Il cielo negli occhi e la felicità nel sorriso.



«Cosa che credi che accadrà quando moriremo?»

Schiuse appena la bocca, preso alla sprovvista, voltando il capo verso l'altro. Un sorriso serafico permaneva sul volto dell'altro, le stelle brillavano nei suoi occhi grigi.

«Come ti è venuto in mente?»

Si appoggiò sui gomiti, appena più vicino a quel cielo che, nella notte, pareva essere lì solo per loro. Era sempre così quando stava con l'altro. Era impossibile non sentirsi incredibilmente importanti. Il mondo -anzi no, l'universo intero- pareva girare attorno a loro. E, lo sguardo perso nei suoi capelli mori che venivano appena spostati da una piacevole brezza, era piuttosto convinto del fatto che avessero piegato anche il tempo, che avesse smesso di scorrere. Finalmente Sirius si degnò di girarsi verso di lui, il gomito posato a terra e il capo elegantemente adagiato sul palmo della mano.

«Sono convinto che ci sia qualcosa dopo. Non può essere tutto qui».

Gli rispose con tranquillità innata in un sospiro soave.

«Tutto qui? Parli della vita come se fosse qualcosa di estremamente deludente» Ridacchiò l'altro scuotendo appena la testa.

«Non è che sia deludente -non ho detto questo. Ma davvero noi possiamo dipendere in questo modo dal corpo? Davvero la mia pelle è il limite di me stesso? Non credo sia così. C'è molto di più».

Gli occhi ambrati di Remus dovettero aver dato prova della sua confusione, perché l'altro non riuscì a trattenere uno sbuffo divertito.

«Sai, credo che la morte sia una specie di porta».

Gli disse, voltandosi di nuovo verso il cielo.

«In caso dovessi morire per primo, prometti di aspettarmi là dietro? Di non andartene?»

«Lo prometto. Ma solo se me lo prometti anche tu» rispose senza troppe esitazioni il castano, regalandogli uno dei suoi meravigliosi sorrisi. I sorrisi di Remus -quelli veri, non quelli che sapevano di rassegnato che faceva di solito- erano letalmente belli. Sirius si soffermava sempre a guardarlo per qualche secondo, gustandoseli, apprezzandoli e sapendo che avrebbe dovuto attendere un po' per vederne uno di nuovo. I sorrisi di Remus, quando erano sinceri, erano la definizione di felicità secondo Sirius.

«Non fare l'idiota, era sottinteso».

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I mangiamorte stavano arrivando, Remus lo sapeva. E sapeva anche che, quella sera, rischiava molto. 
Ma non era spaventato. 
Ricordava ancora la promessa fatta quella sera, quando Sirius aveva il cielo negli occhi e lui la felicità nel sorriso.












Angolo autrice—
Allora, salve. 
Questa fic è stata scritta di getto sotto l'influenza della colonna sonora di 'Her'. 
Se dovete incolpare qualcuno per l'obrobrio, incolpate quella colonna sonora(?).
Ad ogni modo avvertitemi se c'è qualche errore. 
Per qualsiasi domanda potete chiedere attraverso un mp o andare a cercare i miei contatti sul mio profilo.
Non saprei che altro dire: se avete in mente un qualche modo per farmi migliorare, vi prego di scrivermelo.
Detto questo, a presto! 

—panties.