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Autore: What is her name    13/03/2014    2 recensioni
Lily Pan è una fotomodella che viene sbattuta di casa. Disperata cerca l'aiuto della sua amica di sempre, Crystal Reed, e si imbatte proprio in un appartamento che rivoluzionerà la sua vita e quella della sorella.
*Faccio schifo con le descrizioni, ma apprezzerei ugualmente se vi soffermasse a leggere :)*
Dal primo capitolo:
“Oh. Okay. Prima posso chiedervi se, per caso … siete una coppia?” chiese la ragazza facendo spalancare la bocca sia a Dylan che a Tyler, mentre Colton iniziava a ridere soddisfatto.
“Qualcosa del genere” rispose Colton e Tyler provò un forte imbarazzo.
“Cosa? No! Non siamo una coppia! Siamo tutti amici e convinti etero.” Sbraitò Dylan rosso in viso e Tyler lo trovava adorabile quando dava di matto.
“Non tanto convinti” mormorò Colton alla ragazza indicandoli e lei ridacchiò."
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Lily

Era passata una settimana circa e in quella casa si era creata la giusta armonia. Adesso tutti andavano d’accordo. Lily e Tyler avevano legato molto, Colton era sempre dolce e stupido al tempo stesso con tutti, Daniel era sempre felice, da quando stava con Crystal, e Dylan... beh, Dylan era Dylan. Lui era il riflessivo della casa. Quello più disordinato e più nevrotico al tempo stesso. Era geniale, su questo non si poteva discutere.
Lily poteva benissimo dire che si trovava divinamente con loro e solo il pensiero di andare a vivere sola le faceva male. Le dava fastidio il sol pensiero.
Quella mattina si era svegliata con una forte emicrania, risultato della dama con gli shortini della sera prima, era corsa in bagno ed era andata al lavoro senza aver visto nessuno dei ragazzi. Non aveva idea di dove fossero. Evidentemente, pensò Lily, erano nervosi per l’uscita della prima puntata di Teen Wolf stagione 2.
Aveva fatto qualche servizio fotografico ed era corsa a pranzo con Sally. Avevano riso e si erano divertite ed infine erano tornate ognuno nelle rispettive case a prepararsi per la serata.
Infatti quella sera, Sally e Lily avrebbero conosciuto la maggior parte del cast di Teen Wolf, cosa di cui oramai erano ossessionate. Adesso Lily si ritrovava in casa con solo una camicia addosso in cerca di qualcosa di decente da indossare.
“Lily posso entrare?” disse Tyler poggiandosi allo stipite della porta.
“In pratica sei già dentro” rispose lei nervosa, gettando un vestito azzurro sul letto.
Tyler guardò l’ammasso di vestiti sorridendo ed entrò. “Okay, qual è il problema?” chiese prendendone uno.
Lily si girò verso il ragazzo, con uno sguardo da pazza. “Qual è il problema? Stasera io e Sally ci ritroveremo nell’enorme villa di Jeff Davis, il creatore di un qualcosa di meraviglioso, con delle star del cinema una più figa e sofisticata dell’altra. Adesso dimmi, secondo te qual è il problema?” disse quasi urlando.
“Non ne ho proprio idea” rispose Tyler sorridendo con la solita aria da scemo.
Lily boccheggiò indignata, un imitazione perfetta di Stiles, e disse: “Come fai a non arrivarci? Guardami Tyler! Cosa indosso prima di trovare qualcosa da mettermi?”
Tyler la squadrò quasi terrorizzato. “Una camicia?”
“Una lurida camicia! Loro lo sai che cosa indossano? Lo sai? Qualche indumento di seta.” Sbraitò per poi buttarsi sul letto, non curante della montagna di vestiti posti sopra di esso.
Tyler sorrise divertito e si sedette accanto a lei. “Lily … non ho idea di cosa indosseranno prima di decidere cosa mettere, ma ti assicuro che non sono né snob né … snob.”
“Non puoi saperlo! Non è mai venuta una modella rozza e … grassa, in confronto a loro, ad uno dei vostri incontri da ‘fighi’. Sally non troverà alcun problema. Lei è stupenda e sofisticata, ma io. Cioè guardami! Indosso una camicia … macchiata di senape!” urlò esausta.
Tyler sbuffò divertito. “Lily, devo per forza parlare? Bene. Sai qual è la differenza tra te e loro? Che tu sei una fottutissima modella. Le attrici non devono per forza essere belle, l’importante è che siano brave. Voi modelle, o siete belle o siete belle. Quindi se c’è qualcuno che deve snobbare, quella sei tu. E con questo chiudo” disse, per poi alzarsi.
Lily stava sorridendo con gratitudine. “Tyler?” disse infine, prima che il ragazzo riuscisse ad uscire. Tyler si girò verso Lily che disse: “Pensi che l’azzurro mi doni?”
Tyler sorrise divertito e disse: “Non saprei. Se l’azzurro è così chiaro da essere quasi trasparente allora sì.”
Lily ridacchiò e gli diede un pugno sulla spalla. “Colton!” urlò infine.
Colton arrivò fin troppo rapidamente, come se fosse lì da sempre. “Mi hai chiamato?”
Lily e Tyler si scambiarono un’occhiata divertita. “Mi aiuti a scegliere …”
“Sì!” rispose Colton senza aspettare che Lily finisse.
Lily lo guardò sorpresa e divertita al tempo stesso e Tyler disse: “Bene. Vi lascio soli. Daniel sei pronto per una partita ad Halo?”
Gran parte del pomeriggio la passarono a scegliere quale abito le stesse meglio. Si aggiunse persino Sally, e Lily quasi impazzì per cercare di stare dietro le loro incongruenze. Alla fine optarono per un abito semplice, verde prato. Indossò delle scarpe bianche e si slacciò i capelli, leggermente mossi.
Quando fu pronta si recò in salotto, con Colton che le direzionava la strada tenendola tra le braccia.
“Ragazzi! Guardate cosa ho creato” disse quest’ultimo entusiasta.
Tutti si girarono stupiti. C’erano T-Posey, Seana, Tyler, Dylan, Sally, Holland, Crystal, Daniel. Quest’ultimo teneva in braccio la ragazza. Holland era seduta sulla poltrona. Dylan era tra Sally e Tyler e T-Posey era seduto in braccio a Seana. Tutti sorridenti si girarono verso Lily e Colton e guardarono sorpresi.
“Wow! Lily sei fantastica” disse Holland.
“Non ringraziatemi” disse Colton sorridendo soddisfatto, mentre gli altri si univano all’entusiasmo di Holland.
“Sta zitto Colton!” urlò Dylan. E tutti ridacchiarono divertiti.
Dopo una birra i ragazzi si avviarono verso le loro macchine. Lily salì con Sally, Holland e Colton. Mentre le coppiette erano insieme e Tyler e Dylan nella macchina di quest’ultimo. Lily aveva quella strana sensazione che tutti, lì dentro, facessero sempre in modo di lasciarli soli.
Quando arrivarono Lily scese dall’auto ed imprecò alla visione di ciò che le si stanziava davanti. Quella non era una semplice villa. Si aspettava di trovarsi qualcosa di pazzesco, ma non di così tanto grande. Quella casa sembrava un castello.
Jeff Davis, proprio il vero Jeff Davis, camminò verso di loro e quando li fu di fronte sorrise ed aprì il cancello con una chiave. “Scusate, citofono rotto.” Disse sorridendo e facendoli passare.
Lily rimase qualche secondo in silenzio a venerarlo prima che Colton la spingesse dentro. “Jeff, lei è Sally e lei è Lily. Lily è la nostra nuova coinquilina” disse Colton sorridendo.
Jeff sorrise a Sally e le strinse la mano, mentre Tyler e Dylan si avvicinavano. Lily sorrise ai due. Era nervosa e loro erano i due più vicini a Lily e non poteva che essere felice della loro comparsa.
Quando toccò il turno di Lily, Jeff la salutò sorridendo. “Quindi sei tu la nuova coinquilina di quei quattro!” disse con un tono alquanto sorpreso.
“Sì! Eccomi!” rispose lei alzando la mano “Sono qui. Proprio io, gente” disse canticchiando con tono basso ed infine ridacchiò, mentre Jeff continuava a squadrarla con un sorriso finto sul volto. Non lo faceva apposta, ma quando era imbarazzata cantava tutto quello che pensava.  
“Bene. Sono arrivati anche gli altri. Possiamo entrare in casa” disse Jeff, voltando le spalle ai ragazzi e dirigendosi verso la propria casa.
Lily spalancò la bocca, ovviamente delusa, e si girò verso Tyler. “Hai visto? Hai visto?” disse con voce stridula, mentre tutti si allontanavano.
Tyler la fissò a disagio. “Lily, non importa. Andiamo”
“No, no, no. Io non mi muovo da qui. Hai visto come mi ha squadrato? Non sarà l’ultimo questa sera.”
Tyler, oramai stufo, sbraitò: “Chi l’ha detto, Lily?”
“È una cosa che sento! Ho una brutta sensazione!” mormorò lei portandosi una mano sul petto.
“Se tu la smettessi di cantare sempre e ovunque, forse Jeff non ti avrebbe guardato in quel modo! E ricordami di farti mettere 20 Dollari nel barattolo quando arriviamo a casa!” disse Tyler stufo.
“Ehi! 20 Dollari sono tanti! Non lo faccio mica apposta!” protestò Lily alquanto offesa.
Tyler sbuffò, le prese il braccio con prepotenza e la trascinò. “No! Non vale! Aspetta!” gridò Lily.
“Fidati di me, Lily. Non succederà nulla!”
La ragazza non disse più niente e si fece trasportare, anche se la brutta sensazione non sparì così velocemente.

 

 
 
 
 
Colton
 
Colton aveva passato la mattinata insieme al regista del telefilm Arrow. Avevano discusso degli ultimi particolari e presto avrebbero ufficializzato la cosa. Era un po’ in tensione per questo, ma il lavoro era pur sempre lavoro. Non aveva gran voglia di lasciare il suo prezioso cast, la sua seconda famiglia, e dirigersi a Vancouver lontano da loro. Non aveva voglia di lasciare i ragazzi e Lily, la sua camera, il suo muro dei pensieri felici, che in tutti questi anni aveva nascosto accuratamente. Non ne aveva proprio voglia, ma il dovere lo chiamava e lui era obbligato a lasciare tutto ciò che amava per evolvere la sua carriera di attore.
Verso l’ora di pranzo aveva chiamato Holland e le aveva chiesto se sarebbe potuto passare. Dopo la risposta positiva della ragazza, il ragazzo si era fiondato in casa sua e si era scusato, anche se ancora non capiva per cosa effettivamente si doveva scusare.
Aveva pranzato con lei, avevano guardato un film e poi avevano litigato nuovamente. Questo perché Holland aveva avuto la stupidità di chiedere per quale motivo si fosse scusato. Ovviamente il ragazzo non aveva saputo rispondere esattamente alla sua domanda e, dopo aver cercato di baciarla con prepotenza, la ragazza l’aveva sbattuto fuori di casa.
Colton aveva urlato e picchiato il muro della ragazza ed era corso a casa con rabbia. Era entrato affaticato e si era riscontrato in Dylan e Daniel, intenti a mangiare tutto il possibile, i quali non si erano accorti minimamente del suo sguardo stravolto.
In quel momento aveva davvero bisogno di qualcuno che si preoccupasse, che gli parlasse. Aveva sentito il dannato bisogno del suo migliore amico di sempre, aveva sentito il bisogno di Tyler.
“Vuoi mangiare … toast con … prosciutto, patatine fritte e in busta.. lattuga, pomodoro, maionese e senape … un po’ di caponata … non riesco a vedere e non ricordo cos’altro ci sia.” Aveva detto Dylan, mentre Daniel se la rideva, come se non si accorgesse di niente. Eppure vivevano insieme da un paio di anni. Sia quando erano ad Atlanta che lì a Los Angeles.
“Dov’è Tyler?” aveva semplicemente detto con voce rotta. Aveva sentito l’adrenalina pervaderli il corpo.
“Non saprei. Credo in camera sua.” Aveva risposto Dylan abbassando lo sguardo.
Colton aveva deciso di fiondarsi in camera dell’amico quando qualcosa gli era tornata in mente ed egli aveva detto. “Tutto bene con Tyler?”
A quelle parole Dylan aveva alzato lo sguardo e aveva detto, quasi infuriato: “Certo che va bene! Perché tutti dovete trattarci come se fossimo due fidanzatini alle prime armi?”
“Perché un po’ lo siete” aveva mormorato Daniel, facendo alzare le spalle a Colton in segno di assenso. Dylan aveva boccheggiato, solo come Stiles sapeva fare, e aveva detto: “Sai che vi dico! Io e il mio panino pazzesco andiamo in camera mia.” E poi era andato via mentre Daniel rideva deliziato. Colton si era limitato a sbuffare divertito e poi aveva seguito Dylan presso il piccolo corridoio. Quando era arrivato di fronte la stanza di Tyler, l’aveva trovata vuota.
Non aveva perso molto tempo a chiedersi dov’era, sia perché una parte di lui se lo aspettava, sia perché le voci, anzi le urla, provenienti dalla camera di Lily glielo confermavano. Il suo amico era in camera con la loro nuova coinquilina.
Colton aveva fatto qualche passo verso la camera della ragazza, ma si era ritrovato a spiarli e a cercare di sopprimere l’impulso di entrare ed aiutare l’amica nella scelta dei vestiti. Come faceva a chiedere aiuto proprio a quella specie di uomo che era Tyler, se tutte le volte che Colton non interveniva indossava quelli stupidi pantaloncini verde limone con calze dai colori nauseanti? Quella ragazza era davvero stupida a volte, si era detto Colton ghignando tra sé e sé.
Solo quando Lily lo aveva chiamato, lui si era fiondato in camera deliziato e aveva iniziato la sua opera, anche se ostacolato da quella stupida di Sally.
Dopo accurate revisioni, aveva dichiarato Lily impeccabile e si era fiondato in salone, sorreggendo per le spalle l’amica.
Tutti avevano urlati entusiasti per la bellezza della sua prima cliente e Colton non aveva potuto fare a meno di prendersi tutto il merito, per poi venire ammonito da un Dylan alquanto nervoso.
Adesso si ritrovava a casa di Jeff e si chiedeva dove diavolo fosse la sua Holland. Aveva bisogno di chiarire.
Tra la moltitudine di facce impegnate in conversazioni, incrociò Ian posto in un angolo, con un bicchiere di scotch in mano che guardava in direzione di Sally e Dylan i quali, ignari di tutto, ridevano. Colton alzò gli occhi al cielo sospirando e si avvicinò all’uomo.
“Ehi Ian. Sai dov’è Holland?” chiese quasi mormorando una volta accanto all’uomo.
Ian girò lentamente lo sguardo verso il ragazzo e disse: “Si dia il caso che la piccola Holland mi abbia chiesto di non aprire bocca.”
Colton lo guardò sorpreso e divertito. “Bene. Se tu non mi dirai dov’è, io ti torturerò fin quando non mi confesserai perché sei sempre in mezzo a Dylan e Sally e li spii pure da lontano. Perché sai, questo è davvero preoccupante.” Disse infine Colton.
Ian non si girò neanche a fissarlo, ma continuò a bere il suo scotch con sguardo duro. “È sul terrazzo”. Colton sorrise soddisfatto e, dopo aver dato una pacca sulla spalla dell’uomo, si diresse verso il terrazzo.
Durante il tragitto incrociò Crystal e Daniel insieme a JR impegnati in una conversazione divertente, Tyler alquanto annoiato mentre ascoltava discorsi, quasi urlati e con risa sguaiate, di Lily ed Orny Adams.
Quando finalmente riuscì a salire il terrazzo notò che Holland era sola. Sorrise felice di questo e mentre si avvicinava sempre di più, notò che la ragazza era al telefono.
“Sì, tranquilla. No. Non succede niente. Promesso. Sì. Ti voglio bene anche io.” Disse per poi girarsi verso il ragazzo e guardarlo con aria confusa.
Colton si limitò a sorriderle imbarazzato ed aspettò che la ragazza dicesse: “Okay. Ci vediamo domani mattina. Sì. Sì, porto anche Fievel. Ciao” poi chiuse la chiamata e lo guardò. “Che succede? Sei venuto a prendere a pugni qualcos’altro? Oppure a provare a baciarmi?” disse acida.
Colton sorrise, perché si aspettava queste battute. Amava tutto di Holland e oramai la conosceva così bene, che aveva previsto tutto ciò.
 

 
 
 
Holland

Per tutta la serata Holland aveva evitato accuratamente Colton. Si era innervosita. Aveva odiato il ragazzo per tutti quei pugni e quelle urla che aveva sentito dall’interno di casa sua. Aveva odiato piangere silenziosamente mentre il ragazzo che amava si disperava dietro la porta e, soprattutto aveva odiato quella porta che li separava. L’impulso era stato di uscire, abbracciarlo e dimenticarsi di tutto. Dimenticarsi i piccoli litigi, le piccole rivelazioni, la sua partenza, che era quello che le premeva di più di tutte.
Dopo svariate volte in cui si era ritrovata chiusa in camera o con Sally o con Crystal, Holland aveva deciso di salire sul terrazzo. Nel tragitto aveva incontrato Ian, che era intento a fissare Dylan e Sally. Si era detta che l’uomo si stesse comportando in maniera strana. Ovviamente la ragazza alludeva a tutte le volte in cui si era messo tra Dylan e Sally. Una volta si era seduto in mezzo a loro, evitando lo spazio che offriva la stanza; una volta aveva chiesto a Sally se le andava un drink; una volta l’aveva guardata semplicemente negli occhi e poi era scappato via e ultimamente, come quella sera, si era limitato a chiudersi in angolini e fissarli continuamente.
“Tutto bene?” gli aveva chiesto.
Ian si era girato distrattamente. “Sì, perché?”
“Nulla. Semplicemente … mi preoccupi lievemente. Perché passi la serata a fissare quei due?” aveva chiesto con vocina piccola.
Ian si era girato innervosito. “Non passo la serata a fissare nessuno, al contrario vostro direi. A quanto pare tutti fissate me, visto che venite in fila a chiedermi cosa diavolo mi frulla per la testa!” aveva quasi urlato. Era diventato rosso in viso, a Holland le era venuto da ridere. Poteva essere mai che quel playboy di Ian si fosse preso una bella infatuazione per la sua migliore amica?
Holland si era scusata e gli aveva detto che se voleva parlarle l’avrebbe trovata sul terrazzo e gli intimò di non riferirlo a nessuno che avesse un volto da angelo, capelli biondi e al momento rasati, un corpo perfetto, poi si era dileguata sopra ed era rimasta lì a sentire la brezza estiva che le carezzava la pelle liscia e color del latte. Aveva risposto al telefono della sua amica, sperando comunque che Colton la trovasse, e il suo cuore aveva fatto quattro capriole quando si era girata ed aveva incrociato lo sguardo del ragazzo in discussione. Aveva chiuso velocemente la telefonata, facendo intendere all’amica che Colton era proprio lì, e si era avvicinata a lui, mentre rabbia e delusione scoppiavano nel suo stomaco.
“Che succede? Sei venuto a prendere a pugni qualcos’altro? Oppure a provare a baciarmi?” aveva detto acida e lui si era limitato a sorriderle imbarazzato.
Adesso entrambi erano seduti sul muretto, in silenzio. Lo erano già da un po’. Holland si toccava le mani nervosamente e guardava le sue infradito bianche, mentre sentiva gli occhi dell’altro posarsi e spostarsi su di lei. Quegli occhi di un azzurro intenso.
Colton sbuffò portandosi una mano in viso e, dopo essersi passato una mano tra i capelli rasati in un imitazione perfetta di Stiles, si era alzato e gliene aveva presa una la quale, successivamente, aveva ritirato.
“Okay! Mi arrendo! Non riesco a capire cosa ti faccia tanto arrabbiare, ma almeno potresti apprezzare il mio sforzo! Ci sto provando Holland, ci sto provando con tutto me stesso, ma sembra davvero che a te faccia arrabbiare qualsiasi cosa di me. Sto davvero impazzendo … okay, non vuoi alcuna relazione? Bene. Ma ti prego! Rimani la mia Holland per sempre. Non ho bisogno di carezze, di baciarti ogni volta che voglio, le tue labbra color fragola, annusare i tuoi capelli, che profumano così tanto di buono, o dirti tutte le volte che voglio quanto ti amo e quanto io sia felice ogni volta che incrocio il tuo sguardo. Non ne ho bisogno se non lo richiedi. Se tu non lo vuoi. Mi sta bene. Mi sta più che bene, ma ti prego. Rimani, rimani la mia Holland. Rimani la mia anima gemella, quella di cui possa fidarmi più di tutte. Resta con me, ti prego” disse il ragazzo quasi implorando.
Holland che aveva cercato di non guardarlo per i primi cinque secondi, adesso si ritrovava a fissare il ragazzo con i suoi grandi occhi verdi e velati dalle lacrime.
Era vero. Lei non voleva tutto questo. Non voleva che Colton diventasse il suo ‘ragazzo’, però si chiedeva perché aveva provato un vuoto nel sentir quelle parole. Questo si chiedeva mentre scrutava il ragazzo dagli occhi blu. Si chiese se le parole di Colton le avessero mostrato una meravigliosa vita futura che lei stava cercando di scansare il più velocemente possibile. Si chiese se fosse davvero la cosa giusta da fare, oppure la paura di una relazione la stava portando in una strada senza bel finale.
Una lacrima scese lungo il viso della ragazza, nello stesso momento in cui Colton l’aveva guardata rassegnato. Perché sì, aveva capito tutto.
Colton si avvicinò alla ragazza e portò la sua mano sul viso di Holland per poi trascinare la lacrima lungo il suo dito. La ragazza alzò lo sguardo e lui sorrise rassicurante.
“Non è un problema” mormorò sempre sorridendo.
Oh sì che lo è! Si disse Holland. Il ragazzo non voleva darlo a vedere, ma lo era, lo era eccome, ed Holland tutto questo lo percepiva come se fosse suo il pensiero. Si chiese perché lei e Colton fossero così telepatici, così vicini.
Holland non capiva le sue emozioni, i suoi sentimenti. Non capiva cosa provasse esattamente per Colton per questo non aveva voglia di iniziare con lui qualcosa che, probabilmente, sarebbe finita il più presto possibile. La ragazza non voleva. Non voleva che il suo più fidato amico soffrisse perché non lo meritava e lei amava Colton più di qualsiasi altro componente del cast.
“Scusa” mormorò la ragazza, passandosi una mano sul viso per asciugare con violenza le lacrime. E prima che potesse continuare a dirgli che lo amava, ma che aveva paura, Tyler si fiondò sul terrazzo urlando: “È iniziato! È iniziato!” poi anch’egli si bloccò per scrutarli. “Tutto Bene, Hol?” disse con fare fraterno, era pur sempre il suo migliore amico.
Holland si limitò a sorridere e prendendo Colton da un braccio seguì Tyler verso le scale.
 

 
 
 
 
Tyler H.

Tyler aveva passato una giornata pessima. Si era svegliato tesissimo, aveva fatto colazione, si era lavato ed era uscito con, Ian e JR, il più possibile lontano da Dylan.
Non sapeva esattamente perché, ma il ragazzo cercava di evitare Dylan da una settimana circa. L’ultima volta che ci aveva parlato era stata quella fatidica giornata in cui Dylan era uscito con Sally. Si ricordava esattamente quando aveva bussato alla porta del ragazzo e lo aveva guardato mentre si cambiava nervoso. Non aveva provato  un vuoto dentro, come tutte le delusioni, ma si era sentito come se il suo stomaco fosse sostenuto da due mani che si univano e scioglievano fra loro. Come una fisarmonica. Non sapeva esattamente cosa significasse e una parte di lui, quella più razionale, non voleva saperlo. Ricordava esattamente quando Dylan gli aveva sorriso nervoso attraverso lo specchio. Lui non aveva potuto fare altro che ricambiare. Si era guardato allo specchio mentre ricambiava e si era preoccupato per quanto fosse malinconico quello sguardo e quel sorriso.
Ricordava che, nel momento in cui Dylan aveva iniziato a parlare di quanto fosse innamorato di quella ragazza molto più grande di lui, si era inventato la prima scusa e si era dileguato, dopo avergli stretto la spalla sinistra, un po’ troppo forte vista la faccia che aveva assunto il ragazzo. Ricordava che si era chiuso in camera ed aveva iniziato a respirare agitato, con la schiena contro la porta. Ricordava che si era guardato allo specchio e si era detto quanto fosse stupido. Poi si era detto che era tutta colpa della recente rottura con Rachele, che sicuramente era ancora sconvolto per l’addio dato alla sua storica fidanzata.
Si ricordava quanto le parole di Dylan, riguardo il suo amore per Sally, si erano ripetute nella sua mente, mentre sentiva il ragazzo uscire di casa entusiasta. Si ricordava che era rimasto chiuso lì, fin quando non aveva sentito allontanarsi sempre più il rumore dell’ascensore. Ricordava che aveva preso il portafogli ed era uscito di casa, senza ascoltare la voce di Lily che cercava di capire chi fosse. Infine si ricordava esattamente la sua serata con Lily. Si era ricreduto su quella ragazza da quella sera. Era rimasto sorpreso dal modo in cui era riuscita ad analizzarlo, era nata una forte stima segreta verso quella strana ragazza. A volte si chiedeva se lei capiva molto di più di quello che gli altri non captavano di se stessi. Si era chiesto se avesse captato anche qualcosa su di lui. Qualcosa che ancora lui non sapeva e non si era mai riuscito a dare una risposta. Evidentemente la risposta era un sì, ma non aveva abbastanza coraggio a chiederle cosa ne pensasse. Aveva paura di quello che la ragazza gli avrebbe potuto dire. Lo immaginava già il modo in cui gliel’avrebbe detto. Con quella testa inclinata, quegli occhi socchiusi e quella bocca piena di smorfie in una perfetta imitazione di una bambina.
Quella mattina aveva salutato i ragazzi, dopo essersi assicurato che Ian stesse bene, e si era diretto a casa. Aveva evitato Dylan che aveva cercato di fargli una battuta sarcastica e si era immobilizzato davanti l’xbox a giocare con T-Posey, mentre Seana li guardava ridendo.
Infine si era diretto da Lily ed era rimasto con lei, cercando di tirarla su di morale e provando ad aiutarla, fin quando Colton non si era fiondato in camera pronto a prendere le redini del ‘gioco’. Allora si era diretto in salone, pronto a sconfiggere Daniel, invece si era ritrovato tutti i ragazzi seduti sul divano. Aveva guardato Dylan e Sally che ridevano divertiti e si era catapultato in bagno. Aveva tirato qualche pugno al muro e si era chiesto per chi diavolo fosse geloso, perché non poteva essere geloso di Dylan. Lui non era gay. Lui non aveva mai amato un uomo. Allora si era chiesto se provasse qualcosa per Sally, ma l’unica risposta ovvia era un no.
Si era sciacquato il viso e si era rilassato, poi era uscito dal bagno ed era tornato in salone sorridente e, dopo aver notato con riluttanza che l’unico posto libero fosse quello vicino a Dylan, Tyler si era andato a sedere accanto al ragazzo. Cercando il più possibile di evitarlo.
Infine Lily era uscita, si erano bevuti una birra ed erano scesi in strada. Colton aveva deciso che in macchina si sarebbe portato Holland, Sally e Lily, che Crystal si sarebbe portata Daniel, T-Posey e Seana e che lui si sarebbe portato Dylan. Tyler aveva guardato l’amico con odio e Dylan era rimasto fermo con le mani nelle proprie tasche. Il ragazzo si era girato e Dylan aveva detto sorridendo: “Allora, siamo solo noi due, eh?” tentativo del tutto ignorato dall’altro che si era limitato a salire in macchina e partire.
Non capiva, ancora, perché l’avesse lasciato lì, ma l’espressione afflitta del viso di Dylan gli aveva montato un piacere immenso che, successivamente, era stato sostituito dal disgusto per se stesso. Non ricordava esattamente perché era tornato indietro e aveva aspettato che l’altro salisse con sguardo livido. Quando il ragazzo aveva chiuso la portiera, Tyler era sfrecciato lungo la strada. Erano rimasti in silenzio per qualche minuto, fin quando Dylan aveva staccato la musica e aveva sbraitato: “Non so cosa diavolo abbia fatto per meritarmi di essere lasciato nel ciglio della strada, accerchiato da fan urlanti, ma è troppo chiederti di smetterla di fare Derek Hale?”
Tyler era rimasto in silenzio fin quando Dylan aveva detto: “Lascia stare! Non sforzarti neanche! Mi farebbe piacere sapere cosa ho fatto di male”
Tyler aveva sospirato rassegnato e aveva detto: “Non mi piace che tu esca con Sally” poi si era subito vergognato per quanto suonasse molto possessiva la sua frase, proprio alla Derek Hale.
Dylan non l’aveva guardato, aveva sorriso arrabbiato. “Tutto qui? Bene. Mi dispiace che tu ti sia lasciato, ma questo non significa che noi non possiamo frequentarci con qualcuno. Va bene, siamo amici, ma non credo che tu stia bene. E comunque non importa. Con tutte le seccature che mi sta dando Ian evidentemente non sarà mai mia.”
Tyler aveva sentito il suo stomaco gridare vittoria, ma invece di sorridere aveva detto: “Ian? Cosa centra Ian?”
Dylan aveva sbuffato e gli aveva raccontato tutte le graziose, secondo Tyler, vicende trascorse. Tyler non poteva credere che Ian si fosse innamorato di Sally, non così facilmente. Si era detto che sicuramente aveva semplicemente deciso di scocciare Dylan.
“Ecco perché si è comportato strano per tutta la settimana!” aveva detto, mentre parcheggiava.
Dylan aveva riso falsamente “Da che pulpito viene la predica!”
Tyler aveva riso felice, mentre tirava il freno a mano. “Ricorda, come punizione devi pulirmi la stanza per una settimana.” Aveva detto Dylan.
“Mi aspettavo di peggio. Va bene” aveva risposto lui sorridendo e guardando dallo specchietto la strada in cerca delle macchine amiche.
“Sappi che sarò molto più disordinato del solito.” Aveva detto sorridendo malizioso.
Tyler si era girato sorridendo divertito e i due si erano fissati, come non lo facevano da settimane. Sguardi su sguardi. Le sue iridi grigio-verdi su quelle ambrate del ragazzo.
Si erano guardati in silenzio, senza alcuna parola. Uno sguardo intenso, uno di quelli che solo con Dylan riusciva a darsi. Erano rimasti a fissarsi per qualche minuto, mentre la salivazione diminuiva. Non si erano nemmeno avvicinati di qualche millimetro. C’erano solo i loro sguardi che scrutavano nell’anima di entrambi.
Tyler si era sentito come violentato il proprio spazio vitale, ma nonostante tutto erano rimasti lì a fissarsi, fin quando il ragazzo non si accorse che Lily, Colton, Sally ed Holland stavano entrando in casa di Jeff.
“Sono già lì” aveva detto Tyler catapultandosi giù dall’auto mentre il più piccolo si era attardato per ancora qualche secondo.
Avevano camminato in silenzio e si erano diretti dai ragazzi. Infine tutti erano entrati e Tyler era rimasto fuori con Lily. Erano rimasti qualche minuto fuori, fin quando il ragazzo aveva deciso di trascinarla in casa.
Adesso si trovavano dentro casa di Jeff e Tyler aveva un disperato bisogno di non separarsi da Lily. Non voleva rimanere solo, non voleva distrarsi. Aveva bisogno che la ragazza lo facesse stare buono. “Sta andando bene, hai visto?” disse Tyler sorridendole.
Lily si girò verso il ragazzo con sguardo omicida. “Davvero Tyler? Sono passati solo minuti” disse per poi girarsi verso Ian che stava passando. “Ehi! A te ti conosco! Grazie a Dio“ disse la ragazza prendendo Ian da un braccio.
Ian sorrise nervoso e senza smettere di girarsi ogni secondo verso un punto che Tyler non riusciva a comprendere, abbracciò Lily. “Ciao tesoro! Aspetta, spostiamoci un secondo” mormorò Ian girando in tondo ancora abbracciato a Lily, per poi sorridere “Perfetto! Adesso va benissimo” disse guardando un punto fisso. Tyler, che lo guardava sospettoso da quando era arrivato, puntò gli occhi nella stessa direzione dell’uomo e ciò che vide gli fece stringere le budella. Proprio in quel punto c’erano Dylan e Sally, intenti in una conversazione. Erano davvero vicini, fin troppo secondo Tyler. Il primo impulso fu quello di andare incontro ai due, ma riuscì a reprimerlo prima che anche solo un muscolo riuscisse a muoversi. Strinse i pugni e guardò Ian con intensità. Ian non si accorse nemmeno dello sguardo del ragazzo e dileguandosi andò verso Dylan e Sally.
La prima cosa che provò fu sollievo e piacere sadico, ma subito dopo l’espressione scocciata e rassegnata di Dylan gli arrivò alla mente e Tyler si sentì estremamente in colpa, mentre Lily parlava a vuoto. “Scusa Lily. Torno subito” disse alla ragazza per poi girarsi.
“No no no! Tu non vai da nessuna parte!” disse lei tirandolo per un braccio.
“Lily, ci sto un attimo!”
“Vengo anche io, ma ti prego non lasciarmi sola!”
Tyler esasperato sbraitò: “Devo andare in bagno! Vuoi davvero venire con me?”
La ragazza rimase in silenzio a riflettere e Tyler ne fu più che sorpreso. “Davvero Lily? Davvero ci stai pensando su?” disse lui.
La ragazza sbuffò innervosita. “Sì, sono così disperata. Potrei sempre aspettarti fuori la porta! Alla fine viviamo insieme. Sento il rumore della tua pipì quando faccio la doccia.” Disse puntandogli un dito contro.
Tyler si guardò intorno e mormorò. “Quindi te ne sei accorta?“
“Sì.” Sibilò la ragazza guardandolo fisso.
“Okay. Vieni con me, ma non devi sentire alcuna parola” disse il ragazzo prendendola da un braccio e trascinandola.
“Sono spoiler?” chiese lei entusiasta, per poi venire ignorata da Tyler.
Insieme si diressero verso la cucina dove Ian stava versando due bicchieri di scotch e quando furono lì Tyler strinse una spalla dell’amico, un po’ troppo forte e mormorò: “Non farlo Ian.”
“Ahi! Cosa non dovrei fare?” chiese l’uomo girandosi a guardarlo, mentre Lily puntava gli occhi su entrambi.
“Ian, lasciali stare.”
Ian alzò gli occhi al cielo e si girò verso il ragazzo. “Tyler, se non specifichi cosa dovrei evitare di fare non posso aiutarti, mi dispiace.” Disse gelido, perché in realtà aveva capito benissimo.
“Non posso dirtelo adesso.” Mormorò Tyler fissando Ian negli occhi.
“Okay! Va bene! Vado da Crystal!” sbraitò Lily disperata per poi uscire dalla cucina.
Tyler la guardò andarsene per poi girarsi verso l’amico. “Ian, non puoi fare questo a Dylan”
“Oh, il ragazzino si è lamentato con te?” chiese Ian con i due bicchieri in mano.
Tyler strinse i denti e sospirò scocciato. “Senti, Dylan è davvero, davvero preso da Sally!” e quelle parole gli fecero male. “Non puoi semplicemente metterti da parte e lasciarla stare?” chiese Tyler mentre lo sguardo di Ian diventava malinconico, sofferente.
“Non posso, Tyler”
“Perché? Mi chiedo perché vuoi rovinare un nostro amico solo per portarti a letto una ragazza. Non riesco a capirlo.”
“Non è questo che voglio! Non è così semplice, Tyler!” urlò Ian sbattendo un pugno sul bancone.
Tyler lo guardò intensamente. “Cosa non è semplice? Cosa succede, Ian?” chiese il ragazzo premendo una mano sul bancone freddo.
Ian lo fissò per qualche secondo, fin quando JR non entrò in cucina. “Che succede? Si sentono le vostre voci dal salone. Ed è immenso quel salone”
Tyler prese i due bicchieri dalle mani dell’uomo e, con uno dei suoi sorrisi migliori, disse: “Assolutamente niente. Una tranquilla chiacchierata tra nipote e zio” ironizzò freddamente, poi guardò Ian e si diresse in salone. Quando arrivò in salone guardò Dylan e sorrise nel vederlo ignaro di tutto.

 
Dylan

Dylan aveva passato una giornata noiosa. Si era svegliato, era sgattaiolato in camera di Daniel, in cerca della sua maglia scomparsa, ed era uscito immediatamente quando aveva notato Crystal completamente nuda accanto al ragazzo in boxer. Una volta uscito aveva subito pensato a quanto fossero insaziabili, ma poi il suo pensiero si era fermato sul bel corpo della ragazza. Quando si era reso conto di pensare ad una sua amica, aveva scacciato subito il pensiero e l’aveva sostituito con uno nervoso contro Daniel che non si preoccupava a coprire la sua ragazza in una casa piena di uomini.
Era entrato in camera di Colton e l’aveva trovata vuota. Aveva pensato a quanto fosse strano l’amico in quei giorni ed aveva cercato, entusiasta e senza fretta, la sua maglia scomparsa. Quando si era accorto che non solo non aveva trovato la fatidica maglia, ma aveva creato il caos, si era portato una mano nei capelli in modo nervoso. Aveva sistemato il tutto pensando a quanto fosse maniacalmente ordinato il proprietario della camera e aveva riso un po’ quando si era immaginato Colton che entrava in una camera disastrosa. Si era detto che più tardi avrebbe fatto entrare il ragazzo nella sua di camera per verificarne la reazione di quest’ultimo ed era andato in camera di Lily. Aveva trovato Lily coricata e l’aveva guardata titubante se farle uno scherzetto cattivo oppure lasciarla dormire. Dopo aver deciso di non disturbarla, aveva continuato la sua ricerca, ricordando che la ragazza aveva già adocchiato la maglia, prima della scomparsa, ed auto convincendosi che fosse in quella camera. Dopo svariate ricerche silenziose, Dylan aveva capito con delusione, che la maglia non era lì. Era uscito dalla stanza ed era andato in bagno, evitando la camera di Tyler. Tyler, il suo caro amico che lo evitava. Non capiva perché quest’ultimo lo facesse, ma gli stava bene così. Il motivo per cui gli stava bene era la sensazione che provava ogni qualvolta lo incrociava, quel senso di colpa che provava ogni volta che guardava le sue iridi verdi. Che poi quelle iridi erano folgoranti, si era detto Dylan. Riusciva sempre a provare svariate sensazioni ogni qualvolta ci si tuffava dentro. Era davvero strano e Dylan non sapeva spiegarselo.
Dopo aver compreso che anche in bagno non c’era nulla, il ragazzo si era preso di coraggio ed era andato verso la porta della camera di Tyler. Una volta lì, aveva guardato il legno color … Bè, non saprei dire che colore fosse e neanche Dylan riusciva a capirlo, comunque … una volta lì, aveva guardato la porta della camera di Tyler ed era rimasto una manciata di minuti immobile a chiedersi se fosse la cosa giusta da fare. E se l’avesse trovato sveglio? Se stesse dormendo profondamente e al minimo rumore l’avrebbe disturbato? E se gli avesse urlato contro? Se invece fosse con una ragazza? O con un ragazzo? Oppure se fosse stato di fronte la porta e lui gliel’avrebbe sbattuta in faccia? Oppure se si stesse masturbando? Dylan, nervoso, aveva cercato subito di scacciare quel pensiero il quale gli mostrava una fantasia poco consona nei confronti dell’amico. Mentre, ancora, si trovava davanti la porta lottando contro se stesso, Daniel era uscito nel corridoio ed aveva guardato l’amico sconvolto. “Cosa diavolo fai?” aveva mormorato, con ancora la voce impastata dal sonno.
Dylan era saltato in aria, quasi urlando, ed aveva guardato l’amico con una mano sul petto. “Ou! Da dove diavolo sbuchi?” aveva chiesto.
“Dalla mia stanza” aveva risposto Daniel segnando la porta della sua camera.
Dylan aveva guardato l’amico, poi la porta ed aveva sorriso. “Giusto. Dalla tua camera.”
Daniel l’aveva fissato per qualche secondo. “Che diavolo stai facendo Dylan?” aveva chiesto una seconda volta guardando tra Dylan e la porta di Tyler.
“Io?” aveva chiesto guardando dietro di sé, per poi sbuffare. “Non è quello che sembra, sto andando a cercare la mia maglia”
“Lo sai che Tyler non ti vuole parlare?” aveva detto Daniel con tono saccente.
“Tu lo sai che non si lascia la propria ragazza nuda, completamente scoperta?” aveva controbattuto Dylan quasi urlando.
Daniel l’aveva guardato sconvolto ed aveva detto: “Cosa?”
“Cosa cosa? Cosa?” aveva risposto Dylan, impaurito della piega che stava prendendo la conversazione. Nello stesso momento, la porta della camera si era aperta ed era uscito un Tyler super – hot in boxer con aria assonnata, mentre si premeva la mano su un occhio. Dylan l’aveva fissato paralizzato sul posto ed automaticamente si era inumidito le labbra, poi aveva dischiuso la bocca, quando si era trovato Tyler ad un millimetro dalla sua faccia con sguardo sconvolto. “Cosa diavolo fai, Dylan?” aveva sbraitato il ragazzo, rosso in viso.
“Io … aaaaaa … Io … io stavo cercando la mia maglia. Per caso è in camera tua? No? Okay, ci vediamo.” Aveva detto con nevrosi e si era spostato lentamente.
“Perché dovrei avere una tua maglia in camera? Per annusarla?” aveva detto Tyler più rilassato dalla distanza.
“Bè, alla fine sei sempre un lupo brontolone, no?” aveva detto stupidamente in un tentativo di farlo ridere, poi, notata l’espressione dell’altro, aveva mormorato parole sconnesse e si era dileguato subito dopo essersi ricordato della presenza di Daniel, senza sapere che Tyler aveva accennato un sorriso quando era stato sicuro che nessuno lo poteva vedere. Subito dopo aver sentito la porta della camera di Tyler sbattere, Dylan aveva deciso di farsi una doccia e si era fiondato in bagno. Finita la doccia si era messo davanti la tv e quando sia Tyler sia Daniel e Crystal erano usciti, Dylan aveva deciso di cercare la sua maglia in camera di Tyler. Aveva scoperto che quest’ultimo aveva ragione e si era catapultato in salone, cercando la maglia lì. Niente di strano che il ragazzo aveva creato il caos. Aveva lanciato in aria i cuscini del divano che in quel momento si trovavano per terra e adesso stava lottando con una coperta la quale gli ricopriva il corpo. Dylan lottava con nervosismo cercando una via d’uscita, della luce e un po’ d’aria. Non si poteva non ammettere che era una visione comica e questo lo aveva pensato anche Sally mentre fissava il ragazzo in silenzio. Quando Dylan si era, finalmente, liberato della coperta aveva spalancato la bocca e, subito dopo essersi sentito le orecchie a fuoco, era arrossito violentemente. “Sa.. Sally! Cosa ci fai qui?” aveva detto mentre cercava di prendere aria.
Sally aveva sorriso imbarazzata e si era guardata intorno. “Mi ero svegliata con una gran voglia di pancake di Star Bucks.”
“Oh!” aveva detto Dylan sempre più felice e soddisfatto.
Lei aveva continuato a guardarsi intorno, poi aveva detto, come a giustificarsi del suo arrivo: “Allora sono andata da Holland, ma in questi giorni è troppo impegnata per passare del tempo con la sua migliore amica, quindi ho pensato di disturbare te”
Dylan aveva sorriso compiaciuto. “Mi va bene. Pancake eh? Voi fotografe non ne avete dieta? Sai, tua sorella non mangia quasi nulla.”
Sally aveva sorriso divertita. “Pensi davvero che ne abbia di bisogno?” aveva detto mettendo le braccia lungo i fianchi in una imitazione perfetta di una ragazza nervosa.
Dylan era rimasto zitto per qualche secondo, poi aveva detto “No! Certo che no! Adoro le ragazze che mangiano.” Poi aveva abbassato la testa imbarazzato. “Oh mio Dio, non posso credere l’abbia detto …” aveva mormorato.
Sally aveva sorriso compiaciuta ed aveva detto. “Nessun problema, Dylan … allora? Vieni con me o vado sola?”
In tutta risposta Dylan si era barricato fuori casa lasciandola in un caos totale. Così aveva passato la mattinata insieme a Sally, discutendo del più e del meno. Verso l’ora di pranzo aveva salutato l’amica, si era detto che l’amava, ed era tornato a casa. Ci aveva trovato i due Tyler intenti a giocare ad Halo, ed era stato divertente sedersi accanto a loro e ridere dei loro battibecchi da competizione. Per un momento si era sentito felice del fatto che Tyler non aveva assunto l’espressione da Grumpy cat, ma bensì quell’espressione attenta che Dylan amava osservare. Per quasi due ore era rimasto lì, insieme ai ragazzi, a fissare Tyler. Non sapeva perché, ma non riusciva a togliergli gli occhi di dosso. Forse era il senso di colpa, si era detto. Che poi per cosa doveva sentirsi in colpa? Non capiva perché, ma Dylan, ultimamente, non faceva altro che sentirsi in colpa ed imbarazzo nei confronti di Tyler.
Dopotutto non stava facendo niente di male, ma continuava ugualmente a sentirsi in colpa e il modo in cui lo trattava Tyler non lo aiutava per niente.
Una volta finito di giocare Tyler era corso da una Lily urlante, senza neanche degnarlo di uno sguardo e T-Posey era scappato imprecando dell’orario, visto che doveva andare a prendere Seana al lavoro. Aveva salutato l’amico ed era rimasto solo nel divano a pensare al perché non si sentiva così completo insieme a Sally e perché una parte di sé continuava a dirgli che non era per niente giusto quello che stava facendo, fin quando non era spuntato Daniel. Si era avvicinato e l’aveva sfidato ad una gara di panini. Dylan non aveva potuto non accettare. Rimase con Daniel, fin quando sia quest’ultimo che Colton non lo avevano innervosito. Si era chiuso in camera ed aveva acceso il computer. Era entrato su facebook, aveva cercato Lily e Sally, tra gli amici di Tyler, ed infine le aveva aggiunte. Si era guardato le foto delle ragazze ed era uscito dalla camera soltanto quando aveva sentito la voce di Sally provenire dalla camera della nuova coinquilina.
Era uscito, si era diretto dai suoi amici ed era rimasto a scherzare con tutti loro. Avevano aspettato pazientemente che Lily finisse di prepararsi e, quando fu pronta, scesero per prendere le macchine. Aveva alzato gli occhi al cielo quando a Colton gli era venuta la brillante idea di decidere chi doveva salire con chi e a lui lo aveva assegnato a Tyler. Aveva boccheggiato, alla Stiles, infuriato quando Tyler lo aveva lasciato in quello squallido marciapiede, ed, involontariamente, aveva sorriso una volta rivista la sua auto. Avevano discusso e chiarito, così sembrava, ma Dylan non smetteva di provare vergogna in se stesso.
Adesso si trovava alla festa ed era con Sally. La stava osservando mentre la ragazza, con una grazia sovraumana, si versava il cocktail sul bicchiere. Dylan la guardava sorridendo, ma, spostando lo sguardo, si accorse di Tyler che lo fissava da lontano, con aria afflitta. Si disse che si stava suggestionando e si strofinò gli occhi.
“Tutto bene, Dylan?” chiese Sally avvicinandosi al ragazzo, mentre dall’altra parte della sala Tyler si recava in un’altra sala.
“Sì … ho solo bisogno di un po’ d’aria. C’è troppo caldo qui dentro!” disse il ragazzo alzando lo sguardo verso quelli nocciola della ragazza.
“Okay. Vengo con te” disse lei posando il bicchiere sul tavolo.
“No. Non fa niente.” Disse subito il ragazzo, poi, notando lo sguardo della ragazza, si affrettò ad aggiungere: “Non voglio farti infreddolire” disse.
La ragazza sorrise riconoscente e si avviò verso la sorella, intenta a pregustare l’inizio della prima puntate. “Quello è Derek! Me lo sento! È Derek! Ma dov’è Derek?” disse Lily, mentre Dylan alzò gli occhi al cielo ed aprii la porta finestra. Quando uscì si trovò di fronte Ian Bohen con una sigaretta in bocca. Entrambi si guardarono per poi abbassare lo sguardo. Dylan si rollò una sigaretta e l’accese. Aspirò la sua sigaretta ed espirò. Non capiva, non riusciva a capire perché si sentiva così. Perché si sentiva così confuso. Così sbagliato.
“Dylan … mi dispiace.” Disse Ian mentre il ragazzo lo guardava confuso. “Ma non posso farne a meno.”
“Non puoi farne a meno? Di cosa esattamente?” chiese Dylan confuso
“Non posso fare a meno di odiarti, per tutto quello che stai facendo. Mi dispiace” disse l’uomo, per poi lanciare la sigaretta e rientrare in casa, lasciando Dylan confuso.
Non riusciva a capire perché Ian facesse così e non riusciva a spiegarsi perché il suo senso di colpa aumentava ogni minuto di più. Sapeva soltanto che qualcosa di sbagliato c’era, anche se non sapeva esattamente cosa.
 

 
 
Daniel

Daniel aveva passato una notte fantastica insieme a Crystal. Avevano fatto l’amore ed erano rimasti svegli, fino al sorgere del sole, a stringersi e parlare. Si era svegliato qualche ora dopo, perché aveva sentito un bisogno di andare in bagno ed era uscito dalla camera. Aveva trovato Dylan intento ad entrare in camera di Tyler ed era iniziata un insensata discussione, conclusasi con un Dylan più nevrotico che mai e un Tyler innervosito fuori dalla porta. Dopo di che era, finalmente, andato in bagno. Odiava trovarsi in mezzo alle situazioni scomode dei due ragazzi, e succedeva spesso ultimamente.
Quando aveva finito era tornato a letto ed aveva passato la mattina con la sua nuova fiamma. Nel pomeriggio si era fatto una doccia ed aveva aperto una sfida culinaria con Dylan conclusasi con un altro litigio riguardante Tyler. Allora si era diretto sul terrazzo ed aveva trovato Ian, Sally, T-Posey e Seana. Aveva scambiato qualche parola con loro ed era tornato nel suo appartamento con Sally. Avevano aspettato Lily ed infine si erano recati alla festa di Jeff.
In questo momento erano parcheggiati e stavano guardando Dylan e Tyler intenti a fissarsi.
“Cosa diavolo fanno?” chiese Daniel confuso.
T-Posey guardò attraverso lo specchio ed alzò gli occhi al cielo divertito. “Lo stanno facendo di nuovo”
“Cosa?” chiese Daniel.
“Si stanno guardando silenziosamente. Si stanno semplicemente guardando. Alcune volte lo fanno.” Disse Crystal senza smettere di fissare i due.
Daniel la guardò per qualche secondo pensando che in effetti era sempre un nuovo arrivato. Non quanto Lily e Sally, ma pur sempre nuovo.
“Loro si amano e neanche lo sanno!” sbraitò Seana indignata.
Scesero dall’auto solo quando lo fecero gli altri e si avviarono in casa di Jeff. Una volta lì, salutarono JR e rimasero a parlare con Eddie. Fin quando non iniziò Teen Wolf. In tutto quel lasso di tempo Daniel si limitò solo a guardare la sua ragazza.

 
 
Sally

Sally aveva passato una mattinata con Dylan. Si erano divertiti molto. La ragazza non sapeva esattamente cosa stava iniziando a provare verso il suo nuovo “amico”, ma qualcosa la sentiva. Sentiva lo stomaco contorcersi ogni qual volta lo fissava e amava ridere insieme a lui. Non sapeva davvero cosa iniziasse a provare nei confronti di quel ragazzo, ma non voleva indagare, preferiva che tutto rimanesse così com’era. Non voleva perdere Dylan per qualsiasi cosa al mondo. Si era affezionata a Dylan e preferiva non andare oltre i suoi sentimenti.
Dopo aveva salutato l’amico era andata a pranzo con Lily e dopo si era diretta da Holland. L’aveva trovata in lacrime ed avevano passato una giornata insieme. Non sapeva esattamente cosa dire alla sua amica, e Sally sapeva sempre cosa dire, in quanto la situazione fosse strana. Non riusciva a capire lei stessa se Holland amasse realmente Colton ma non volesse rovinare la loro eterna amicizia oppure se la ragazza non amasse per niente il suo migliore amico, anche se Sally optava più per la prima.
Dopo aver provato a consolare la sua carissima amica si era diretta a casa di Lily, ma avendo una voglia matta di salire sul terrazzo per ammirare il panorama si era diretta lassù. Aveva fatto tante foto lì sopra in altre giornate. Una volta lì vi trovò Ian Bohen quell’uomo che le sapeva tanto di casa. “Ehilà!” aveva salutato sorridente.
L’uomo si era girato ed era rimasto a fissarla per qualche secondo. Sally aveva sorriso leggermente impaurita ed aveva detto: “Tutto bene?”
Lui si era, tipo, ridestato ed aveva sorriso per poi abbassare lo sguardo. “Come mai qui sopra?” aveva chiesto. La ragazza aveva poggiato le mani sul muretto ed aveva aspirato l’aria estiva. “Potrei chiederti la stessa cosa” aveva detto ammiccando.
L’uomo l’aveva guardata e poi aveva sorriso. “Vengo qui spesso. Amo il panorama. È l’unico palazzo in cui si vede il giusto panorama.” Aveva detto guardando di fronte a sé.
Lei aveva sorriso incredula. Saliva su quel terrazzo per lo stesso motivo. Amava farlo. “Tu perché lo fai?” aveva chiesto spostando leggermente la testa di lato e guardandola. Sally non aveva potuto non pensare a quanto fosse bello quell’uomo ed aveva sorriso. “Non ci crederai. Non sono una ruba idee, non m’incolpare, ma salgo qui per il tuo stesso motivo” aveva detto riguardando il panorama.
Ian l’aveva fissata per un po’, sorpreso, ed aveva ridacchiato. “Sei una ruba idee!” aveva detto puntandole un dito contro.
Sally aveva spalancato la bocca inorridita. “Non è assolutamente vero! Ci vengo da sempre qui! Sei tu che hai sbagliato il giorno” aveva detto divertita per poi incrociare le braccia.
Ian aveva sorriso e le aveva detto. “Non credo di aver sbagliato giorno.”
Lei lo aveva fissato ed aveva pensato a quanto fossero familiari quegli occhi blu. Più ci pensava più non riusciva a ricordare. “Oggi il cielo è bellissimo” aveva detto lui dopo un po’.
“Già. Vorrei una foto di questo panorama attaccato nel muro della mia stanza … Peccato che non ho portato la fotocamera.”
“Fissata con le foto?” aveva chiesto divertito.
“Fissata, sono una professionista. Questa è la mia professione” aveva detto fiera.
“Ce l’hai fatta alla fine!” aveva esclamato l’uomo.
“Sì. Ce l’ho fatta” aveva mormorato, mentre T-Posey e Seana li raggiungevano.
Quando T-Posey e Seana li avevano raggiunti, Sally si era chiesta il significato di quell’esclamazione.



Nota dell'autrice
Bene, anche questo capitolo è stato pubblicato ed ancora ho ottenuto solo una recensione. I seguiti ed i preferiti ci sono, ma per favore fatevi sentire. Fatemi sapere cosa ne pensate, è una cosa di cui una scrittrice sente il bisogno. Okay so che ci sono persone che seguono la storia, però se non vi fate sentire è come se non la stessi scrivendo per nessuno. Okay, mi dispiace essere sclerata, Dylan mi ha contagiato con la sua nevrosi. 
Parlando della storia spero che il capitolo vi sia piaciuto. A me personalmente piace, sopratutto le parti di Dylan e Tyler, chissà perché poi xD. 
Da questo capitolo in poi la storia si evolverà ogni capitolo in più. 
Non so cos'altro aggiungere se non un... Godetevi il capitolo! :D 
    
  
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