al polso formando una specie di bracciale peloso, fece una specie di sorriso.

La bimba aprì gli occhioni fissandoli in quelli neri del padre come a volerci scrutare dentro, ancora non vedeva se non le ombre. Quando incrociò quegli occhioni azzurri sentì le sue ultime barriere sgretolarsi ad una ad una sotto lo sguardo ceruleo della neonata. Non avrebbe mai immaginato di avvertire quel calore che adesso lo pervadeva, completamente. Era lo stesso calore che aveva provato quando per la prima volta aveva preso in braccio Trunks, o quando aveva poggiato la mano sul suo pancione avvertendo un calcio tirato dal bambino. Questa volta, però, le barriere ad essere infrante non erano una o due ma tutte le restanti, quelle barriere che per trent'anni aveva circondato il proprio cuore non permettendo a nessuno di entrare erano state abbattute prima da Bulma con il suo amore, poi da Trunks con la sua venerazione verso di lui, vedendolo come un uomo indistruttibile, quasi un Dio ed infine da Bra, la neonata che teneva tra le braccia non aveva fatto nulla fuorchè guardarlo. Ed aveva ottenuto la sua più grande vittoria. Tornò con i piedi per terra solo quando il suo stomaco cominciò a brontolare ricordandogli che non mangiava nulla da più di dodici ore.

Bulma rise e riprese la bimba lasciandolo libero -Perchè non vai a mangiare qualcosa? C'è il bar al piano di sotto.- notò che indugiava ad uscire dalla stanza fissando la bambina. -Tranquillo, nessuno porterà via Bra prima di qualche ora.- il Saiyan, colpito in un punto debole, si girò ed uscì dalla stanza senza una parola. Bulma sorrise -Bra hai ottenuto già una grande vittoria, conquistare il cuore di tuo padre non è cosa da tutti.- la bimba continuò a sgambettare irrequieta, era stanca di stare in braccio. -Si,si adesso ti metto nella culla, così puoi riposare tranquillamente.- la mise nella culla ospedaliera con le coperte verdi e un foglio appeso con su scritto nome, cognome, nome della madre, sesso ed ora della nascita. Mise la culla di fianco al letto in modo da avere la bambina sempre sott'occhio.

 

-

 

Fissava il bicchiere davanti a sé colmo di quella bevanda scura che aveva imparato ad amare. Quella si che era stata una notte lunga! Fino a poche ore fa Bulma era incinta e adesso era padre, per la seconda volta. Sospirò pesantemente sentendo tutto il peso della nottata sulle spalle.

Quegli occhioni azzurri lo avevano incantato, nonostante la neonata non vedesse ancora lui era sicuro che gli avesse visto dentro abbattendo ogni singola barriera. Gli stessi occhi che lo avevano fatto innamorare, gli stessi occhi che lo avevano reso orgoglioso, gli stessi occhi che aveva odiato, gli stessi occhi che avevano gli altri due componenti della sua famiglia adesso erano anche su quella bambina che avevano tanto desiderato, senza esserne veramente consapevoli.

-Guarda chi si rivede: Mr. Ho-altre-cose-più-importati-da-fare. Come mai non sei con Bulma?- -Cosa vuoi?- gli chiese. L'altro gli si accomodò di fronte appoggiando lo schienale della sedia al tavolino ed appoggiandovi le braccia. -Niente, scambiare quattro chiacchiere con un amico.- gli rispose sorridendo. Vegeta inarcò un sopracciglio quando vide che si era accomodato senza nessun invito. -Non mi sembra di averti detto che potevi sederti. Cos'è adesso pretendi che ti paghi anche da mangiare?- gli occhi dell'altro si illuminarono mentre chiamava il cameriere e ordinava tutto ciò che il bar possedeva.

Osservò disgustato l'altro che divorava tutto ciò che il cameriere gli aveva portato senza un minimo di decenza in quanto fossero in un bar pubblico. Adesso capiva perché Bulma si era stupita così tanto nel vederlo mangiare la prima volta: lui non divorava ciò che aveva nel piatto a una velocità supersonica usando indipendentemente le mani o le posate.

Appena il troglodita finì di divorare tutto ciò che aveva nel piatto, uscirono dal bar o meglio, Vegeta uscì e Goku gli si accodò mentre ancora finiva di masticare. -Maschio o femmina?- gli chiese all'improvviso. Non udendo risposta accelerò il passo affiancando l'amico che continuava a camminare. -Allora?- -Allora che?- gli rispose scorbutico. -Il bambino è maschio o femmina?- l'altro indugiava a rispondere. -Femmina.- rispose piatto.

Goku bloccò il proprio passo, avrebbe giurato di aver sentito una nota di felicità in quella risposta apatica.

 

-

 

Entrò nel grande edificio guardandosi intorno un po' sperduto. Non sapeva dove andare era decisamente troppo grande per un bambino della sua età. -Ehi ti sei perso piccolo?- Il glicine alzò lo sguardo sulla dottoressa che gli aveva rivolto la parola. -Veramente no, cercavo mia madre.- -Vuoi una mano? Come si chiama la tua mamma?- gli chiese gentilmente la dottoressa sfogliando una cartella. Stava per rispondere quando una voce conosciuta lo colse alle spalle -Trunks. Che ci fai qui?- l'interessato si girò verso il proprio interlocutore incrociando gli occhi scuri del padre. -Sono venuto a trovare la mamma.- rispose semplicemente infilando le mani in tasca. -Ciao Trunks!- il testone di Goku spuntò oltre la spalla del Saiyan maggiore. Infastidito da ciò Vegeta serrò le labbra riprendendo a camminare seguito dal figlio e dallo sgradito ospite.

Senza una parola raggiunsero il piano superiore, Trunks guardò in entrambe le direzioni finché non intravide la figura materna in fondo al corridoio. -Mamma!- urlò correndole incontro. Si fermò proprio di fronte a lei. -Ciao Trunks! Com'è andata a scuola?- gli chiese sorridente. -Una noia mortale ma bene. Dov'è Bra?- l'azzurra gli indicò la vetrata della nursery e il bambino vi si precipitò andando quasi a sbattere contro un infermiera. Il vetro era purtroppo troppo alto per lui e non poteva di certo levitare per surclassare quei pochi centimetri. -Usa questa.- si girò incrociando lo sguardo di un inserviente che gli stava porgendo una sedia. La posizionò appena sotto il vetro ed invitò il bambino a salire per raggiungere la vetrata.

Scrutò ogni singola culla presente nella sala finché non vide l'unica testolina azzurra spuntate dalle coperte verdi. Osservò il visino della bimba constatando la somiglianza con quello della madre, gli occhioni azzurri erano chiusi mentre dormiva placidamente con i pugnetti chiusi. La coda fece capolino dalle coperte e Trunks si meravigliò di vederla, credeva gliel'avessero tagliata subito. Involontariamente fece ondeggiare la propria alle proprie spalle senza pensare al fatto che qualcuno avrebbe potuto vederlo. -Qual'è?- si girò verso il padre del suo migliore amico indicando la prima culla nella seconda fila -Quella lì.- Goku osservò la bambina notando una somiglianza assurda con la madre. -È identica a Bulma..- disse soprappensiero parlando più a se stesso che al bambino. -Somiglia anche molto a papà. Il taglio degli occhi è lo stesso, identico al mio. E poi non credo che la mamma sia nata con la coda quindi un altra cosa a favore di mio padre.- disse sorridendo. Goku osservò il bambino: era decisamente diverso dal ragazzo del futuro che era intervenuto per avvertirli dell'arrivo dei due cyborg. Il Trunks del presente era un bambino spensierato, viziato e con entrambi i genitori accanto, con un futuro spensierato davanti e senza traumi provocati dalla pazzia di uno scienziato troppo vendicativo.

Sorrise ricordando la reazione che aveva avuto quando gli aveva rivelato di essere figlio di Vegeta e di Bulma, quei due che, in quel periodo, a mala pena si erano rivolti la parola sarebbero diventati genitori. Li osservò mentre in mezzo al corridoio parlavano cercando di non toccarsi più del dovuto, adesso avevano anche una bambina!

-Credo tu debba smettere di agitare la coda in quel modo se non vuoi essere fissato dal resto del reparto- disse al bambino di fianco a sé che arrotolò subito la singolare appendice intorno alla vita coprendola con la maglietta.

 

-

 

Il baby-monitor trasmesse la voce urlante e disperata della bambina nella stanza accanto svegliando, per l'ennesima volta quella notte, i genitori che cercavano di addormentarsi.

Mise il cuscino sulle orecchie cercando di ignorare quel suono, buttò un occhio alla sveglia: le 4:07 del mattino. Era la terza volta in due ore che la bambina si svegliava piangendo, non poteva avere fame aveva mangiato un ora fa. Si sedette sul letto poggiando la testa sulle mani assonnata, non c'era modo di addormentarsi, si diresse nella camera della bambina prendendola dalla culla. -Dai Bra, sono le quattro, cerca di dormire su.- continuava a cullare la bimba che piangeva incessantemente. Aveva appena due mesi, si svegliava cinque o sei volte a notte per fame o altro che non riusciva a intuire la maggior parte delle volte. -Riesci o no a farla stare zitta?- l'azzurra non si voltò neanche continuando a cullare la bambina che non cessava di piangere -E' quello che sto cercando di fare.- -Beh a quanto pare non ci stai riuscendo dato che continua a piangere!- alzò la voce di qualche tonalità cercando di surclassare il pianto della bambina che si fece più forte mentre i lacrimoni le solcavano le guance rosee. -Ha le coliche non posso farci niente! E i tuoi lamenti non servono a niente!- cercava di trattenersi, non voleva urlare avrebbe spaventato ancor di più la bambina. -Trova una soluzione! Non la sopporto più!-.

Gli mise la bambina in braccio e tornò in camera -Visto che sei tanto bravo pensaci tu!- urlò dalla stanza accanto. Era stanca, arrabbiata e triste. Non ce la faceva più. Si sedette sul letto sospirando pesantemente.

-Cosa ti è preso adesso?- la voce del compagno la colse di sorpresa ma non si mosse. -Non voglio litigare. Non adesso.- non facevano altro da quando era nata la bambina e le notti insonni non aiutavano. Nervosi, stanchi e irritabili se la prendevano l'una con l'altro senza trovare una soluzione.

Si sedette di fianco la compagna con la bambina ancora in braccio. -Non ce la faccio più. Litighiamo solamente! Non sei l'unico ad essere stanco, anche io vorrei dormire ma avere un bambino comporta anche questo, notti insonni per i primi quattro mesi. Da sola non ce la faccio ho bisogno di una mano. E tu lamentandoti non mi aiuti. Ho bisogno del tuo aiuto.- prese a giocare con la manina della bimba che si era stretta attorno al proprio indice. Almeno adesso non piangeva più.

Non disse una parola continuando a fissare gli occhioni azzurri della propria bambina, si perché quella era anche sua figlia. Passò lo sguardo sulla compagna: gli occhi rossi e lucidi preannunciavano che se non avessero risolto sarebbe scoppiata a piangere. Era una donna forte ma tutto quello stress non lo poteva reggere tutto da sola, erano una coppia e le cose si facevano in due. Era una sua responsabilità come marito e padre, non la poteva lasciare sola, non di nuovo. Poggiò la bimba sul letto e si lasciò cadere all'indietro sul letto cercando di rilassarsi -Se ti do una mano la smetti di frignare ogni notte? Non sopporto le tue lacrime- disse a denti stretti. Sentì semplicemente le labbra di lei posarsi sulle proprie e il gusto salato delle lacrime si mischiava alla saliva. -Promesso- gli disse tra un bacio e l'altro mentre lui le asciugava le lacrime con le dita. -Smettila di piangere non lo sopporto.- le disse col fiato corto.

 

 

Correva per quei lunghi corridoi bui, almeno credeva fosse un corridoio. Non vedeva nulla intorno a sé, non sapeva come vi era finita sapeva solo che doveva correre, senza fermarsi. Il cuore batteva veloce per pompare il sangue più velocemente in tutto il corpo, il respiro era corto e veloce i polmoni sembravano voler esplodere.

Inciampò in qualcosa di invisibile e cadde a terra. Dolorante si rialzò, doveva continuare a correre. Una luce in fondo a quell'antro oscuro le diede la forza di continuare. Non sapeva dove portasse, voleva solo uscire di lì il prima possibile, prima che lui la raggiungesse.

Aumentò la velocità sentendo un brivido correrle lungo la schiena, non era una buona cosa. -Dove scappi principessa?- quella voce! L'avrebbe riconosciuta tra mille anche se in quel momento non riusciva ad associarne un volto.

Sentiva le gambe cedere, la vista appannarsi e il cuore che minacciava di scoppiare ma continuò a correre incessantemente, non voleva che la raggiungesse.

-Eccoti qui principessa. Pensavi veramente di poter scappare?- le era davanti. Si bloccò, non riusciva a muovere un muscolo. Gli occhi di ghiaccio del suo persecutore non la mollarono un attimo e quando sentì la sua mano toccarle il mento provò un moto di repulsione ma non riuscì a staccare gli occhi da quelli dell'altro. Voleva correre dalla parte opposta ma le sue gambe non si mossero di un millimetro, voleva urlare ma dalla sua bocca non uscì alcun suono. Non riusciva a fare nulla di quello che voleva fare.

L'individuo avvicinò il proprio volto a quello di lei stringendo maggiormente la mano che le teneva fermo il viso. -Ci divertiremo ancora io e te.- solo in quel momento un urlo uscì dalle sue labbra, disperato.

 

Aprì gli occhi all'improvviso constatando solo in buio intorno della stanza, alzò lo sguardo e vide il compagno addormentato al proprio fianco con la bambina in mezzo a loro. Sospirò, ancora quello stupido incubo.

Sapeva che non sarebbe riuscita a riaddormentarsi subito così prese la bambina e la riportò nel suo lettino stando attenta a non svegliarla.

Passò nella stanza di Trunks chiudendo la porta rimasta socchiusa solo dopo aver controllato che stesse bene: dormiva come un ghiro con le coperte lanciate da una parte.

Tornò nella propria stanza stando attenta a non fare rumore. Aprì la porta della stanza -Perchè ti sei alzata?- la voce del marito la colse di sorpresa. -Da quanto sei sveglio?- l'uomo aprì gli occhi e fissò la compagna che si era avvicinata. -Da quando hai aperto gli occhi. Cosa ci fai ancora sveglia?- -Ho portato Bra in camera sua.- gli disse semplicemente. Si sdraiò di fianco il compagno voltandogli le spalle, per tutta risposta lui l'abbracciò da dietro stringendola a sé in un abbraccio serrato. -Non è vero. Non ti sei svegliata per questo. Il motivo è un altro.- la donna sbarrò gli occhi, ma come faceva? Che avesse intuito i suoi terrori notturni? Continuava a rimanere in silenzio fin quando sentì un bacio leggero sfiorarle la nuca. Sospirò -Ho avuto un incubo, di nuovo.- disse. Non gli aveva mai parlato di quel sogno, erano anni che non lo faceva più.

Posò un altro bacio leggero sulla capigliatura azzurra che tanto amava. -E?- -Non ti facevo così curioso.- disse amaramente. -Non cambiare discorso.- la riprese lui.

La donna si girò nella sue braccia senza però incrociare il suo sguardo -Ho sognato di essere in un posto completamente buio, neanche uno spiraglio di luce. Quando mi sembrò di essere vicina all'uscita la sua voce mi raggiunse. Cominciai a correre più veloce però lui lo fu di più- continuava a non guardarlo in faccia. Sperava che non le chiedesse a chi si riferisse, non sapeva se fosse stata in grado di raccontare. -Lui chi?- sospirò e ricacciò indietro le lacrime che minacciavano di scendere, non voleva mostrarsi debole davanti a lui. -Quando avevo all'incirca diciassette anni fui violentata da un mio “amico”. Un pomeriggio di fine inverno mi chiese di accompagnarlo a comprare una cosa, ci allontanammo decisamente troppo dal centro della città. Quando me ne accorsi e glielo dissi lui mi rassicurò dicendo “va tutto bene, principessa”.- la sua voce era roca dovuta al non voler piangere. Quel ricordo era ancora vivido nella sua testa. Si schiarì la voce e continuò il racconto. -Arrivammo in uno dei quartieri più malfamati del posto. Entrammo in un pub ed io cominciavo ad aver paura.- -Scusa ma non eri con Yamcha in quel periodo? Dov'era lui in tutto questo?- strinse la stoffa della maglia del compagno in un moto di rabbia. -Ho provato a chiamarlo una miriade di volte ma il suo cellulare risultava sempre irraggiungibile. Ho poi scoperto che era a casa di amici a far baldoria con alcool e fumo.- disse a denti stretti. La cosa ancora bruciava, nonostante il ragazzo abbia più volte provato a chiederle scusa per quell'evento non l'aveva mai perdonato.

Si calmò e continuò il racconto -Mi trascinò in una stanza sudicia che assomigliava ad uno sgabuzzino solo più grande. Puzzava di urina e sperma, il legno del tavolo era marcio, il materasso buttato lì da un lato sudicio di polvere e chissà che altro. Chiuse la porta a chiave e mi sbattè a terra coprendomi la bocca con una mano in modo che non urlassi. Mi violentò più volte e ogni volta mi sussurrava la stessa frase “ci divertiremo io e te”. Sono stata in terapia per anni per provarne ad uscire e pensavo di esserne riuscita, però ogni qualvolta qualcosa mi colpisce emotivamente il ricordo torna a farsi vivo. Quest'incubo mi ha torturata tutte le notti per due anni. Avevo paura di andare a letto. Yamcha non si fece vivo se non dopo un mese dall'accaduto chiedendomi scusa in ginocchio dicendo che aveva perso il cellulare da qualche parte e non aveva avuto modo per contattarla.- sorrise amara -Peccato che quando chiamai lo stesso numero lui rispose.-

Sentì qualcosa bagnargli la maglietta e quando abbassò lo sguardo notò che, sotto la frangetta che le copriva gli occhi, le lacrime scorrevano sul suo volto mentre teneva i denti serrati come i pugni. -Sono rimasta traumatizzata da quell'evento e nonostante lui lo sapesse ha preteso che facessimo sesso a pochi mesi di distanza dall'accaduto. È stato un verme. Oltre a non farsi vedere quando avevo bisogno di lui pretendeva che io rivivessi un incubo solo per far piacere a lui.- la sentì singhiozzare e stringersi di più a lui. La strinse più forte donandole il calore che il gelo di quel ricordo le aveva tolto, tramava, dalla rabbia e dalla paura. Adesso capiva perché quando l'aveva gettata sul letto in quel modo la prima volta aveva quello sguardo spaventato. Digrignò i denti: quel bastardo oltre ad averla fatta soffrire era sparito quando lei ne aveva più bisogno.

Fece scorrere le mani lungo la sua schiena cercando di tranquillizzarla -Tranquilla, tranquilla.- le sussurrò.

Alzò gli occhi azzurri pieni di lacrime verso di lui e dischiuse le labbra in una muta richiesta. Vegeta ammirando quegli occhi in cui amava perdersi, sempre sorridenti e felici, arrossati e tristi non potè far altro che accontentarla: posò le proprie labbra su quelle della donna che serrò le braccia intorno al suo collo trascinandolo sopra di sé, aveva bisogno di sentirlo vicino, fisicamente.

Lui si staccò poggiando la fronte sulla sua -Sicura?- la donna annuì catturando nuovamente le sue labbra -Ti prego, ne ho bisogno.- sussurrò ad un millimetro dalla sue labbra. L'uomo catturò le sue labbra in un bacio disperato, profondo. Sentiva il bisogno della compagna di sentirlo vicino e lui voleva trasmetterle ciò che sentiva.

I vestiti furono di troppo in poco tempo mentre i due amanti si rotolavano tra le lenzuola diventate bollenti, i loro gemiti riempivano la stanza illuminata dall'opaca luce della luna. Le stelle erano le loro uniche spettatrici che assistevano in silenzio all'unione della coppia più improbabile dell'universo intero.

Prima di rilasciare il proprio seme in lei, le morse la spalla, come sempre. Un semplice gesto rude per alcuni ma che costava un grande sacrificio per altri. Con quel segno lui si donava completamente a lei scegliendola come compagna per la vita. Nonostante avesse fatto questa scelta tanti anni fa ogni volta che facevano l'amore lui la rinnovava come pre dimostrarle che non l'avrebbe mai abbandonata, qualsiasi cosa sarebbe successa.

 

*può sembrare una cosa strana ma mia madre, una volta, ha intuito che avessi sete prima ancora che gleilo dicessi. Quando le chiesi come aveva fatto mi disse che aveva sentito il sapore dell'acqua in bocca xD Così l'ho infilata anche qui :

Angolo autrice:

Eccomiiiiiii :D l'ottavo capitolo è concluso :3 sono riuscita a rimanere nei tempi prestabiliti (anche se avrei dovuto studiare matematica D:). Ci ho messo l'anima in questo capitolo specialmente nella seconda parte quindi spero che vi piaccia *-* Anche qui il mio odio per Yamcha e l'inettitudine di Goku spuntano fuori dalla storia regalando qualche momento di comicità e tristezza :D (si non sopporto quel coglione u.u Goku almeno è forte.)  


Risposte alle recensioni:

Aral89: Mi fa piacere che la mi storia ti stia piacendo (?) non so se si può dire però vabbè xD Le recensioni fanno sempre piacere e non ti preoccupare per i capitoli precedenti, a me basta che li hai letti ;)
Anche io amo questa coppia *-* anche se l'ho scoperto tardi (prima ero innamorata di quel tonto di Goku e non ho idea di come io abbia fatto o.O). Beh Vegeta Saiyan o meno è pur sempre un uomo innamorato della propria donna e che ama i propri figli quindi perchè non lasciar trapelare qualcosa di tutto questo amore (senza stravolgere il suo "adorabile" carattere)? Spero leggerai e recensirai anche questo capitolo :D un bacio angelo_nero

Zappa: Ma ciaooo *-* come sempre le tue recensioni mi fanno piegare in due sul letto dalle risate x'D Non ti preoccupare per le recensioni mancate se prefirisci ti avverto io ogni qual volta c'è un aggiornamento ;)
Vegeta è sempre Vegeta u_u un tipo con un sex appeal da far paura! Lo si percepisce ad un miglio di distanza *sbava* 


"All'inizio pensavo che Vegeta avrebbe vaporizzato il medico perchè osava toccare la sua Bulma in una classica scenetta di gelosia." ci avevo pensato anche io però poi ho capito che una scena demenziale avrebbe rovinato la facciata da BELLO E STRONZO di Veggy (non mi chiamare Veggyyyyyyy!! nd Vegeta) xD e noi non vogliamo che lui faccia figure di merda in pubblico vero? u_u 
" ''Mah, sa, mio marito è una scimma, tipo Tarzan. Percui non si preoccupi''." tipo Tarzan? hai una così bassa percezione del nostro principe da paragonarlo a Tarzan? D: ahahhahahah 

"Chissà poi perchè mi sono immaginata: ''Il sangue si gelò nelle vene ad entrambi e Vegeta iniziò una strage''. " ahahahahahahahahha LOL si sarebbe stato da lui XD però non si può fare una strage con sei persone (esclusi Bulma e il medico) solamente non credi? XD Ma come ti vengono certe cose? xD 
"*Eppure mi piace Bra. Sarà per colpa di Pan. Odio Pan. Sono strana, lo so*." non sei strana neanche io sopporto molto Pan, è la classica bambina piagniona e combina guai la degna figlia di Gohan u.u (si lo so sono cattiva con Goku e famiglia ma mi sembrano tutti al quanto idioti XD)
WOW quanti compliementi O//O si cerco sempre di metterci del mio in ogni capitolo, insomma saranno pure per metà alieni ma anche loro dovranno avere una vita a di fuori del combattimento,no!? No? no..? no. Okey xD Non mi piacciono le cose copiate la maggior parte delle storie che leggo sembrano tutte "copia e incolla" l'una dell'altra. Tizio che fa questo, tizia che si dispera un po' di fantasia! Prendo spunto da ciò che leggo e da ciò che vivo nelle mia (noiosa) routin quotidiana (della quale a noi non frega un cazzo nd Veggy). 
"Certo, idiota anche Goku che poteva pensarci prima ad uccidere Buu ma va beh, this is Dragon Ball: un miscuglio di leggerezza, ignoranza e divertimento, da parte di Goku, ovviamente xD" Ovviamente u_u Goku è sempre il solito idiota che vuole salvare la Terra ma poi in realtà passa agli affaracci suoi xD ahahahah poverino un po' mi fa pena. 
"Trunks! Ma fai felice la mamma! Bimbetto del cavolo per non dire di peggio xD E' proprio vero, sta diventando come Vegeta." Trunks è Trunks u.u e per quanto possa essere ancora un bambino, per metà umano, cresciuto su un pianeta diverso da Vegeta-sei e blablablabla rimane pur sempre il figlio del grande, mitico, inimitabile, super sexy (adesso basta! stai esagerando nd Bulma) Principe Vegeta u.u Quindi una punta di malvagità presa dal padre, di testardagine presa dalla madre e intelligenza presa da entrambi ci sarà sempre nel suo carattere. Non si dice sempre che i figli sono il riflesso dei genitori (?)! Ed ecco il piccolo principe Trunks.

"Ci credi che mi sono andata a cercare ogni singola macchina e moto su google? Che lettrice diligente neh? E anche leccaculo, direi. Un Vegeta che guida la moto mi sa molto da Tony Stark. Fico. Ou! Vai piano però, la tua compagna dietro non è mica di ferro. E la frase finale! Potevi essere più esplicito! No, scherzo, andava benissimo così xD Bello lui! Geta :D" ahahahhah calcola che io sono andata scegliermi le moto e auto più fiche che ho trovato su internet xD adoro le moto e vedere Vegeta che ne guida una è nfsukhf,dkaushdadia u-u Piano? Lui? Ma cheeee cascasse il mondo lui deve correre u.u (le pecche di aver passato anni a volare per i pianeti xD). 
é stato il più esplicito possibile! capiscilo pure tu ha un orgoglio da mantenere!

StarDoll95: Le tue recensioni fanno sempre piacere :D anche se potresti sprecare qualche riga in più xD un bacio!

Ringrazio chi legge, chi segue e chi recensisce! :D

 

 

 

 

  
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