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Autore: xScricciolo    12/03/2014    1 recensioni
Avete mai pensato a quanto a volte, ci si possa affezionare ad una persona?
A volte ci si ritrova legati a questa quasi come si fossero catene.
Si ha bisogno di lei come si ha bisogno dell’ossigeno,
come se fosse una droga
Curioso come due vite si incontrino continuamente
e come insistentemente continuino a diventarne una sola.
Talvolta rimangono unite, talvolta si separano
ma non è per sempre…
Esse sono destinate a rincontrarsi
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Aprii il portone ed entrarono in casa.
Barbara c’era già stata altre volte, e aveva anche dormito qua. Mi salutò dandomi due baci sulla guancia
-“Mi è mancata casa tua”- disse facendomi l’occhiolino.
Diego portava una busta che pensai contenesse la roba per la merenda e dietro di lui Davide chiudeva il cancelletto. Aveva in mano un casco. Era venuto in moto.
Lo salutai con un sorriso, lui ricambiò e si sistemò i capelli mentre sfregava le scarpe sul tappeto dell’ingresso.
-“Permesso”- disse entrando in casa.
Chiusi il portone dietro di lui e lo guidai verso la cucina.
-“ Ciao”- salutò Diego e Barbara che ricambiarono con un cenno, troppo impegnati a mangiare.
-“Ma bravi, fate come se foste a casa vostra!”- li rimproverai scherzosamente.
Davide si sedette  vicino a me e mi chiese se poteva poggiare il casco sopra il divano.
L’opposto di quei due che se ne stavano spaparanzati sulle sedie e ingozzarsi di patatine.
-“Si, si fai pure”-
Sorrise.
-“Dai dai cominciamo che alle 5 me ne devo andare!”- Incalzò Barbara
-“Uh e dove devi andareee?”- la provocò Diego.
-“Devo passare da Carlo a prendere il catalogo della Avon che ho lasciato l’altro giorno. Stasera passo al tabacchino ad ordinare… A proposito ti serviva qualcosa?”- chiese rivolta a me.
-“Non ho visto nulla di nuovo, per ‘sta volta passo”-
-“A che tabacchino devi andare?”- Chiese Diego
-“Mmm… mi sa che mi tocca andare a quello del porto, è il più vicino di quelli che offrono quel servizio”-
-“Allora se vuoi ti accompagno, devo passare da Antonio a prendere della roba” concluse velocemente.
-“Perfetto allora. Su su iniziamo!”- esclamò Barbara.
La guardai seria, se ancora non avevamo iniziato non era certo per colpa mia.
Presi un paio di fogli e inizia a scarabocchiare circonferenze e a spiegare i vari esercizi che avevamo deciso di fare.
Una volta capiti Diego e Barbara continuarono per conto loro e io mi ritrovai a seguire solo Davide, che era alle prese con una espressione.
Era la terza volta che la rifaceva ma ancora non gli dava.
Alla fine perse la pazienza e rinunciò a farla.
Allora mi avvicinai con la sedia, presi il foglio dove la stava facendo e guardai l’espressione.
-“Se tu converti tutto subito ti complichi la vita”- dissi mentre riscrivevo il testo su un foglio nuovo.
-“Invece dovresti fare le sostituzioni passo per passo e una alla volta possibilmente”- continuai mentre eseguivo il primo passaggio.
-“Quindi dici di lasciare questi due così per questo passaggio e lasciare solo questo?”- disse lui indicando i vari membri dell’espressione.
-“Secondo me si perché poi questi due se ne vanno via”-
-“Si è vero e poi questi due si possono sommare e poi quello che rimane è un quadrato no?”-
Iniziava a capire il metodo per ragionare.
-“Esatto!”- dissi tutta gasata perché finalmente stava risultando.
-“Cavolo ci ho perso quasi un quarto d’ora e poi arrivi tu e la fai in due secondi” disse ridendo -“adesso resti qua e ne facciamo un’altra!”- continuò mentre si avvicinava ancora di più.
Ne facemmo altre tre e già dopo la prima iniziò a farle quasi completamente da solo.
-“Mi ha dato!”- esclamò ad un certo punto alzandosi dalla sedia
-“Visto che con un po’ di pazienza si ottiene tutto”-
-“Pazienza? Questo è perché ci sei tu! Penso che ti chiederò sempre aiuto”- disse scherzando, o forse no.
Risi. -“Quando vuoi”-
Non mi sarebbe dispiaciuto ripetere questo pomeriggio di “tutoraggio”.
-“E noi non possiamo venire?”- chiese Diego facendo l’offeso
-“No bè invita solo Davide, boh boh che amica che abbiamo”- disse Barbara tirando gomitate a Diego.
-“No a voi non vi voglio, siete troppo casinisti”- dissi prendendoli in giro.
Ridemmo tutti.
-“Mi reputo offeso”- continuò Diego
-“Si anche io, infatti ora ce ne andiamo”- disse Barbara facendomi una pernacchia.
Guardai l’orologio, erano già le cinque e loro stavano iniziando a prepararsi per andare via. Guardai Davide.
-“Vai anche tu?”- chiesi
-“Si vado anche io, devo finire delle cose a casa”-
-“Ok”- sorrisi.
Il tempo era volato, mi ero divertita tanto con loro. Mi ero divertita con lui.
Avevo riso per le cavolate che diceva per tentare di spiegare i passaggi che faceva e  per il “2”  che era stato trasformato in un piccolo cigno.
Presi quel foglio e lo misi da parte, decisa a conservarlo.
-“Posso tenere il cigno si?”- gli chiesi.
Rise  -“Dai ammettilo sono un artista”-
-“Oh si”- dissi scherzando.
Li accompagnai alla porta, salutai Barbara e Diego e aspettai fuori dalla porta che andasse via anche Davide.
Lo guardai mentre toglieva la catena dalla ruota della moto.
Aveva uno Scarabeo bianco e sul fianco c’era un adesivo con il pupazzo della Chupa chups.
-“Carino l’adesivo”- dissi indicandolo
-“Oh lo adoro”- disse con le stelline agli occhi  -“Vai a piedi a scuola?”-
-“Si, di solito si perché?”-
-“Possiamo andare insieme domani se ti va, sono a piedi anche io”-
-“Certo, per me va bene”-
-“Allora ti mando un messaggio domani mattina per metterci d’accordo sull’orario”- disse mentre si legava il laccetto del casco attorno al collo e accendeva la moto.
-“Ok, a domani allora”-
-“Grazie per oggi e buon proseguimento di serata”-
-“Di nulla, mi ha fatto piacere stare con voi”-
-“Ha fatto piacere anche a me”- sorrise.
Ricambia il sorriso.
Aspettai fuori casa finché non svoltò, scomparendo dalla mia visuale.
Mi piaceva quel ragazzo, aveva una buona aura attorno a sé.
Volevo conoscerlo meglio, conoscerlo di più. Volevo essergli amica.
  
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