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Autore: lilyhachi    12/03/2014    3 recensioni
(Stydia; ispirata ad una puntata di Supernatural)
Perché dormiva nello stesso letto di Stiles Stilinski? Perché sembrava una cosa normale?
Stiles si era mostrato calmo, come se la cosa non lo turbasse minimamente ma come se si trattasse di una scena spontanea e quasi naturale. Era lei ad essere sconvolta e non era assolutamente normale. Se la scena fosse stata reale, Stiles avrebbe indubbiamente dato di matto o si sarebbe mostrato in qualche modo nervoso, e invece no. Cosa diamine stava accadendo nella sua testa?
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lydia Martin, Stiles Stilinski
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Since the third grade'
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II
 
I married Stiles Stilinski

 
“So you see, this world doesn't matter to me.
I'll give up all I had just to breathe.
The same air as you till the day that I die.
I can't take my eyes off of you”.
 
Lydia Martin aveva semplicemente dimenticato come respirare.
Osservava il suo riflesso nello specchio di quel bagno che non riconosceva e che non aveva nulla di familiare. Osservava quelle piastrelle verdi e quella piccola finestra coperta da una tendina della stessa tonalità per poi tornare sul suo volto decisamente sconvolto.
Il suo viso era leggermente mutato, sembrava quasi più maturo…più adulto.
Percorse con le dita quella maglia larga di color grigio chiaro che l’avvolgeva fin sopra le cosce e arrossì al solo pensiero che appartenesse a Stiles e non a lei.
Perché si era risvegliata insieme a lui che la trattava come fosse la sua fidanzata?
Lydia sapeva che qualcosa non andava esattamente come avrebbe dovuto, lo sentiva nelle viscere, tuttavia, quel tepore confortante che l’aveva invasa nel sentire Stiles accanto a lei, non riusciva a lasciarla del tutto indifferente. Quell’ambiente, quei gesti, tutta quella realtà probabilmente fittizia che la circondava, riusciva a rassicurarla, come fosse una bolla di sapone che la teneva rinchiusa e protetta dalle insidie del mondo reale.
Era così che Stiles l’aveva sempre fatta sentire: al sicuro. Anche nei momenti più oscuri e senza alcuna via d’uscita, Stiles Stilinski era stato accanto a lei, pronto a ricordarle che tutto sarebbe andato per il meglio e non aveva mentito.
Lydia tentò di fare mente locale, per ricordare cosa fosse successo la sera prima e come aveva fatto a ritrovarsi all’improvviso e senza un motivo sensato fra le braccia di Stiles. Ricordò una casa abbandonata nel bosco, la balestra che aveva fra le mani, la mazza di Stiles, delle scale che davano su una stanza più buia e poi nulla di più. Black out. Tabula rasa. Niente di niente.
Nella sua mente non c’era nessun dettaglio che le permettesse di capire cosa, o anche chi, avesse mutato gli eventi in quel modo. Lydia si passò i capelli dietro l’orecchio con fare annoiato e quasi sbiancò, notando un particolare che prima le era sfuggito. Un anello. Lei, Lydia Martin, portava un anello o più precisamente…una fede, affiancato da un altro anello che aveva proprio l’aspetto di un anello di fidanzamento, identico a quelli che aveva visto donare tante volte in quelle stupide commedie romantiche. Rimase impalata per chissà quanto tempo a osservare quel luccichio che adornava il suo anulare, circondandolo alla perfezione, come se fosse stato fatto apposta per essere lì. Si lasciò cadere sul bordo della vasca, incapace di emettere alcun suono o di dire qualsiasi cosa che avesse la benché minima somiglianza con una frase di senso compiuto. Lydia si accorse troppo tardi di aver urtato il flacone di shampoo che cadde rovinosamente a terra, producendo un tonfo sordo che probabilmente non era sfuggito a Stiles.
“Lydia, tutto bene?”, la sua voce le giunse dall’altro lato della porta, come l’aveva sempre ricordata e per lei fu strano avvicinarsi cautamente al legno che li separava, senza aprire.
“T-tutto ok”, riuscì a rispondere la ragazza, cercando di controllare il leggero tremolio nella sua voce che ancora non aveva metabolizzato l’idea di aver sposato Stiles Stilinski.
“Vado di sotto a preparare il caffè”, aggiunse Stiles con voce pacata. “E magari ci aggiungo anche il mio intruglio magico per il dopo sbornia”.
Lydia cercò di immaginare la scena di lei e Stiles che facevano colazione, seduti allo stesso tavolo e scambiandosi sorrisi complici, mentre uno passava la marmellata all’altro, come nelle pubblicità delle merendine o del caffè. Quella scena le risultò decisamente strana, poiché si rese conto di non aver mai provato a vedere Stiles sotto quella luce. Il leggero brontolio allo stomaco la convinse, intanto, a dover decisamente mangiare qualcosa prima di finire a terra e far ulteriormente preoccupare Stiles. Aveva come se la sensazione che non mangiasse da settimane. Forse era finita in coma e si era risvegliata dopo anni o forse stava semplicemente sognando una specie di universo parallelo. Ad ogni modo, era tutto troppo reale per sembrare illusorio.
Aprì la porta con lentezza, assicurandosi che Stiles fosse davvero sceso al piano inferiore e camminò per la stanza, osservandola meglio senza occhi curiosi che la scrutavano. Era davvero grande, ovviamente più della stanza che aveva a casa, la sua casa, e molto accogliente. Se lei e Stiles erano davvero sposati, quella stanza era stata certamente opera sua mentre Stiles non aveva mosso un dito, su quello non c’erano dubbi.
Aprì l’armadio per indossare qualcosa e per poco non le venne un colpo, notando con un leggero sorriso che il suo look era sempre impeccabile.
Tirò un sospiro di sollievo…almeno in quello non sembrava affatto cambiata.
Quando Lydia scese al piano di sotto, vestita di tutto punto ma con ancora la testa piena di pensieri e dubbi che vorticavano fastidiosamente mentre osservava ogni minimo angolo di quella casa nuova e totalmente sconosciuta, trovò Stiles ai fornelli.
Non indossava il pigiama ma una semplice maglietta blu abbastanza aderente che metteva in evidenza il suo fisico sempre esile ma più cresciuto e scolpito di come era al liceo. Le spalle erano più larghe e la sua figura molto più slanciata, il tutto rendeva la visione d’insieme di Stiles Stilinski molto più che gradevole e quando Lydia si accorse di aver fatto quel pensiero, per poco non si strozzò con la sua stessa saliva.
Non si era mai fermata a dare un giudizio estetico su Stiles. Inizialmente lo aveva etichettato come il classico ragazzo mingherlino che aveva un serio bisogno di rivedere il suo guardaroba, poi c’erano state così tante tragedie che non aveva avuto certo tempo per pensarci. Eppure, guardandolo in quel momento, Lydia riuscì a pensare a come fosse effettivamente cresciuto nel corso del tempo e a come gli allenamenti di lacrosse avevano sempre avuto i loro effetti, anche se in modo non troppo eccessivo e andava bene, in fin dei conti. Rimase in piedi, persa così tanto in quei pensieri che non si accorse neanche del suono del campanello, continuando a squadrare Stiles che le lanciò un’occhiata stranita.
Stiles corse alla porta, facendo cenno a Lydia di sedersi, e la ragazza decise di obbedire, mettendosi comoda sulla penisola, al di sopra della quale c’era una colazione in grado di sfamare un esercito. Lydia aveva una scelta molto vasta fra pancake, caffè, succo di frutta, cereali, biscotti, marmellata e guardava da un alimento all’altro senza riuscire a scegliere.
Aveva sempre sospettato che Stiles fosse bravo in cucina e quel banchetto ne era la prova.
Fece per prendere la marmellata quando una voce familiare la costrinse a voltarsi.
“Ehi, Stiles!”, Lydia conosceva bene quella voce e rizzò la schiena.
Scott McCall era sul ciglio della porta di casa, affiancato da Derek Hale.
Per Lydia non poteva esserci scena più strana: insomma, Scott e Derek a casa di Stiles che era addirittura sposato con lei.
Cosa altro poteva esserci di più assurdo? La risposta alla domanda che Lydia si era posta arrivò quando una trottola non ben distinta sgusciò da dietro le figure dei due licantropi e si precipitò in casa, precisamente addosso a Lydia, buttandole le braccia attorno alla vita, mentre Stiles borbottava qualcosa.
“Ciao Claudia (1), anche tu mi sei mancata”, esclamò il ragazzo con finto tono risentito, sotto il ghigno divertito di Scott. “I bambini di oggi…ti ha dato problemi?”.
“Per niente”, rispose Scott, stiracchiandosi. “Lei e Sam (2) hanno strapazzato così tanto Derek e Isaac che poi sono crollati, e noi non ce ne siamo neanche accorti”.
“Forse perché tu hai dormito sul divano tutto il tempo”, lo rimproverò Derek, guardandolo torvo. “Persino Allison era sveglia e tu ronfavi come non mai”.
“E’ così che passi la tua prima nottata da neo-padre?”, domandò Stiles, riservando all’amico un’occhiata accigliata. “Dovresti vergognarti…povera Allison. Dean (2) è nato soltanto due giorni fa e tu hai riposato più di lei, scansafatiche che non sei altro”.
“Mi sono addormentato, giuro che non volevo”, si giustificò Scott, mentre Derek si trattenne dallo scoppiare a ridere quando Stiles gli lanciò uno sguardo complice.
Scott sbuffò e a quel punto Stiles proprio non riuscì ad evitare di ridere.
“Amico”, cominciò Scott, facendosi stranamente serio. “Comunque quella bambina ha qualcosa che non va…per quale barbaro motivo stravede per Derek molto più che per me? Mi sento indignato, insomma, stiamo parlando di Derek Hale…senza offesa”.
“Sei solo geloso, McCall”, lo punzecchiò Derek, incrociando le braccia.
“Mi dispiace, Scott”, intervenne Stiles, scrollando le spalle. “Tutti amano il sourwolf”.
Intanto, la bambina continuava a stringere Lydia in una morsa, senza dire nulla e senza alzare la testa per farsi vedere, fin quando una vocina dolce e vellutata le arrivò alle orecchie, facendola sussultare. Lydia aveva un vago sospetto su chi potesse essere quella bambina, considerando il nome e la massa di capelli rossi, solo che non volle pensarci.
“Ciao mamma”, sussurrò la bambina, alzando la testa e mostrando a Lydia due bellissimi occhi ambrati identici a quelli di Stiles che la fissavano con tenerezza.
Lydia dovette sedersi per non rovinare a terra, mentre una mano correva alla fronte, e il suo respiro cominciò a farsi leggermente più pesante. Quella bambina l’aveva chiamata “mamma” e il suo sospetto prese decisamente forma: Claudia, capelli rossi o biondo fragola come avrebbe detto Stiles e occhi ambrati come quello che sembrava essere suo marito.
“Mamma, stai bene?”, domandò la bambina, inclinando il capo da un lato, mentre Stiles si voltò verso di loro, notando che Lydia non aveva una bella cera.
Si avvicinò subito e cominciò a carezzarle dolcemente il braccio. Risalì lungo il viso, blandendolo con una dolcezza che Lydia non aveva mai sentito da parte sua, o meglio non in quel modo, visto che Stiles Stilinski era sempre stato incredibilmente dolce, solo mai attraverso quelle carezze che le stava riservando in quel preciso istante di chissà quale assurdo arco temporale o universo sconosciuto.
“Ti senti bene?”, chiese lui, facendosi più vicino e guardandola fisso negli occhi che lo fissavano sempre più increduli e sorpresi da ciò che stava vedendo.
“S-sì”, disse Lydia, sforzandosi di sembrare convincente. “Solo un capogiro”.
Stiles fece un segno di assenso con la testa e si voltò verso la bambina, Claudia, che li aveva osservati con la boccuccia dischiusa per tutto il tempo.
Stiles la sollevò in braccio all’improvviso. “Tutto ok. La mamma ha solo mal di testa”.
Claudia osservò prima lei e poi il suo papà, regalandogli un sorriso così bello che per poco Lydia non si sciolse a quella vista così dolce e calda…come una coperta nella quale avvolgersi durante i giorni più freddi e più bui.
“Mi ha fatto preoccupare”, esclamò la bambina, artigliando la maglietta di Stiles con le sue manine mentre Lydia la guardava rapita, pensando a cosa avrebbe potuto dire.
“Ti capisco”, disse Stiles con un sorriso divertito. “Oggi la mamma non è molto in forma, ma un po’ di tempo con noi e si rimetterà subito in sesto, vedrai”.
Stiles mise giù la piccola che si sistemò il maglioncino blu sul quale erano disegnati tanti piccoli cagnolini e la gonnellina perfettamente abbinata.
“Ragazzi allora noi andiamo”, esclamò Scott, avviandosi verso la porta di casa. “Ci vediamo stasera da noi, ok? Lydia, ti voglio raggiante”.
Lydia si limitò a fare un cenno con il capo, senza avere la più pallida idea di cosa stesse dicendo Scott, le sembrava addirittura che parlasse un’altra lingua.
Non poteva certo rimanere indifferente a tante notizie tutte insieme: lei e Stiles erano sposati ed avevano una figlia, mentre Scott e Allison erano addirittura ad un secondo bambino. Lydia aveva bisogno di un sorso di acqua…o forse una vodka sarebbe stata meglio, ma forse non sarebbe stato molto appropriato, soprattutto in quel contesto. Stiles portò le mani sui fianchi e si voltò di nuovo verso la piccola Claudia.
“Prima non mi hai salutato come si deve, sarà meglio rimediare”, esclamò Stiles, tirando un sospiro rassegnato per poi fiondarsi sulla bambina e prenderla nuovamente in braccio.
La risata di Claudia era come una dolce melodia, quella bambina era troppo perfetta…possibile che la combinazione fra i geni Martin e Stilinski potesse dare vita ad una creatura così splendida da non sembrare umana? Riusciva a vedere qualcosa di sé in quella bambina, ma provò un dolore indescrivibile al pensiero di non sapere nulla di lei e di non ricordare i momenti passati insieme. Non ricordava il giorno in cui l’aveva tenuta fra le braccia la prima volta, non ricordava le volte in cui l’aveva probabilmente svegliata nel bel mezzo della notte, non ricordava i suoi primi passi o la sua prima parola…perché quella bambina non era realmente sua, quella non era la sua vita, era uno stupido scherzo.
Stiles continuò a giocare con la bambina, mettendosela sulle spalle e mostrandosi così felice che Lydia stentò a riconoscerlo…quando era stata l’ultima volta che aveva visto Stiles Stilinski così spensierato? Forse prima che gliene capitassero di tutti i colori. Lydia scosse la testa, abbandonandosi ad un debole sorriso che proprio non poté evitare di fronte a quella buffa scenetta, e quando Stiles mise giù la piccola, si voltò per sorriderle.
“Ok, pulce”, esclamò rivolto a Claudia. “Fila di sopra a sistemare le tue cose, forza”.
“E dopo vedremo Harry Potter?”, domandò Claudia, sfoggiando un’espressione che le ricordava tanto quella del Gatto con gli stivali che faceva gli occhioni dolci.
“Sì, lo vedremo”, le rispose Stiles con tono rassegnato. “Te l’avevo promesso, ora vai”.
La bambina non se lo fece ripetere due volte e fece per salire le scale ma tornò indietro dopo aver superato i primi due gradini, solo per scoccare un bacio a Lydia.
Claudia l’aveva avvolta di nuovo con le sue braccine esili e l’aveva travolta con il suo profumo che sapeva di fragola, per poi lasciarle un bacio sulla guancia e per Lydia stringere quella bambina fu la cosa più naturale del mondo. L’avrebbe tenuta avvinghiata a sé solo per prendere maggiore familiarità con lei e con quel dolce profumo che le invadeva le narici, facendole capire quanto la piccola Claudia Stilinski fosse reale e non frutto della sua mente.
“Lydia! Lydia! Lydia!”. (3)
Dopo aver lasciato correre la bambina in camera sua, Lydia sentì una specie di eco lontano che la chiamava e voltò la testa verso la finestra, convinta che venisse da lì, ma sembrava essersi sbagliata. La voce era svanita…c’era solo Stiles, che si fece più vicino. Quando il ragazzo intrecciò le dita con le sue, Lydia ebbe un leggero brivido lungo la schiena e non aveva idea di come reagire, riusciva solo a guardarlo come paralizzata.
“Ci tocca guardare Harry Potter e la Pietra Filosofale per l’ennesima volta”, esalò Stiles, continuando a stringere Lydia in una presa dolce e quasi protettiva, come per confermare anche tramite semplici gesti che fra loro c’era qualcosa di profondo e stabile.
“Non mi è mai dispiaciuto quel film”, riuscì a dire lei, senza la forza di staccarsi da Stiles.
Non era una scena normale o alla quale poteva essere abituata, ma stare fra le sue braccia sembrava la cosa più naturale e giusta del mondo.
“Sei sempre stata una nerd nel profondo”, sussurrò Stiles, con il respiro che si infrangeva contro il suo viso…era una sensazione piacevole e nuova per Lydia.
Quando Stiles la baciò senza preavviso, Lydia rimase con gli occhi spalancati per qualche secondo, osservando ciò che stava accadendo.
Le labbra di Stiles erano morbide e consistenti sulle sue. Erano vere e sapevano di caffè zuccherato fino alla nausea e biscotti al gusto di limone. Non si accorse di aver chiuso gli occhi e di essersi abbandonata a quel bacio che per lei era il secondo che si stavano scambiando.
Stiles Stilinski la stava baciando e lei lo stava ricambiando. Non c’era nessun attacco di panico, nessuna brutta notizia che aveva portato lei o Stiles sull’orlo di un crollo. C’erano solo le loro labbra, i loro respiri e sapori che si mischiavano con una naturalezza che Lydia non avrebbe mai creduto possibile in vita sua.
Avrebbe dovuto allontanarlo, dirgli che non doveva e chiedergli cosa diamine stesse facendo ma Lydia Martin era troppo sopraffatta da quel bacio per mettervi fine. Baciare Stiles era bello, rilassante e dolce. Ogni cosa di Stiles era dolce.
Era dolce il modo in cui le dita lunghe e affusolate erano corse tra i suoi capelli sciolti per poi fermarsi sulla nuca. Era dolce il modo in cui teneva la fronte poggiata sulla sua quando allontanava le sue labbra per riprendere un attimo di respiro. Era dolce il modo in cui riprendeva a baciarla, schiudendo quelle labbra in attesa di tanti altri baci, come se non ne avesse mai abbastanza, come se avesse aspettato tanto per baciarla. Era dolce il modo in cui sfiorava il naso con il suo. Era dolce il modo in cui intrecciava le loro dita, gettando uno sguardo a quegli anelli che simboleggiavano l’ennesima conferma del loro legame.
Aveva sposato Stiles Stilinski e non credeva che avrebbe mai detto una frase simile.
 
 
Angolo dell’autrice

- (1) 
Claudia Stilinski, il nome della figlia di Lydia e Stiles è ovviamente preso dalla madre di quest’ultimo;
- (2) 
Sam e Dean McCall sono i nomi dei figli di Allison e Scott e sono ispirati ai due personaggi principali di Supernatural;
- (3) la voce che Lydia sente è di Allison, nella puntata 2x20 di Supernatural, Dean ha tipo delle visioni (della ragazza tenuta prigioniera insieme a lui e di scheletri tenuti con le braccia legate verso l'alto) che lo ricollegano, in qualche modo, al mondo reale.

Eccomi con il secondo capitolo. Allora cosa ve ne pare?
Qui ho pensato di permettere a Lydia di fare conoscenza con la sua “famiglia” e come avrete notato, non soltanto è sposata con Stiles ma hanno anche una bambina di nome Claudia, mentre Scott ha due figli, di cui uno nato da poco. Nel prossimo capitolo, Lydia interagirà anche con gli altri personaggi, per ora mi sono limitata a Stiles e alla piccola Claudia. Spero di non essere uscita fuori personaggio. Non sapevo se far andare Lydia fuori di testa nel vedere questo strano universo ma ho pensato che alla fine questa realtà potrebbe avere solo un effetto positivo su di lei, visto che in fin dei conti, non sembra dispiacerle. Lo scopo è quello di farle prendere familiarità con ciò che sente per Stiles, un passo alla volta, e dato che non ha idea di dove si trovi, può soltanto esplorare e rendersi conto. Nel prossimo capitolo, riuscirà ad avere maggiori informazioni. Ovviamente, l’idillio non è destinato a durare poiché l’eco che Lydia ha sentito non è un buon segno.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e vi invito a farmi sapere cosa ve ne pare con un commento, se vi va!
Grazie a tutti coloro che hanno messo la storia fra le seguite/preferite/ricordate <3
Alla prossima, un abbraccio :)
   
 
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