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Autore: down2theshippinghole    12/03/2014    1 recensioni
Cosa sarebbe successo se Keroro quel giorno non si fosse fatto scoprire dai fratelli Hinata? Con questa fanfiction provo a spiegarlo nel mio inconfondibile stile e con la mia interpretazione, ma ovviamente non mancherà il nostro amato "Kero Style"
Un piano programmato a non fallire, nemici che s'intrufoleranno nel loro cammino, passati oscuri, rivelazioni sconcertanti e segreti incoffessabili, fatti misteriosi che apparentemente non avranno conclusione, fiducia che dovrà essere riconquistata, il desiderio di convivere armoniosamente, e quello di sterminare ogni cosa.
Giroro che dovrà scegliere tra l'esercito e sè stesso, Natsumi si ritroverà in una situazione complicata, Kururu svelerà dei segreti che avrebbero dovuto rimanere tali, Keroro cercherà di invadere la terra in un modo diverso dal solito, scopriremo il passato di Aki e della sua famiglia... e molto altro ancora!
I nostri amici Pekoponiani e Keroniani in una fanfiction dove s'incontreranno mistero, amicizia, dolore, tanto, tanto amore, e un pizzico di comicità che non guasta mai.
Non vi resta che una sola cosa da fare: leggere!
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Giroro, Natsumi, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Attività fisica, chi non la adora?


-SVEGLIATI, FUYUKI!!!- Gridò sua sorella per alzarlo dal letto.
-Eh? Cosa c’è? E poi perché hai l’uniforme?- Chiese ancora addormentato, notando una testa dai capelli rosa che sbucava da un colletto con un fiocco rosso.
-Ma per andare a scuola, che domande...- Rispose un po’ scocciata.
-Sì, ma siamo mezz’ora in anticipo...- Borbogliò con la stessa espressione che avrebbe qualsiasi persona normale dopo essere stato svegliato prima del dovuto in un modo tanto sgraziato.
Incrociò le braccia indispettita -Lo so benissimo... ma oggi c’è la prima lezione di ginnastica, e io non ho alcuna intenzione di perdermela!-
Lui affondò la faccia nel cuscino con un tonfo dovuto allo spostamento d’aria: -Una ragione in più per non andare-
-Eh no! Tu non mi farai fare tardi proprio oggi! Avanti, alzati!- Gli ordinò Natsumi con un tono di voce che non ammetteva repliche.
-La mamma non è rientrata nemmeno stanotte, vero?- Chiese il fratello dopo qualche secondo, con un tono serio indiscutibilmente fuori luogo, svegliandosi a passo di bradipo, e notando la lunga assenza di Aki.
-Sì, e non tornerà prima di un paio di giorni, se non per qualche ora di notte- Urlò lei dal piano di sotto, dato che nel tempo che Fuyuki aveva impiegato per guardarsi intorno e accorgersi che la donna dai capelli scuri non era presente, era sfrecciata in cucina, e stava preparando la colazione per entrambi.
-Alzati!- Ripetè, non notando alcun rumore che facesse intendere il suo risveglio.
-Se proprio devo...- mugugnò abbattuto il fratellino -Ma tanto per la cronaca... io detesto fare attività fisica- Si lamentò con chissà quale entità immaginaria che lo degnasse della giusta considerazione mentre si infilava i pantaloni e la maglietta.
Scese le scale svogliatamente, e mangiòa assieme a sua sorella.
-Secondo te, dovremo dirlo alla mamma?- Alluse lei rompendo il silenzio e continuando a trangugiare biscotti al cioccolato.
-Per ora è meglio evitare che la mamma sappia del...- si fermò, e guardò Natsumi, non sapendo se fossero spiati, aspettando che gli desse il permesso di continuare, lei acconsentì dopo un attimo di esitazione -...del fatto che ci stanno pedinando- Concluse Fuyuki guardandosi intorno per accertarsene, anche lui dello stesso parere.
Qualche minuto più tardi, una Natsumi che per la prima volta aveva brama di andare a lezione, e un Fuyuki che per poco non si addormentava per strada, erano già in cammino verso la scuola.
Arrivarono, come previsto, in anticipo, e furono costretti a rimanere in attesa dei loro compagni.
-Era davvero necessario svegliarmi così presto?- La rimbeccò il fratello.
-Uff...- Sbuffò lei gonfiando le guance.
-Natsumi!- La chiamò una voce squillante, proveniente da dietro di sé.
La ragazza si girò, e si trovò davanti due occhi verdi dall’aria curiosa.
-Oh, ciao Koyuki- ricambiò la rossa -Come mai da queste parti così presto?- Chiese, volgendo al fratello un sorrisetto irritante, come per dire “Visto?”
-Io? Beh, di solito sono puntuale, ma oggi, dato che le giornate stanno cambiando, ho fatto un po’ confusione con il sole, e mi sono svegliata un po’ prima. Già che c’ero, ho deciso di fare una passeggiata invece del solito deltaplano... ma... si può sapere perché mi guardate così? Ho detto qualcosa che non và?- Domandò ingenua la ragazza, vedendo le facce più che sorprese dei fratelli.
“Certo che tra la dodicenne multimiliardaria, il biondino appena evaso di galera, e la ragazza in deltaplano... Ma c’è qualcuno in questa scuola che possa essere considerato normale?” Pensò Natsumi mentre stava ascoltando le avventure mattutine dell’ormai amica, ignorando il suo colorito di capelli abbastanza fuori dell’ordinario.
-T-tu ti alzi dal letto senza una sveglia?- Chiese stupita la ragazza, pensando che lei, solitamente, per svegliarsi in orario aveva bisogno di almeno un carrarmato.
-Cos’è una sveglia?- Rispose Koyuki mettendo quasi in imbarazzo i suoi interlocutori.
-Lascia perdere...- Si rassegnò il ragazzo sorridendo, dirigendosi verso la sua sezione.
 Natsumi aspettò che il fratello fosse andato, per poi riprendere la conversazione: -Allora... da dove vieni?-
-Beh, questo non posso dirlo, ma visto che mi ispiri fiducia ti basti per ora sapere che sono una kunoichi, e che abito in una radura non lontano dalla città con il mio cane Zeroyasha- sussurrò lei strizzando un occhio -Oh! Sono arrivate anche le altre! Ci vediamo in classe!- La salutò prima di dileguarsi.
“Che strana ragazza... però, tutto sommato è simpatica” sentenziò Natsumi nella sua testa, ma i suoi pensieri vennero interrotti da Yayoi e Satsuki che la travolsero, immettendola nel discorso che stavano facendo per strada.
-Secondo me è una perdita di tempo, serve solo ad umiliare i ragazzi e le ragazze scarse come me- Si lamentò la ragazza dai capelli scuri con aria di chi si è appena alzato dal letto per costrizione di qualcun altro.
-Andiamo, Yayoi! È bellissimo fare educazione fisica a scuola, molto meglio che stare su quegli stupidi libri- Cercò di coinvolgerla la compagna di viaggio.
-Personalmente adoro queste lezioni. E non essere preoccupata di quello che penseranno gli altri, se anche fosse, con il tempo migliorerai- Sorrise Natsumi cercando di confortarla.
Dopo pochi minuti dal rientro in classe, arrivò il tanto agognato momento: ginnastica!
Entrò la professoressa di educazione fisica, mentre gli alunni, come loro solito, si alzarono in piedi in segno di saluto. Sembrava simpatica, comprensiva e aperta agli argomenti e alle proposte dei ragazzi, piuttosto sbarazzina per essere una prof. Era, all’apparenza, poco più giovane di Aki, aveva dei capelli bruni ricci e sbarazzini raccolti in una coda sotto il cappellino sportivo fornito di visiera, e gli occhi scuri dietro a due grosse lenti quadrate.
-Ok, ragazzi. Dato che questo è il primo giorno che passiamo insieme, che ne dite di qualche partita a squadre per sciogliere un po’ la tensione del nostro primo incontro?- Propose tirando fuori una palla arancione fosforescente dal suo borsone da palestra.
-SÌ!- Annuirono in coro gli amanti dello sport come Natsumi, mentre quelli pigri come Yayoi sbattevano leggermente la testa sul banco. Infine c’erano quelli indifferenti perché troppo sicuri e orgogliosi, o perché la ginnastica non interessava loro un granché, come il biondino dell’altro giorno, e una ragazza che colpì Natsumi in modo particolare. Era alta, magra e di carnagione chiara, con una lunga matassa di capelli biondi tendente all’arancione, che le scendeva fino al ginocchio, aveva gli occhi smeraldo, affusolati, dallo sguardo tagliente. Natsumi era più che sicura di averla già vista da qualche parte, ma non riusciva proprio a ricordare dove o quando.
Credendo non fosse molto rilevante, lasciò perdere e cercò di immaginare come avrebbe reagito suo fratello qualche ora dopo. Nella sua testa, era sdraiato su un banco simile ad un fantasma, con le occhiaie, la pelle bianca, e un espressione quasi rassegnata in volto. La ragazza si lasciò sfuggire un sorrisetto divertito a quell’immagine.
-Ma prima, l’appello- Li avvertì la professoressa. E dopo un “Ohhh” di delusione, si rimisero a sedere.
-Azumaya Koyuki...- Cominciò la donna.
-Presente!- Esclamò l’interessata scattando in piedi come una molla appena caricata e successivamente rilasciata a tutta potenza. Si capiva subito che era piena di energia e voglia di partecipare e collaborare. Aveva gioia ed allegria da vendere, tant’è, che anche se la conosceva solamente da pochi giorni, Natsumi l’aveva sempre con un largo sorriso in volto.
-...Imogo Rie...- Disse dopo una decina di altri nomi.
-Presente...- Fece con voce leggermente arrogante, la ragazza dai lunghi capelli biondi.
Rie! Non l’aveva riconosciuta con i capelli così diversi da quando la conosceva. E a quanto pare, anche lì, la perseguitava. La sua vecchia ex migliore amica. Colei che poi era diventata una delle classiche reginette del ballo di fine anno, con ogni cosa al pari del naso. Per qualche motivo aveva cominciato a mettersi competizione con Natsumi dal periodo compreso fra i dieci ed i dodici anni; da allora le due si erano comportate più come comandanti di eserciti rivali che da amiche. L’aveva rovinata la popolarità, il successo, la notorietà, e poi tutti quei ragazzi che le facevano la corte...
-...Gocho Giroro...- Chiamò ancora, dopo un po’.
-Presente- A parlare con tono fermo e deciso, era stato il biondino che Natsumi aveva catalogato, per così dire, fin dal primo giorno.
-Come ti trovi in questa scuola?- Domandò cordialmente la donna.
-Bene, non si preoccupi-
-Vedi di rimetterti in carreggiata, e recuperare quei due anni persi, ok?- Chiese di nuovo, con un atteggiamento a metà tra lo scherzoso, e il comprensivo.
Annuì di nuovo, e si riaccomodò al suo posto, permettendo così all’appello di proseguire.
Così il biondino aveva pure due anni in più? Sedici anni? Notando la sua corporatura, non fu una scoperta così sconcertante, ma Natsumi stette a rimuginarvici sopra per un bel pezzo. E forse era anche arrivato il momento di cominciare a chiamarlo Giroro invece che biondino. Mah, un nome piuttosto insolito per un liceale giapponese, e anche per qualsiasi persona di qualunque altra parte del mondo. E vogliamo parlare del cognome? Ancora più strano. A suo parere, quel ragazzo aveva qualcosa di molto strano... qualcosa...
-Hinata Natsumi!- Ripeté per la quarta volta l’insegnante.
La ragazza ebbe uno scatto improvviso: -Hi-Hinata Natsumi?-
-Hinata Natsumi sei tu!- Sussurrò Koyuki dandole una leggera gomitata, da buona compagna di banco qual’era.
-Oh! S-sì, sono io- farfugliò alzandosi goffamente in piedi -P-presente!!!-
I suoi compagni risero, mentre l’insegnante scosse la testa accennando un sorriso, e andando avanti con l’appello come se nulla fosse. In seguito interpellò anche le sue amiche: Shimotsuki Yayoi e Shiwasu Satsuki.
-Bene ragazzi, ora possiamo andare in palestra!- Esclamò la donna con aria gioiosa una volta che tutti gli alunni furono stati chiamati.
Raggiunsero il grande stanzone della scuola, e andarono nei rispettivi spogliatoi. Femmine a destra, maschi a sinistra.
Arrivati nei camerini, le ragazze non perdettero occasione di spettegolare un po’, come del resto è la loro natura.
-Hey, Natsumi... hai visto Saburo? Quest’anno è ancora più carino!- Dichiarò Satsuki facendosi sfuggire un urletto di emozione mentre si toglieva le scarpe.
-Chi?- Chiese distrattamente la ragazza, anche lei intenta a cambiarsi, con un tono un po’ troppo poco veritiero.
-Ma come chi?- La rimproverò la brunetta tutto pepe che le stava di fronte -Il ragazzo più affascinante della classe! Se non della scuola stessa. Sai benissimo di chi sto parlando...-
-Saburo... Saburo... Ah, sì, forse ho capito- mugugnò con indifferenza, ma in cuor suo sapeva di non poter ingannare la ragazza; come dimenticare Saburo Mutsumi? Il ragazzo di cui, fino all’anno scorzo, era stata innamorata? Lo scorso anno, per l’appunto. Dopo ciò che era successo, non voleva avere più niente a che fare con quel tipo. Aveva giurato a sé stessa di non essere più in balìa di un ragazzo come lo fu quella volta -Si tratta di quello con gli occhi azzurri e i capelli grigiastri che a ricreazione sta seduto sulla sedia in modo osceno? Quello che è stato bocciato per le troppe assenze?- Chiese cercando di rimanere distaccata al suo nome, e allo stesso tempo provocare l’amica, avendo presente che durante l’intervallo, il ragazzo se ne stava con le braccia incrociate dietro la testa, e in equilibrio su due delle quattro gambe della sedia, intento a guardarsi intorno con aria serafica.
-Fidati, te lo sconsiglio vivamente...- Aggiunse, più per scherzare, che per un vero e proprio consiglio da amica.
-Ridi pure...- la incitò maliziosamente Satsuki -Come se io non mi fossi accorta che guardi sempre un certo ragazzo biondo...- La punzecchiò alzando leggermente le spalle.
Natsumi, involontariamente arrossì. Quel leggero rossore che ti prende quando qualcuno a te caro ti fa un complimento -Non essere sciocca! C’è qualcosa che non mi convince in quel tipo... è fin troppo perfetto...-
L’amica, vedendo che non era il caso di tormentarla ancora, riprese a cambiarsi, ma sempre con quel sorrisetto irritante che faceva venire a Natsumi il dubbio scherzoso sul fatto di frequentare ancora Satsuki.
In quel momento, i ragazzi,che le stavano aspettando da un pezzo facendo stretching per ingannare il tempo, e stavano cominciando a perdere la pazienza. Vi erano testimoni commenti del tipo “Ma quanto ci mettono?”, “Le solite donne... si fanno sempre aspettare” oppure “Se continuiamo di questo passo, divento vecchio”.
Ma l’attesa seppe ricompensarli di buon grado; mentre i ragazzi avevano una T-shirt bianca e dei pantaloncini azzurri fino al ginocchio, le loro compagne indossavano la maglietta identica in tutto e per tutto alla loro, solamente più scollata sulla schiena, e dei pantaloncini rossi cortissimi; tanto, che invece che pantaloni, sembravano indumenti intimi.
La schiera di ragazzi era rimasta, per la maggior parte, a bocca aperta, e alcuni sbavavano leggermente. Giroro, invece, ricordando i pochi addestramenti sull’autocontrollo a cui aveva partecipato, era riuscito a mantenere la calma, almeno in apparenza. Prestava particolare attenzione alla ragazza che doveva tener d’occhio: Natsumi Hinata. E se vogliamo dirla tutta, non la stava guardando solo perché gli era stato ordinato da un suo superiore.
Era davvero carina... i suoi capelli rosa raccolti in due codini, che per l’occasione si erano alzati ancora di più. Le sue gambe minute, che all’apparenza sembravano fragili, si muovevano con grazia mentre si guardava intorno leggermente spaesata. Sembrava così piccola quella volta, in confronto all’enorme palestra.
“M-ma a cosa sto pensando?” si richiamò distogliendosi dai quei pensieri così inconvenienti. Almeno, inconvenienti per un soldato; perché, (e su questo ci si potrebbe mettere la mano sul fuoco) gli altri ragazzi del gruppo non si facevano certo troppi problemi in quanto cosa pensare e non.
Natsumi, fortunatamente per lui, non si accorse delle occhiate strane che le rivolgeva il ragazzo, altrimenti ne avrebbe pensate, e forse dette, di tutti i colori.
Gli alunni udirono un fischio che li fece sobbalzare, per poi controllarne la provenienza. Era stata la loro insegnante come già avevano supposto.
-Ok, ragazzi. I maschi in fila di qua, e le ragazze disposte di là- Ordinò alla scolaresca, che ovviamente obbedì.
La professoressa formò le squadre assegnando un numero a ciascuno studente alternandosi con le cifre uno e due. Alla fine, vennero fuori due gruppi abbastanza omogenei.
Nel primo c’erano Yayoi, Rie, Saburo, Giroro e altri alunni. Mentre nell’altro, dei nostri amici, c’erano Satsuki, Koyuki, e Natsumi.
La donna, accompagnata da gridolini gioiosi, e mugugni disperati, annunciò il gioco: -Prima gara: Pallavolo!-
Lanciò la palla a Natsumi, capitano della squadra due, che dovette contendersi il lancio d’inizio a morra cinese con Rie, caposquadra autoeletta del primo gruppo. La palla andò alla squadra uno, con grande esulto dei ragazzi del campo sinistro. Mentre la rossa se ne ritornava abbacchiata e a mani vuote dai suoi.
Quegli stupidi giochetti di fortuna non erano mai stati il suo forte, ma per quanto la buona sorte non fosse con lei, era decisa a far vedere a tutti, anche al ragazzo biondo che da quando era uscita dallo spogliatoio non le aveva staccato un attimo gli occhi di dosso, di cosa era veramente capace di fare.
Cominciò la partita. Primo punto alla squadra della smorfiosa dai capelli biondi. Ma se sperava che Natsumi si sarebbe arresa senza nemmeno combattere davvero, si sbagliava di grosso.
-PALLA!- Urlò Rie dall’altra parte del campo, mentre con una battuta che curvò per un attimo il pallone, lo stava scaraventando proprio su quella che ormai poteva considerare la sua rivale.
Natsumi, appena vide quel proiettile di gomma schiantarsi contro di lei, non si tirò certo indietro, e la palla finì su Giroro, che con grande sorpresa della ragazza, la rimandò indietro con una schiacciata che per poco non gli fece guadagnare un altro punto.
-Tua!- Esclamò Koyuki passando la palla all’amica, che ne approfittò per scaraventarla sulla bionda dall’altra parte, e, come Natsumi si aspettava, la lanciò al biondino.
La partita andò avanti così per un bel pezzo, e per altrettanto tempo, giocarono quasi unicamente la rossa ed il biondo.
Per Natsumi, quella era una semplice partita in cui voleva dare del filo da torcere ai suoi avversari, in particolar modo a lui. Ma per Giroro, era ben più che un gioco. Keron contro Pekopon. Insomma, l’aveva presa fin troppo sul serio per essere solo una partita amichevole.
“Non devo sbagliare. Dipende da me, scoprire quanto sono forti queste soldatesse Pekoponiane. C’è in gioco la mia reputazione di soldato! Non dev... AAH!!!”
Mentre era ancora concentrato a fare il suo ragionamento, e discorso interiore sul fatto che non doveva sbagliare, una pallonata tiratagli da Natsumi, lo colpì in piena faccia facendolo cadere a terra e sbattere la testa sul pavimento di legno lucido.
Immediatamente, come un branco di pecore capitanate da un pastore, gli alunni gli si strinsero attorno a mo’ di cerchio, guidati dall’insegnante. Ovviamente, in prima fila, i posti erano già prenotati per le studentesse, che non si sarebbero di certo lasciate sfuggire un’occasione del genere. Anche perché molte di loro avevano già notato il suo fascino, e pettegolezzi sull’argomento stavano via via espandendosi sempre di più.
-Lasciatelo respirare!- Urlò una voce in mezzo al gruppo.
-Poverino, chissà che botta...- Sentenziò un altro massaggiandosi la mascella cercando di immaginare il dolore.
-Ma chi l’ha ridotto così?!- Domandò qualcuno da dietro che probabilmente non aveva seguito la loro performance tanto attentamente, facendo rabbrividire Natsumi, che si fece strada tra la folla e gli si sedette accanto più che dispiaciuta.
- Giroro! Avanti, riprenditi!- Lo incitò, cercando di far intendere le sue scuse.
-Ah...- Gemette lui appoggiandosi una mano in mezzo alla capigliatura bionda.
Appena riuscì a sollevare le palpebre, uno schizzo rosso fuoriuscì dal suo naso. Ma non era dovuto alla botta, come invece pensava Natsumi, che se ne stava accanto a lui, a testa bassa e più mortificata che mai. Bensì al fatto che la prima cosa che vide dopo il suo svenimento improvviso, fu il viso della ragazza proprio di fronte al suo, che lo guardava con aria preoccupata e dispiaciuta. Era bello, e sorprendentemente piacevole svegliarsi e vedere i suoi occhioni dorati intenti a fissarlo. E l’emozione era stata tanta da fargli sanguinare il naso. Dopotutto, lei era pur sempre una ragazza, e lui un “ragazzo”.
-Forse ho esagerato...- confessò la ragazza -Vieni, ti accompagno in infermeria-
E così fece. Tempo un quarto d’ora, e Giroro era completamente guarito, anche se fu difficile riprendersi per il povero alieno, visto che gli occhi della rossa non si scollavano un attimo da lui.
-Bene...- Borbottò Natsumi quando furono fuori dalla stanza e lontano dalla vista dell’infermiera scolastica -I-io... io dovrei ritornare in palestra...- Farfugliò infine incamminandosi verso la porta, ancora leggermente a disagio per l’accaduto. Una scusa alquanto debole, visto che lui, frequentante la stessa classe, l’avrebbe dovuta seguire in ogni caso.
L’altro, rimase impietrito a quella reazione improvvisa, e soprattutto dal fatto che quella ragazza lo aveva steso, si potrebbe dire, con le sue sole forze.
“Non avevo calcolato la sua determinazione... Forse non ero ben preparato, forse aveva una strategia di ferro, o forse... forse questa Natsumi è davvero speciale” rifletté accodando la ragazza nella sala da ginnastica.
E trascorsero altre due ore a giocare a pallavolo, o ad altri giochi che normalmente si facevano a squadre. Sempre con Rie e Natsumi, perennemente in competizione.
-Non vedo l’ora di partecipare alla prossima lezione di educazione fisica...- Sospirò la rossa, dirigendosi verso gli spogliatoi a sinistra, fingendo che non fosse successo niente, spalleggiata da Yayoi, e Satsuki.
La ragazza con i capelli lunghi la guardò contrariata.
-Suvvia, non è stato così male, dopotut...- Replicò la ragazza, ma si bloccò non appena aprì la porta di quello che doveva essere il loro camerino, dato che dentro, non cerano ragazze intente ad allacciarsi le scarpe, ma ragazzi che si stavano togliendo la maglietta, sfoderando tutti i loro muscoli, almeno, chi ne aveva.
Appena le videro sull’uscio della porta si fermarono, così come si fermò Natsumi, che era diventata dello stesso colore di un pomodoro maturo, e stava in particolare fissando Giroro, cercando inutilmente di distogliere lo sguardo.
Finché un tale dal fondo della camera ruppe con un urlo sfrontato la scomoda atmosfera lì intorno: -Avete sbagliato camerino, la prossima volta prestate più attenzione alle scritte sulle porte!-
Le ragazze non se lo fecero ripetere due volte, e corsero via a gambe levate più imbarazzate che mai.
-Perché ci avete messo tanto?- Domandò Koyuki appena le vide entrare.
Per tutta risposta, Satsuki le fece segno di tacere con una mano, dicendole che non era proprio il caso di parlarne. La kunoichi rimase perplessa, ma poi acconsentì senza troppe discussioni.
Natsumi era ancora scossa. Erano stati i cinque secondi più imbarazzanti di tutta la sua vita. Della sua vita fin’ora; perché era certa che in quell’anno, la vicenda appena successa sarebbe finita all’ultimo posto della classifica dell’imbarazzo. E come tutti nell’accademia Kisshuo sapevano, Natsumi aveva una certa propensione per il settimo senso, o come lo chiamavano le sue amiche “settimo senso estivo”.
Ma, anche se ammetterlo le costava caro dal punto di vista psicologico e sentimentale, una parte di sé non era pienamente dispiaciuta per aver sbagliato spogliatoio... che avesse ragione Satsuki? Che le piacesse davvero quel biondino a cui aveva quasi fracassato il naso?
No. Era senza dubbio da escludere che fosse attratta da un tipo del genere... o forse no?
-A cosa stai pensando, Devil Summer?- Fece la brunetta vedendola così rossa in volto, con un sorrisetto scaltro ed enfatizzando in particolar modo le ultime due parole.
Devil Summer? Devil Summer... Sì, non era male come soprannome, sicuramente meglio di quell’odioso “Na-chean”. Volendo, ci avrebbe anche potuto fare l’abitudine.





Lulù's time
Ciao!
Se qualcuno si ricorda di me è già tanto...
Allora, vi è piaciuto questo capitolo? Personalmente tra tutti, è quello che mi convince di meno ._. Ma se vi è piaciuto ne sono più che soddisfatta ^^
Le spressioni "settimo senso estivo", e Devil Summer fanno riferimento al nome di Natsumi (Natsu, in giapponese significa estate) ma credo che lo sapevate già :)
Sì, sì... anche questa volta mi devo scusare con voi per l'immenso ritardo T^T Da me c'è stato il delirio più totale...
Riassunto del delirio: dovevo fare due lavori di gruppo a scuola, due powerpoint per essere precisi, ma i miei compagni non si sbrigavano. Cioè, io dovero fare il powerpoint, perchè ho una certa dimestichezza con il computer, mentre loro dovevano fare il testo scritto (qullo da dire a voce) e tradurlo. Avevamo due mesi di tempo, e quando si riducono questi? Ovviamente alle ultime due settimane. Scrivono il testo, coordiniamo il testo con le immagini. Traducono, mi dano le parti, e si vede benissimo che hanno tradotto con Google traduttore, così ho dovuto passare i giorni rimanenti a cercare di correggere! Il bello è che nonostante gli errori in inglese, la nostra prof di italiano ha detto che è stato un lavoro spettacolare!
Morale: Le prof di italiano non sanno l'inglese xD
Se a tutto ciò ci aggiungiamo che ho dovuto studiare per le multeplici verifiche e compiti di punizione che ogni volta i miei compagni (quelli cretini casinari) fanno prendere a tutta la classe, non si trova più il tempo do fare niente.
Ma visto che io vi voglio bene ho scritto questo capitolo tra un compito ed un altro, e lo sto postando quando in realtà ora dovrei fare i compiti di grammatica <3 <3
Se avete letto tutto l'angolo dell'autrice vi meritate sinceramente un applauso, e scusatemi per avervi annoiato.
Spero vi sia piaciuto più di quanto è piaciuto a me! E se mi lasciate anche una recensione mi rendete felice ^^
Ciao ciao!

Lulù
  
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