"Li desideravo entrambi.
Non allo stesso modo, ovvio. Ma non volevo rinunciare a nessuno dei due. Erano
parte complementare di me. Ed è così che mi venne un'idea irrazionale,
diabolica, anche quando pensavo fosse troppo tardi."
E' così che nasce
Breaking Out, proprio da un'idea diabolica. Il titolo rimanda a Breaking
Down, dato che la storia è ambientata dopo Eclipse, prendendo in
considerazione il fatto che Bella è già sposata e trasformata. Letteralmente il
titolo significa evasione,
fuga, da qualsiasi
limite: non più i limiti della realtà umana, bensì i limiti della sfera
vampiresca e quelli del mondo dei licantropi.
Capitolo 1- Pensieri e parole
***************
PROLOGO
Non era stata una scelta inconscia, sapevo benissimo a cosa avrei rinunciato.
La ragione che mi aveva portato a questa decisione aveva un nome: Edward Cullen.
Perchè quando l'amore ti prende dal profondo dell'anima, sei disposto a rinunciare anche ad essa pur di seguirlo. Ed era esattamente ciò che mi era accaduto.
Edward, non uno qualsiasi. Non un essere umano. Edward. Edward. Edward. Quando il mio cuore era ancor solito battere, in ogni battito riecheggiava il suo nome.
Difficile abituarsi a quella natura disumana: erano
proprio i battiti cardiaci tra le cose che mi mancavano di più. Il ricordo di
lui che dolcemente mi si avvicinava solo per ascoltare il mio cuore che
usciva dal petto ogni volta che mi sfiorava non lo dimenticherò mai, per
l'eternità.
Tanti erano i problemi che mi avevano fatto andar fuori di testa durante le prime settimane
della mia trasformazione. Ma non avevo mai perso la ragione, anche perchè Alice
e gli altri mi avevano avvertito su tutto. Il rapporto con lei si era maggiormente
intensificato, come mi immaginavo: eravamo sempre state molto legate, ci
trattavamo come sorelle ed ora è quello che siamo. Durante i primi giorni della
trasformazione aveva avuto diverse visioni sul mio "potere speciale" che
avrei potuto acquisire con la vampirizzazione. Di una cosa era sempre
stata certa: un potere ce l'avevo, ne ero sicura anch'io. E lo scoprii da sola
qualche giorno fa. Ho scoperto di essere immune a molte cose che mi circondano:
il sangue, prima di tutto, che mi ha sempre fatto venire la nausea, ora mi è
indifferente. Beh, d'altra parte, come poteva essere possibile che io,
quasi intollerante al sangue, ora ne diventassi così assetata come tutti
gli altri vampiri neonati? Ma questa immunità non riguardava solo ed
esclusivamente il sangue e il desiderio di uccidere gli umani, bensì qualcosa di
più profondo. Non dovevo sottovalutarmi: come sostenevano i Volturi, da vampiro
avrei avuto dei poteri nascosti che già si celavano in parte nella mia vita da
umana. Ed infatti niente e nessuno ha mai potuto manipolare la mia mente
e i miei pensieri. Ne' i potentissimi Aro e Jane, ne' il mio caro Edward. Questo potere era raddoppiato grazie alla vampirizzazione, facendo
sì che la mia immunità si allargasse non solo alla sfera mentale, ma
anche a quella fisica. O almeno era questa la mia teoria, sulla base delle
situazioni che mi circondavano: Alice non aveva più visioni chiare sul mio
futuro, Jasper non controllava più le mie emozioni. Se questo fosse vero, avrei
detto addio ai guai che mi avevano sempre fatto compagnia durante la mia vita.
Da non credere...no, infatti non era possibile. I miei guai non potevano aver
fine: in un modo o nell'altro me ne sarei cacciata comunque.
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Primo giorno nel college in Alaska.
Io ed Edward seduti quasi nello stesso banco, lui prendeva inutilmente appunti,
nella mia mente invece c'era una vita lasciata alle spalle.
Accanto all'immagine di due, anzi tre genitori che non avrei più potuto
rivedere a causa del mio aspetto quasi del tutto cambiato - Edward diveva che
ero sempre la stessa...Alice ed Esme continuavano a ripetermi che ero diventata
più bella di Rosalie...io mi trovavo semplicemente e relativamente cambiata, ma
niente di che - , c'era soprattutto l'immagine di Jacob Black. Non
l'avevo mai più dimenticato, ma quel giorno per qualche inspiegabile motivo il
suo ricordo era particolarmente potente. Da quanto non lo vedevo? Ormai avevo
perso la condizione del tempo, ma per quanto mi ricordassi - i ricordi della mia
vita umana erano rimasti quasi del tutto nitidi - non lo vedevo da quando era
completamente fasciato ed ingessato, incapace di muoversi. Pochi giorni e poi
nessuno l'ha più rivisto. Le ultime informazioni che ricordavo di Seth, e che
era ancora vivo, e questo era ciò che contava. Purtroppo però, non sentivo Seth
o Billy da mesi, quindi se ci fosse stata qualche novità non lo sapevo e non ne
sarei stata mai a conoscenza. Trasalii al solo pensiero. Mai più il volto di
Jacob, mai più un suo sguardo, mai più le sue braccia calde. Probabilmente non
tolleravo neanche più il suo odore, dato che per me doveva essere solo un
cane. O forse sarei stata immune anche a questo? All'odore dei
licantropi, che tutti i vampiri detestavano? Già, forse io avrei potuto
anche vedere pacificamente un licantropo...ma lui? Come avrebbe reagito
vedendomi così cambiata?
«Bella?» Edward spezzò i miei pensieri. E grazie al cielo che ero sempre immune
al suo potere di entrare nella mia mente, altrimenti...
«Dimmi». Risposi un po' distaccata, senza neanche farci caso.
«Non so più cosa pensare del tuo comportamento da quando siamo arrivati qui.
Capisco la malinconia e capisco che ci vorranno anni e anni per risanarla, ma io
non vorrei trascorrere un decennio esattamente in questo modo. Almeno ogni
tanto, quando il docente ti chiama, rispondigli...evitando quello sguardo perso
nel nulla». Cavolo, certo che le figuracce non finivano mai per me. Avevo
passato due ore navigando nella mia immaginazione, senza pensare neanche un
attimo ad Edward o al professore che mi stava osservando. Per fortuna in quel
momento suonò la campanella.
«Potrei sapere come mai eri così assolta nei tuoi pensieri prima? A cosa
pensavi? Jacob, per caso?» la domanda mi spiazzò e arrossii. Era stato
solo un caso che aveva azzeccato, oppure ogni tanto la mia mente lasciava dei
buchi nei quali Edward poteva accedere?
«Allora?» La sua voce iniziava ad essere leggermente nervosa.
«Niente, Edward, davvero». Purtroppo non avevo neanche più la scusa del sonno o
della fame ad accorrere in mio aiuto.
«Sì, è vero, da una parte pensavo un po' alle lezioni nella scuola di Forks, sai
questo college ha qualcosa che me lo ricorda. E tra i pensieri di Forks, mi è
venuto in mente anche Jacob, ma non preoccuparti. Passerà». Tra una scusa e
l'altra tentai invano di chiudere il discorso.
«Non inventarti scuse, Bella. Se eri così assolta nei tuoi pensieri stamattina,
dev'esserci un motivo ben preciso. Evidentemente Alice te l'ha detto». Mi colse
di sorpresa, non sapevo davvero di cosa stesse parlando. Cercai di ricordare,
avevo sentito Alice ieri sera, ma nessuna novità, anche se... era probabile che
mi nascondesse qualcosa, lei era come un libro aperto per me, anche a miglia e
miglia di distanza.
«Ti sbagli, ieri non mi ha detto nulla di che. Però ho il presentimento che mi
stiate nascondendo qualcosa».
«Meno male. Vedo che mi ha dato ascolto, perchè preferisco dirtelo io. Alice è
sempre così precipitosa e...»
«Dirmi cosa?» Ora ero io che iniziavo ad innervosirmi e senza rendermene conto
stavo alzando troppo la voce, lasciando che le persone poco distanti si
accorgessero troppo di noi. Non era nostra intenzione andare nell'occhio, eppure
eravamo ugualmente al centro dell'attenzione, me ne accorsi in quel momento. I
motivi erano ovvi: la discussione che stavamo avendo, i nostri volti pallidi ed
il fatto che ci trovavamo nella sala mensa senza toccare cibo. Notai che anche Edward se n'era reso conto e mi fece cenno di abbassare la voce, fingendo di
mangiare qualcosa.
«Bella, tesoro, calmati. Non vorrei dirtelo, ma hai il diritto di sapere ciò che
ti riguarda. Jacob Black sta per tornare. Naturalmente Alice non può
vederlo, ma ha visto Charlie. Come le hai raccomandato, lo tiene sotto
controllo, e ieri ha visto che entro domani gli farà visita Jacob. Purtroppo non
è stata ancora capace di vedere le reazioni di Charlie, e da ciò presumiamo che
Jacob ancora deve decidere cosa dirgli. Ma se deciderà di dirgli la verità, come
il fatto delle moto, per vendicarsi... Faremo in modo di fermarlo stavolta».
Incredibile, Jake stava tornando, proprio adesso. Rabbrividii. Stavo di nuovo
per alzare il tono della voce.
«Cosa intendi per "fermarlo"?» Gli unici che potevano "fermarlo" erano
Carlisle ed Esme, dato che Alice, Jasper, Emmett, Rosalie, Edward ed io ci
trovavamo a studiare in diverse parti del pianeta. Carlisle era rimasto invece a
Forks per continuare a lavorare all'ospedale, forse ancora per poco, ed Esme gli
faceva compagnia.
«Jacob non darebbe ascolto a Carlisle, quindi dovrebbe finire con le maniere
forti, ma Carlisle è il primo che non vuole far scoppiare una guerra tra vampiri
e licantropi, come ben sai. Anzi, la guerra sarebbe potuta essere potenzialmente
già scoppiata. Ma dato che sei stata trasformata lontano da La Push e anche
lontano da Forks... non hanno avuto niente da ridire. Carlisle ha già parlato in
precedenza con Billy, sai sono diventati quasi amici, soprattutto da quando ha
curato Jacob...è per questo che non sono stati contrari alla tua
trasformazione». Sembrava quasi che Edward volesse scherzare a giudicare dal
tono della sua voce, poi si rifece subito serio.
«Bella, considera la possibilità che in questo week-end potremmo tornare a Forks.
Devi parlare con il tuo amico e farlo ragionare. Tuttavia aspetto novità da
Alice, e poi decideremo». Malgrado fossi un vampiro mi sentivo girare la testa.
«Edward, in effetti muoio dalla voglia di tornare a Forks e di vedere Jacob
forse per l'ultima volta, ma vedi... prima di tutto mio padre non può
assolutamente vedermi; secondo, cosa dico al mio amico per fargli cambiare idea? E come
reagirebbe vedendomi così?» Non riuscivo ad immaginare neanche.
«Alice sostiene che tu ne saresti capace. Basta dimostrargli che sei felice
così. Il tuo cuore non batte più, motivo per il quale deve arrendersi. E digli
che la smette di fare il bambino vendicativo, altrimenti scoppia la guerra».
Guerra. Che parola acida.
«No! Jacob non può rischiare la vita. Non può perderla per colpa mia. Mi prendo
le mie responsabilità, gli dirò tutto ciò che volete. Anche perchè deve lasciar
stare Charlie che non c'entra nulla e ne' deve sapere niente». In quel momento
il cellulare di Edward squillò. Lo guardai.
«Sì, è lei». disse Edward, e porse il cellulare all'orecchio destro.
Note dell'autrice:
Eccomi qui dopo quasi un anno a scrivere fanfiction, questa volta sulla saga di
Twilight, il mio libro preferito. L'attesa di cosa accadrà in BD mi snerva xD e
così ho deciso di inventarmi qualcosa io. Premetto che sono un po' come la Meyer:
adoro la coppia Edward/Bella, ma non tralascio il rapporto Jacob/Bella,
immaginando intrighi tra di loro, ma alla fine l'importante è che tutti siano
felici e contenti! Almeno spero che così la penserà anche la Meyer per Breaking
Down...!
Spero di aggiornare presto, intanto apprezzerei le vostre recensioni ^^ E
cercate di capire, se c'è qualche errore è perchè non leggo libri di Twilight da
tempo, e non scrivo ff da ancora più tempo °-°
Baci a tutti! **