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Autore: Letz    12/03/2014    4 recensioni
Grantaire non è esattamente quello che si definirebbe un ragazzo facile. I suoi zii, decisamente esasperati dai suoi comportamenti da ribelle, decidono di mandarlo a studiare al prestigioso collegio Valjean nella speranza che un po' di disciplina riesca a raddrizzarlo. Ce la farà Grantaire a sopravvivere all'anno scolastico? Ma soprattutto, riuscirà a sopravvivere ai suoi assurdi compagni di scuola che lo obbligheranno a unirsi al club di teatro e a recitare in "Romeo e Giulietta"?
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Enjolras, Grantaire, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Mancavano pochi giorni alla fine di ottobre e le prove erano iniziate a pieno ritmo. Jehan, che soffriva del peggior caso di mania di controllo che Grantaire avesse mai visto, aveva ricontrollato almeno cinque volte i bozzetti della scenografia prima di approvarli, con il sollievo di tutti gli Amis. Tutti erano entrati nello spirito dell’opera, anche se in modi decisamente diversi. Courfeyrac girava con una spada infilzando qualsiasi cosa gli capitasse a tiro, Enjolras dopo solo due giorni sapeva già tutto il copione a memoria, Marius passava ore al telefono con Cosette recitandole versi di Shakespeare, mentre Joly e Bossuet si erano messi a confezionare i vestiti di scena insieme a Musichetta, una studentessa di moda che aveva avuto una storia con entrambi – e nello stesso periodo, gli aveva riferito Combeferre.
Le cose sembravano andare decisamente per il verso giusto. Ovviamente non poteva durare. Quel giorno Bossuet era euforico: niente di anche solo vagamente orribile gli era capitato. Niente colonia di scarafaggi nell’armadio, come la settimana prima, o dissenteria dovuta al latte scaduto, come quel lunedì. Non credendo alla sua buona stella volle raccontare agli Amis della sua incredibile fortuna. La reazione fu unanime benchè variegata: qualcuno toccò ferro altri, più prosaicamente, si toccarono direttamente le palle.
“Dopo questa tua uscita, come minimo ci crollerà il soffitto in testa”, si lagnò Courfeyrac.
“Vedrete che non succederà niente. Finalmente la sfiga ha finito di perseguitarmi”, gongolò invece Bossuet, “Vedrete, uomini di poca fede!”.
“Sarebbe splendido Bossuet”, trillò Jehan abbracciandolo, “ora però dobbiamo provare”, aggiunse con un tono che non ammetteva repliche.
Normalmente Grantaire non assisteva alle prove, preso com’era a completare la scenografia, ma quel giorno Jehan aveva insistito. Avrebbero provato il momento del primo incontro tra Romeo e Giulietta ed era la prima scena su cui il genio creativo di Jehan si era concentrato cambiandone alcune parti. “Ti prego Taire, devi venire. Se è uno schifo avrò bisogno di sostegno morale”, lo aveva implorato. Grantaire voleva troppo bene a quello scricciolo per dirgli di no.
La prima parte della prova fu perfetta: Joly era un Romeo credibile e pieno di sentimento, Enjolras era semplicemente straordinario. Più volte Grantaire si incantò a guardare le sue mani che si muovevano mentre parlava e il tono della sua voce gli sembrava miele. Enjolras stava iniziando a piacergli sul serio. In lui non vedeva più solo un bel viso, o un bel corpo ma una persona che, seppur il suo opposto, lo attirava vertiginosamente. Era decisamente fottuto.
- I santi non si muovono, eppure esaudiscono coloro che li pregano
- Allora non muoverti, così la mia preghiera sarà esaudita. Ecco, le tue labbra hanno tolto il peccato dalle mie
“Stooooooooop”, gridò inferocito Jehan, “Joly il bacio! Lo dovevi baciare dopo esaudita”.
Joly divenne prima rosso e poi cadaverico. “Cioè noi dovremmo baciarci? In scena, davanti a tutti?”.
“Si Joly, credevo avessi letto il copione. Soprattutto le parti che ho rivisto. Ci sono baci, molti baci. Qualcuno nemmeno troppo innocente”, ridacchiò in modo sadico Jehan.
“No Jehan tu non capisci, io non posso farlo! Sicuramente mi beccherò la mononucleosi o qualche altra orribile malattia”.
“Non essere ridicolo Jolllly”, lo redarguì il regista con sguardo omicida, “tu sei Romeo e NON PUOI TIRARTI INDIETRO”.
Nessuno avrebbe potuto prevedere la reazione di Joly: prima un pianto isterico, poi quello che Grantaire potè classificare solo come attacco di panico. Joly tremava in modo incontrollato e respirava affannosamente mentre Bossuet lo cullava parlandogli dolcemente all’orecchio. La crisi passò dopo circa un quarto d’ora, lasciando il ragazzo spossato.
“Ok, Jehan, mi pare chiaro che Joly non può fare Romeo. La sola idea lo ha quasi ammazzato”, disse Courfeyrac. “Urge trovare in tempi rapidi una soluzione. Servirebbe qualcuno che non ha problemi a baciare un uomo. Con la lingua”.
Grantaire si ritrovò gli occhi di tutti gli Amis addosso. “No, toglietevelo dalla testa. Io non recito”.
“Sai il copione a memoria Taire. Quando l’ho scritto ero praticamente sempre nella tua stanza e me lo hai sentito ripetere almeno cento volte”.
“Non è questo Jehan, è che non credo di essere in grado. E poi voi siete nel club da cinque anni, io da nemmeno due mesi. Potrebbe farlo Marius”, disse speranzoso.
“Niente da fare bello, come gay sarei credibile quanto una giraffa in discoteca”, rispose Pontmercy.
“Grantaire fallo per me”, lo supplicò Jehan.
“Ok, ok. Per te Jehan”, accettò infine Grantaire. La sua decisione fu salutata da un sonoro applauso.
 
~
 
Sono totalmente fottuto ‘Ponine.
Mi hanno incastrato nel ruolo di Romeo.
 
Quanto la fai tragica.
Finchè non ti obbligano a mettere la
calzamaglia puoi sopravvivere.
 
Hai la segatura nel cervello?
Enjolras farà Giulietta. Questo significa
baci, tanti baci.
Dovresti essere contento.
Chi non vorrebbe passare ore a
limonare il proprio sogno erotico?
 
Credo che lui mi piaccia sul serio.
 
Ora si che sei fottuto Romeo.
 
 
~
 
Per colpa della defezione di Joly le prove dovettero ricominciare dal punto di partenza. Grantaire ringraziò tutti i santi che conosceva per aver differito di almeno un paio di settimane la famigerata scena del bacio. Una parte di lui sperava di morire prima di arrivare al punto in cui Romeo e Giulietta passano la notte insieme. Lui ed Enjolras in un letto, decisamente poco vestiti – conoscendo i gusti di Jehan – era più di quanto potesse sopportare. Il solo pensiero gli provocava un’imbarazzante erezione.
Grantaire si consolò pensando che almeno per quel giorno non avrebbe dovuto vedere Enjolras, vista che, considerati i recenti sviluppi del loro rapporto, lo lasciava sempre piuttosto scosso. Quel pomeriggio infatti lui Jehan ed Eponine sarebbero andati allo studio di tatuaggi: non era tipo da dimenticare una promessa fatta ad un amico.
La sua sorpresa fu enorme quando nel salone trovò ad aspettarlo Jehan in compagnia di Enjolras. “Enj si unisce a noi. Spera di convincermi a rinunciare”, rise allegramente il rosso. Grantaire si limitò a grugnire.
Fuori dalla scuola li aspettava Eponine che fumava appoggiata al cofano della sua macchina. Grantaire le andò incontro e sibilò: “C’è anche Enjolras, ti prego non fare commenti inopportuni. Anzi, non parlargli nemmeno”. La risata di gola di ‘Ponine gli fece capire come tutte le sue speranze sarebbero state disattese.
“Ciao ragazzi. Tu devi essere Jehan”, disse stringendo la mano al rosso, “Eponine, molto piacere. Uhm, tu invece sei?”, interloquì lanciando una lunga occhiata da sotto le ciglia a Enjolras che per tutta risposta la guardò come per farle una radiografia.
In quel periodo Eponine era tornata al suo colore naturale, il nero corvino, seppur con qualche ciocca blu elettrico e viola. Indossava degli shorts neri, calze nere semi trasparenti che lasciavano intravedere i tatuaggi sulle gambe – due giarrettiere con infilate due pistole – e scarponi neri militari. Il golfino leggero non riusciva a nascondere le braccia coperte dai tatuaggi –sul braccio destro una geisha e sul sinistro il suo amante. Decisamente non il genere di persona che Enjolras frequentava di solito.
“Enjolras, lieto di conoscerti. Grantaire parla spesso di te”.
“Mi ama, è più forte di lui. Quindi tu sei il famoso Enjolras. Anche R parla molto di te”. Lo sguardo di Eponine non prometteva nulla di buono si disse Grantaire. “R avresti dovuto dirmi che era il ragazzo più bello che avessi mai visto. Cioè, mi aveva detto quanto fossi figo, ma aveva decisamente sottostimato il tuo bel faccino”.
Grantaire avrebbe voluto sotterrarsi e un’occhiata al viso color mattone di Enjolras lo convinse ancora di più della giustezza di quella decisione. Avrebbe strangolato Eponine.
 
~
 
Alla fine neppure Enjolras riuscì a far desistere Jehan dal suo proposito. Mentre il rosso si faceva tatuare anche Grantaire ne approfittò per terminare di colorare la tigre che aveva sul fianco destro. Era così concentrato sul percorso dell’ago sulla pelle che si dimenticò completamente che Eponine ed Enjolras erano rimasti da soli. Per ore. Quando, a lavoro finito, si girò e li vide parlare insieme non poteva credere ai suoi occhi. Cosa avranno mai avuto da dirsi?
“Vedo che avete fatto conoscenza”, li interruppe.
“Eponine mi stava raccontando dell’Accademia d’Arte che frequenta e mi ha invitato a tenere qualche comizio”, rispose entusiasta Enjolras.
“Anziché parlare facci vedere l’ultimo capolavoro di Jaz”, lo interruppe la ragazza.
Grantaire si tolse la maglietta e la reazione di Enjolras fu la stessa di quella prima riunione al club. Rimase senza parole ad osservare i tatuaggi sul corpo del moro. Era un corpo decisamente tonico, bicipiti e addominali erano perfettamente definiti e tutti quei tatuaggi…Enjolras non aveva mai usato la parola sexy, nemmeno nella sua testa, ma questa volta non riuscì a non applicarla a Grantaire. Sul fianco destro, ancora arrossato, si snodava una tigre in perfetto stile giapponese che appoggiava le zampe anteriori su una roccia. Sulle costole, dal lato sinistro, la frase tratta da quel film di cui Enjolras aveva già scordato il nome. Sul bicipite destro uno Stregatto sorrideva sornione mostrando la bocca piena di denti mentre il braccio sinistro era completamente occupato da una ragazza che personificava la Natura che comanda sui quattro elementi. Enjolras non poté trattenersi dall’allungare una mano e sfiorare la pelle arrossata. Improvvisamente curioso chiese: “Ti fa molto male?”.
Grantaire fissava affascinato le dita del biondo che toccavano la sua pelle. La cosa era decisamente erotica. Lo schiarirsi di voce di Eponine ruppe la magia ed Enjolras fuggì letteralmente via verso il lettino dove Michael, l’altro tatuatore, stava terminando il tatuaggio di Jehan.
Grantaire colse lo sguardo disapprovante di Eponine. Guai in arrivo.
“Cristo R, ti sei infilato in un bel casino”.
“Non ti piace?”, mugolò Grantaire.
“Non è questo il punto. Prima lo stavi guardando come io guardo ‘Ferre. Tu sei mezzo innamorato di lui, Taire”.
Grantaire iniziò a fissare insistentemente la punta delle proprie scarpe ma Eponine gli prese il viso tra le mani e lo costrinse a guardarla.
“Sbrigati a chiedergli di uscire prima che questo dio greco ti faccia rimbecillire del tutto”.  


 
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Finalmente succede quello che tutti aspettavano. Ovvero, se Enjolras fa Giulietta come mai Grantaire non fa Romeo? Ecco risolto questo piccolo e noioso problema, grazie alla gentile collaborazione dell’ipocondria di Joly e alla sfortuna cronica di Bossuet.
E ovviamente non poteva mancare la seduta dal tatuatore e la prima, vera, ufficiale apparizione di Eponine. Che diciamocelo, è una gran figa, oltre che essere molto molto perfida. La adoro :D
Grantaire tatuato è wow, super super sexy, e se lo dice Enjolras dobbiamo proprio fidarci.
Come sempre grazie infinite a chi legge/segue/recensisce.
 
Lots of love,
~Letz
  
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