Tutti i semidei
erano riuniti attorno al
focolare, che quel giorno risplendeva di un colore blu scuro, come
l’umore dei
ragazzi, curiosità e un po’ d’angoscia.
Alton stava
seduto comodamente insieme ai
suoi fratelli figli di Ares e fissava con interesse il centauro che si
stava
posizionando al centro del padiglione, poco distante dal fuoco magico
che
rischiarava la notte scurissima.
Tutte le
nottate, dal giorno del Grande
Blackout erano state molto più scure del solito. Nemmeno la
Luna riusciva ad
illuminarle davvero.
-Buonasera a
tutti- Iniziò Chirone, -Come
promesso, vi verrà spiegato il perché del famoso
Grande Blackout, verificatosi
qualche giorno fa.
Vi ricordo che
dopo questo discorso si
svolgerà la consueta partita di Caccia alla Bandiera, per
cui vi chiedo di non
rimuginare troppo su ciò che sto per raccontarvi e tener
conto che io e il
signor D stiamo già risolvendo il problema.-
Il prologo di
Chirone aveva solo fatto
incuriosire ulteriormente i ragazzi, che si erano tutti sporti in
avanti per
cogliere meglio le parole del centauro.
-Dunque, quella
sera è stato come se il
Sole si fosse spento, giusto?- Tutti annuirono impazienti.
–Beh, in effetti è
vero. Il Sole è stato rapito.-
Quelle parole
spiazzarono tutti.
Dalle panche si
levarono interrogativi ad
alta voce. ‘Rapito?’,
‘Rapito da chi?’,
‘E’ per caso uno scherzo?’.
Chirone
ristabilì l’ordine e prese di
nuovo la parola. –Vi prego di non interrompermi, onde evitare
di perdere tempo
inutilmente. Alla fine potrete porre tutte le domande che volete.-
Tutti si
zittirono e lui continuò.
-Non sappiamo
chi possa essere stato il
ladro, ma come avrete notato ho usato il termine rapito,
che è riferito, appunto ad un entità vivente. In
questo
caso divina. Si tratta, infatti del dio Helios, divinità
dell’astro solare.-
-Non sappiamo
chi potrebbe essere stato
il ladro, ma gli Dèi hanno chiesto il nostro aiuto.-
Alton per poco
non cadde dalla panca.
Qualcosa di
rubato, un ladro sconosciuto,
gli Dèi che chiedono l’aiuto del Campo Mezzosangue.
Non serve essere
un figlio di Atena per
capire che si tratta di un’impresa. E lui doveva
farne parte.
Annie era
abbastanza preoccupata.
Se si tratta di
rubare lei era sempre
stata la migliore del Campo, ma si chiese come diavolo si potesse fare
a rubare
– anzi, rapire
– il Sole.
-Helios
è sempre stato un grande amico
del Dio Apollo…- Iniziò Chirone abbassando lo
sguardo –E Apollo era l’unico a
conoscere il luogo segreto dove egli risiedeva. Perché, come
ben sapete, Helios
non vive sull’Olimpo, ma in una regione lontana, che nessuno
conosce.-
Tutti i semidei
aprirono la bocca con
stupore, qualcuno chiese ‘E non si
potrebbe chiedere ad Apollo di andare a controllare a
‘casa’ di Helios?’.
Chirone fece un
grande respiro.
–Purtroppo, anche il divino Apollo sembra scomparso.-
Annie si
voltò di scatto verso le panche
dei figli di Apollo, ai quali caddero gli strumenti di mano quasi
all’unisono.
Un ragazzo dai
capelli castani e gli
occhi dorati la colpì particolarmente. Sembrava quasi
essersi dimenticato di
respirare.
Gli occhi,
però, esprimevano una
tristezza indescrivibile.
-Ragazzi, hanno
bisogno di noi.- Ripetè
Chirone con convinzione.
Francesca
sentì una morsa al cuore quando
Chirone pronunciò quelle parole.
Suo padre,
scomparso.
Una lacrima le
rigò la guancia sinistra.
Ripensò al giorno in cui suo padre Apollo le aveva regalato
il ciondolo azzurro
che si trasformava in un arco.
Era stato
così gentile e a lei era venuto
quasi da piangere per la gioia, non si riteneva speciale, ma quel
giorno suo
padre l’aveva fatta sentire la più importante di
tutti.
Accarezzò
il ciondolo con affetto e lo
strinse nella mano.
Avrebbe
partecipato all’impresa, per sé
stessa e per suo padre.
Si
voltò verso Francis, stava facendo di
tutto per non piangere. Gli strinse forte la mano e gli sorrise.
Il fratello
rispose al sorriso, ma non
era capace di fare il grande, così pianse anche lui.
Un figlio di
Atena prese la parola, -Ma
se il Sole è stato ru.. rapito, perché tutti i
giorni lo vediamo nel cielo?-
-Oh, giusto.-
Chironè si diede un
colpetto sulla fronte –Il divino Efesto è riuscito
a sostituirlo con una palla
infuocata costruita sul momento, ovviamente per non lasciare il mondo
al buio
per tutto il tempo, la divina Artemide ha portato la Luna in cielo, per
questo
alle quattro di pomeriggio l’avete vista sorgere.-
Chirone si
schiarì la voce –Tuttavia, la
palla infuocata non durerà a lungo, per questo domani
mattina lanceremo
l’impresa per andare a recuperare il Sole prima di ripetere
il Blackout. La
Foschia è riuscita ad impedire agli umani di notare il
Blackout, a loro è
sembrata una comune eclissi, però se si ripeterà
ancora Efesto non sarà in
grado di costruire una nuova sfera e gli umani noteranno la mancanza
del Sole.-
Tutte quelle
notizie fecero girare la
testa a Neela. Ecco perché riusciva a fissare il
‘sole’, perché quello non era
il Sole e non le bruciava gli occhi.
Tutte le
stramberie che si erano
verificate in quei giorni avevano finalmente un senso, era come se ogni
pezzo
del puzzle di quella strana vicenda si fosse incastrato perfettamente
agli
altri.
La capogruppo
figlia di Ares, Clarisse,
si alzò e prese la parola: -Quindi, c’è
un’impresa in corso, no?-
Chirone
sollevò il capo e annunciò: -Sì,
c’è un’impresa in corso, ma non sappiamo
ancora bene quali semidei mandare.-
Dalla casa di
Ares si levarono le
proteste.
-Dovrebbero
farlo i figli del diretto
interessato, Apollo!- Disse Will Solace, capo della casa di Apollo.
Neela
osservò i suoi pochi fratelli della
casa di Nyx. Di sicuro loro non sarebbero stati resi partecipi
dell’impresa.
Se si trattava
di Sole e Dèi solari,
sicuramente loro, figli della notte, non erano la scelta più
appropriata.
Però,
pensandoci bene, durante le nottate
di quei giorni si era sentita più in forma che mai, come se
quel poco di Sole,
che comunque era presente nel Cielo, ma che illuminava la parte opposta
del
globo, non fosse presente.
Troppo Sole la
indeboliva un po’, ma in
compenso la notte era più forte, più agile e
più sveglia che mai.
Si
passò una mano tra i capelli scuri e
il suo sguardo guizzò verso la panca dei figli di Apollo.
Che smidollati.
Si chiese cosa
avrebbe fatto se sua madre
fosse scomparsa. Non avrebbe pianto di sicuro, dato che lei non le
aveva mai
parlato.
Passò
in rassegna tutti i volti dei figli
di Apollo finché non incrociò gli occhi dorati di
Francis, il ragazzo di quella
mattina.
Senza neppure
accorgersene distolse lo
sguardo e iniziò a fissarsi i piedi.
Cosa diavolo le
prendeva?
Scosse la testa
con forza, Chirone stava
cercando di placare Clarisse e Will, che litigavano.
-Fino a prova
contraria siamo noi figli
di Ares i migliori in guerra, per questo dovremmo essere noi a prendere
parte
all’impresa!- Urlò Clarisse.
-Voi? Spero tu
stia scherzando.- Si
sollevò la capogruppo della casa di Atena, Annabeth.
-Ecco che arriva
la Sapientona!- Sbottò
Clarisse.
-Insomma!-
Intervenne Chirone –Silenzio!-
Tutti si
sedettero pacatamente.
-Dunque, non
sappiamo ancora quali
semidei reclutare per la missione, aspetteremo notizie
dall’Olimpo.-
-Ma non possiamo
aspettare!- Will Solace
scattò in piedi –E’ una cosa seria!
Sappiamo che Apollo è in pericolo, dobbiamo
agire in fretta!-
-Lo so, Will,
hai perfettamente ragione.-
Ammise Chirone abbassando lo sguardo, ma non possiamo mandare semidei
scelti a
caso nelle Terre Sconosciute.-
Dalle panche si
sollevò un sonoro oh
generale.
-Le Terre
Sconosciute?- Chiese qualcuno
dalla panca di Efesto.
A Neela non
piaceva molto quel termine.
Le dava idea di una zona scura e tempestosa, dimenticata dagli
Dèi.
Si immaginava le
Terre Sconosciute come
una radura secca e coperta di nuvole nere che scurivano il cielo.
Un fulmine
squarciò i mormorii dei ragazzi
e per un secondo Neela pensò che avesse colpito lei.
Si
ritrovò stesa a terra, con il petto
che le bruciava tanto che sembrava stesse andando a fuoco.
Era come se le
avessero impresso un
marchio a fuoco.
Diede
un’occhiata alla zona che le faceva
male e la bocca le si spalancò.
Non ricordava di
aver fatto un tatuaggio,
ma quello strano simbolo se ne stava lì, sotto la maglietta,
poco più in basso
della spalla destra.
Fumava ancora e
a Neela faceva un male
atroce.
Provò
a toccarselo, ma questo peggiorò
ulteriormente la situazione, un gemito di dolore le uscì
dalle labbra senza
nemmeno che se ne accorgesse e un suo fratello si voltò
chiedendole: -Tutto
ok?-.
Annuì
senza dire una parola, perché era
sicura che se avesse aperto bocca sarebbe scoppiata a piangere per il
dolore.
Il marchio se ne
stava lì, bollente e
fumante.
Respirò
a fondo più e più volte, finchè
non ebbe la forza di sollevare il tessuto arancione della sua maglietta
e
osservarlo bene.
Un cerchio nero
e profondo circondato da
triangoli neri e grigi le apparve davanti agli occhi. Al centro
sembrava
esserci una grande H.
Che diavolo
significa?
Pensò
frustrata, mentre per la mente le scorrevano le immagini di
sé stessa alla
partita di Caccia alla Bandiera che, tutta dolorante, cercava di
evitare alla
pesante armatura di cozzare contro il suo marchio a fuoco.
Dannazione
pensò sbattendo un
piede a terra sembro una stupida mucca.
Alex diede una
seconda occhiata allo
strano tatuaggio che gli era apparso sul petto dopo il fulmine -
sicuramente
mandato da Zeus – che aveva zittito il Campo.
Gli faceva male,
cavolo se gli faceva
male.
Respirava a
fatica.
Aveva cercato di
sembrare il più naturale
possibile mentre quel fulmine lo investiva come un marchio a fuoco.
Sì,
proprio un marchio a fuoco.
Quello strano
simbolo lo insospettiva, ma
non voleva parlarne con nessuno. C’erano un sacco di cose che
lo insospettivano
in lui, e la sola persona che condivideva i suoi segreti era finita
male.
Sentì
un groppo in gola e i pensieri di
Claire gli pulsarono in testa come spiriti del vento in gabbia, li
seppellì con
tutte le sue forze, se ci si abbandona al dolore si finisce male.
Diede
un’occhiata alla panca di
Poseidone.
Percy Jackson,
il capo della Casa stava
facendo il cretino con Elizabeth, come al solito.
Anche se Jackson
era fidanzato Alex sentì
una piccola fitta di gelosia, che subito represse. Non poteva legarsi.
Non di
nuovo.
Lui amava
ancora Claire.
Anche se sapeva
che non l’avrebbe più
rivista.
Si
voltò con un sospiro.
Elizabeth stava
ridendo come un’idiota.
Percy era come un fratello maggiore per lei e si era subito accorto che
c’era
qualcosa che non andava. Il fulmine le aveva procurato un dolore
lancinante al
petto, dall’altro lato della sua cicatrice.
Percy le aveva
chiesto C’è qualcosa che
non va?, ma lei non gli
aveva risposto.
Allora lui aveva
iniziato a sparare
battute talmente pessime che le avevano fatto tornare il buonumore e
non sentiva
quasi più il dolore, gli voleva molto, anche se molte volte
la sua ragazza,
Annabeth, faceva delle battutine sarcastiche che rivelavano una leggera
punta di
gelosia.
Ma, in fondo,
Annabeth era così. Gelosa
di qualsiasi persona si avvicinasse al suo Percy.
Il pensiero fece
sorridere Effy, che
quasi non si accorse che Chirone aveva sciolto la riunione e incitava
tutti a
prepararsi per la Caccia alla Bandiera.
-Andiamo a fare
il gàidaros a qualche
stupido figlio di Ares.- Le disse Percy
sollevandosi ed Effy non poté negare quanto suo fratello
fosse bello.
Non che le
piacesse, per carità. Ma lo
trovava davvero attraente.
Per quanto possa
essere attraente un
idiota come lui, sia chiaro.
Ciao lettori!
Allora, prima di tutto scusate per il ritardo, ma io aspetto sempre l'ultimo momento per vedere se recensiscono tutti.
Sia chiaro, non mi interessa un granchè delle recensioni, ma non vorrei che qualcuno rimanesse molto indietro, come mi è capitato in un'altra storia.
Ma parliamo d'altro!
Che ve ne pare del capitolo? Spero di avervi spiegato (attraverso il bel faccino (?) di Chirone) la situazione nel miglior modo possibile.
Fatemi sapere cosa ne pensate in una recensione qua sotto e non là sopra (DanieleDoesen'tMatter style).
Vi mando tanti cari saluti,
al prossimo capitolo wheee.
-Weather (a cui a fatto male il sole di questi giorni).
Ciao lettori!
Allora, prima di tutto scusate per il ritardo, ma io aspetto sempre l'ultimo momento per vedere se recensiscono tutti.
Sia chiaro, non mi interessa un granchè delle recensioni, ma non vorrei che qualcuno rimanesse molto indietro, come mi è capitato in un'altra storia.
Ma parliamo d'altro!
Che ve ne pare del capitolo? Spero di avervi spiegato (attraverso il bel faccino (?) di Chirone) la situazione nel miglior modo possibile.
Fatemi sapere cosa ne pensate in una recensione qua sotto e non là sopra (DanieleDoesen'tMatter style).
Vi mando tanti cari saluti,
al prossimo capitolo wheee.
-Weather (a cui a fatto male il sole di questi giorni).