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Autore: TwinkieFloatingBubbles    11/03/2014    1 recensioni
Elena si sporse all’indietro, spingendo la testa oltre la schiena del ciccione seduto accanto a lei e focalizzando lo sguardo verso un ragazzo accartocciato su un drink rosso sangue: non c’erano dubbi, era proprio lui.
[...]
“Grazie. Adesso, invece, ti avrei chiesto come mai il famoso Harry Styles se ne sta tutto solo ad ubriacarsi in un bar di Chiswick”
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alla mia dolce Cami bella, che mi sopporta sempre su Whatsapp anche quando so di romperle le balle in una maniera incredibile, ti voglio bene sorella <3.

Alle mie solite compari di Twitter, che ci sono sempre e che mi fanno ridere.  Vi voglio bene Ale, Silvia e Lu.

Ad Harry, che dopo 7 mesi di amore – odio sono riuscita finalmente ad amare e al quale vorrei augurare un buon compleanno in mega ritardo.
 Happy birthday babycake.

A me, che dopo tanti sforzi sono riuscita a scovarlo e a vederlo almeno una volta (e sono ancora rimbambita dalla bellezza di quegli occhi verdi).


 
 
 
Saving mr. Styles
 
 
 
Elena si sporse all’indietro, spingendo la testa oltre la schiena del ciccione seduto accanto a lei e focalizzando lo sguardo verso un ragazzo accartocciato su un drink rosso sangue: non c’erano dubbi, era proprio lui.
La ragazza tornò con la mente al suo di drink, domandandosi come mai una delle persone più popolari del momento se ne stesse seduta sola in uno squallido bar fuori città. Di certo lei non si sarebbe lasciata sfuggire l’occasione di attaccare bottone, anche se – a dirla tutta – un po’ si vergognava ad avvicinarsi.
Sbilanciandosi ancora oltre il ciccione, controllò una seconda volta che il ragazzo fosse ancora al suo posto prima di alzarsi, sistemarsi il vestitino che si era costretta a mettere, passarsi una mano tra i capelli per ravvivarli e dirigersi verso di lui.
Sorrise, perché in fondo quell’ultima sera era passata dall’essere terribilmente squallida e malinconica all’essere quanto meno interessante.
“Scusami?” domandò, arrossendo come un pomodoro troppo maturo quando gli occhi verdissimi del ragazzo si alzarono su di lei.
Dal canto suo, lui assunse un’espressione a metà tra lo sconsolato e lo scocciato; l’ennesima ragazza pronta ad urlargli di come lui le avesse salvato la vita e sciocchezze simili, e dire che quella sera avrebbe tanto voluto un po’ di tranquillità.
“Se vuoi una foto ti prego di scattarla in fretta …” biascicò stendendo un braccio sul bancone e tirando il viso nel più falso dei sorrisi.
Elena si accigliò, da cosa presumesse che lei desiderasse una foto era poi un mistero.
“Veramente se mi avessi permesso di finire, ti avrei chiesto cosa stessi bevendo” ribatté stizzita e leggermente offesa per il tono scortese del ragazzo. D’accordo che era piuttosto noto, ma questo non lo giustificava ad essere sgarbato con le altre persone.
Il ragazzo riccio, sorpreso, si passò una mano tra i capelli: forse era saltato un po’ troppo presto alla conclusione sbagliata, ma era così stanco di tutte quelle persone che gli stavano sempre addosso ovunque andasse.
“Bloody Mary” rispose secco ed apatico.
“Grazie. Adesso, invece, ti avrei chiesto come mai il famoso Harry Styles se ne sta tutto solo ad ubriacarsi in un bar di Chiswick” continuò Elena, prendendo posto accanto al ragazzo dagli occhi verdi.
Harry sbuffò, come volevasi dimostrare un’altra fan che avanzava chissà quali pretese sul voler iniziare una conversazione.
“Cercavo pace” sentenziò lapidario, afferrando il bicchiere e portandoselo alle labbra.
Elena sentì improvvisamente un’ondata di calore invaderle la testa ed annebbiarle la vista; saltò giù dallo sgabello, passandosi i palmi sul vestito e, dopo essersi grattata la testa, disse “Ed ora avrei colto il sottile invito ad andarmene” girando i tacchi e facendo per tornarsene da dove era venuta.
Il ragazzo si sentì immediatamente in colpa, dopotutto lei non gli aveva fatto nulla di male: non si era messa ad urlare, non lo aveva aggredito, non gli era saltata al collo supplicandolo di darle un bacio o quantomeno di firmarle un autografo. Si era comportata come se lui fosse una persona normale e questo non accadeva spesso.
“Ehi!” la richiamò, forse un po’ di compagnia lo avrebbe aiutato a risollevare il suo morale “Scusami, sono solo …”
“Stufo di tutte quelle ragazzine urlanti, dei fotografi che ti seguono ovunque vada?” concluse lei “Lo capisco”
Harry strabuzzò gli occhi, più stupito che mai: quella ragazza sembrava capirlo alla perfezione. Magari era anche lei famosa, chissà come mai non l’aveva mai vista.
“Già …” mormorò, spostando con il collo del piede lo sgabello ed invitando la bionda a prendere posto “Conosci la sensazione?”
Lei prese posto, scosse la chioma dorata e ridacchiò, arricciando il naso.
“No e non ci tengo a conoscerla”
Per essere una celebrità mondiale ed essere abituato alla fama quel ragazzo era davvero bizzarro: un attimo prima era scocciato e burbero, quello dopo si trasformava nella versione umana di un cupcake.
Ma ad Elena faceva molta tenerezza, avrebbe voluto abbracciarlo ma sapeva che quello lì si sarebbe spaventato e l’avrebbe cacciata via.
“Che scortese, non mi sono presentato. Piacere Harry, ma lo sai già. Tu come ti chiami?”
Cosa aveva detto? Ah si, la versione umana di un cupcake.
“Elena, piacere” rispose allungando una mano ed afferrando quella grande e calda di lui. La ragazza lo osservò mentre continuava a bere il suo drink, giocherellava con il gambo di sedano decorativo e le lanciava occhiate di gratitudine.
Chissà da quanto tempo non fa una chiacchierata normale con una persona? E chissà da quanto tempo non si lava i capelli, pensò notando i ricci leggermente unti del ragazzo.
“Non deve essere facile eh?” continuò lei, giusto per evitare quel silenzio imbarazzante nel quale ci si tortura le mani e si guarda in basso.
“Per niente” sputò, felice che finalmente qualcuno si interessasse ai suoi sentimenti. Dopotutto non era stata una sfortuna incontrare quella ragazzina bionda, forse un po’ troppo vivace. “A volte vorrei solo sparire dalla faccia della Terra, non so, nascondermi in un posto sconosciuto e riposarmi e fare le cose che fanno tutti i ventenni!” continuò Harry.
Ora che aveva qualcuno con cui sfogarsi non sarebbe di certo rimasto zitto; tuttavia, la risata canzonatoria di Elena fece comparire un piglio sul suo viso. Non era lì per consolarlo? Perché si era messa a ridere?
La ragazza, per tutta risposta, urtò la sua spalla con la sua e gli scompigliò in capelli: il ragazzo a quel gesto arrossì incredibilmente, dato che si era – come dire – scordato di lavarsi la testa in quella settimana.
“Tesorino, se ti nascondi a Los Angeles non puoi pretendere di passare inosservato” gli fece notare lei. Il ricciolino corrucciò la fronte, raddrizzò la schiena e strinse le nocche attorno al bicchiere, visibilmente offeso.
“Babe, a Los Angeles ci vado per lavoro” precisò calcando l’accento sulla parola lavoro, non era uno scansafatiche lui  “Dico che mi piacerebbe prendermi una vacanza in un posto dimenticato da tutti!”
“La Siberia, in pratica!” continuò a scherzare lei, gli occhi che le brillavano e il volto disteso in un perenne sorrisetto sghembo. Harry la guardò un momento e poi scoppiò a ridere di gusto, come non gli capitava da un po’.
“Esatto, la Siberia sarebbe perfetta!”
Risero un po’, immaginando i vari posti in cui il ragazzo avrebbe potuto nascondersi e tirando fuori le idee più assurde; ad Harry faceva male la pancia per le risate ed era letteralmente piegato in due quando la ragazza tirò fuori l’idea più strampalata di tutte.
“Dovresti venire con me in Italia, sai? Abito in un paesino di 1000 anime, di cui 800 sono over 75!”
Elena fece quella proposta con le lacrime agli occhi e con un intonazione che lasciava credere stesse scherzando, ma in realtà era serissima. A casa sua nessuno sapeva chi fossero i One Direction, tanto meno chi fosse Harry Styles; il posto non era male, si sarebbe sicuramente rilassato, in più poteva passare per un suo cugino e quindi nessuno avrebbe fatto domande indiscrete.
“Eh dovrei proprio …” commentò lui, ancora tra le risate. Elena si fece seria e gli carpì una mano con la sua.
“Non scherzo, Harry. Dovresti. Per una settimana o poco più”
Il volto del ragazzo si fece serio ed interrogativo. Gli stava forse proponendo di scappare con lei? Una specie di fuga d’amore? Oppure voleva semplicemente che lui trascorresse una settimana da persona qualunque?
Avrebbe potuto accettare, l’offerta era allettante … ma no, no, aveva tante canzoni da scrivere, interviste da fare, eventi a cui partecipare; in più la band aveva bisogno di lui, non poteva sparire nel nulla come se niente fosse.
Cominciò a dissentire, borbottando una scusa dietro l’altra, scuse alle quali credeva poco anche lui.
“Va bene, ho capito. Immaginavo fossi pieno di impegni … ero solo molto dispiaciuta per te, lo vedo che sei stressato. Volevo esserti d’aiuto” mugugnò lei, scostandosi i capelli dal viso “Però hai ragione, la band ha bisogno di te … c’è il tour e tutto e …”
“D’accordo” sentenziò il ragazzo dagli occhi verdi. Elena sollevò lo sguardo, sorpresa ed incredula.
Aveva sentito bene? Harry Styles voleva venire con lei in Italia?
Anche il ricciolino si era sorpreso di sentire uscire la sua voce così convinta, senza neanche un tentennamento; evidentemente il suo corpo gli stava lanciando dei segnali, aveva davvero bisogno di staccare la spina per un po’ e quella ragazza gli stava offrendo l’occasione perfetta su un piatto d’argento.
“Quando hai l’aereo?” continuò, sempre più sicuro di aver fatto la scelta giusta.
“D-domani pomeriggio”
Questo era davvero assurdo, doveva essere una specie di scherzo o un’allucinazione: lui non si stava autoinvitando a casa sua – beh, in realtà lo aveva appena invitato lei. Elena tirò fuori una penna dalla pochette rossa, sfilò un tovagliolo di carta dal dispenser e vi scrisse sopra il suo numero di telefono.
“Chiamami domani mattina, ok? Così ti spiego …” scattò in piedi, desiderosa di uscire da quel locale.
Se era un sogno, l’aria fresca l’avrebbe svegliata; se non lo era, avrebbe potuto urlare liberamente per la strada.
Tanto Londra è una città di matti.
Si diresse verso la porta, ma qualcosa la trattenne.
“No, spiegami ora!” si impose il ragazzo, trascinandola nuovamente verso i loro posti. Sedutisi, lui ordinò un altro giro di drink; appoggiò la testa su una mano e si mise ad osservare la ragazza con la tipica faccia da pesce lesso.
“Smettila di fissarmi in quel modo!” lo rimproverò lei “Mi inquieti”
Harry ridacchiò, sputacchiando sul bancone “Che aereo devo prendere?”
Era incredibilmente eccitato per questa sua avventura, se poteva definirla così: cavoli, avrebbe trascorso 7 giorni da perfetto sconosciuto. Non gli sembrava ancora vero. Chiunque gli avesse mandato quella ragazza doveva volergli un gran bene, ne era certo.
“Quello che ti pare, mr. Celebrità! Basta che ti porti all’aeroporto di Bologna!”
“Bologna. Ottimo. E come facciamo con i paparazzi e tutto?”
Quello sarebbe stato un problema al quale Elena non avrebbe saputo trovare una soluzione e tutto sarebbe andato a monte. Se i fotografi sapevano, il mondo sapeva: funzionava così la sua vita.
“Per prima cosa, cerca di non sbandierare la tua partenza ai quattro venti. Mantieni un profilo basso!” suggerì lei, portandosi alle labbra il bicchiere e sorseggiando la bevanda.
“Profilo basso” ripeté il ragazzo, alzando gli occhi al cielo esasperato “E’facile. Soprattutto quando ti chiami Harry Styles!”
Non appena pronunciò quella frase, un buffetto si abbatté sulla sua nuca “Ouch”
“Sii positivo ragazzo! Tu decolla ed atterra come se nulla fosse, cerca una Polo bianca – la mia macchina – ed entravi. Dopodiché faremo credere al mondo che tu sia in vacanza in Toscana, quando naturalmente non ci sei! Direi che è un piano geniale!” la ragazza si scolò il resto del drink in un sorso, un sorriso soddisfatto le illuminava il volto “Ah, cerca di arrivare dopo le sei. Anzi, è meglio che tu arrivi proprio un altro giorno così non dovrai aspettarmi in un luogo pubblico e pieno di insidie!”
“Mmm, vedremo. Mi fido di te” borbottò il riccio mentre estraeva dalla tasca il proprio iPhone e mandava un messaggio al suo bodyguard dicendogli di tenersi pronto per un viaggio in Italia.
La ragazza, d’altra parte, si imbambolò con lo sguardo fisso al bicchiere vuoto: Harry Styles si fidava di lei. O cazzo. Non poteva assolutamente deluderlo, ne sarebbe stato distrutto; in fondo lei aveva sempre vissuto per vedere il sorriso adornare il volto di quel ragazzo.
 
 
 

 
Due giorni dopo l’incontro nel bar, Harry atterrò all’aeroporto di Bologna, il volto coperto da un cappuccio nero e un paio di occhiali da sole.
Attraversò a testa bassa la zona del ritiro bagagli, sfrecciò attraverso la piccola combriccola di persone in attesa davanti al portone degli arrivi e si diresse a passo spedito verso l’uscita.
Fin lì nessuno lo aveva riconosciuto e questa era un’ottima cosa.
Una volta fuori cerco la macchina di Elena, muovendo la testa a scatti prima a destra e poi a sinistra: non c’era. Cominciò ad entrare in panico, più tempo se ne stava lì più aumentavano le possibilità che qualcuno lo notasse.
Letteralmente sbiancò quando sentì una mano pensate posarsi sulla propria spalla.
“Harry devi andare più piano!” si lamentò il suo bodyguard affannato per la corsa.
“Sei tu, meno male” tirò un sospiro di sollievo prima di sobbalzare al suono di un clacson “Eccola” esclamò e trotterellò verso la vettura bianca.
Se il piano della ragazza era quello di passare inosservata, decisamente doveva essere una di quelle persone che predicano bene ma razzolano male perché il foulard scarlatto e il gigantesco paio di occhiali da sole che indossava davano decisamente nell’occhio.
“Come ti sei conciata?” protestò, lanciando il borsone sui sedili posteriori e prendendo posto davanti. Il povero bodyguard, intanto, scostò la borsa che Harry aveva malamente abbandonato per farsi spazio “Per fortuna non dovevamo farci notare!”
Stizzita, mise in moto “Lo so, ma questa situazione fa molto James Bond … dovevo scegliere l’outfit adatto!” e per fortuna che era lui il pupillo del British Fashion Council.
Elena guidò silenziosamente, un po’ a disagio per la presenza di quel bestione nella sua macchina, ma più che altro stava zitta per paura di svegliare Harry, che si era addormentato con la testa appoggiata al finestrino e la bocca leggermente aperta.
 
 


 
“Nena oggi sono uscito, ho fatto una bellissima passeggiata, ho incontrato tantissime persone ed indovina: nessuna mi ha riconosciuto. Neanche una!”
Nena?
Quando avevano stabilito quel nomignolo?
La ragazza appoggiò lo zaino a terra e guardò accigliata il ricciolino, spaparanzato sul divano con addosso solamente dei pantaloni della tuta.
Era raggiante, lo era da quando era lì. Finalmente poteva fare le cose che fanno le persone normali, senza preoccuparsi dei fotografi o dei fan.
Era una sensazione bellissima, sarebbe stato tutto perfetto se solo avesse potuto condividere le sue emozioni con una persona … ma chiedere ad Elena di nasconderlo anche sotto quel punto di vista era davvero troppo.
Doveva accontentarsi e ringraziare per quell’opportunità irripetibile.
“Buon pomeriggio Elena, come sta? Bene, Harry tu?” lo prese in giro lei, con un sorriso che le andava da un orecchio all’altro: la felicità di quel ragazzo era soverchiante alle volte
Il ricciolino scattò in piedi e corse ad abbracciarla, stampandole un bacio umido sulla guancia e profondendosi in ringraziamenti – ormai era diventato un piccolo rituale quotidiano.
Lei si divincolò e sparì in cucina, dove trovò un the fumante ad attenderla.
“Ti stavo aspettando …” canticchiò lui, appoggiandosi allo stipite della porta “… devo raccontarti la mia giornata!”
La ragazza prese posto e lasciò che il fiume di parole che presero ad uscire dalla bocca di Harry la travolgesse.
“ … e quindi ho chiesto se potessi entrare nel palazzo per visitarlo e mi hanno detto di no! Capisci, mi hanno detto di no perché era chiuso. Nessuno mi  ha mai detto di no da quando sono famoso! Però io ci tenevo davvero tanto a vedere quella specie di corridoio tutto dipinto di cui mi hai parlato …”
“La Galleria di Bacco” precisò lei, incantata dal modo in cui quegli occhi verdi splendevano di una luce nuova.
“Si quella! Io ci tenevo davvero tanto! In più sono sicuro che a Louis sarebbe piaciuta, a lui piacciono queste cose: non lo dice in giro ma adora l’arte!”
Al pensiero dell’amico lontano Harry si rabbuiò ed Elena comprese cosa mancasse affinché fosse totalmente felice.
“Ti manca non è vero?” chiese, già un’idea stava prendendo forma nella sua testa e addio notti tranquille.
Il ragazzo sollevò lo sguardo, le guance rosse per l’imbarazzo: come poteva rispondere senza far trapelare nulla?
“Louis, intendo” precisò e notando l’imbarazzo dell’altro aggiunse “Avanti, l’ho capito sai? Non è che siate così bravi a nascondervi …” ammiccò lei mentre riponeva entrambe le tazze nel lavello “Da quanto tempo?”
“Da sempre!” confessò il riccio, aveva ritrovato la sua allegria come se parlare del suo amore proibito lo aiutasse “Da XFactor, ma ultimamente le cose non vanno molto bene … credo sia arrabbiato con me, per il fatto che sono sempre via e tutto il resto!” si accasciò sullo sgabello, assorto nei suoi pensieri.
Elena lo avvolse in uno dei suoi abbracci migliori ed accomodò la testa sulla sua spalla, mente con le dita gli faceva i grattini sulla schiena. Il ragazzo si lasciò cullare per un po’ dal profumo di pesca che emanavano i suoi capelli, gli ricordava molto Louis.
“Dovresti farlo venire qua” propose lei con voce soffusa e Harry sorrise.
 
 


 
Loueh” cinguettò il ricciolino, fiondandosi tra le braccia magroline di uno spaesatissimo Louis, il quale lo afferrò saldamente e lo strinse forte a se “Mi sei mancato” mugugnò già sulle sue labbra.
Il più grande si staccò, gli scompigliò i capelli ed entrò in casa “Anche tu, curly
Elena guardava estasiata quel quadretto, chiedendosi cosa avesse fatto di male nella vita per non meritarsi un ragazzo che la guardasse nel modo adorante in cui Louis guardava Harry.
“Questo posto è magnifico, ti piacerà ne sono sicuro! Poi c’è questo palazzo che..” Louis lo guardò schifato, a quanto pare l’idea di visitare vecchi palazzi non lo allettava moltissimo “Oh, Boobear, non fare quella faccia!”
“Già, Boo, non fare quella faccia. Il tuo morosino non vede l’ora di farti vedere la famosissima Galleria di Bacco!” s’intromise Elena, pericolosamente seduta sulla testiera del divano, mentre si dondolava avanti e indietro.
Era mai possibile sentirsi il terzo incomodo in casa propria? A quanto pare si.
Louis avvampò e corse a presentarsi, fulminando Harry con lo sguardo ed incolpandolo di averlo distratto.
“Grazie Neeeena!” il riccio si avventò sulla ragazza, facendola capitombolare sul divano e riempendola di baci.
Non si sarebbe mai stancata di dirlo: la versione umana di un cupcake.
Un cupcake finalmente felice.
 

 
“Happiness is real only when is shared”
Nella speranza che un certo ricciolino torni a sorridere come una volta.
 
 


 
Look at me: io scrivo, scrivo, scrivo e più scrivo più penso che sia veramente incapace di scrivere.
Innanzitutto vorrei augurare un buon compleanno a quella caccolina magnifica che è Harry Styles, so di essere in un ritardo imbarazzante, ma il 1 Febbraio la mia testa era in pausa di riflessione dalla scrittura.
In secondo luogo, tengo a precisare che questa è una storia senza senso perché è nata come un sogno: l’ho proprio sognata! E si sa che i sogni saltano di palo in frasca, ho cercato di dargli un senso logico ma credo di essere giunta a magrissimi risultati.
In ogni caso, spero vi sia piaciuta almeno un terzo di quanto è piaciuta a me scriverla: mi sono proprio divertita.
Per quanto riguarda i ringraziamenti credo che le dediche ad inizio storia siano abbastanza eloquenti, perciò ora farò un po’ di pubblicità.
Chi shippa Larry (yo!) consiglio vivamente la storia della mia vongolina, che è stupenda: lacrime e risate assicurate, Drunk - A kind of Romeo and Juliet story
Chi invece è follemente innamorata di Niall (o chiunque si diverta a leggere di un Louis un po’ sassy) consiglio la storia della mia carotinaIt was meant to be
Ed infine per quelle temerarie a cui non dispiace un Louis etero - o quasi – consiglio la storia della bella LuisaKnock you down
Ci vediamo con il prossimo capitolo di  Secrets
xx
Diana.
   
 
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