Era una giornata come tante altre. Quella mattina sarei dovuta andare a vedere la nuova casa.
 
Svogliatamente mi alzai dal letto. Per tutto il tempo che passai sotto l’acqua sentivo il mio stomaco chiedere di essere riempito. Uscendo dal dolce calore della doccia rabbrividii leggermente. Presi in mano il phone e lentamente mi asciugai i capelli. Mi vestii e misi la mia solita dose di eye-liner nero.
 
Dopo colazione andai a fare la spesa. Sentivo un vuoto nel cuore. Mi mancavi. Il lavoro di pilota ti impegnava sempre per molti giorni. Spesso mi sentivo sola, ma poi pensavo al tuo sorriso e mi sembrava di averti qui, accanto a me.
 
Finita la spesa tornai a casa, misi al loro posto tutto quel che avevo appena comperato e mangiai un panino.
 
Verso le 17 uscii di casa per andare all’agenzia immobiliare a cui ci eravamo affidati. Una volta lì il signore che era con me mi mostrò tutta la casa. Se tu fossi stato lì con me l’avresti adorata. La carta da parati era beige con delle decorazioni rosa antico. I parquet color legno chiaro era qualcosa di bellissimo. Le grandi finestre lasciavano entrare un sacco di luce e l’ambiente era accogliente, amorevole. Ti infondeva una sensazione di pace e calore. Firmai il contratto ed uscii. Sulla strada di casa, che era sempre trafficata e movimentata, qualcosa andò storto.
 
Non capii bene come successe, ricordo solo che d’un tratto sentii un rumore acuto e forte, probabilmente i freni di un auto. In un attimo venni sbalzata lontano. Battei la testa, ma non molto forte. Tentai di alzarmi senza successo. Ispezionai il mio corpo. Non serviva certo un medico per capire che se non ti senti le gambe un motivo c’è. Vidi avvicinarsi un sacco di persone. Sentivo freddo e avvertivo una fastidiosa sensazione alla fronte. Feci per grattarmi che sentii qualcosa di caldo e liquido. Guardai la mia mano scoprendo mio malgrado che il colore di quel liquido non mi piaceva affatto. Rosso. Rosso acceso. Lascia cadere la mia mano su quell’asfalto nera testimone dell’accaduto. Le lacrime cominciarono a fuoriuscirmi involontariamente. Non riuscivo a muovermi. Sentii che qualcuno chiamò l’ambulanza. Era abbastanza agitato, dubitavo che la persona dall’altro capo fosse riuscita a comprendere il significato di ciò che aveva detto.
 
Lentamente la vista si fece sempre più offuscata, fino a ridursi tanto da scomparire. Lasciando così che i miei occhi non potessero più vedere il cielo e le stelle. Perdevo molto sangue e sentivo le persone che mi stavano attorno. Erano in crisi. Alcuni cercavano di farmi parlare. Risposi a qualche domanda poi non più una lettera fuoriuscì dalle mie labbra tremanti. Lentamente sentivo il peso della morte su di me. Sentivo che bramava il mio corpo e la mia anima. Voracemente mi inghiottiva. Ed io impotente mi lasciavo andare tra le sue malfamate braccia portatrici di dolore. Mi sentivo trascinare giù nel baratro più profondo. Chiudendo i miei ormai inutili occhi mi lasciai morire su di quella asfalto. Tristemente pensavo a te. Al tuo sorriso che non avrei più potuto vedere. Alla tua allegria che era anche un po’ mia. A quel tuo non so ché che ti rendeva speciale. Scioccamente pensai che quello non era un addio, io non avevo ancora mantenuto la promessa che feci a Dio prima di nascere. Quelle braccia malfamate non sarebbero riuscite ad infrangere la promessa. Pensai questo, prima che la mia anima venisse divorata e il mio corpo giacesse ormai inerme su di quell’asfalto nera come la pece. Nera come la notte. Nera come la morte.

Note: Sera a tutti x'D Rieccomi come al solito con una delle mie pazzie '-' Oggi sfinita mi son buttata sul letto per farmi un pisolino, ma come posseduta mi son rialzata e ho scritto questa "cosa" tutto di botto xD Mi scuso per eventuali errori, mi dispiace tanto >-<" Se non chiedo troppo mi piacerebbe una piccola recensione per sapere come vi è sembrato *fa occhioni* Quelle delle altre storie mi hanno fatto tanto piacere *3* 
Baci baci, Matycchi <3