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Autore: fraviaggiaincubi    12/03/2014    1 recensioni
I suoi occhi si posarono sulla scrittura di Aragorn e la profezia cominciò a scorrere sotto il suo sguardo.
La leggenda era mito e il buio ormai calato,
nelle viscere della terra l’anello è celato.
Il sangue reale potrà di nuovo strappare,
a colui che domina la notte e mai potrà amare.
La fonte del potere che oro e sangue unisce
in una micidiale alchimia che un cuore fragile ghermisce.
Ditegli: “Pazienta e la sua anima dimenticherà!
Perché quando il sacrificio sarà perpetuato
e al dito l’anello sarà forgiato.
Il nove sarà dieci e il puro corrotto diventerà,
così che Mordor travolga come un’onda la bianca città.
Genere: Drammatico, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aragorn, Gandalf, Nazgul, Sauron, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4
Colui che cerchiamo

Muori.’
Lo spettro lo fissò con un sorriso folle, all’uomo invisibile  e alzò la lama al massimo studiando il battito regolare della vena sul collo di Aragorn. Fu quella a farlo desistere nel penetrare la carne morbida sul collo.
Un cuore in preda al terrore aveva battiti molto accelerati, dovuti alla paura insita nelle profondità dell’anima dell’ignoto che la perdita della vita o la sua presenza di solito scatenava, ma Aragorn era calmo e concentrandosi lo stregone sentiva il cuore battere piano, quasi intimidito di fronte la sua lama portatrice di morte.
Nessuno, neanche il più controllato degli uomini non soffre a morire e rimane così calmo.’ pensò sospettoso e sibilando ritrasse la lama osservando il ramingo guardarlo allarmato.
Stavolta il cuore accelerò, ma lo stregone ghermì negli occhi scuri del’uomo un nuovo sentimento, quello amaro che di solito scavava solchi profondi nelle patetiche anime mortali nutrendo la sua: delusione.
Si bloccò cercando di cogliere ogni singolo segnale l’uomo gli trasmettesse, come il guizzare delle trote che tradiscono la loro posizione nella schiuma delle cascate. Era ormai palese che il re volesse morire per nascondergli qualcosa e un brivido di esultanza non sua percorse il suo corpo mentre Sauron entrava nella sua mente.
 
 “Non ucciderlo, lui è colui che cerchiamo.”
Lo Stregone di Angmar si ritrasse di scatto e la sua cavalcatura ringhiò quando Aragorn tentò di scappare sotto la sua zampa.
L’uomo osservò il Nazgul e il sibilo di trionfo che lo spettro emise accarezzando la lama della spada gli fece intuire che aveva colto qualcosa.
Ti prego no, fa che non abbia…’
La sua mente esplose e l’occhio di Sauron avvolse i suoi pensieri divorandoli come se le fiamme lo bruciassero dall’interno realmente. Si inarcò gridando e sentì con orrore che scavava nei suoi ricordi e afferrava quella certezza che lo tormentava da giorni, l’analizzava, la possedeva e la sua risata cupa gli graffiò la mente sussurrando parole oscure che ghiacciarono ogni sua ribellione. Tentò un’ultima volta la fuga, ma il suo corpo non rispondeva, incatenato ai sortilegi dell’Oscuro Signore nella lingua nera e piano piano, come una pergamena che si inzuppava d’acqua, i suoi arti cominciarono a rilassarsi sotto gli artigli affilati del Nazgul che gli premevano sul petto.
Gli occhi si chiusero e il respiro decelerò trasmettendo al cervello l’impulso di dormire e rallentare le attività. Aragorn strinse i denti tentando di lottare, ma la sua mente bruciava avvolta dalla pupilla fremente e scura di Sauron mentre quella voce…dura, ma ipnotica lo costringeva a dormire.
I pensieri si fecero sconnessi e l’uomo si abbandonò sul terreno.
Lo stregone ridacchiò vedendo la sua lotta contro il suo re finire con la loro vittoria e con lentezza si accucciò su Aragorn chinandosi per guardare da vicino la macchia rossa che inzuppava il fianco destro del ramingo. Passò un dito coperto dal guanto di metallo sulla ferita che aveva ripreso a sanguinare copiosa sotto gli sforzi della fuga e un sibilo di piacere alla sensazione che aveva provato nell’affondare la lama lo percorse con una scarica, intensificata dalla presenza di Sauron.
Al contrario degli abitanti della Terra di Mezzo coloro che venivano da Mordor potevano avvertire Sauron in qualsiasi momento, comunicare e persino sentire quando puntava il suo occhio senza riposo su di loro. In quel momento dalla torre di Bara-Dùr il re oscuro guardava il suo servo, ma chiunque avesse notato in quel momento lo stregone lo avrebbe visto semplicemente immobile, mentre un’intensa conversazione avveniva dentro la sua mente.
“Dimmi perché mi hai fermato mio signore. Cosa significano le tue parole?” domandò lo spettro accarezzando il muso crudele della sua cavalcatura. La risposta non tardò ad arrivare.
“Lui è colui di cui parla la profezia, ne ho sentito Gandalf e il re di Rohan discuterne.”
 
 Lo stregone sibilò compiaciuto. Gandalf…come desiderava spezzare la sua spina dorsale come un ramo secco, ma Sauron esigette di nuovo la sua attenzione e lo stregone tornò ad ascoltare la sua voce adorante.
“Allora lo abbiamo trovato, il nove che sarà dieci…quanto mi da soddisfazione sapere che l’ho abbiamo in pugno e Gondor ha appena perso….il suo re”. Lo Stregone di Angmar scoppiò a ridere gettando indietro la testa e la sua risata fredda e crudele fece rabbrividire gli alberi attorno a lui.
Sauron gli trasmise la sua soddisfazione. “Dovrai usare il suo sangue per forgiare l’anello che lo incatenerà a me per l’eternità.”
Lo spettro si immobilizzò con un ghigno e avvicinatosi ad Aragorn fece scorrere pigramente le dita nelle ferita macchiandosi con il sangue caldo che ne usciva. “Dobbiamo portarlo a Mordor per forgiare un anello che lo faccia diventare uno spettro”. La sua voce assunse un tono di desiderio intenso. “Per servirla mio signore.”
Sauron attraversò la sua mente compiaciuto e il desiderio di ritrovare l’Unico si trasmise dolorosamente nel suo servo più micidiale costringendolo a sibilare per il dolore al pensiero dell’Unico.
La mia catena….il mio elisir…il mio più grande desiderio è servirvi Sauron, re della Terra di Mezzo.’
L’Oscuro signore colse quel pensiero scivolare nella mente dello spettro e si compiacque della fedeltà dei suoi servi, incatenati alla sua volontà per sempre.
 
 “Portalo a Mordor e legalo a noi per sempre. Se succede qualcosa gioca la nostra ultima carta.” ringhiò il suo nuovo ordine e lo Stregone di Angmar si inchinò prima di montare sul dorso della sua cavalcatura con aria trionfante.
Diede una pacca al collo del Nazgul e sentì i muscoli rispondere al suo tocco. “Andiamo a casa.” ordinò con voce carica di superbia e la bestia aprì le ali afferrando con delicatezza tra gli artigli il corpo di Aragorn. Stava per partire in volo quando una freccia fischiò nell’aria conficcandosi nel muscolo dell’ala e il Nazgul si inarcò con un ruggito disarcionando il suo cavaliere.
  
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