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Autore: 365feelings    12/03/2014    1 recensioni
Raccolta di vario genere e vari personaggi; molte percabeth e jasiper perché canon is the way. E anche tante solangelo. Headcanons come se non ci fosse un domani, non posso assicurare che siano sempre fluff. Qualche AU (ok, tante AU) e future!fic.
30. Non c'è fama più grande (Ares/Afrodite)
«Era una semidea» la corregge «Ha dimostrato la sua aretè e ora la sua timè è salva, è scesa nell’Ade serena. Ci saranno altri eroi e conosceranno la sua storia, non c’è fama più grande».
La dea svuota il suo calice. Sa che Ares ha ragione e sa anche di essere una madre distratta e poco presente, ma per Silena (per tutte le sue figlie) ha sempre desiderato di meglio che la morte in battaglia. Una vita lunga, per quanto lunga possa essere quella di un mortale, e felice, sicura. Non è quello che vogliono tutte le madri, che voleva anche Teti?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Jason/Piper, Leo Valdez, Nico di Angelo, Percy/Annabeth, Will Solace
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Autrice: kuma_cla
Titolo: L'età degli eroi
Pairing: Jason/Piper
Rating: verde
Genere: triste (ma neanche troppo), commedia (forse), sentimentale
Avvertimenti: one shot, het, AU, Hogwarts!verse
Prompt: 085. Hate (100 prompt challenge), specchio (Prompt orfani della piscina di prompt)
Limitazione: 3) Una storia composta da un numero di parole con cifre in crescita o decrescita (Es: 345 parole, 6543 parole e via dicendo) — 1489 w
Note: • scritta per il LIMITAPROMPT della piscinadiprompt.
campmezzosangue la community su Percy Jackson amministrata da me medesima e dalla compare SunlitDays.
• Hogwarts!verse headcanon numero 1: Jason è il campione di Durmstrang e tra le due scuole di magia non corre buon sangue. Però Piper riesce a fare breccia nel suo cuore: sono una coppia canon, quindi non stupitevi se li abbino in ogni contesto possibile e immaginabile.
• Non lo dico, ma nello specchio mi piace pensare che Jason veda la sua famiglia; come nel libro, fino a quando Giunone non si mette in mezzo, non sa nulla di sua madre e ignora di avere una sorella. Inoltre non ha mai incontrato suo padre. Ho voluto accentuare questa sua sfumatura angst, combinandola allo stress da Torneo Tre Maghi. Il risultato è un Jason parecchio sciupato ma non per questo meno bello: chi è figo, ricordiamocelo, è figo sempre.
• Piper è una Grifondoro che fa passeggiate notturne perché sì, mi serviva un pretesto per farla capitare nell'aula. Ho mantenuto anche per lei il canon del libro: nello specchio infatti si vede al centro delle attenzioni del padre.
• Chirone è il nuovo Silente, a cui tra l'altro ruba la citazione (Non serve a niente rifugiarsi nei sogni e dimenticarsi di vivere) che alla fine faccio dire a Piper. A tal proposito, il suo personaggio mi è un po' sfuggito di mano, temo. 
• Ho letto che la nuova edizione usa Emarb invece di Brame, come scritto sulla cornice; ma mentre in inglese l'inversosuona bene, in italiano non mi piace.




È rimasto così a lungo solo davanti allo specchio, che ha perso la cognizione della realtà e si accorge che qualcuno è entrato solo quando la porta si richiude con un tonfo sordo alle sue spalle.
Si volta di scatto, la bacchetta in pugno e i nervi tesi; non sa se essere più irritato per l'intrusione o per il non essersene accorto. In realtà ha così paura di essere stato scoperto che non sa cosa fare e che dire: non ha giustificazioni, non dovrebbe trovarsi lì, tantomeno a quell'ora.
«Scusami! Ho visto la luce e sono entrata, ma non volevo disturbarti» esclama dalla penombra l'intruso, avanzando di un passo con le mani in alto, in segno di resa, mentre Jason allunga la sua bacchetta e rischiara l'ambiente con un Lumos più forte.
È solo una studentessa, apprende con sollievo; nessun custode dall'aria minacciosa pronto a denunciarlo o peggio, un insegnante. Solamente una ragazza, ma non abbassa la guardia: non sa se può fidarsi o se farà la spia, tanto più che indossa la divisa di Hogwarts.
«Se ti stai chiedendo se correrò ad avvisare gli insegnanti» gli dice, intuendo il suo dilemma nonostante sia certo di non aver lasciato trasparire alcuna emozione «Puoi stare tranquillo. Nemmeno io potrei essere qui e dovrei spiegarlo. Quindi abbassa la bacchetta, non serve nessun Oblivion o Stupeficium o qualsiasi altro incantesimo a cui stai pensando».
Esita ancora per qualche secondo e la ragazza sostiene il suo sguardo con un coraggio che in realtà non ha, ma alla fine lo vede riporre la bacchetta e si lascia scappare un sospiro di sollievo. Mai più, si ripromette, mai più. Si sente come se avesse perso una decina di anni in poco più di qualche minuto e solo per aver sbirciato in un'aula: sarebbe stata una morte piuttosto stupida. Perché quando lo ha visto voltarsi, ha creduto davvero che le avrebbe lanciato qualcosa, un Incantesimo della Memoria o un Avada Kedavra.
«Sei il campione di Durmstrang?» gli chiede, osservandolo meglio. Capelli biondi, occhi azzurri, cicatrice a forma di mezza luna sul labbro, affascinante: sì è decisamente lui, nonostante l'aria sciupata.
«Jason Grace» conferma infatti.
«Piper McLean» si presenta, porgendogli la mano. La stretta che riceve è sicura e calda, il contatto piacevole; non si aspettava diversamente.
Lo sguardo corre a ciò che sta dietro le spalle del ragazzo, allo Specchio delle Brame, e poi torna a posarsi su lui: le occhiaie che spiccano sul suo volto, comprende con amarezza, non sono solo il frutto dello stress per il Torneo.
Jason si aspetta delle domande, al posto suo lui le farebbe, le chiederebbe che ci fa fuori dal dormitorio dopo il coprifuoco, in quell'aula. Il manufatto che ospita non sembra un oggetto usato durante le lezioni, anzi, sembra proprio che gli insegnanti lo vogliano lontano dagli studenti, soprattutto se stranieri.
Ma la ragazza lo sorprende sorridendogli, comprensiva.
«Ovviamente neanche tu dirai di avermi vista, vero?» gli chiede «Toglierebbero un bel po' di punti alla mia Casa».
Annuisce, gli sembra equo, e incuriosito cerca i suoi colori; lì a Hogwarts vengono smistati al primo anno, ha scoperto, e tra le diverse case c'è un'accesa competizione. Tuttavia non trova alcun segno distintivo: nonostante indossi la camicia, al collo non porta alcuna cravatta e il maglione è anonimo, senza stemma.
«Come sta andando con il Torneo?» gli chiede ancora. È il primo studente di una delle scuole avversarie che gli fa quella domanda, se non si tiene conto di Percy Jackson. Sebbene lo scopo di quella gara sia riunire tutti i Maghi e tutte le Streghe per permettere loro di stringere legami di amicizia a dispetto della geografia, la rivalità è troppo radicata, soprattutto tra Hogwarts e Durmstrang. Non è mai corso buon sangue tra le due scuole e le origini di questo odio (perché alla fin fine è di vero e proprio odio che si parla) si sono perse nel tempo, ma ancora gli studenti faticano a fidarsi gli uni degli altri.
«Impegnativo» risponde. A volte mi chiedo se abbia fatto bene a mettere il mio nome nel Calice di Fuoco o se magari il Calice stesso non abbia sbagliato; non lo dice, ma lo stesso Piper sembra intuirlo. O forse si sbaglia, forse è solo stanco e la luce è talmente fioca che potrebbe esserselo immaginato. Così come il colore dei suoi occhi: credeva fossero scuri, marroni e invece sono verdi. Ha decisamente bisogno di una bella dormita.
«Ma è un grande onore» continua, ripetendo ciò che gli viene sempre detto dai suoi compagni da quando è stato eletto Campione.
«Non ne dubito» concorda «E un po' vi invidio. La storia della gloria e tutto il resto. E se siete stati scelti, vuol dire che siete davvero in gamba. Vorrei avere la metà dei vostri talenti».
«Ma?»
«Sei ridotto piuttosto male, lasciatelo dire» ribatte, prendendosi una confidenza che non ha e pentendosene subito — non si sa mai come possono reagire quelli di Durmstrang, tipi strani loro, tutti così seri— ma continua, cercando di rimediare «Anche Percy, comunque, non ha una gran bella cera. Solo Zoe, a confronto, sembra sempre fresca e riposata».
Jason abbozza un sorriso e la cicatrice guizza verso l'alto: «Si vede tanto?»
«Diciamo che lo Specchio delle Brame non aiuta» risponde e vedendolo irrigidirsi aggiunge «Lo so per esperienza».
Legge la scritta che adorna la cornice, Emarb eutel amosi vout linon ortsom, e ripensa a tutte le ore perse davanti a quella superficie, ad osservare l'immagine di se stessa con il grado di Prefetto appuntato al petto e suo padre alle spalle, che sorride orgoglioso, per una volta attento a sua figlia e non al lavoro. Non sa cosa vede Jason e il motivo per cui si specchia; immagina che le farebbe piacere se il ragazzo si aprisse con lei, ma in fondo sono due estranei e non ha alcun diritto di impicciarsi dei suoi problemi, quindi evita di fare domande. Ma di una cosa è sicura, non fa bene a nessuno dei due continuare a guardare lo Specchio delle Brame.
«Quando il preside Chirone ha scoperto dove passavo le mie notti invece di riposare» inizia «Mi ha detto una cosa molto saggia: non serve a niente rifugiarsi nei sogni e dimenticarsi di vivere. Aveva ragione ovviamente» e lo guarda un po' imbarazzata, perché non è da lei fare discorsi simili a degli sconosciuti — per quanto affascinanti possano essere «Mi sembrava un bel concetto, ecco tutto».
«E non ti ha messa in punizione?» le chiede, scombussolato da quell'intimità inaspettata. Quella ragazza dovrebbe essere ostile, lui dovrebbe essere ostile, e invece se ne stanno nel cuore della notte a parlare come se niente fosse davanti ad uno specchio che mostra loro ciò che più desiderano.
Piper ride e Jason considera che ha una bella risata, che gli piacerebbe sentirla tutti i giorni una risata simile. 
«Chirone non è così intransigente, su certe cose chiude un occhio».
«Da noi non è così» si lascia scappare il ragazzo, stupendo entrambi, perché da che sono lì gli studenti di Durmstrang non hanno né legato né concesso informazioni sulla loro scuola «La nostra preside è molto severa e lo stesso gli insegnanti. Le regole vengono prese molto seriamente da noi».
Per un istante teme di averla offesa, senza averne avuto intenzione però.
«Sì, noi siamo più rilassati» concorda «Un po' ce ne freghiamo di quello che ci viene detto. Non andate nella Foresta Proibita e puntualmente qualcuno ci si avventura. Non uscite dai dormitori dopo il coprifuoco ed eccomi qui. Durmstrang invece mi sembra più fredda, più dura».
«Lo è. L'importante è che ognuno stia al suo posto, in questo modo siamo imbattibili. Contano molto la disciplina e il rispetto, sono tra le prime cose che ci insegnano».
«Non esattamente il posto che fa per me» scherza lei.
Poco dopo dal corridoio si sente il rumore di un'armatura che viene urtata ed entrambi si voltano preoccupati: essere messi in punizione non rientra nei piani di nessuno dei due.
«Dammi una mano» gli dice però, prendendo un lembo del telo che copriva lo Specchio e che ora giace aggrovigliato ai suoi piedi.
«Che vuoi fare?»
«Non si vede? Dai, prima che ci scoprano» lo incita, sorridendo nel vederlo agitato «Prima volta che trasgredisci alle regole?» lo stuzzica e a lavoro concluso aggiunge: «Così a nessuno verrà più voglia di specchiarsi».
Poi apre piano la porta sperando che non cigoli e caccia fuori la testa: non sente rumori, quindi esce, seguita dal ragazzo che fa luce con la sua bacchetta.
«Sarà stato un fantasma» bisbiglia lei e fa per andarsene quando si gira e gli sorride. Non che si noti molto il sorriso nel corridoio buio, così aggiunge: «È stato un piacere conoscerti».
Anche Jason si ritrova a sorridere, un pensiero sempre più radicato nella sua mente e che intuisce anche Piper condivide: non è detto che tra Hogwarts e Durmstrang non ci possano essere rapporti amichevoli. Tutta quella storia dell'odio e della rivalità che gli studenti più anziani incoraggiano è una grande cavolata. La verità è che ci sono Maghi e Streghe in gamba, che vale la pena conoscere, e Piper sembra proprio uno di quelli.
   
 
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