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Autore: Marti_OBrien    12/03/2014    2 recensioni
Il lavoro e gli impegni stavano lentamente separando Dan e Phil, distruggendo ogni momento in cui per uno esisteva solo l'altro e le preoccupazioni, come le responsabilità, svanivano in frasi sussurrate e abbracci fin troppo stretti.
"Mi mancavano momenti come questo, amo i tuoi abbracci, è come se il resto del mondo sparisse per un attimo. Ti va se però lo facessimo durare più di un attimo? Mi mancavano, mi manchi, davvero tanto"
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dan Howell, Phil Lester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era sera inoltrata, Dan guardava distrattamente la televisione cercando di calmarsi dopo il programma radio; era più di un anno che lavorava per la BBC Radio 1, ma ancora non era abituato all’idea di trovarsi per due ore davanti a una telecamera e un microfono in diretta nazionale, nonostante fosse lì proprio perché aveva acquistato popolarità pubblicando video su YouTube.
Una voce proveniente dalla cucina, accompagnata dal rumore di piatti e posate, si sovrapponeva a quella della presentatrice in televisione.
“I need your love, I need your time, when everything’s wrong, you make it right”
“Gli deve essere rimasta in testa dallo show”
pensò Dan, abbassando il volume della televisione.
“I feel so high, I come alive, I need to be free with you tonight”
“I need your love”
continuò Dan a fior di labbra.
A quel punto Dan si decise di spegnere la televisione, sistemare i cuscini sparsi per la sala e ripiegare una coperta che Phil aveva lasciato accartocciata metà per terra, metà sul bracciolo del divano. Ormai si era abituato al disordine di quel ragazzo, appena si erano trasferiti nello stesso appartamento aveva provato a migliorare la situazione, ma Phil era irrecuperabile ormai e Dan aveva potuto solo arrendersi a quel suo modo di essere.
Si diresse verso la porta della cucina iniziando a sentire il profumo della cena. Il canticchiare di Phil si era fatto più lieve. Una volta arrivato, Phil non lo notò continuando a cucinare e dandogli le spalle. Dan intanto si era appoggiato allo stipite della porta e guardava quella figura alta intenta ad armeggiare con mestoli e pentole.
Da quanto tempo Dan non si era fermato a guardare Phil? Passavano tutto il tempo insieme, è vero, ma spesso ognuno aveva gli occhi puntati sul proprio computer, su Tumblr o era in cerca di idee per la puntata dello show successivo. E ora erano lì, immersi nel silenzio del loro appartamento disturbato solo dal canto lieve di Phil e dal respiro di Dan.
Appena tornati a casa, Phil si era subito messo ai fornelli perché Dan aveva passato tutto il viaggio di ritorno lamentandosi di quanta fame avesse, e ora lo vedeva lì, con i capelli spettinati come ogni mattina a colazione o dopo ore passate a modificare un video. Non vedeva il suo viso in quel momento, ma poteva giurare che i suoi occhi erano leggermente lucidi per la stanchezza, era così ogni domenica, li notava quando guardavano un film a caso prima di dormire e Phil si ritrovava a sbadigliare ogni cinque minuti, negando sempre di avere sonno e dichiarando di volere finire il film a tutti i costi.
Le spalle di Phil erano leggermente piegate verso i fornelli. Le sue erano spalle larghe, che lo avvolgevano completamente negli abbracci in cui lui si perdeva, lì, fermo, a farsi stringere, sentendosi finalmente a casa tra le braccia della prima persona che lo facesse sentire abbastanza. Da quanto tempo non abbracciava Phil? In questo periodo erano così occupati e stanchi, che i loro piccoli momenti di tenerezza non avevano più modo di avvenire.
Senza rendersene conto, Dan si era incantato a fissare un punto indefinito nell’aria, in preda ai ricordi dei loro momenti più belli e intimi, e fu la voce di Phil a riportarlo alla realtà. Phil lo guardava appoggiato al bancone della cucina con la testa leggermente inclinata, uno sguardo interrogativo e un sorriso sulle labbra leggermente preoccupato.
“Da quanto tempo sei lì alla porta? Non ti avevo nemmeno sentito arrivare! La cena è pronta tra un po’, devo sol- hey!” non fece in tempo a finire la frase, che si ritrovò un paio di braccia strette intorno a sé. Come si rese conto di quanto Dan avesse bisogno di affetto, sul suo viso si allargò un sorriso e spinse indietro con delicatezza l’altro ragazzo che subito mugugnò in segno di protesta e tirò le mani avanti come un bambino che cercava di riprendere il proprio pupazzo preferito. Phil, per quanto fosse possibile, sorrise ancora di più alla vista di Dan così affettuoso e, senza aspettare oltre, si riavvicinò all’altro cingendogli le braccia al collo.
“Volevo solo poterti stringere anche io, prima non potevo nemmeno muovermi” sussurrò il più grande all’orecchio del piccolo.
Si era quasi dimenticato del fatto che ormai Dan fosse più alto di lui e non poté fare a meno di pensare quanto, sia per aspetto sia per comportamento, sembrasse più grande e maturo di lui; pensò inoltre a quanto Dan, per quel motivo, avesse bisogno di sentirsi lui quello più piccolo e indifeso, di avvertire un corpo, delle braccia, delle mani e una voce che…
“Ci sono sempre per te, ti proteggo io” disse Phil con filo di voce stringendolo più forte
“Mi mancavano momenti come questo, amo i tuoi abbracci, è come se il resto del mondo sparisse per un attimo” rispose Dan con il volto premuto contro la spalla di Phil “Ti va se però lo facessimo durare più di un attimo? Mi mancavano, mi manchi, davvero tanto”
Phil portò una mano tra i capelli di Dan, che al tocco inclinò la testa ad indicare quanto bisogno avesse di certi piccoli gesti, e si morse il labbro inferiore appena Phil gli posò un bacio sul collo, un secondo un po’ più in alto, un terzo e così via fino a seguire la linea della sua mascella, la mano ancora tra i capelli di Dan, e su fino alla guancia, il naso ed infine la fronte, dove tenne le labbra posate per più tempo. Il corpo di Dan era rilassato tra le braccia di Phil, completamente abbandonato al tocco di quelle labbra, al profumo di quel corpo, all’affetto di quei gesti.
Phil abbassò lentamente le braccia lungo quelle di Dan, continuando a sfiorare con le labbra il suo collo, fino a quando Dan non spostò la testa e lo guardò fisso negli occhi. Nessuno dei due parlò per secondi che parvero ore, ma nei loro sguardi c’era tutto ciò che dovevano dirsi: l’affetto nei confronti l’uno dell’altro, la gratitudine per tutte le volte che si erano aiutati e salvati a vicenda, l’entusiasmo condiviso fino a quel momento, la dolcezza di ogni attimo passato in casa fianco a fianco, l’allegria nata dopo ogni battuta e ogni scherzo, la tristezza sconfitta insieme e cacciata lontano, l’amore che da anni, in modo indefinito, li legava.
“Anche io” disse Phil perdendosi ancora negli occhi di Dan
“Cosa?” fu la risposta
“Tutto quello che i tuoi occhi dicono” 


Spazio autrice, woh-oh!
Inanzitutto sono felicissima del fatto che siate riusciti ad arrivare fin qui nonostante un viaggio di appena 1078 parole. Seconda cosa: questa è la mia prima fanfiction (ed ovviamente anche la mia prima phanfiction) e stavo pensando di sviluppare questa (magari utilizzandola come prologo) in una long. Devo ancora pensarci bene e farmi venire qualche idea, ma quei due ragazzi mi danno sempre la giusta ispirazione. 
Non ho molto da dire su questa one-shot, è un semplice momento domestico pieno di dolcezza nato per far sorridere chi legge. 
Recensioni e pareri sulla possibile long sono sempre apprezzati.  
  
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