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Autore: Pleurite98    12/03/2014    5 recensioni
Cosa saresti disposto a fare pur di continuare a vivere? Pur di continuare a pensare?
Trentotto personaggi. Un' isola. Un solo sopravvissuto.
Non puoi fuggire, non puoi ribellarti, puoi solo uccidere.
Sono queste le regole del programma. Chiare ed infrangibili.
Doveva essere la sesta stagione di Total Drama, invece si è trasformata in un incubo.
Dall'ottavo capitolo:
Quando decidi di prendere parte del gioco devi calcolare di dover uccidere chiunque ti capiti a tiro.
Anche se hai un solo amico, devi renderti chiaro nella mente che potresti essere costretto a ucciderlo. Soprattutto se è lui ad aggredirti. Non puoi aspettare che sia qualcun altro a farlo. [...]
Quando decidi di giocare lo devi fare davvero. Senza rimorsi. Senza rimpianti.
Genere: Avventura, Drammatico, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alejandro, Courtney, Gwen, Heather, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, Otherverse | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Contesto generale
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Meritocrazia
 
Courtney continuò a correre tra gli alberi. I rami le graffiavano il volto, le tagliavano il viso.
La caviglia continuava inesorabilmente a sanguinare. La calza destra era ormai impregnata di sangue. Il dolore era lancinante. Sentiva tutta la gamba andare a fuoco.
Ma non poteva fermarsi, doveva resistere fino a quando avrebbe potuto. E anche se si sentiva svenire, se sentiva che le forze stavano abbandonando il suo corpo, doveva stringere i denti fino a quando non le sarebbe stato davvero più possibile.
Si era fidata di Scott, lo aveva aspettato, si sarebbe completamente affidata a lui.
Come aveva potuto?
Voleva ucciderla, ma lei no, non sarebbe morta. Lei era Courtney, lei era perfetta. Non meritava di morire.
 
Scott raccolse velocemente lo zaino e si precipitò all’inseguimento della ragazza.
Maledizione. Stava andando tutto storto. Sarebbe dovuto essere più semplice. Senza esitazione, se l’era ripetuto più volte nell’attesa. Sangue freddo.
Il bosco era troppo vasto, si diradava in mille direzioni. Rimase in silenzio nella speranza di sentire qualche rumore, ma il suono dell’oceano sovrastava ogni cosa.
Quella situazione era un fottuto casino, ma ci si trovava e non poteva stare fermo a subire.
Doveva agire. Se non Courtney avrebbe trovato qualcun altro.
Uno ad uno sarebbero caduti tutti quanti. Tranne lui. Il grande Scott. Furbo. Scaltro. Affascinante. Intelligente. Lui meritava di vivere.
 
Il sole ormai batteva pesante sulla spiaggia, infrangendosi nel vetro della palazzina e spezzandosi in mille riflessi.
Erano circa le dieci della mattina, quindi i due settori che erano stati annunciati dovevano essere sicuramente già proibiti.
Ezekiel aveva guardato Courtney nel campo di dodgeball per tutto il tempo dalla piccola insenatura nella quale si era nascosto.
Quella troietta. Non poteva avvicinarsi senza che lei lo vedesse.
Magari aveva una pistola. L’avrebbe sicuramente ucciso.
Poi aveva visto Scott. Uno stronzetto pure lui. Aveva cercato di ammazzare la ragazza.
Quei vermi si volevano ammazzare tra di loro?
Perfetto. Meglio per lui. Erano rimasti in trentadue, quindi sarebbero dovute morire ancora trentuno persone. Effettivamente erano tante. Avrebbe dovuto mantenere un ritmo di dieci persone al giorno.
Troppe.
Scott. Quell’indegno. Aveva un Uzi. Doveva scartare anche lui.
Non se la meritava proprio quell’arma, se la meritava di più lui.
Zeke. Ricco, bello, intelligente, affascinante.
Ancora non capiva perché nel reality venisse sempre eliminato per primo.
Come potevano gli altri non amarlo?
Stupidi. Non apprezzavano le vere persone. Le persone degne.
Non meritavano di vivere. Ma lui sì.
 
Sentì l’aria squarciarsi. Tagliata da una lama seguita da una corda.
Girò la testa di scatto.
Un dolore atroce gli pervase lo stomaco.
Guardò in basso.
Un piccolo tubicino trafiggeva il suo corpo, lo sentiva ingrandirsi verso la fine.
Una corda collegava il tubicino ad una specie di pistola.
Stronzi.
Lui non poteva morire. Vermi.
Si era fatto battere da degli schifosi, viscidi vermi.
Di nuovo.
Cadde in ginocchio, tenendo il ferro tra le mani.
 
Alejandro (ragazzo numero 12) riavvolse la corda strappando l’arpione dal ventre di Ezekiel.
Gli lacerò lo stomaco, lasciando una fessura ben visibile nel suo corpo.
 
“Che arma inutile” aveva pensato “ un arpione!”
 
Rovesciò il contenuto dello zaino di Zeke nel suo, raccolse il coltello da caccia da terra e lo infilò sotto la cinghia.
Si passò le dita sul viso pulendosi dagli schizzi di sangue, si sistemò i capelli e riprese a camminare.
 
30 concorrenti rimasti
 
 
Angolo dell’autore
Salve a tutti! Ci risentiamo dopo tanto tempo, mi ero bloccato proprio su questo capitolo D:
Infatti è venuto scarno e non degno di nota, spero che però a voi piaccia lo stesso…
Giuro che nel prossimo mi rifarò, questo è servito solo a far andare avanti un po’ la trama.
Ci sentiamo questo week-end con il capitolo 11, e per chi segue anche l’altra mia ff con il capitolo 2 di Hypercube. Byee! 
  
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