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Autore: babygirlLucy    30/06/2008    2 recensioni
"Noi vampiri non siamo fatti per la monogamia… e gli esseri umani non sono fatti per la poligamia". "Io ho provato la monogamia, ma non ce l’ho fatta". [seguito di A vampire story e A vampire story 2]. Leggete e commentate!
Genere: Romantico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Il locale è pieno di gente

Eccomi qua.

No, non ero morta e non ero espatriata, partendo per la Nuova Zelanda.

Mi mancava l’ispirazione e non volevo scrivere tanto per scrivere, con dei capitoli che avrebbero fatto ancora più schifo del mio schifo normale.

Ho voluto aspettare e spero di aver fatto bene.

Ma questo siete voi che dovete deciderlo.

Sarei contenta di sapere cosa ne pensate, come sempre… perché mi mancava davvero scrivere, ma ancora di più mi mancavano le vostre recensioni.

Beh, adesso non vi disturbo oltre e vi lascio alla lettura… fatemi sapere cosa ne pensate, perché mi sento un po’ insicura e sono ancora indecisa sul fatto di cancellarla e lasciar perdere la scrittura.

Buona lettura!

Baci, Lucy!

 

 

 

Il locale è pieno di gente.

La musica leggera, appena accennata, quasi fosse uno sfondo immaginario alle conversazioni e alle risate altrettanto leggere delle persone, sembra pulsare nelle vene.

Pulsa, al posto di quel sangue che da circa 300 anni non scorre più.

Mi guardo intorno, quasi annoiata, osservando ogni persona come se fosse una formica.

No… non si invidia una formica.

Jean intercetta il mio sguardo, ma io lo sposto subito da un’altra parte.

È troppo bravo a capire quello che penso.

Eppure, la mia mossa è stata inutile, perché a giudicare dalla sua espressione, ha capito esattamente ciò che penso.

Ha capito la mia invidia nei confronti di questi inutili esseri umani, che però questa volta hanno qualcosa che io non posso avere e che probabilmente non avrò mai.

E sembra quasi riderne…

Già. Probabilmente ne riderei anche io se non fossi me stessa.

Verity… sì, quella Verity… è gelosa degli esseri umani.

Perché? Perché si è innamorata.

Beh, posso affermare in tutta sicurezza che chi non sarebbe scoppiato a ridere alla prima affermazione, l’avrebbe sicuramente fatto alla seconda.

La voce di Jean mi distoglie dai miei pensieri, come ha sempre fatto per tanti anni. Ed è solo adesso che capisco quando mi è mancato.

Non quando l’ho perso, no… ma ancora di più quando l’ho ritrovato.

J- Allora, mia cara… a che pensi?

La domanda casuale di Jean mi fa quasi sorridere, ma nascondo la leggera increspatura delle mie labbra girandomi verso Audrey, che sta ancora bevendo la sua cioccolata.

Quando finalmente la mia espressione è tornata distaccata, torno a voltarmi verso Jean, con un tono altrettanto casuale.

V- A niente, Jean… perché?

J- Curiosità.

Alza le spalle e devo ammettere che è davvero un bravo attore.

Ma di che mi stupisco…?

Lui è Jean.

Peccato che anche io sia una brava attrice… e questo significa che la recita andrà avanti per le lunghe, perché non c’è nulla di peggio al mondo che due vampiri troppo orgogliosi per cedere ai saggi di recitazione dell’altro.

Oh no… è un segno di debolezza.

Sospiro, ripensando che sono stati i miei inutili attaccamenti alla mia natura, ad avermi allontanato dalla persona che amo. Sì, perché… monogamia o no… io amo ancora Bill.

Sospiro di nuovo, pensando che finalmente l’ho ammesso almeno a me stessa, quando una risatina trattenuta senza troppo impegno mi interrompe decisa e fulminea.

J- Finalmente l’hai ammesso, ma chérie!

V- Jean… non è il momento per le tue “franceserie”…

J- “Franceserie”… no, non l’avevo davvero mai sentita!

V- E comunque… come sapevi che avevo ammesso qualcosa dentro di me?

J- Dal tuo sguardo. Ti si leggeva in faccia, mia cara… Allora? Che è successo con le petit chanteur?

Sospiro, accarezzando quasi soprappensiero i capelli di Audrey, che ha finito di bere la sua cioccolata e mi guarda con i suoi occhioni di ghiaccio.

Jean si schiarisce la voce e io torno a guardarlo.

Forse è davvero ora di parlarne con qualcuno che può capirmi, no?

Qualcuno che è come me.

V- Non c’è molto da dire… l’ho tradito.

Uso un tono freddo, distaccato, quasi a convincermi che sono tornata per davvero la vecchia Verity.

Ma anche Jean sa benissimo che è solo una finta.

Mi guarda comprensivo, facendomi convincere che ho davvero fatto la cosa giusta a decidere di parlargli, perché può capirmi senza giudicarmi.

J- Mia cara, sai benissimo che i vampiri e la monogamia non stanno bene insieme…

V- Certo che lo so… è Bill che non lo sapeva.

J- Non l’ha presa molto bene, vero?

V- No. È andato via. Ma è meglio così… sono tornata alla mia vecchia vita e poi ho Audrey.

Jean annuisce, guardando Audrey, pensieroso.

Oh no… non mi piace quello sguardo.

Jean sta macchinando qualcosa.

Torna a posare lo sguardo su di me, guardandomi critico.

J- Mia cara… hai mai pensato che Vera dovrebbe tornare a lavorare?

V- Oh no… non voglio più vederlo! E neanche lui vuole vedermi!

J- Sì, ma puoi sempre provare ad “infiltrarti”, mia cara… solo per rivederlo senza farti vedere e capire cosa vuoi! Devi capire se sei disposta a lasciar andare l’ultima debolezza che ti lega alla tua natura di vampira per amore.

Lo guardo confusa, senza capire ciò che vuole dirmi.

O forse… non voglio capirlo.

E Jean sembra accorgersi di questa mia voluta ignoranza, perché ride.

Una risata senza allegria, che di una classica risata ha solo il nome.

Una classica risata da vampiro.

J- Devi capire… se sei disposta a restare una vampira solo per quanto riguarda le naturali esigenze che noi tutti abbiamo… come il sangue. Quando l’hai tradito… che è successo dopo?

Rispondo ingenuamente alla sua domanda, perché questa volta non capisco davvero dove voglia arrivare. E mi stupisco, perché l’ingenuità non fa parte di me.

Ma da quando ho “conosciuto” Bill… no, non sono più me stessa.

O forse lo sono per la prima volta…?

V- Se n’è andato… e ho trovato Audrey.

J- Sei stata con qualcuno?

V- No, nessuno.

Jean sorride davanti alla mia espressione confusa… lasciandomi più stupita di prima.

Jean non ha mai sorriso così.

Jean non ha mai sorriso comprensivo.

J- Allora, mia cara… forse l’hai già trovata la tua risposta.

V- E sarebbe?

J- Beh, adesso devi capirla. E trovare la conferma, ovviamente.

V- Jean, la tua idea è impossibile. Mi riconosceranno subito!

Jean mi guarda pensieroso, poi mi risponde di nuovo con tono casuale.

Sa benissimo che odio questo tono quando non capisco o sono seria.

E penso lo usi proprio per questo.

J- Infatti pensavo ad un bel biondo platino… ti starebbe bene!

Ecco, lo sapevo, è impossibile, non ha un’idea!

Oh no, ditemi che ho sentito male…

Per tutte le fiamme dell’Inferno, biondo platino??

 

Beh, questa volta il corso per i tacchi lo faccio, però.

  
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