Gli piacciono le sue mani.
Sono sottili, delicate, regalano carezze, ma sanno anche come ripagare il dolore.
Adora quando le intreccia sulla nuca, impedendogli di scappare e rompere così le trame dei loro respiri, quando scivolano con calcolata lentezza lungo la sua schiena, quando si stringono ai suoi fianchi, lasciando solchi che nemmeno la sua pelle abbronzata riesce a coprire, quando non sono timide e gli graffiano l’addome, che contrae puntualmente, d’impulso, avvertendole, smaniose, scendere più in basso, quando gli premono le labbra, soffocando ogni parola, ogni intenzione diversa da quella che ha lei in mente.
Si, gli piacciono le sue mani, gentili e prepotenti, perché riescono a fare tutto questo.
E nello stesso momento.
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