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Autore: MikaisLove    12/03/2014    0 recensioni
Kensington. Una nuova vita; ero depressa per questo cambiamento così improvviso. Poi arrivò lui, e cambiò tutto.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi avviavo verso casa correndo all’impazzata, sapevo che mia mamma mi avrebbe sgridata duramente a causa del ritardo. Mentre correvo diedi uno sguardo all’orologio di pelle legato al polso, realizzando che nonostante stessi facendo di tutto per tornare a casa in tempo, ero sempre più in ritardo. I minuti passavano velocemente, quasi fosse una maledizione.
Arrivai davanti a casa ma ritenni che aprire il cancelletto d’ingresso mi rubasse altri preziosi secondi, quindi con un agilissimo salto, lo scavalcai senza pensarci, atterrando perfettamente all’interno del giardino.
Corsi verso la porta d’entrata aprendola bruscamente.
Ora ero ferma. Là, sul pianerottolo. Impappinata come una statua, con il respiro affannato e lo sguardo fisso sul parquet del soggiorno. Ero arrivata a casa, ma decisamente in ritardo.
“Elizabeth!” i miei genitori sedevano sul grande sofà panna davanti alla tv. Mia madre giocherellava con il mio cellulare in mano “Ti abbiamo chiamato mille volte. Ma nulla. Non rispondevi. Hai dimenticato il cellulare a casa. Elizabeth, quante volte ti abbiamo detto di portarlo sempre con te?!”
“Molte…” dissi io con poco fiato entrando in casa. Mi lasciai cadere sul sofà, volgendo gli occhi al soffitto.
“Sei in un ritardo catastrofico, inimmaginabile. Pensavamo che ti fosse successo qualcosa” disse mio padre “Per stavolta niente punizione, ma la prossima volta…”
“Eh mamma mia, siete veramente pesanti” dissi io sbuffando dirigendomi in cucina “Avete già mangiato?” Il tavolo era ancora imbandito di tovaglia, posate e piatti; nessuna traccia di cibo.
“Sì. Ti ho lasciato qualcosa in frigo.” Rispose mia madre dal soggiorno.
Aprii il frigorifero: c’era il mio piatto, lo presi e guardai dentro. “Minestra” osservai nella mia mente con un’espressione di disgusto. La rimisi nel frigorifero e senza fare rumore salii in camera al piano superiore.
Mi sedetti davanti alla finestra, volevo ammirare la luna nel cielo stranamente limpido di quella sera a Kensington. Ripensai allo strano ragazzo riccio di oggi. Non ne avevo mai visto uno come lui. Al giorno d’oggi i ragazzi sono tutti stereotipati, ma lui, lui era diverso. In lui vedevo una strana luce, ma di quelle veramente luminose. Come aveva detto che si chiamava? Ah si, Michael. Michael, Michael, Michael… quel nome risuonava continuamente nella mia mente. Ma chi era veramente lui? Dove abitava? Con chi viveva? Perché correva in quel modo in libreria? Ma soprattutto, l’avrei rivisto ancora?
Pensavo, pensavo. Forse troppo. Decisi quindi di andare a dormire e lasciare quei pensieri in un angolo.
Il giorno dopo mi svegliai di buonumore. Anche di mattina il cielo era stranamente limpido. Decisi di sfruttare la giornata  per andare a fare jogging, ma soprattutto per cercare di rincontrare lui.
Lasciai casa e mi avviai sulle strade pacifiche di Kensington. Si respirava un’aria fantastica, una brezza fresca e delicata. Mi guardavo in giro mentre facevo alcuni esercizi di riscaldamento; osservavo i grandi alberi secolari che dominavano il viale e le grandi distese d’erba perfettamente tagliate e curate.
Mi sembrò impossibile a prima vista, ma mi parve di intravedere Michael seduto su una panchina verde, sotto un salice, rivolto verso un piccolo laghetto. Mi sembrava fosse lui. Riconoscevo la folta chioma di capelli ricci e castani.
“Michael, sei tu, sei veramente tu” mormorai per non farmi sentire. Volevo andare là da lui, scusarmi per l’addio brusco dell’altra sera e magari, perché no, conoscerlo. Era l’unica persona che conoscevo finora, qui a Kensington; pensavo che mi potesse essere d’aiuto per inserirmi. Con tutte le mie forze, fiera e felice, mi avviai verso la panchina dove stava il presunto Michael, ma mi bloccai a meno di dieci metri dalla panchina.
“Come comincio?” pensai mordendomi le dita.
Ad un certo punto dalla mia bocca spuntò uno scoraggiato “Hey … Michael?”
Il ragazzo seduto sulla panchina si girò istantaneamente e mi guardò. Come mi vide, mi squadrò da testa a piedi e subito dopo fece apparire sulla sua bocca il bellissimo sorriso che mi aveva rivolto l’altra sera e poi disse “Ma buongiorno Beth! Ci si rivede ancora”
Ero sbalordita. Era veramente lui.
 “Ma… ma… Michael? T-ti ricordi ancora il mio nome?!” balbettavo dall’ansia e tremavo come una foglia.
“Beh, come si può dimenticare un nome come il tuo?”
“Cosa intendi dire?”
“Intendo dire che hai un bel nome. Adoro il nome Elizabeth, e poi il diminutivo Beth è assolutamente delizioso” Michael era completamente rilassato a differenza di me e il sorriso stampato sulla sua bocca era praticamente indelebile.
Io ero sempre più incredula. Il riccio continuò a parlare “Beh, che fai lì impalata? Vieni a sederti vicino a me” detto questo fece spazio vicino a lui prendendo giacca e cappello e gettandoli per terra. A quel punto io mi avvicinai e mi sedetti nel posto vicino a lui. “Aah bene. Molto meglio” commentò lui soddisfatto.
A quel punto ricominciai a parlare “Senti Michael… volevo ancora chiederti scusa per l’altra sera. Ecco… io… mi dispiace di essere andata via così su due piedi… tutto d’un tratto”
“Macchè figurati” rispose lui “Piuttosto sarei io che mi dovrei scusare per il modo idiota di come ti sono cascato addosso in libreria! Ti avrei potuto aver rotto un braccio o qualcos’altro. A proposito, il gomito come sta?” Michael mi prese il braccio delicatamente, arrotolò la manica della felpa e cominciò ad ispezionarmi il gomito. Io lo guardavo con gli occhi sbarrati, mi lasciavo fare, eppure per me era quasi uno sconosciuto. Ad un tratto allontanai il braccio da lui appoggiandolo sulla pancia.
“Oddio. Scusami” disse lui ritraendo le mani
“No… niente” risposi io rivolgendogli lo sguardo che lui ricambiò.
Michael era evidentemente imbarazzato, cosi si accomodò bene sulla panchina dicendo “Allora … Beth, raccontami un po’ di te, se ti va. Che fai nella vita?”
“Beh, mi sono appena trasferita qui a Kensington … Non ho molta esperienza del posto, devo ancora ambientarmi”
“Ti aiuterò io! Questa cittadina è molto ospitale e tranquilla. Vedrai, non sarà così difficile inserirsi!” disse lui ammiccando.
“Ah beh, ti ringrazio. Mi farebbe molto piacere” risposi lasciandomi scappare un piccolo sorriso “Tu invece che fai nella tua vita?”. Da questa domanda mi aspettavo una risposta abbastanza “strana” per così dire; Michael era un tipo dai vestiti colorati, pantaloni attillati e stile eccentrico. In poche parole era un ragazzo unico, con qualcosa da dire. Non mi avrebbe stupito la sua risposta, ne ero certa. La mia curiosità era comunque molta.
Avevo ragione. Michael rispose “Scrivo musica, è la mia passione” poi abbassò leggermente il capo guardando nel vuoto, forse per l’imbarazzo, aggiungendo “Il mio sogno è quello di diventare una popstar, un giorno…”.
Nonostante i miei primi sospetti, cercai comunque di sembrare sorpresa di ciò che mi aveva risposto. Lo vedevo dai suoi occhi, era sincero di quello che stava dicendo.
“Wow! Quindi tu scrivi musica! Veri e propri pezzi di musica! Ma è fantastico, non ho mai incontrato nessuno che faccia cose simili”
Michael fece spallucce “Purtroppo i discografici mi hanno sempre rifiutato o sbattuto la porta in faccia. Ho passato un brutto periodo ma sono sempre determinato. Riuscirò prima o poi ad avere un contratto discografico!”
“Brutti bastardi! Sempre i soliti! Ma sono curiosa… quali temi tratta la tua musica?”
“Se proprio vuoi capirlo Elizabeth, posso suonarti qualche pezzo. Lo capirai da sola”
“Certo ma … quando?”
“Adesso”
“Adesso?”
“Sì. Adesso. Abito a pochi passi da qui… Vieni andiamo”
Michael si alzò, prese la giacca e mi fece cenno col capo di seguirlo, lasciando all’aria i suoi riccioli castani.

Spazio a me: Scusate se ci ho messo molto a pubblicare questo capitolo, ma sono stata molto occupata con scuola, tra tesina di terza media, attività e cose varie. In ogni caso, spero che vi piaccia. E non dimenticate di recensire. Grazie mille a tutti quanti! :)
  
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